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Autore: LadyMintLeaf    12/03/2018    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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<< Guardami! >> quel singolo comando si alzò improvvisamente nell'angusto spazio della cella, facendo sobbalzare una volta ancora la giovane promessa sposa di Theoric.
Loki continuava ad osservarla con i suoi occhi verdi, cerchiati di scuro, che lo facevano sembrare ancora più pericoloso di quanto la giovane donna avesse pensato in precedenza.
Fu per questo che Sigyn, nonostante la confusione, fece come esso le diceva, senza tergiversare.
Loki continuò a fissarla intensamente, e la donna dai capelli biondi restò a guardarlo a sua volta, sconvolta, mentre un pensiero inquietante le penetrava nella mente.
Sembrava quasi che il Dio degli Inganni volesse impadronirsi della sua anima con la sola forza dello sguardo.
Ma questo ovviamente era impossibile.
Forse, continuò a riflettere Sigyn, quando lui aveva ancora i suoi poteri, avrebbe potuto riuscire ad incantarla in qualche modo, ma ora era privo di ogni possibilità di creare magie ed illusioni.
Eppure... C'era qualcosa di ipnotico nel suo modo di guardarla.
Proprio come un vero re, pretendeva da lei attenzione assoluta.
Sigyn resistette ancora un altro attimo, ma poi evitò frettolosamente il suo sguardo, a disagio.
Loki tuttavia si accorse che non aveva distolto lo sguardo come se fosse stata lei a desiderarlo, ma come se quel gesto le fosse stato suggerito in precedenza, da altri.
Il principe prigioniero riusciva benissimo ad immaginare il fratello Thor mentre le rammentava di usare cautela, quando parlava con lui.
Di non credere alle sue parole.
Di non guardarlo troppo a lungo negli occhi, per evitare di cascare in un suo nuovo tranello ben ordito.
Loki decise immediatamente di far leva sulla sua incertezza.
<< Di certo, qui ad Asgard, hai sentito dire che io sono il male. >> mormorò: << Ma quanto sono malvagio, secondo te? Le storie che hai ascoltato, sono tutte vere? O sono forse state alterate da coloro che le hanno raccontate, per raggiungere i propri scopi? >>.
Lo sguardo di Loki continuava a studiarla con insistenza dalla sua posizione di prigioniero, dall'altra parte della cella, e alla giovane donna pareva quasi di essere lei quella legata alla parete dalle catene e non viceversa.
<< A quanto puoi credere, di ciò che sai? >> le chiese ancora, dopo un attimo di pausa.
Sigyn esitò un istante, incerta su cosa rispondere.
Poi, con un filo di voce, mormorò: << A una buona parte.... Suppongo. >>.
Deglutì e facendosi forza, proseguì con voce più decisa: << Tu mi hai minacciata con un coltello puntato alla gola. Questa non è forse un azione malefica? >>.
Loki sollevò le sopracciglia, con aria costernata.
<< Oh, suvvia. >> disse poi, con la voce addolcita: << Era solo una messinscena. Non ti ho mai fatto veramente del male, contraddicimi se sbaglio. >>.
Sigyn non si mosse, ma continuò a guardare Loki di sottecchi.
Lui sorrideva lievemente adesso e quella sua espressione sembrava fasulla.
Fasulla come potevano esserlo le sue parole.
Sigyn tornò a guardare altrove, iniziando a tormentarsi le mani, indecisa.
Non sembrava convinta di ciò che lui le stava dicendo.
<< Mi dispiace di averti minacciato con quel pugnale. >> esclamò allora il Dio degli Inganni, parlando con voce accorata: << Ero fuori di me... Tu dovresti capire... Io...  Ero confuso; stordito... Non ero in me. >> ripeté: << Avevo paura e non volevo che Odino mi imprigionasse, ma....>> trasse un breve sospiro esausto: << ...Ormai è troppo tardi. >> concluse e, mentre pronunciava quelle parole, sorrise.
