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Autore: Alixia700    13/03/2018    3 recensioni
Ed è allora che lo senti.
Un tepore lieve, che si irradia dalla punta delle dita, passando per le falangi, diffondendosi lungo i tendini, la pelle, i muscoli, le ossa, dissipando il formicolio, facendoti percepire nuovamente qualcosa.
È un tocco gentile quello che si posa sulla tua mano, lungo il tuo braccio.
Realizzi come questo possa essere al tempo stesso carezza e presa salda, quando quelle dita si intrecciano con le tue, dandoti forza, infondendoti coraggio.
[CyborgAU] [Collegata a Love is a Broken Gear]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Phantom Touch

 

 


Touch, I remember touch

Pictures came with touch

A painter in my mind

Tell me what you see

A tourist in a dream

A visitor it seems

A half-forgotten song

Where do I belong?

 

 

Un lento gocciolio.

Il ronzare sommesso di qualche apparecchio elettronico.

L'odore di disinfettante e sangue.

Senti le palpebre pesanti, le membra intorpidite, come se non ti appartenessero. Provi ad aprire gli occhi, a dischiudere le labbra secche, ma il corpo non risponde ai tuoi comandi.

Un'asserragliante sensazione di panico ti invade nel provare per la prima volta la paralisi nel sonno: un urlo muto ti monta in gola, intrappolato tra le fauci, impossibilitato ad essere esalato; senti il cuore pulsare sotto pelle, sempre più rapido, come se stesse per schizzare fuori dal petto.

Sei intrappolato nella tua stessa carne, fantoccio privo di volontà, impotente.

Stai perdendo lucidità, mentre il terrore ti assale, selvaggio, inarrestabile.

Ed è allora che lo senti.

Un tepore lieve, che si irradia dalla punta delle dita, passando per le falangi, diffondendosi lungo i tendini, la pelle, i muscoli, le ossa, dissipando il formicolio, facendoti percepire nuovamente qualcosa.

È un tocco gentile quello che si posa sulla tua mano, lungo il tuo braccio.

Realizzi come questo possa essere al tempo stesso carezza e presa salda, quando quelle dita si intrecciano con le tue, dandoti forza, infondendoti coraggio.

Una sensazione familiare e sconosciuta al tempo stesso, ma che ti rimane impressa nella carne, permettendoti di far scoppiare quella bolla di immobilità.

 

Apri gli occhi.

Hai la vista offuscata, ti gira la testa.

Riprendi lentamente consapevolezza della posizione del tuo corpo nello spazio, dell'ambiente in cui ti trovi.

Sei circondato da monitor che emettono bip cadenzati, illuminando la stanza di una sfumatura azzurrognola; diversi tubicini e cavi entrano ed escono dal tuo corpo come tanti tentacoli, facendoti assomigliare ad un qualche umanoide di un film di fantascienza di bassa lega.

Improvvisamente ti ricordi dell'accesso in ospedale, del dolore straziante, del rimorso e della paura.

La paura primordiale della mutilazione, della perdita di una parte di se stessi.

Deglutendo finalmente posi lo sguardo sulla tua mano, ancora abbandonata in quella sconosciuta.

E quella vista ti sciocca, facendoti ripiombare nell'angoscia.

La manica del camice penzola inerme oltre il bordo del letto, vuota.

Il tuo braccio sinistro, quello che stai sentendo distintamente anche in questo istante, pare essersi volatilizzato.

Fissi confuso quel che resta del tuo arto, quel misero moncone fasciato in bende macchiate di iodiopovidone e sangue; quell'appendice che non esiste più, asportata, ma che riesci a sentire, a muovere, che fastidiosamente prude.

 

Un tocco, ti ricordi un tocco.

Una sensazione così vivida da offuscare la cruda realtà, una sensazione così intensa da farti dubitare della verità.

Può un intreccio di dita lasciare una scia incandescente lungo le terminazioni nervose tale da imprimersi indelebile nella memoria sensoria?

Può una carezza fantasma lasciare un'impronta nel cuore?

Un tocco. Ti sei ricordato immagini con un tocco.

Come se un pittore stesse pennellando la tua memoria, tratteggiando i contorni di un volto, di un sorriso, di una stretta.

Come l'apparizione di un turista in un sogno, come un visitatore alla tua porta.

Due occhi intensi, di un blu calamitante, velati di terrore, screziati di determinazione.

E quella mano grande, piena di calli e promesse, deformata dal caos di frammenti di metallo ed osso, stretta sulla tua, pallida, fredda, morta, ma ancora in grado di percepire il calore di un altro essere umano.

Di provare conforto.

 

Tell me what you see

I need something more

Kiss, suddenly alive

Happiness arrive

Hunger like a storm

How do I begin?

A room within a room

A door behind a door

Touch, where do you lead?

I need something more

Tell me what you see

I need something more

 


Ti sforzi di ricordare.

Hai bisogno che qualche particolare in più riaffiori alla tua memoria, per non andare alla deriva tra delirio febbrile e realtà.

