(Qualche mese prima a Las Vegas)
US e Xavin, partner sul lavoro e
nella vita, avevano appena
risolto l’ennesimo caso per le strade della città.
Finito il lavoro, era il momento di
tornare a casa.
L’agenzia oramai era stata
completamente restaurata e US fu
molto felice di poter riutilizzare il garage dello Star Rig.
“Mai più,
capito, mai più un caso del genere.”
“Che dici? Siamo riusciti a
smantellare quell’organizzazione
criminale in un lampo.”
“Se sapevi già
tutto perché mi hai fatto vestire da
danzatrice del ventre?”
“Perché volevo
aiutarti a realizzare una tua vecchia
fantasia.”
“Io non ho mai avuto
fantasie del genere.”
“Esatto.”
Mentre continuavano a discutere, Al
il bidello li interruppe
per dargli una notizia:
“Signor US, abbiamo
ospiti.”
“Ospiti? Di che
tipo?”
“È molto
importante.”
“Quanto potrà
essere…”
US entrò nel salotto
è vide una figura leggendaria seduta
sul divano.
“Importante.”
La sua uniforme blu, il suo scudo
triangolare e la gigantesca
A sulla fronte.
“Salve, è lei il
proprietario di questo posto?”
“Si.” Disse US
con gli occhi spalancati.
“Molto bene, piacere di
conoscerla, io sono Steve Rogers,
Captain America.”
US era sorpreso, cosa poteva mai
volere una persona come
Captain America da lui.
“Rogers…è…davvero…un
privilegio accoglierla, un onore
conoscervi signor Rogers, signore, Capitano.” US era
visivamente emozionato.
“Anche per me Ulysses,
anzi, ero ansioso di incontrare il
protettore ufficiale di Las Vegas” disse sorridendo.
“Mi chiami pure US e poi mi
sono dato da solo questo titolo,
non si disturbi.”
“Ma è
vero.”
“Mi onora
così.”
“Perciò, che
cosa posso fare per lei?”
“Sono qui perché
devo farle un paio di domande.”
“Sono cose molto importanti
e vorrei la massima privacy.”
“Ok, Xavin e io
possiamo…”
“No, io voglio parlare solo
con lei.”
“Oh…ma certo,
andiamo pure nel mio ufficio, chiudiamo la
porta.”
“Bene.”
I due si diressero
nell’ufficio, mentre Xavin e Al rimasero
fuori.
“C’è
qualcosa che non mi convince.”
“Dice signorina?”
“Non lo so, mi ha guardato
in un modo strano.”
“In che senso
scusi?”
“Nel senso che mi guardava
male, ma non capisco il perché.”
“Sarà stata solo
una sua impressione signorina.”
“Già,
forse.”
Intanto dentro l’ufficio,
US e Cap discutevano.
“Cominciamo dal principio
signor Archer, di cosa si occupa
di preciso la sua agenzia?”
“L’agenzia
Odyssey è una agenzia investigativa che io stesso
ho creato.”
“Il team generalmente
è composto da due membri e in casi
speciali da tre.”
“Ci occupiamo
principalmente di investigazione privata e di
sicurezza personale, sia nella comunità umana che in quella
superumana.”
“Notevole.”
“So che lei è
molto ricco signor Archer.”
“Un pochino.”
“Ed è anche
molto intelligente.”
“Per quello che so, la sua
agenzia conta ben sei piani, con
strutture all’avanguardia costruite da lei stesso.”
“Si è
informato.”
“Già, ma adesso
arriva la mia domanda: dove è che ha preso
la maggior parte dei soldi che l’hanno aiutato a costruire
questo posto?”
“Ho giocato una buona somma
di denaro in borsa.”
“Sul serio?”
“Che intende
dire?”
Cap tirò fuori un
fascicolo dello S.H.I.E.L.D. e quella
scena gli fece tornare in mente il giorno in cui incontro Maria Hill.
Cap lo appoggiò sul tavolo
e lo aprì.
“Da come può
vedere da tutte queste carte, lo S.H.I.E.L.D.
ha continuato a tenerla d’occhio anche dopo la sua partenza,
signor Archer.”
“Ho personalmente fatto
ricerche approfondite e so anche dei
suoi passati con la ex direttrice Hill.”
“E devo riconoscere che ha
talento, ingannare tutti e
distruggere la politica di un intero paese solo per completare una
vendetta.”
US rimase in silenzio.
“Tranquillo Archer, non
sono qua per arrestarla o per fare
l’esattore delle tasse.”
“Meno male.”
Rispose US
“Però devo fare
dei controlli, lo S.H.I.E.L.D. sta perdendo
colpi e devo assicurarmi di un paio di cose.”
“Tipo…quale
è il suo rapporto con l’aliena.”
“Xavin?”
“È la mia
collega.”
“Solo?”
“Da quello che dicono i
fascicoli, lei è anche il suo tutore
legale sulla terra, è per questo che non si trova in una
delle prigioni della
Alpha Flight.”
“Xavin non è
cattiva, è una normalissima ragazza, provvista
di poteri, che vuole fare del bene.”