Ma questa volta il suo non fu uno dei soliti sorrisi freddi e crudeli.
Fu un sorriso strano, fra il triste e l'ironico e Sigyn ebbe improvvisamente l'impressione che lui fosse veramente desolato per ciò che le aveva fatto.
Durò poco, comunque; e dopo quell'attimo, Loki era tornato a farsi cupo: << Che cosa sai esattamente di me? >>.
<< So che ho bisogno di te per ritrovare Theoric! >> esclamò, con prontezza sconvolgente Sigyn, tornando a sollevare lo sguardo su di lui, senza esitazione, questa volta: << Questo mi basta. >>.
<< Bella risposta. >> Loki ridacchiò piano.
Evidentemente trovava divertente tutto il fervore che lei provava per l' Einherjar scomparso.
<< Allora.... Parlerai con me? >> insistette Sigyn, non con voce dura ma, quasi implorante.
Loki non rispose e Sigyn temette che lui le avrebbe risposto ancora una volta di no.
Poi però, lui abbassò il capo fra le ombre e, a sorpresa, iniziò a raccontare, con voce calma e bassa: << Quando ho incontrato Theoric sul Bifrost, ho subito capito che lui non mi avrebbe lasciato fuggire senza opporsi; senza sfidarmi e senza mettere a repentaglio la propria vita. >>.
Sigyn trattenne il fiato, nel sentire che Loki le stava parlando proprio di Theoric e si fece attenta.
<< Io non volevo battermi con lui, te lo giuro, ma esso era così cocciuto, troppo fiero di sé stesso per farsi da parte e lasciarmi semplicemente fuggire via da Asgard. >> continuò Loki, sollevando di colpo il viso e mostrando alla donna dinnanzi a lui un'espressione turbata, quasi sofferente: << No, lui è uno degli Einherjar. Non poteva lasciarmi andare. Doveva mostrarsi forte e obbediente agli occhi di Odino. >>.
Scosse il capo, come se la cosa per lui fosse praticamente impossibile da pensare: << Penso che morirebbe persino per dimostrare al Padre degli Dei la sua infinita lealtà. >>.
Sigyn annuì, mormorando con voce spezzata: << è vero. >>.
Questo era Theoric.... Il suo promesso sposo.
Loki rimase in silenzio per un istante, quindi riprese parola, parlando con decisione, soffusa da una sorta di tristezza di sottofondo: << L'ho supplicato di farsi da parte, promettendo che non gli avrei fatto nulla di male, ma lui non mi ha voluto ascoltare. >>.
Sigyn si tirò leggermente indietro, indecisa.
In quel momento c'era qualcosa negli occhi di lei che il Dio degli Inganni non riusciva a decifrare.
Incredulità, forse?
Oppure speranza?
Loki rimase in silenzio solo per un attimo.
Dopo di ché, continuò a raccontare la sua versione dei fatti,  con un espressione afflitta in viso: << Sentivo le altre guardie alle mie spalle che stavano per raggiungermi, così ho tentato di oltrepassare Theoric e di gettarmi nel Bifrost, ma lui mi ha colpito; proprio qui... >>.
S'interruppe per volgere il capo verso il proprio braccio, dove era presente e ben visibile una lunga cicatrice chiara.
<< Guarda. >> la invitò, con un'affabilità sospetta: << Avvicinati se non mi credi. >>.
Sigyn rimase ferma a guardare Loki da lontano ancora per un breve attimo, indecisa se fare come lui le diceva, oppure se ignorare completamente le sue parole, convincendosi da subito che erano tutte solamente una subdola menzogna con la quale il Dio degli Inganni stava cercando di guadagnarsi la sua fiducia.
Una fiducia che però lei era ben restia ad offrirgli.
Cautamente, muovendosi piano, ella decise alla fine di fare come lui le suggeriva, avvicinandosi alla parete di fondo della cella per tornare ad inginocchiarsi davanti a lui.
