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Autore: Karmi    11/03/2018    1 recensioni
Non amava Aria. Ma se l'avesse rivista un'altra volta, sicuramente l'avrebbe baciata. Anzi, l'avrebbe abbracciata, perché  è con un abbraccio che i cuori e le anime di due persone sono il più vicine possibili.
E lui aveva ancora bisogno di starle vicino. Aveva ancora bisogno di lei.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Christian fermò la bici davanti alla sponda del fiume, slittando per un breve tratto sul terreno. Non era mai andato lì, non aveva mai visitato il nascondiglio segreto di Aria. Lei gliene aveva parlato più volte, confidando il suo amore sproporzionato per quel posto al suo migliore amico.

Chris scese dalla sua bici, lasciandola cadere a terra. Non trattava molto bene le sue cose, soprattutto quella povera bicicletta; era piena di graffi e di ruggine e quando pedalava faceva così tanto baccano da non aver bisogno di un campanello per avvisare le persone attorno a lui del suo arrivo.

Si avvicinò al fiume, ogni passo più incerto dell'altro. Da come lo aveva descritto Aria, si era aspettato di trovare un paesaggio mozzafiato, ma lì di mozzafiato c'era solo la spuma tossica trasportata dall'acqua inquinata del fiume. Oppure sì, si poteva considerare un paesaggio mozzafiato, ma da un punto di vista negativo. Gli alberi spogli sembravano scheletri con i piedi infossati nella terra morta. Il cielo, grigio come ogni volta che arrivava l'inverno, dava al fiume un aspetto tetro, triste e pieno di rancore. Non si salvava nemmeno il terreno, ricoperto da foglie secche e da ramoscelli scricchiolanti. Aria non amava le cose dark ma Christian cominciava a dubitarne dopo aver visto come era messo il suo rifugio preferito.

Ma, per quanto il posto fosse accogliente come una tazza fredda di cioccolata troppo amara, non era quello il motivo della sua incertezza. Non era quello il motivo della sua poca sicurezza.

Chris avanzò fino a quando i suoi anfibi furono sfiorati dall'acqua. Alzò lo sguardo verso il cielo e rabbrividì, nascosto nel suo adorato Montgomery nero.

Nell'adorato Montgomery nero di Aria.

Quando era in camera sua e lo usava come cuscino, poteva ancora odorare il suo profumo dal tessuto pesante del cappotto. Solo lei, solo Aria odorava come il rame fuso. 

Christian respirò a bocca aperta, osservando una nuvoletta di calore disperdersi nell'aria. Era lì. Era lì, nel posto dove Aria aveva cercato in tutti i modi di portarlo. Non ci era mai riuscita, nonostante la sua testardaggine. Eppure, adesso, era lì.

E non aveva la più pallida idea di cosa fare.

Così chiuse gli occhi. Chiuse gli occhi al paesaggio tetro del rifugio e si lasciò cullare dall'oblio nascosto dietro le sue palpebre, perdendosi nei ricordi.

Aria e Chris. Chris e Aria.

Per quanto tempo era stato così?

Per quanto tempo c'erano stati solo loro due, nei loro mondi?

Sicuramente per tanto; forse per troppo. O almeno, così dicevano mamma e papà. Christian invece non lo sapeva. In fondo, fin da quando ne aveva ricordo, erano sempre stati insieme.

Insieme come amici, insieme come nemici; alleati per vincere, alleati per far fronte a un problema più grosso di loro due assieme. Se uno aveva bisogno dell'altro c'era sempre e viceversa. 

Secondo la gente, si erano amati a prima vista. Solo, lo avevano capito più tardi rispetto agli altri.

Christian riaprì gli occhi, avendo ricordato abbastanza. Il suo sorriso, le sue grida, le sue espressioni erano impresse nella sua memoria, e per sempre lo sarebbero state.

Non gli importava cosa pensasse la gente. Loro non sapevano niente di niente.

Chris e Aria non si erano mai amati. Non avevano mai avuto bisogno di amarsi.

Bastava solo essere vicini, bastava solo il fatto di non essere mai lontani e soli.

Bastava solo questo.

Il ragazzo si tolse il Montgomery e lo odorò per un ultima volta.

Sapeva ancora di rame fuso.

Sorrise, pieno di nostalgia, pieno di amarezza.

Il suo mondo si era spaccato in due. Da una parte, c'era lui. Dall'altra, c'era Aria.

E non potevano più stare insieme.

Aria non sarebbe stata più al suo fianco. Anche se lo si erano promesso ogni cinque anni, anche se lo si erano rinfacciati a ogni litigio. Si erano presi in giro ed erano stati presi in giro per quella promessa così tanto che Christian non riusciva a credere che proprio lei l'avesse rotta. Non riusciva a crederci.

Non amava Aria. Ma se l'avesse rivista un'altra volta, sicuramente l'avrebbe baciata. Anzi, l'avrebbe abbracciata, perché  è con un abbraccio che i cuori e le anime di due persone sono il più vicine possibili.

E lui aveva ancora bisogno di starle vicino. Aveva ancora bisogno di lei.

Christian cascò in ginocchio, singhiozzando. 

Pianse, urlò, singhiozzò con tutto il fiato nei suoi polmoni, sporcando il Montgomery affidatogli dalla famiglia di Aria il giorno in cui avevano celebrato il funerale.

Ma non servì a niente. Aria non era lì.

Christian ormai era raggomitolato su sé stesso, distrutto.

Lo sapeva che non sarebbe dovuto andare lì. Ogni volta che si faceva convincere da Aria a fare qualcosa, succedeva sempre qualcosa di brutto.

Chris chiuse gli occhi di nuovo.

Voleva Aria. Nella sua vita non aveva mai desiderato niente, ma in quel momento voleva con tutto sé stesso Aria.

La voleva con lui. La voleva con lui per sempre.

Ma lei non c'era.

E mai più ci sarebbe stata.

Chris era solo.

E fino alla sua morte, lo sarebbe per sempre stato.

   
 
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