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Autore: FairySweet    14/03/2018    1 recensioni
Domande, domande senza risposta, domande che massacravano il cuore costringendo il corpo a lunghe maratone infernali.
Aveva già lottato con quel male e ne era uscita vincitrice, cambiata nell'anima ma comunque viva ed ora, tra le sue braccia, pensava e ripensava a quelle fottute cinque righe ...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                        Giuramento





“Sei impegnata?” “No, entra” le sfiorò il volto sorridendo, sentiva sotto le dita la pelle umida per la doccia, il respiro delicato, quello sguardo colmo di domande che non era mai uscito dalla sua mente “Mi mancavi” “Mi hai lasciata qualche ora fa” “E che vuol dire?” ribatté divertito lasciando la giacca sul divano “Hai riposato?” “Mi sento meglio” sussurrò Dana prendendo dall'armadietto due tazze “Vuoi del caffè? L'ho appena fatto” annuì appena sedendo sulla sedia a pochi passi da lei.
L'aveva lasciata quattro ore prima elegantemente vestita, stanca per il viaggio ma avvolta da quel completo scuro che la rendeva una perla e ora, la ritrovava se possibile ancora più bella di prima.
La camicia di seta era sparita, al suo posto una maglietta di un bel rosa antico, semplice come lo era lei, niente tacchi ma piedi nudi e pantaloni neri aderenti, troppo per non distrarlo.
Non si era accorto di quanto fossero cresciuti i suoi capelli, averla vicino così tante ore al giorno gli impediva di notare quei piccoli particolari che aveva sempre cercato in qualsiasi altra donna eppure in lei, vedeva solo due occhi grandi e luminosi, azzurri come il cielo che ci mettevano qualche secondo appena a tramutarsi in tempesta.
Uno sguardo puro come l'acqua, incapace di mascherare emozioni e parole, incapace di nascondersi ma in quel piccolo attimo di pace che gli offriva il suo appartamento, aveva il tempo di notare i più piccoli particolari di quel corpo meraviglioso.
Dana era un quadro dipinto dalla natura, animato da quel Dio che lui rifiutava ed esposto ai suoi occhi soltanto.
Quei capelli di fiamma viva, bagnati per la doccia, intrecciati dolcemente sul collo, le efelidi quasi invisibili e perennemente mascherate dal trucco, piccoli difetti che lei odiava da morire e che lui amava alla follia “Hai finito di studiarmi?” “Cosa?” balbettò confuso tornando alla realtà “Lo fai continuamente Mulder” “Sei la mia stella preziosa, ho il diritto di spiarti” prese il caffè dalle mani della giovane “Non si spiano le stelle ...” mormorò divertita sedendo di fronte a lui “ … si osservano, si ammirano, si cercano” “Sei poetica dottoressa” “Lo sono?” ribatté divertita posando le gambe sulle sue, un gesto innocente, un gesto naturale.
Le sorrise stringendo la mano libera attorno caviglia di Dana “Non mi stai raccontando una sciocchezza vero? Quel sorriso è reale?” “Il mal di testa è passato, ho mangiato, ho dormito, non ho ancora fatto sesso ma credo che a quello si potrà rimediare” gli fece l'occhiolino sorseggiando il caffè.
Eppure, nonostante i sorrisi, nonostante la forza della sua voce, c'era qualcosa in lei di diverso, qualcosa che non riusciva a spiegarsi “Sei stato in ufficio?” un debolissimo sì lasciò le labbra dell'uomo “E?” “E Skinner mi ha mandato di nuovo a casa” “Sapevi che sarebbe accaduto, perché ci sei ...” “Avevo bisogno di capire” “Che cosa?” “Come si può fare del male ad un bambino? Come si può violare un corpicino così piccolo e indifeso?” “Io credo che questo tipo di cattiveria sia un cancro” lo vide tremare appena, gli occhi inchiodati ai suoi “Una malattia Mulder, qualcosa di simile all'orrore, qualcosa che non dovrebbe mai esistere” “Conosco bene quell'orrore” “Lo so” sussurrò abbassando qualche secondo lo sguardo “Ma il mio cancro non era uguale a questo” “Il tuo cancro mi ha trascinato via con sé lo sai. Cos'avrei fatto se ti avessi perso?” “Avresti lottato Mulder” “No” viveva un sorriso sulle labbra dell'uomo, un sorriso falso, una bugia abilmente architettata per nascondere il nervosismo ma quel continuo cambio di emozioni, quel distorto senso della realtà si rovesciava su di lei come acqua ghiacciata.
“Non posso perderti” “Non mi hai perso” “No?” tornò a concentrarsi su mare in tempesta dei suoi occhi cercando di assomigliare alla stessa donna di sempre, cercando di regalargli qualcosa di simile alla solita routine “Parlo, respiro, smonto le tue teorie folli, non mi hai perso” “Non hai ...” “Quegli uomini sono nati malati Mulder, hanno ucciso e violentato quei bambini perché volevano farlo” “Lo so” “E allora perché continui a farti domande? Perché cerchi stravaganti modi per spiegare l'accaduto?” “Perché lo devo a quei bambini” Dana sospirò inclinando dolcemente la testa di lato “Come puoi sopravvivere alla morte di tuo figlio? Come puoi superare un dolore tanto grande?” “Non puoi” “E allora come ...” gli sorrise costringendolo a respirare di nuovo “Li abbiamo presi amore mio. Abbiamo fermato quei folli restituendo ai genitori di quei bambini la possibilità di seppellire i loro corpicini. Non hai sbagliato niente ...” lasciò scivolare dolcemente le gambe di lato chinandosi appena verso di lui, sollevò il volto di Mulder percorrendo con lo sguardo i lineamenti forti della mascella, la linea dolce delle labbra “ … non potevi salvarli tutti, non hai sbagliato niente” “Dillo di nuovo” “Cosa?” “Amore mio, dillo di nuovo” un bacio delicato, leggero, un battito di ciglia e nulla di più “Amore mio” lo vide chiudere gli occhi, inspirare poi le sue mani strette attorno alla vita mentre la sollevava dalla sedia come una bambola di cristallo.
Strinse le gambe attorno ai suoi fianchi intrecciando le dita ai capelli scuri dell'uomo “Non lasciarmi mai” “Non ho alcuna intenzione di farlo Mulder” “Giuramelo” “Davvero?” domandò divertita “Giurami che resterai al mio fianco, che non permetterai al mondo là fuori di farti del male, che parlerai con me” “Sempre?” “Sempre, qualsiasi cosa accada” “Qualsiasi cosa accada” la strinse più forte a sé perdendosi nel suo sapore, nella dolcezza di quelle carezze che non gli bastavano mai.