<< La vedi? >> le domandò lui, muovendo ancora il capo nella direzione del braccio ferito: << è una ferita di spada, questa, ed è stato proprio il tuo Theoric a lasciarmela. >>.
Sigyn seguì il suo sguardo, ma non parlò.
La cicatrice era lì, ben visibile e impossibile da ignorare, ma il corpo del Dio degli Inganni era così pieno di ferite che, nessuno avrebbe saputo dire se quella in particolare fosse stata fatta dalla lama di Theoric o da una delle tante altre spade degli Einherjar.
Quel taglio avrebbe potuto procurarglielo benissimo una qualsiasi delle guardie che lo avevano interrogato pochi giorni prima, in quella stessa cella dove lei ora stava cercando, quasi disperatamente di scoprire fra le parole dell'altro una verità quasi impossibile da intuire.
<< Mi avrebbe colpito ancora, se io non mi fossi difeso. >> riprese parola Loki, dopo un istante: << Allora ho scatenato su di lui la mia magia. >>.
Scosse il capo, sospirando: << Che altro avrei potuto fare? L'ho colpito, ma non con l'intenzione di ucciderlo. >>.
Sigyn cercò di controllare il tremito della propria voce, mentre domandava: << Loki, dimmi la verità.... Tu....L'hai ucciso? >>.
<< No. Non l'ho fatto. Ma l'ho spinto nel Bifrost al posto mio. >> rispose prontamente Loki, abbandonando per un istante la sua espressione sofferente.
La fissava di nuovo con quei suoi occhi verdi, astuti ed intensi, che parevano brillare anche quando, come in quel momento, erano in ombra.
Sigyn trasse un lungo respiro per vincere i timori che la assalivano di continuo.
Batté le palpebre qualche volta, senza riuscire però a guardare di nuovo Loki in viso, mentre mormorava: << Dimmi la verità. >>.
Loki scosse il capo, ma quel gesto non era in risposta alle parole che lei aveva appena pronunciato.
Rimase per un altro attimo in silenzio, poi le disse con assoluta convinzione: << Non l'ho ucciso, ma l'ho difeso. >>.
Per un istante nella prigione cadde il silenzio.
Sigyn sentiva di voler credere a quelle parole con tutta se stessa, per poter continuare ad avere una seppure misera speranza che il suo promesso sposo fosse ancora vivo da qualche parte, ma anche perché irragionevolmente desiderava che Loki non fosse il mostro di cui tutti parlavano ad Asgard.
<< Così, tu dici di aver gettato Theoric nel Bifrost al posto tuo? Perchè? >> quando ella riprese parola, la sua voce tremava intensamente.
Eppure,  fece lo stesso la domanda.
<< Per proteggerlo. >> mormorò Loki, piegando leggermente la schiena in avanti, come se fosse schiacciato da un peso invisibile.
<< Proteggerlo da cosa? >> chiese Sigyn, inclinando il capo di lato, mentre si sforzava di capire il senso delle parole che l'altro le stava rivolgendo.
<< Lui era nel giusto! Eri tu quello che stava fuggendo! >> gli fece notare poi, alzando un poco la voce.
<< Appunto. >> asserì Loki con estrema calma: << Dovevo proteggerlo da me stesso. >>.
<< Da te stesso? >> domandò Sigyn dubbiosa.
Adesso Sigyn lo stava guardando accigliata.
Si sentiva frustrata dalle risposte del principe prigioniero, perché, per quanto ella si impegnasse, non riusciva a capire se fosse sincero o meno.
<< Devi capire che non ho avuto altra scelta. >> proseguì Loki d'un tratto, interrompendo quel momentaneo silenzio calato fra loro: << Non potevo esitare. Se lo avessi lasciato fare, lui ed il resto delle guardie mi avrebbero catturato, se non peggio; ferito a morte, e questo non doveva accadere. Se lo avessi colpito a mia volta, continuando a difendere la mia vita, sarei stato io ad uccidere il tuo uomo ed io questo non lo volevo fare. >>.