“Si, capisco che dice
queste cose perché ha un rapporto
molto intimo con lei.”
“E questo cosa
c’entra?”
“C’entra
eccome.”
“Le ho già detto
lo S.H.I.E.L.D. sta perdendo colpi, la
sicurezza sulla costa est è garantita, ma quella ad ovest
rimane comunque
sprovvista.”
“E secondo le mie idee, con
la giusta autorizzazione e mezzi
lei potrebbe facilmente diventare il Captain America di Las
Vegas.”
“Arrivi al
dunque.”
“Voglio che la sua agenzia
diventi una filiale dello S.H.I.E.L.D.”
“Cosa?”
“Ha sentito bene, voglio
che vi alleiate con noi.”
“In modo da garantire
maggior sicurezza nell’area Ovest degli
Stati Uniti.”
“Se accetta sarò
ben felice di concederle il titolo di
direttore della costa Ovest, che ne dice?”
US poggiò il viso sulle
mani incrociate, rimase immobile per
un minuto buono e alla fine rispose:
“E se io le
dicessi…di no?”
“La
convinceremmo.”
“E come?”
“Svelerò i suoi
lavori passati con la direttrice Hill”
“Come scusi?”
“Mi ha sentito
bene.”
“E una volta fatto quello,
manderò la signorina Xavin in una
prigione speciale e lei signor Archer verrà braccato come un
criminale.”
“Non può
farlo!”
“Certo che posso, sono
Captain America.”
“E cosa vorresti fare se
accetto, annettermi?”
“Pensavo che Captain
America simboleggiasse l’unità, non
l’imperialismo forzato tra società.”
“Con tutti i nemici che
stanno venendo fuori non ho tempo di
occuparmi di questo.”
“Perciò ti
d’ho un ultimatum Archer, o sei con me o contro
di me.”
US si alzò dalla sedia e
prese lentamente la Route 1, poi si
rivolse a Cap con uno sguardo minaccioso.
“Mi dica Capitano, quando
è che l’incarnazione del sogno ha
barattato la ragione per la pazzia?”
“Bada a come parli Archer,
non sono tuo nonno!”
“No, nemmeno mio nonno
è così stupido!”
“Le persone che mi possono
dare dello stupido si contano
sulle dita di una mano.”
“E nessuna di loro
è presente in questa stanza.”
“Forse è il caso
di aggiornare quella lista.”
Il loro sguardo incrociato generava
vere e proprie
scintille, entrambi erano pronti a combattere.
“Vuoi davvero farlo
Archer?”
“Spada contro
scudo…per me non ci sono problemi.”
Proprio mentre stavano per
scontrarsi, Xavin si intromise.
“US, abbiamo un nuovo caso,
stavolta la paga è dopp…”
“Ho…ho
interrotto qualcosa?”
“No, tranquilla, anzi avevo
appena finito di parlare con il
tuo capo.”
Cap si avviò verso la
porta.
“Non voglio farvi perdere
altro tempo signor Archer.”
“Molto bene.”
“Allora ci risentiamo,
buona giornata.”
“Si, buona
giornata.” Rispose Archer.
Cap uscì
dall’ufficio e sotto voce aggiunse: “Non torni
più.”
Quella sera, mentre era a letto, US
non riusciva a prendere
sonno.
“Merda…in che
guaio mi sono cacciato?” continuava a
ripetersi.
Xavin però sentiva che
c’era qualcosa che non andava e lo
abbracciò.
“Ehi.” Disse US
“Ehi.” Rispose
Xavin.
“Ancora sveglia?”
“Potrei farti la stessa
domanda.”
“US, ti sento molto
ansioso, cosa è successo?”
“Nulla è
solo…non importa.”
“Hai discusso con Captain
America?”
“Sarebbe un nuovo record
per te.” Disse sorridendo.
“Non ho discusso
è solo che…ho un brutto presentimento.”
US si girò verso Xavin e
la guardò dritto negli occhi.
“Xavin.”
“Si?”
“Da quando ho scelto di
diventare il difensore di Las Vegas,
ho anche scelto di non abbandonare mai questa città al suo
destino, qualunque
cosa sarebbe successo.”
“Te però non hai
questo peso, non sei obbligata a rimanere.”
“Ma che stupidaggini vai a
dire?”
“Io voglio rimanere con
te.”
“Lo capisco, lo dici
così perché fino ad ora siamo riusciti
a superare tutto, ma ti prego, ti prego, cerca di ragionare.”
“Un giorno potremmo
affrontare qualcosa di molto più
pericoloso, qualcosa che non riusciremmo a gestire.”
“Se rimarremmo, moriremo e
se scapperemo, Las Vegas cadrà.”
“No, noi non lo
permetteremo.”
US sorrise e disse:
“Xavin…se mai dovesse succedere, voglio
che tu però faccia una cosa per me.”
“Cosa?”
“Dovrai andare ad Amarillo,
in Texas.”
“Dovrai cercare una persona
molto importante al Texas Steak,
il suo nome è Taryn O’Connell.”
“La tua ex?”
“Ma perché
dovrei…”
“Xavin…promettimelo,
ti prego.”
