INADEGUATO
Sono stufo di sentirmi inadeguato;
sono stanco, perché quando mi guardo
allo specchio
e mi vedo riflesso,
non scorgo decisione nel profondo dei
miei occhi.
Sono stufo di sentirmi indesiderato;
in ogni gruppo, sembro un peso,
ciò che in fondo voglio
è non essere cibo per le bocche degli
sciocchi.
Ho provato a cercare
qualcosa che non sia più la mia unica
identità;
ho scoperto persone di tante età,
ma non erano le mie anime gemelle,
erano solo anime sorelle
anche loro in cerca di un posto nel
mondo.
E pensare che vedo gente che parla da
sola,
gente che si consola
gettandosi negli angoli più bui
dell’umana conoscenza,
al di là di ogni ragionevole
coscienza.
Di giovani al giorno d’oggi ce ne
sono pochissimi,
ma spesso non sono solo rarissimi;
purtroppo sanno rivelarsi pettegoli,
si mascherano dietro complimenti
lusinghevoli
ed invece ti vorrebbero vedere
rovinato;
distrutto,
ferito contro la selva di spine che
vogliono ergere
attorno a te, per farti sorgere
problemi di ogni genere.
Perché in fondo una mano allungata
al prossimo è anche una mano
mutilata;
essa non avrà più un particolare solo
tuo
ben stretto tra le dita.
Meglio tenersi le cose per sé,
che tanto tra me e te
non potrà mai esserci nulla di serio;
e allora ti guardo, ah, ti mangio
con i miei sguardi profondi che sanno
d’arsura,
non di bravura,
poiché la vita a volte ha il sapore
di una manciata di sale
che sulla lingua ti dà disgusto, e ti
fa stare male.
Tu preferisci stare con il tuo cane,
parlare con lui, pur di finire in
ospedale
giacché sei così superficiale
che non badi neppure a quello che ti
circonda.
Ti va di sederti assieme a me alla
tavola rotonda?
Se in fondo avessi voluto essere un
eroe,
e non mi fossi fermato ad essere un
errore,
avrei fatto il soldato,
la tua vita preservato,
sarei diventato militare
e avrei salvaguardato
armato
ogni misero ideale.
Sono stufo di arrossire;
a volte sento il mio volto avvampare,
ed ho paura di far vergognare
anche chi mi sta attorno,
bramoso di giudicare
e di ferire.
A volte sono stufo di tutto,
mi sento così sbagliato,
immerso in un limbo ingiusto…!
Che sia un supplizio?
È che se anche il mio corpo è da
giovane,
il mio animo è da ospizio,
e di questo non me ne so far una
ragione.
La verità è che non posso capire
finché di me stesso non mi posso
fidare;
sono capace solo di scivolare,
anche sulle bucce di banana
seminate in una qualsiasi promessa
che poi si rivela vana.
Basterebbe che tu solamente mi
ascoltassi,
ma siamo muri;
oltre di essi
non si può andare,
e alle loro basi
puoi solo vacillare.
NOTA DELL’AUTORE
Piccola poesia… che non so neanche io come definire. Un
piccolo momento di sfogo/riflessione, diciamo così. Grazie, come sempre ^^