Chinò leggermente il capo fra le ombre.
Poi, mormorò con un intensità sconcertante: << Non sono il mostro di cui parlano tutti qui ad Asgard. >>.
Sigyn si stupì di quanto Loki pareva conoscerla, di come avesse capito che quelle da lui pronunciate fossero esattamente le parole che lei avrebbe voluto sentirsi dire.
Poi, improvvisamente, ella si rammentò una volta ancora degli avvertimenti di Thor riguardo il fratello e s'irrigidì.
"Non ti fidare di lui.", le aveva detto il Dio del Tuono: " Loki è un bugiardo nato. ".
<< L'ho gettato nel Bifrost e poi ho preso le sue sembianze solo per non essere aggredito a mia volta. >> continuò Loki, parlando sempre più concitatamente: << Così facendo ho salvato la mia vita, e anche la sua. >>.
Sigyn si morse il labbro inferiore.
Non sapeva se potersi fidare veramente di Loki.
Non sapeva più che cosa fare.
<< Perché mi hai sposata lo stesso? >> domandò quasi alla sprovvista Sigyn, infilando tra le altre domande una che le continuava a ronzare insistentemente nella mente, dalla notte in cui aveva scoperto Loki al suo fianco, nella camera matrimoniale: << Una volta gettato Theoric nel Bifrost, avresti potuto fuggire di nuovo. Perché non l'hai fatto? >>.
Il volto pallido di Loki si alzò a guardare quello della fanciulla ancora inginocchiata davanti a lui.
Questa volta però Sigyn non eluse lo sguardo indagatore dell'uomo.
Pareva che Loki stesse riflettendo, come se pensasse quasi che la domanda che lei gli aveva appena posto, potesse nascondere una sorta di tranello al quale avrebbe dovuto rispondere con la massima cautela.
<< Asgard è anche casa mia. >> mormorò alla fine, tornando ad abbassare lo sguardo al suolo: << Non volevo lasciarla e.... >> fece una pausa, prima di aggiungere con maggior intensità nella voce: << Non volevo deludere te. >>.
Nell'udire quelle ultime inaspettate parole, Sigyn tornò a guardarlo con un espressione stupefatta sul bel volto.
Possibile che Loki fosse tanto sensibile?
Oppure stava solo fingendo?
Mentendole con abilità, come solo colui che si era meritato il nominativo di Dio degli Inganni sapeva fare?
Loki lasciò che lei continuasse a studiare il suo viso e la sua espressione, sicuro che dal suo volto non avrebbe mai potuto dedurre la verità.
Non le disse che era stato costretto a restare per via delle ferite che Theoric gli aveva inferto durante il loro scontro.
Non le disse che aveva assunto le sembianze dell'altro proprio per venire curato e per trovare successivamente un modo di fuggire da Asgard; e omise anche il fatto che lui non avrebbe mai e poi mai desiderato prenderla in moglie.
Se le avesse detto tutto questo, sarebbe stato come se lui avrebbe ammesso apertamente di essersi lascito guidare dagli avvenimenti, invece di crearli a suo vantaggio.
Per un attimo ancora, nessuno dei due parlò, ognuno chiuso nel proprio silenzio, riflettendo.
Poi, fu di nuovo Loki a riprendere la parola, spiegandole: << Tu avresti avuto il tuo matrimonio perfetto con l'uomo che amavi e se non ti fossi accorta di nulla, una volta sposati, con calma io avrei cercato di riportare il vero Theoric da te. Ma tu mi hai scoperto, rivelando il mio inganno, e poi....>> sospirò sconsolatamente: << Conosci il resto. Odino mi ha tolto i poteri ed ora sono solo in questa cella, condannato per colpe che nemmeno dovrei scontare. >>.
Sorrise tristemente e allargò appena le braccia, quel tanto che le catene glie lo consentivano, per mostrare alla donna la buia cella nella quale era rinchiuso.
Sigyn si dondolò leggermente sui talloni; incerta; insicura.