Riporti alla mente il lento avanzare della malattia, il suo compromettere la carne settimana dopo settimana, l'intorpidimento del braccio sempre più vivido.

E ti maledici per la tua reticenza a farti curare, per la tua stupidità nel sottostimare i sintomi, per il tuo spavaldo crederti invincibile.

Ricordi quel giorno?

Quello in cui condannando il tuo orgoglio ti sei trascinato fino alla clinica, debole riflesso di te stesso, accasciandoti nella sala d'attesa, privo di forze.

Quello in cui, realizzando l'amara verità, ti sei sciolto in lacrime in pubblico per la prima volta.

Quello in cui quel ragazzo mai visto prima ti ha afferrato la mano, non lasciandola più andare, aggrappandosi alla tua con la stessa disperazione con cui tu ti sei ancorato alla sua.

Quel giorno che ha lasciato un segno indelebile nella tua vita, privandoti di un arto ma regalandoti un abbraccio fantasma.

 

E improvvisamente sorridi, cullato tra le dolci carezze di quelle dita inconsistenti.

Ti senti affamato, come se non fossi felice da troppo tempo.

Vuoi trovare quel ragazzo biondo, ma da dove cominciare?

 

Con estremo sforzo ti stacchi dai macchinari e monitor, recidendo i collegamenti, sfilando i tubi.

Sei debole, estremamente debole, ma non ti importa.

Senti il sangue pulsare lento e macchiare le bende, il camice, colare a terra in rigagnoli vermigli.

Le gambe ti tremano, hai paura che non riusciranno a reggerti, ti viene da vomitare, ma non demordi.

Hai bisogno di trovarlo, non riesci a pensare ad altro, hai bisogno di qualcosa in più.

La fronte imperlata di sudore, ti trascini per i corridoi asettici, porta dopo porta, stanza dopo stanza.

Quel tocco dove ti condurrà?

Senti la presenza dell'altro vicino a te, la sua mano trascinarti avanti, ancora ancora, la presa salda a sostenerti, a incitarti a non arrenderti.

 

E poi lo vedi.

È difronte a te, che si trascina con passo incerto lungo il corridoio, sorreggendosi al muro, gli occhi incavati in occhiaie affaticate, la ferita riaperta dallo sforzo a sanguinare copiosa, il bendaggio del moncherino allentato.

Ti sorride divertito, la smorfia ironica intaccata da un dolore speculare al tuo, che ha preso a divorare i vostri corpi non ancora liberi dagli effetti collaterali dei farmaci e dell'anestesia.

Continuate ad avvicinarvi, il silenzio spezzato solo dai vostri fiati affannosi, gli occhi a bruciare in quelli dell'altro.

Siete ormai a pochi centimetri: basterebbe allungare il braccio che non avete più per toccarvi, per eliminare quella distanza insostenibile... Ma in realtà lo state già facendo, le dita fantasma strettamente intrecciate.

Vi accasciate a terra, sfiniti, la schiena contro il muro, le cosce a sfiorarsi.

Ed è ancora in quella posizione che vi trova addormentati il personale dell'ospedale dopo qualche ora, la guancia di Naruto appoggiata sulla tua spalla sinistra, macchiata qua è là del disinfettante trasudato dal bendaggio, il tuo naso immerso nei suoi capelli chiari, il tocco invisibile dei due arti fantasma a scaldarvi il cuore.

 

Perché infondo hai sempre avuto bisogno di quel qualcosa in più.

 

 

Hold on

If love is the answer you hold

Touch, sweet touch

You’ve given me too much to feel

Sweet touch

You’ve almost convinced me I’m real

I need something more


 


Note dell'Autrice

La Sindrome dell'arto fantasma è quella sensazione anomala di presenza di un arto a seguito della sua amputazione: il soggetto percepisce sensazioni tattili provenienti dall’arto amputato, ne avverte la posizione e riferisce di poterlo muovere, può inoltre accusare in loco un dolore continuo e debilitante. Più dell’80% delle persone che hanno subito un’amputazione riferisce la sensazione di arto fantasma. 
Ho scritto questa breve OS più di un anno fa, durante la stesura della mia tesi di laurea, incentrata sull'utilizzo di una terapia sperimentale per la risoluzione della sintomatologia data da questa patologia; era lì che ammuffiva nel computer da troppo tempo per non essere condivisa <3 
Questa storia fa parte dell'universo di ''Love is a Broken Gear'', e ci mostra il primo incontro tra Sasuke e Naruto, nel tragico momento in cui entrambi hanno perso un braccio; mi piace molto questo mondo Cyber!AU e visto che c'é ancora tanto da approfondire in futuro vorrei scriverne ancora.
La canzone che ha ispirato la stesura è Touch dei Daft Punk, che oltre ad avere un testo perfetto riporta alla mente anche l'ambientazione futuristica; potete ascoltare qui 
https://www.youtube.com/watch?v=XfH3erWacsQ



 

   
 
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