Una one-shot, sempre scritta più di un anno fa, niente di esaltante... E' ambientata dopo la morte di Sirius, e riporta semplicemente i pensieri di Harry, pensieri su se stesso, sui suoi genitori, su Ron ed Hermione, su Sirius stesso, su Voldemort. Pensieri che l'hanno portato alla decisione di diventare Auror dopo Hogwarts.
Spero vi piaccia e se ne avete voglia lasciate un commentino, anche negativo, mi farebbe piacere! Grazie e buona lettura ^_^
Ps. Nelle one-shots tendo ad essere melodrammatica o sdolcinata, abbiate pazienza! :P
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È
strano pensare che prima ancora che lo sapessi pronunciare il mio nome fosse
conosciuto da così tante persone. Forse dovrei esserne orgoglioso, ma in realtà
non è così.
Dopotutto non sono così famoso da quando ho un anno perchè ho fatto qualcosa
di eroico, o perchè sono incredibilmente intelligente, sono famoso solamente
perchè i miei genitori si sono sacrificati per me e mi hanno permesso di
salvarmi, mi hanno permesso di sfuggire all'ira del mago oscuro più potente di tutti i tempi. Lui è stato sconfitto grazie a me, o meglio, grazie
all'amore di mia madre, così profondo da riuscire a superare ogni
ostacolo, persino la maledizione senza perdono che avrebbe dovuto semplicemente
farmi morire, abbandonare la vita in un soffio, senza provare nemmeno la
consapevolezza di star trascorrendo gli ultimi istanti sulla terra.
Quante volte mi sono ritrovato a sperare di svegliarmi da un incubo lungo 15 anni, quante volte mi sono ritrovato a sperare di svegliarmi e scoprire
di avere una vita normale. Quante volte mi sono ritrovato a sperare di
svegliarmi con il profumo della colazione preparata da mia madre, quante volte
mi sono ritrovato a sperare di svegliarmi, scendere in cucina e vedere mio padre
che legge il giornale sorseggiando distrattamente del succo d'arancia. Quante
volte mi sono ritrovato a sperare di tornare a casa e vedere i miei genitori che
mi salutano chiedendomi com'è andata la giornata, quante volte mi sono
ritrovato a sperare di poter parlare con loro, ridere, scherzare, anche litigare.
Quante volte mi sono perso in questi sogni, quante volte si è insediata in me la
consapevolezza di star solamente pensando a qualcosa che non
si realizzerà mai...
Ogni persona ha un desiderio, un desiderio così profondo da tormentare l'animo.
Chissà se esiste qualcuno che sarebbe disposto a fare qualunque cosa per
vederlo realizzato, chissà se esiste qualcuno che sarebbe disposto a cedere
persino la sua anima. Io sono arrivato a pensare di poterlo fare. Quando la tua
vita ti sembra un sentiero in
continua salita, un labirinto così intricato che a malapena sei
consapevole dell'esistenza di una via d'uscita, la tua disperazione è così
grande che saresti disposto anche a donare la tua anima, il tuo corpo, qualunque
cosa in tuo possesso pur di tornare a sperare.
Il desiderio irrealizzabile con il quale ho imparato a convivere è quello di
poter avere una famiglia normale. È la mia ossessione, che accompagna qualsiasi
mia azione. Anche quando sembra che riesca a pensare ad altro, anche quando
sembra che riesca ad essere felice, lui ritorna, si
insinua negli angoli remoti della mia mente, un virus devastante, una malattia, un coltello che
affonda nella ferita.
Spesso non ci si accorge di quanto siamo fortunati finchè la fortuna stessa non
ci abbandona, finchè non scivola via dalle nostre dita lasciandoci solamente
rimpianti. Ron ed Hermione non si rendono conto fino in fondo di quanto sono
fortunati. Loro hanno una famiglia, dei genitori che vogliono loro bene, che li
aiutano a crescere, a diventare adulti.
Li ho invidiati con tutte le mie forze, li ho persino odiati. Avrei voluto che
anche loro provassero quello che provo io, avrei voluto che anche i loro
genitori morissero per far loro capire cosa significa, avrei
voluto che anche nelle loro orecchie risuonassero le urla delle loro madri, che
supplicano quel bastardo di Voldemort di
risparmiare la vita dei loro figli.
Mi sono odiato per aver pensato queste cose così ignobili. Ron ed Hermione sono
le uniche due persone che mi hanno capito fino in fondo, o per lo meno hanno
cercato di farlo. Senza di loro non avrebbe più senso vivere,
soprattutto ora che nemmeno Sirius è qui con me. E' stato così simile ad un
padre che per due anni mi sono illuso di poter essere veramente felice...
E un peso tormenta la mia coscienza. Durante il primo anno ad Hogwarts ho
affrontato Voldemort, e quando mi ha detto che se mi fossi unito a lui i miei
genitori sarebbero tornati in vita, per un attimo ho pensato di accettare. Per
un maledettissimo interminabile secondo ho pensato di potermi unire a
quell'essere spregevole, alla persona che ha ucciso i miei genitori. Chissà
cos'avrebbero pensato di me. Mi avrebbero odiato, e come dar loro torto?
Lily e James Potter che muoiono per salvare il piccolo Harry e lui cosa fa per
ripagarli? Per un attimo è tentato di unirsi a Voldemort. E non importa se è
stato solo per un istante.
Loro dovrebbero essere ancora vivi. Perchè sono nato? Se io non fossi
mai esistito tutto questo non sarebbe successo. Ci sarebbe stato un altro Harry
Potter, un altra persona con un nome diverso, che avrebbe pensato a
combattere Voldemort, e a sconfiggerlo.
*Sono stanco*
Ma non devo arrendermi. Devo continuare a lottare, mi devo opporre ai
Deatheaters, mi devo opporre a quell'assassino. È
per questo che voglio fare l'Auror. Combattere i maghi oscuri sarà come
riportare in vita i miei genitori, mi permetterà di vendicarli. Devo farcela. Lo
devo fare per loro, per far sì che il loro sacrificio non sia stato inutile.
*Non vi deluderò, lo prometto*