<< Perché non hai detto subito anche agli altri quello che stai dicendo a me ora ? >> chiese, parlando piano, soppesando con cura la propria domanda.
Loki aggrottò l'ampia fronte, rispondendo alla domanda di lei con un altro quesito: << Se l'avessi fatto, pensi forse che qualcuno avrebbe creduto alle mie parole? >>.
No.
Questa fu l'immediata risposta che prese forma nella mente di Sigyn.
Tuttavia ella non lo disse a Loki.
Invece, tornò a domandare: << Se gli altri non ti credono, perché dovrei farlo io? >>
Era ormai decisa a sapere il più possibile dall'uomo che l'aveva presa in moglie con l'inganno e che fino ad allora aveva taciuto riguardo ciò che era accaduto fra lui e il suo reale promesso sposo.
Che fossero tutte menzogne o meno, non importava, Sigyn era decisa ad ascoltarle comunque, convinta che, in un modo o nell'altro, avrebbe cercato di distinguere cosa era reale e cosa no.
Ma voleva capire.....
Voleva sentire cosa lui le diceva.
Loki la fissò a lungo, prima di tornare a parlare.
Poi, quando lo fece, mormorò: << Perché tu sei buona, Sigyn, e sapere che Theoric è vivo ti da speranza. >>.
<< Theoric è veramente vivo? >> gli chiese di nuovo lei, con un filo di voce.
<< Lo è. >> affermò Loki, questa volta senza troppi giri di parole.
Impulsivamente, Sigyn si tese verso di lui, incitandolo a continuare: << Allora perché non mi dici su quale pianeta si trova? Se collaborerai, Odino sarà forse più clemente con te. >>.
C'era disperazione negli occhi di lei e una sincera preoccupazione nei confronti dell'uomo che amava.
<< Oh, ma io vorrei dirtelo, Sigyn, davvero. >> mormorò Loki, fingendosi addolorato quanto lei: << Il fatto è che nemmeno io so dove Theoric si trova. >>.
Sospirò ancora una volta, quindi aggiunse con maggior forza nella voce: << E non ho la facoltà di saperlo, fin quando non otterrò di nuovo tutti i poteri che il Padre degli Dei mi ha rubato. >>.
A quelle parole non riuscì a trattenere un fremito di collera, ma a quanto pareva, Sigyn interpretò quel suo gesto in un altra maniera.
Forse pensava che lui avesse tremato per timore o per la troppa debolezza che la prigionia gli stava causando.
<< Io voglio aiutarti a ritrovare il tuo amato, devi credermi, ma per farlo ho bisogno che tu aiuti me, prima. >>.
Sigyn lo fissò; come per capire se fosse sincero e per la seconda volta non distolse subito lo sguardo.
Il suo corpo sottile era teso.
Nei grandi occhi ambrati di lei, Loki leggeva agevolmente tutto il tumulto dei suoi pensieri.
Era ancora terrorizzata, ma aveva anche estremo bisogno di fidarsi di lui.
Loki lo vedeva nei suoi occhi.
Lei voleva credergli.
<< Che cosa vorresti che faccia? >> domandò Sigyn alla fine.
A Loki piacque il modo in cui la donna aveva formulato quella domanda.
Dal tono della sua voce, traspariva tutto il timore che ella provava tuttora nei suoi confronti.
Il principe dai capelli neri sorrise ambiguamente, mentre pensava che, anche senza i suoi poteri, riusciva ad avere autorità sugli altri.
In fondo, non era un male, che gli altri lo temessero.
<< Ah, adesso ci capiamo. >> mentre pronunciava quell'ultima frase, il volto di Loki si dischiuse in uno dei suoi ampi sorrisi che tanto inquietavano Sigyn.
Lei si pentì quasi d'aver posto quella domanda, anche se immaginava di conoscere già cosa quel sorriso da lupo potesse significare.
Negli occhi del Dio degli Inganni aveva ricominciato ad ardere la fiamma verde della follia.
