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Autore: Sara163    13/03/2018    1 recensioni
Un concorso vinto, una ragazza particolare e quattro intrusi in casa per tre settimane: cosa mai potrebbe andare storto?
se la mia fan fiction contiene errori mi scuso in anticipo,è la prima storia che scrivo, spero vi piaccia :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-No, no e no! Così non va Abigail, mi deludi-

Disse un Bill alquanto esasperato. Era da un’ora che frugava nel mio armadio alla ricerca del vestito che avrei dovuto mettere quella sera per la famosa festa di Catherine, ma a quanto pareva non aveva trovato niente che gli piacesse, anche perché nel mio guardaroba non avevo molto, solo pantaloni distrutti, felpone nere e qualche gonna. per tutto il tempo io gli avevo detto che non mi importava che cosa avrei indossato e che mi interessava solamente scroccare cibo e alcol a quella strega, ma era tutto inutile, si era messo in testa che io avrei dovuto fare un figurone ed era impossibile cercare di contraddirlo.

-Bene, adesso che sei convinto del fatto che non ho niente di adatto, puoi lasciar perdere per piacere?-

Gli chiesi praticamente supplicandolo

-Assolutamente no! Tu adesso vieni con me, andiamo a fare shopping!-

E detto ciò mi prese per un polso e mi trascinò fuori dalla camera

-Ma aspetta un attimo! Che si fa per la gente? Sicuramente qualcuno ti riconoscerà e sinceramente non ne posso più di vedere persone urlanti che corrono verso di te e con la bava alla bocca ti chiedono foto e autografi-

-Non preoccuparti, sono bravo a camuffarmi, non c’è pericolo-

Okay, non avevo via di scampo, tanto valeva assecondarlo, se c’era una cosa che avevo capito su Bill Kaulitz era che qualsiasi idea si mettesse in testa doveva sempre realizzarla a tutti i costi. A questo punto il vocalist si diresse nuovamente verso la mia stanza e si mise a trafficare con la sua valigia, nel frattempo io andai in salotto dagli altri membri dei Tokio Hotel che erano comodamente sdraiati sul divano a guardare la tele

-Sentite, Bill ha deciso di trascinarmi contro la mia volontà in giro per negozi, qualcun altro per solidarietà ha voglia di soffrire con me?-

Chiesi speranzosa, ma come risposta ottenni solamente una risata sarcastica di Tom e un’alzata di sopracciglia da parte di Gustav e Georg che mi guardarono come se gli avessi chiesto se volevano andare al patibolo.

-Okay, come volete, me lo ricorderò quando voi avrete bisogno di un favore-

-Eccomi, sono pronto!-

Disse Bill mentre saltellava verso di me con un cappello enorme in testa e degli occhiali da sole che gli coprivano praticamente tutta la faccia

-Hai visto? Così non mi riconoscerà nessuno-

-Se… vabbè, come ti pare-.

Erano almeno un paio d’ore che eravamo intenti a girare tutta Berlino alla ricerca di uno stramaledettissimo vestito che al signorino andasse bene, manco avesse dovuto indossarlo lui, ne avevo provati già più di una decina, ero stanca, andare a fare shopping non faceva per me, così appena vidi una panchina li vicino mi ci sedetti e mi accesi una sigaretta.

-Ma cosa stai facendo? Abbiamo ancora un sacco di posti dove dobbiamo andare e non ci è rimasto molto tempo!-

Detto ciò Bill mi prese per mano, facendomi anche cadere la sigaretta, ma non ci feci molto caso dato che quel nuovo contatto mi aveva fatta arrossire, mannaggia a me e soprattutto a lui. Camminammo ancora per un buon quarto d’ora, quando l’attenzione del moro venne attirata da un vestito in una vetrina

-Okay, forse ci siamo, questo lo devi assolutamente provare Abigail-.

Effettivamente il capo che si presentava davanti a noi stranamente piaceva anche a me: era un vestito nero, abbastanza corto sopra al ginocchio, a mezze maniche con delle aperture che lasciavano le spalle nude, scollato ma non troppo e con una cintura, anch’essa rigorosamente nera, in vita; non era niente male, con un paio di calze a rete e degli anfibi sarebbe stato perfetto.

-Entriamo-

E senza neanche aspettare una risposta da parte mia mi diede una leggera spinta verso l’entrata del negozio; poco dopo mi ritrovai in un camerino con in mano il vestito scelto da Bill, così mi spogliai e lo indossai, dovevo ammettere che non era  per niente male, anche se era un po’ troppo vistoso per i miei gusti, non ero solita indossare cose del genere, dopo una veloce occhiata allo specchio uscii dal camerino e mi diressi verso il vocalist

-Allora? Ti prego dimmi che questo ti va bene perché sono stanca di girare per tutta la città-

Dissi esausta, il cantante nel frattempo mi fissava con un’autentica espressione da pesce lesso, mi ricordava molto Tom in quel momento, non per niente erano gemelli.