Xavin vedeva una grande paura negli
occhi azzurri di US,
sapeva che l’unica cosa da fare era accontentarlo, sentiva di
dover togliere un
po’ di paura dal suo cuore.
“Io…lo
farò, te lo giuro US.”
US le sorrise e le
appoggiò delicatamente la mano sulla
guancia.
“D’rhk
Xavin.” (Ti amo Xavin.)
“D’ rhk
US.” (Ti amo US.)
E la baciò.
I due rimasero abbracciati per tutta
la notte.
La mattina successiva, Xavin
uscì prima per andare a sentire
del nuovo caso, mentre US rimase in ufficio per sistemare una cosa
insieme ad
Al.
“Al.”
“Si signore?”
“Prepara i soldi, facciamo
una bella spesa.”
“Di che tipo
signore?”
“Imprenditoriale,
l’agenzia si allargherà di un paio di
piani.”
“Vuole comprare altri
piani?”
“E quanti di
preciso?”
“Tutti quanti.”
(L’inizio di Secret Empire)
US, Al e Xavin erano in salotto a
vedere la televisione e i
peggiori incubi del camionista si realizzarono, Captain America si era
rivelato
essere L’Hydra Supremo.
Passarono un paio di giorni prima che
una squadra militare
dell’Hydra si posizionasse sotto casa.
“Il tempo è
giunto.” Disse US
“Xavin sai cosa
fare.”
“US,
sei…veramente sicuro di quello che dici?”
“Me lo hai promesso Xavin,
ricordati.”
“Lo so, ma
io…”
“Vai Xavin, fai come ti ho
detto.”
Xavin corse verso il garage per
prendere il volo, prima di
partire disse:
“Tornerò il
prima possibile.”
US gli sorrise, dopodiché
Xavin prese fuoco e volò via dalla
città.
Ora rimanevano solamente US e Al.
“Al, la tua famiglia
è già andata via?”
“Sono partiti una settimana
fa, in questo momento sono in
Messico.”
“Bene, il piano te lo
ricordi?”
“Perfettamente.”
“Bene.”
US indossò una nuova tuta
da combattimento, prese il suo
cappotto rosso, la sua spada e si diresse verso l’uscita.
“Ehi Al.”
“Si.”
“Se non ci dovessimo mai
più rivedere…ti ringrazio, sono
onorato di aver avuto un amico come te.”
Il vecchio gli sorrise.
“Io invece ringrazio te US,
di tutto e per sempre.”
US gli sorrise e poco prima di uscire
disse: “Mi raccomando,
tieni pulita la casa mentre sono via, ok?”
“Si signore.”
Rispose il bidello.
US scese giù fino al piano
terra, mentre i soldati
dell’Hydra lo attendevano per un agguato.
Il camionista si liberò
facilmente delle due guardie e le
spedì contro la vetrata della porta.
Gli altri soldati rimasero sorpresi,
mentre US uscì con
nonchalance, rivolgendosi ai soldati con un tono pacato.
“Salve ragazzi.”
US sguainò la spada verso
il cielo e si avvicinò lentamente,
Il loro capo diede l’ordine di attaccare al pilota del carro
armato.
“Vuole procedere
signore?”
“Si.”
“Malgrado dovessimo solo
catturarlo?”
“Ha già firmato
la sua condanna a morte qualche mese fa.”
La torretta del carro armato si
preparò a sparare, ma US fu
molto più veloce e scattò verso il nemico.
Aprirono il fuoco su di lui, ma fu
tutto inutile, i
proiettili non lo sfiorarono.
US affettò sia la torretta
che il pilota e la stessa sorte
capitò alla maggior parte dell’unità.
“Rinforzi, ci servono
rinforzi!” gridò uno dei soldati prima
di essere ucciso da US.
Ma il camionista era ben deciso a
eliminare chiunque avesse
cercato di mettersi sulla sua strada e usando la radio del soldato,
mandò un
messaggio a tutta l’organizzazione:
“Rogers,
sono US.”
“Ti chiamo solo per dirti
che sei solo uno stupido,
spregevole e indegno traditore.”
“Davvero pensavi di
fermarmi con questo ciarpame?”
“Con chi cazzo pensi di
avere a che fare?!”
“Io sono US, il
fottutissimo guardiano di Las Vegas.”
“Manda pure tutto quello
che vuoi, lo affetterò comunque!”
“E per la prossima volta,
mi raccomando, se vuoi uccidermi,
mandane mille, non venti!”
“Hai capito?!”
“Stronzo!”
Tutti nella sala comunicazioni
rimasero immobili, tranne Captain
America che disse:
“Peccato, a
ripensarci…poteva essermi utile, peccato abbia
scelto lo schieramento sbagliato.”
E poco prima di uscire dalla sala,
diede un ultimo ordine:
“Uccidetelo.”
Le guardie non si fecero attendere e
arrivarono sul posto,
pronte a eliminare US.
Il camionista si tolse il cappotto e
mostrò la sua nuova
tuta, nera e adamantina, più forte, più
resistente e più avanzata, la US 4.
E imbracciando la spada si rivolse ai
soldati dell’Hydra: “Bene,
balliamo!”