Sigyn si alzò in fretta da terra, dove fino ad allora era rimasta inginocchiata e mosse un passo all'indietro, ma poi s'immobilizzò, quando l'uomo riprese a parlare: << La chiave che hai con te; quella che hai utilizzato per aprire la porta della cella, serve anche per aprire le catene alle quali sono avvinto. >>.
Lo sguardo di Loki corse alla chiave della cella che Sigyn aveva legato alla cintura.
Lei portò rapida la mano ad afferrarla, spalancando gli occhi mentre la solita morsa di terrore le stringeva il cuore con forza.
Mosse un altro passo lontano da Loki.
<< Vuoi che ti liberi, è così? >> domandò.
Il suo respiro si era fatto di colpo affrettato.
<< Secondo te? >> la interrogò lui di rimando, sollevando un sopracciglio.
Sigyn s'irrigidì, impallidendo e, finalmente tornò a mostrarsi intimorita da lui, tanto da tornare a distogliere lo sguardo per fissare il suolo.
<< Ascolta. >> continuò improvvisamente Loki con voce più decisa: << Odio ammettere certi particolari della faccenda, ma da solo non m'illudo di riuscire prima o poi a trovare un modo per uscire da questa maledetta cella. Non da vivo, almeno. E, anche ammettendo che io riuscissi in qualche modo a liberarmi, non riuscirei mai ad oltrepassare le guardie da solo. Aiutami ad uscire di qui ed a recuperare i miei poteri e forse poi potrò dirti qualcosa riguardo il tuo adorato promesso sposo. >>.
Tacque di colpo e la guardò, in attesa che lei replicasse.
Senza sollevare lo sguardo da terra, Sigyn strinse le labbra.
Pareva stesse combattendo contro mille dilemmi interiori.
Poi, tornò a guardarlo, affermando con convinzione: << Mi avevano avvertito che avresti fatto questo gioco con me. >>.
La sua voce era stranamente risoluta, adesso: << Ho sofferto molto in questi giorni per la scomparsa di Theoric. Saperlo su un pianeta lontano, magari in pericolo mi terrorizza. Per questo ho disobbedito a Odino per venire sin qui, nelle prigioni, a parlare con te. Ed ora che ho trovato il coraggio di chiedere l'aiuto dell'uomo più pericoloso del regno, non accetto che lui si prenda gioco di me. >>.
Loki socchiuse bruscamente gli occhi verdi, corrugando la fronte.
Era evidente che non si aspettava da lei quelle parole.
<< Sei più audace e sciocca di quanto immaginassi. >> commentò Loki mentre la sua voce si faceva fredda e distaccata.
<< Dimmi dov'è Theoric. >> lo incalzò lei, con una decisione che Loki difficilmente avrebbe creduto di poterle vedere in viso.
<< E questa volta, niente scherzi! >> lo ammonì.
Più che allarmato da quelle sue ultime audaci parole, il Dio degli Inganni parve divertito da esse.
<< Altrimenti che cosa mi farai? >> le domandò, rivolgendole un mezzo sorriso: << Mi minaccerai come hanno fatto gli Einherjar? Avresti il coraggio di picchiare un uomo incatenato in una squallida prigione, pur di ottenere la propria collaborazione? >>
<< Non lo farei mai. >> borbottò Sigyn con fare solenne, quasi sconvolta dalle accuse dell'altro: << Dovresti sapere che io odio la violenza. >>.
<< Parli bene, per essere la donna di un Einherjar che vive per la guerra. >> commentò Loki per tutta risposta, studiando attentamente la reazione della donna che si affrettò a controbattere: << Forse Theoric adora la guerra, è vero, ma... Questo non vuol dire che anche io provi lo stesso. Io amo Theoric per  altre ragioni. Non solo per la sua forza fisica e non certo per le sue azioni in battaglia. >>.
Gli occhi verdi di Loki si socchiusero per un attimo, mentre lui osservava attentamente la donna ancora ferma a qualche passo di distanza da lui.