-Terra chiama Bill, ci sei?-

Dissi sventolando una mano davanti a quel suo visino di porcellana

-Si… scusami, ecco è che… stai benissimo-

Mi rispose il cucciolo di foca mettendosi a fissare il pavimento, era in evidente imbarazzo, ma mai quanto me!

-Grazie…-

E detto questo tornai quasi correndo nel camerino, che situazione, ma da quando ero diventata così femminuccia? Mentre mi torturavo mentalmente mi cambiai e poi uscii, trovando Bill alla cassa intento a parlare con una commessa, andai accanto a lui e appena mi vide si aprì in un enorme sorriso

-Allora è questo il vestito giusto?-

-Credo proprio che dovresti decidere tu-

-Io direi che è questo-

Disse prendendomelo delicatamente dalle mani, porgendolo alla commessa e tirando fuori il portafogli

-Aspetta… sei sicuro? Odio quando le persone vogliono pagare al posto mio-

-Ma non dire scemenze, ti ho trascinata per tutta Berlino, ricordi? Prendilo come un regalo per avermi sopportato tutto il tempo-

E così dicendo pagò e uscimmo dal negozio; mi sentivo una bambina mentre stringevo il sacchetto contenente il vestito, ero incredibilmente contenta in quel momento

-Hey Bill… ti ringrazio, è stato molto gentile da parte tua-

Dissi sorridendogli felice, non che mi interessasse particolarmente un nuovo vestito eh, però ero contenta per il pensiero

-E di cosa? E’ stato un piacere-

Mi rispose, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Quando aprii la porta di casa trovai i ragazzi esattamente come li avevo lasciati, ovvero sul divano a vegetare, con l’unica differenza che anche Emily si era unita a loro; li salutai con un gesto della mano e mi diressi in camera per sistemare il mio vestito nell’armadio, mentre Bill era rimasto in salotto con gli altri.

-E questo da dove arriva?-

Mi chiese la mia migliore amica vedendo il mio nuovo acquisto, così le raccontai del pomeriggio passato con il vocalist

-Wow, okay, Abigail, questo ragazzo ci sta palesemente provando con te!-

Si mise a urlare quella pazza scatenata cominciando a saltare sul mio letto

-Ma sei scema? Primo scendi da li, secondo non strillare, vuoi che ci sentano tutti? E terzo, non lo so… magari non ci sta provando…forse  voleva solo essere gentile-

-Se, come no, i ragazzi non si comportano mai così se non per un motivo…-

Stavo per ribattere ma Emi non me ne lasciò il tempo

-Comunque, cambiando discorso, volevo parlarti di una cosa molto…ehm, personale-

Il suo viso vivace era diventato completamente serio, così mi sedetti sul letto accanto a lei e la incitai a continuare

-Vedi… so già che non approverai la cosa, ma avrai notato che ultimamente io e Tom parliamo molto spesso no? Ecco… credo di essermi presa una bella cotta-

Disse la mia amica coprendosi subito la testa con il cuscino, forse per la vergogna o per paura che io le tirassi un pugno, non lo sapevo, fatto sta che io sul momento non dissi niente e rimasi persa nei miei pensieri: come faceva una ragazza così carina ed innocente ad andare dietro a quella trota bollita? Voglio dire, bello era bello anche se non lo avrei mai detto ad alta voce, però Tom… tutto ma non lui! Si meritava sicuramente di meglio. Avrei voluto esprimere le mie opinioni ad alta voce, ma non volevo far rattristare Emi

-Ascolta, tu sai già la mia opinione nei confronti di Tom, ma alla fine devi fare quello che ti senti, se lui ti piace non sarò di certo io a fermarti-

Le dissi sorridendole

-Da quando sei diventata così saggia Abigail?-

Mi rispose Emily abbandonando l’espressione seria di poco prima e sorridendomi a sua volta; io in tutta risposta le lanciai addosso il cuscino che poco prima aveva usato per coprirsi la testa, lei si mise a ridere e mi stritolò in uno dei suoi abbracci, ringraziandomi per non averla giudicata e per averla ascoltata.

-Okay, ora ti lascio, torno nel mio appartamento a prepararmi per la festa, a dopo!-

E così dicendo uscì dalla stanza saltellando. Appena la mia amica se ne andò io mi lasciai cadere sul letto sospirando; avevo una strano presentimento riguardo alla serata.








Eccomi! Mi scuso con chi segue la mia storia per il mio stratosferico ritardo, cercherò di pubblicare i prossimi capitoli il prima possibile :)
 
 
   
 
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