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Autore: french_toast    13/03/2018    1 recensioni
"Erano di vedute corte, secondo il suo modestissimo parere, coloro che cantavano della Regina. E anche tirapiedi incapaci di tutto se non dell'encomio, se gli avessero chiesto d'argomentare oltre. Egli stava per cantare di un soggetto ben più leggiadro, quindi che prestino bene attenzione, questi ipocriti!"
In cui Arthur è giovane e non ancora consapevole dello schifo che è François
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un ticchettio perpetuo- goccia dopo goccia l'inchiostro precipitava giù dalla penna e si dipanava nel candore della carta, imbrattava il foglio e il sostegno sotto di esso: legno di finissima fattura per l'unico inglese a cui fosse concesso di risiedere a corte, si pavoneggiava il re nel suo idioma dolce, dalle consonanti smussate, e Arthur ancora non sapeva quanto avrebbe imprecato provando a ripulirlo. Per ora rifletteva soltanto.

Avrebbe composto, quello era il suo intento, come i poeti che allietano con la viella e la lira i banchetti: non aveva il coraggio di chieder loro quale incanto celasse la poesia, perciò come un ladro si nascondeva negli angoli oscuri dei corridoi ad ascoltare avido ciò che avevano da dirsi. 

La metrica, la retorica, insieme dovevano convogliare in un testo che fosse alla stregua di un canto... leggero e armonioso, scevro da troppi fronzoli- forse poteva farcela anche lui. Il soggetto poi, che era il fulcro della canzone, non poteva prescindere da questo delicatissimo teorema, doveva eguagliare in grazia il verso.

Erano di vedute corte, secondo il suo modestissimo parere, coloro che cantavano della Regina. E anche tirapiedi incapaci di tutto se non dell'encomio, se gli avessero chiesto d'argomentare oltre. Egli stava per cantare di un soggetto ben più leggiadro, quindi che prestino bene attenzione, questi ipocriti!

Una volta ogni anno un ragazzo della medesima natura di Arthur veniva a far visita dalla Normandia, era della medesima natura ma non potevano essere più diversi: anche se, attraversando secoli, manteneva lo stesso viso fresco da sedicenne, qualcosa nel suo modo di essere era come se lo nobilitasse. I modi posati, le spalle forti e la melodia della sua voce, quando quella di Arthur accusava ormai da anni degli alti e bassi della pubescenza, le mani affusolate e bianche come ali di colomba, di chi non aveva mai conosciuto fatica, tenere come burro al tatto- ricordava ancora quella volta in cui le aveva sfiorate erroneamente, in quei pomeriggi persi ad intrecciare ghirlande  per l'altare della Vergine Maria, e con quanta velocità si scansò, come se a toccarlo fosse stato qualcosa di rovente. 

Adesso si trattava soltanto di trasporre la sua adorazione in carta. Avrebbe lavorato in paragoni e metafore per oberare alla vista del lettore l'effettivo dedicatario, e allora François sarebbe stato uno tra le tante dame bianche- anche se non era una dama. Ma questo non importava in fondo, no? Come se lo fosse.

Chiuse gli occhi e pensò a lui, alle cose a cui prediligeva associarlo. I capelli, biondi come i fiori di campo che sprazzano nello smeraldo delle praterie, colpi all'occhio e setosi al tatto. E subito seguitarono ricordi di un tempo più antico, di cavalcate il cui tragitto abbracciava intere valli, le sterpaglie che si piegavano al suo passaggio, dorate come lo sarebbe stato il grano in terre lontane dalla sua piovosa isola. Trafisse infine la carta con la punta aguzza della penna:

"I capei vostri, come gramigne"

Serviva altro da aggiungere, 'chè in tutti i secoli in cui si era districata la sua esistenza non aveva mai sentito parlare d'una poesia di un rigo soltanto. I tessuti delle sue vesti, ancora pregni d'effluvi d'Oriente, erano morbidi e con intarsi finissimi, brillavano di imperscrutabili trame d'oro. Neanche a sua madre, donna e non meno nobile, aveva visto indossare vesti tanto eleganti. Nuovamente scrisse:

"E al pari d'una dama vanitosa
V'acconciate, [..]"

Anche se aveva optato lui stesso per la rima incatenata, stava avendo seri problemi a trovarla! Serviva altro, altri elementi da aggiungere. Rimembrò di quando cantava affianco a lui in chiesa- storse istintivamente il naso poiché, specialmente negli acuti, il suo tono non era più tanto limpido.

"[..] la voce gracidosa
Che mostrate con baldanza [..]"

S'interruppe in un'improvvisa folgorazione, nell'inconscia rilettura: non aveva speso per François parole affatto lusinghiere. Occultando goffo il viso sotto il lembo della maglia, quasi a voler celare dalla sua stessa vista le gote che ora s'arrossivano di vergogna, in una riga netta cancellò l'intera sua produzione, ripromettendo a sé stesso di non scrivere mai, mai più.

Fu allora che con lo sguardo si spinse altrove, non facendosi offuscare da certe sue vacue elucubrazioni, ma catturato dal pigolare nell'etere di qualche stella si accovacciò a guardare con attenzione. Una luce simile, bianca, distante e sommersa nel celeste tenue ch'è tipico del crepuscolo, l'aveva vista prima negli occhi del suo adorato: quando risponde con un sorriso ad una battuta di spirito, quando passeggia per i giardini citando nomi di questo o quello o quell'altro tipo di fiore, quando ascolta preso le filastrocche del cantastorie. 

Gli sembrava così inarrivabile, in quei momenti, come se non fosse stato una creatura di questa terra ma fosse sceso da chissà quale delle tante sfere celesti e lui, Arthur, rozzo e cresciuto nel fango, non avrebbe mai potuto accostarsi a tanta perfezione.

Di nuovo s'armò di penna e calamaio e lapidario scrisse la frase che più avrebbe potuto rappresentarli:

"Quest'amore è un astro lontano"



note dell'autrice
E allora buongiornissimo!! Grazie infinite e baci stellari a chi ha letto fin qui!! Siete anime pie e coraggiose!!! Mi premeva dire che la ff è ambientata durante la dominazione Normanna (1066-1226 circa), più precisamente durante il regno di Enrico II e, più in particolare, Eleonora d'Aquitania (la regina in questione) durante il quale è diventata popolarissima la poesia cortese, per questo Iggy si è voluto cimentare, è un uomo di mondo e non vuole restare indietro con le mode. Inoltre so che il termine "gracidosa" non esiste, ma comunque pensavo di salvarmi in calcio d'angolo pensando che la lingua medievale prevedeva anche una polisemia di forme xD e poi vabbé, per la rima, e per il fatto che le rane gracidano e François è una rana!

 

   
 
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