Poi, sospirando, mormorò: << Te l'ho detto. Non posso dirti dove si trova Theoric. >>.
Scosse il capo: << Liberami e lascia che io ritrovi i miei poteri. Allora sparai del tuo amato. >>.
<< No! >> disse subito Sigyn, questa volta parlando senza alcuna esitazione.
Aveva la sgradevole impressione che Loki stesse cercando solamente di manipolare le sue azioni; cercando di farle fare ciò che lui desiderava, senza darle nulla in cambio e questo non le piaceva.
<< Allora vattene e lasciami morire in pace. >> sibilò Loki, mentre la collera tornava di colpo a montare in lui: << Va a cercare il tuo adorato capitano degli Einherjar da sola, se ne sei capace. >>.
Sigyn abbassò gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo penetrante, e adesso nuovamente irritato del Dio degli Inganni.
<< Questo....Questo è uno spregevole ricatto! >> balbettò, stringendo i pugni lungo i fianchi.
Le tremavano le mani e Loki dovette notarlo, perché di nuovo si concesse un lungo, enigmatico sorriso, prima di replicare con minor astio: << Diciamo piuttosto un.... Accordo fra due persone consenzienti. >>.
<< Io non faccio accordi con persone come te. Sarebbe come se mi schierassi dalla tua parte. >> protestò Sigyn, senza troppa convinzione: << Sarebbe un tradimento! >>.
<< Oh, ma dai! >> Loki scosse la testa, quasi incredulo di sentire da lei certe affermazioni: << Perché forse credi di non aver già tradito Odino una volta, quando hai preso la decisione di infrangere i suoi ordini per venire si qui? >>.
Gli occhi di Sigyn si abbassarono solo un istante, per poi tornare a sollevarsi su Loki con una certa esitazione.
La stessa che si rifletté anche nella sua voce, quando ella riprese la parola, mormorando: << Non posso lasciarti libero. >>.
<< Perché no? >> volle sapere immediatamente lui.
<< Perché tu sei.... >> Il volto di Sigyn si fece teso ed ella non concluse la frase.
<< Continua. >> Gli occhi di Loki si strinsero, mentre esso fissava il volto della donna.
Sigyn scosse il capo.
Era di nuovo terrorizzata.
<< Dimmi cosa pensi di me. >> la incitò lui,senza aggredirla, né parlarle rabbiosamente.
Sembrava calmo; ma quella tranquillità poteva significare che adesso le stava mentendo realmente.
<< Ti prometto che non ti farò nulla di male, qualunque cosa tu dica. Non posso muovermi di qui, giusto? >> la guardò con fare interrogativo: << Quindi che cosa temi? Non potrei aggredirti neppure se lo volessi e... >> fece una pausa, per scandire meglio le sue ultime parole, che pronunciò a voce bassa; quasi in un sussurro lieve: << Non lo voglio. >>.
Sigyn deglutì e distolse lo sguardo per un istante.
Perché quell'uomo riusciva sempre a confonderla?
Perché riusciva a farla sentire fragile e piccola e tanto insicura?
E perché la sua voce le dava i brividi?
<< Quanto vale la parola di un bugiardo? >> chiese improvvisamente Sigyn, domandandosi di nuovo se ciò che Loki le aveva detto fino ad allora fosse vero oppure no.
C'era sempre quell'incognita con lui.
Non si poteva mai capire quando mentiva o quando, invece, era sincero.
Di certo come bugiardo era bravo; forse il migliore.
<< Oh, questo è un colpo basso da parte tua. >> rise Loki, senza prendersela per quelle parole ma, trovandole quasi divertenti, in un modo che solo lui poteva comprendere.
Sigyn gli volse le spalle, sempre più indecisa.
<< Liberami.... >> esclamò; aggiungendo subito dopo una frase che nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire fuoriuscire dalle labbra del principe prigioniero: <<... Per favore. >>.
Sigyn sobbalzò nell'udire quelle ultime parole.