Tre giorni passati a rincorrere qualcosa di simile ad un fantasma, uno spirito secondo Mulder, un apparizione incorporea che lei aveva classificato come perdita di tempo.
Quelle morti strane erano frutto di qualcosa che non riusciva a spiegare, prima o poi ci sarebbe arrivata certo ma non era la prima volta che la sua preziosa scienza l'aveva tradita e scrivere rapporti fantasiosi su strambe morti causate da spiriti, non era raccomandabile, non adesso per lo meno.
Fece un bel respiro massaggiandosi il collo, sentiva ogni dannato muscolo tendersi come una corda di violino.
Era riuscita a controllare la nausea e il mal di testa ma pregava Dio con ogni forza affinché impedisse al sangue di mostrarsi nuovamente.
Non era pronta ad affrontarlo, non era pronta a Mulder, non era pronta alla sua rabbia “Dana?” “Mamma” sussurrò confusa voltandosi verso la porta “Scusami amore mio, ti ho cercato in ufficio ma Fox mi ha detto che stavi terminando un'esame” asciugò velocemente il volto sorridendo ma Margaret scosse dolcemente la testa sedendo al suo fianco “Sono due ore che ti sto aspettando di sotto” “Scusami mamma, è solo … stavo solo ...” “Nascondendo le lacrime?” ribatté l'altra sfiorandole il volto “Dana, amore mio guardami ...” le sollevò il volto regalandole un sorriso decisamente tirato ma come poteva chiedere a sua madre gioia? Era l'unica persona a condividere il suo segreto, l'unica a non giudicarla “ … questa cosa sta uccidendo entrambe. Lo so che sei stanca, che nascondere il tuo male ti sta distruggendo più velocemente della malattia ma non puoi andare avanti così” “Non posso dirglielo” “Perché no?” un singhiozzo ruppe il respiro mentre centinaia di immagini presero a vorticare davanti agli occhi “Non capirebbe mamma” “E nasconderlo come potrà aiutarlo?” “Passerebbe ogni secondo del suo tempo a cercare un modo per tenermi qui, per guarirmi” “E questo è tanto sbagliato?” ribatté l'altra stupita “Ucciderà sé stesso” Margaret si portò una mano alle labbra sospirando “Non si fermerà, non dormirà, dimenticherà perfino di mangiare! Non voglio vederlo correre dietro al buio né scendere a patti con chi non ha più nulla da perdere” “Non puoi nemmeno impedirgli di ...” “Lo conosco mamma” l'altra annuì appena ignorando le proprie lacrime e con dolcezza, abbracciò la figlia stringendola così forte da toglierle il respiro “Dio solo sa come vorrei prendere per me tutto il tuo male. Sei la mia bambina e il dolore che provo in questo momento è così … così grande” chiuse gli occhi perdendosi nel calore di sua madre, in quell'abbraccio così dolce e rassicurante che fin da bambina l'aveva protetta “Ti vedo amore mio, sei distrutta. Capisco cosa ti spinge a proteggerlo ma non puoi farlo, è un uomo adulto Dana ...” la staccò dolcemente da sé scostandole dal volto le ciocche di capelli “ … è un uomo che ti ama da morire e se ora tu gli nascondi una cosa tanto grande non te lo perdonerà mai, non se lo perdonerà mai” ma lo sguardo innocente e spaurito sul volto di Dana la costrinse a sussurrare “D'accordo, faremo come vuoi tu” “Mamma ...” “Abbiamo l'appuntamento con il medico, te lo ricordi?” “Si, devo solo cambiarmi e sono pronta” “Andrà bene bambina mia, qualsiasi cosa tu decida andrà bene. Resterò al tuo fianco qualsiasi scelta tu voglia fare e se sarai troppo stanca, ti porterò via per un po' da qui” un sorriso profumato di pianto sfiorò le labbra della figlia “Nel posto preferito di papà, che ne dici?” “Il posto preferito di papà” e per qualche attimo, il volto sorridente e orgoglioso del padre tornò davanti ai suoi occhi costringendola a respirare di nuovo.


 
  
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