Loki le stava veramente chiedendo di togliergli quelle catene che lo tenevano imprigionato, ma stranamente non lo stava facendo con arroganza, come un re ad un suddito di grado inferiore.
Glie lo stava chiedendo invece quasi con gentilezza e poi... le aveva chiesto per favore...
Sigyn si volse a guardarlo, sconcertata.
<< Non posso. >> ripeté poi, ma sul suo volto c'era un espressione tanto angosciata che Loki capì immediatamente di star riuscendo nel suo intento.
Nascondendo abilmente l'esultanza che aveva nel cuore, Loki rimase in silenzio e chinò il capo, simulando un intenso sconforto.
<< Non voglio liberarti perché...>> Sigyn scosse il capo, poi prendendo un brusco respiro, si fece coraggio e disse, con una calma e una serietà inimmaginabili: << ..Non temo per me stessa, ma per quello che potresti fare ad Asgard e alla sua gente. Non voglio che tu causi altro dolore. >>.
Loki sollevò la testa di scatto e nei suoi occhi passò un guizzo di sorpresa che, immediatamente svanì.
Poi, mormorò: << L'unica cosa che mi interessa ora, sono i miei poteri magici. Se uscirò di qui, sarà esclusivamente per cercare la magia che il Padre degli Dei mi ha sottratto. >>.
<< Mi aiuterai veramente a rintracciare Theoric, dopo che avrai ottenuto di nuovo i tuoi poteri? >> gli domandò lei ancora una volta.
<< Hai la mia parola. >> nonostante le stesse ancora mentendo, Loki si sorprese della gravità con cui lui stesso aveva pronunciato quelle parole.
L'aveva detto come se lo pensasse veramente.
Come se volesse veramente aiutarla, ma questo non era possibile.
<< Chi mi garantisce che non stai mentendo anche ora, e giunto il momento, manterrai la parola data? >> domandò Sigyn, come se gli stesse leggendo nella mente.
<< Nessuno. >> replicò Loki, scuotendo leggermente il capo: << Ma se vuoi sapere del tuo amato capitano degli Einherjar, non hai altra scelta se non quella di fidarti di me. >>.
Si chinò in avanti, facendo tintinnare sinistramente le catene che lo imprigionavano, fissando la donna con occhi improvvisamente ansiosi.
Sigyn si domandò solo per un istante se Loki non le stesse dicendo la verità.
<< Rifletti, Sigyn. >> le suggerì lui, in tono pressante.
La sua figura appariva alta e oscura anche inginocchiata nella semioscurità della cella.
Eppure la sua voce era suadente: << Ragiona su ciò che ti ho detto. Io so che tu puoi liberarmi e so anche che vuoi credermi. Insieme possiamo ritrovare Theoric. >>.
Sigyn esitò ancora un breve istante, stringendo la mano sulla chiave che le pendeva legata alla cintura che ella portava in vita, domandandosi ancora una volta quale fosse la scelta migliore da fare.
Avrebbe corso un rischio enorme, se avesse acconsentito a liberare il principe traditore di Asgard dalla cella dove era stato relegato per il resto della propria esistenza; tuttavia Loki era l'unico che poteva aiutare lei e Thoeric.
Cosa doveva fare?
Stranamente la risposta a quella domanda le venne quasi spontanea adesso.
Così, smettendo di rimuginare, si sfilò la chiave dalla cintura, avvicinandosi al punto dove lui era incatenato alla parete, muovendosi con artificiosa compostezza.
Dentro di lei Sigyn provava solo il desiderio di voltarsi e fuggire.
Non era affatto certa che liberare il Dio degli Inganni fosse la scelta giusta e si sentiva male, come se stesse compiendo allo stesso tempo un gesto buono ed uno cattivo.
Poi, smise di pensare e mormorando: << Farò come vuoi. >>; si affrettò ad infilare la chiave nel primo lucchetto che teneva avvinte le catene che imprigionavano Loki alla parete.
  
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