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Autore: Primb    30/06/2009    5 recensioni
"Correvo. Semplicemente, correvo, il bianco vestito da sposa pieno di macchie e strappi, lo strascico ormai ridotto a brandelli. I rami e gli arbusti della macchia mediterranea mi graffiavano il viso e le porzioni di pelle lasciate scoperte dalla veste nuziale. Mentre inciampavo nell'ennesima radice, sentii uno schiocco e un improvviso bruciore alla guancia. Me la sfiorai con le dita ricoperte dai guanti candidi e questi si tinsero di rosso. Sangue."
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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‡ Beautiful novel 

 

 

 

 

 

I giorni dell’addestramento furono tremendi, ne serbo ancora un ricordo dolorosissimo.

Per una settimana, le mie giornate furono scandite da un massacrante valzer di pesi, corse, lacrime e meditazione.

I miei “maestri” cambiavano di volta in volta, dato che nessuno sembrava capace di sopportare troppo a lungo una frana come me. In linea di massima erano Milo, Aiolia e Aldebaran a seguirmi in quello che doveva essere un allenamento: mi esercitavo correndo e sollevando pesantissimi otri pieni d’acqua, ed ero pure “tenuta ad imparare le tecniche basilari dell’arte del combattimento”, come diceva Shaka. Purtroppo, però, non c’era una cosa che mi riuscisse bene, e dopo mezz’ora di urletti e mosse sfacciatamente inventate sul momento, Aiolia e gli altri si stancavano e mi facevano correre tutto il santo giorno.

Così almeno mi facevo il fiato, dicevano.

La parte dell’addestramento che prevedeva il controllo del Cosmo era, ovviamente, curata dal biondo custode della Sesta Casa, la cui pazienza era messa a dura prova dalla mia disarmante incapacità di usare anche solo un briciolo della mia aura.

Shaka diceva che dovevo chiudere gli occhi e concentrarmi su me stessa; secondo lui, dovevo riuscire a trovare una traccia di me al di là delle cose materiali, perfino al di là delle stelle.

I suoi erano bei discorsi, molto aulici e filosofici, certo, e il biondo asceta li sosteneva anche con convinzione, ma di sicuro non andavano bene per me, che il concetto di Cosmo non l’avevo ancora capito!

Mi limitavo, quindi, a strizzare gli occhi come sapevo fare, cercando di espandere la macchia arancione che vedevo aleggiare intorno a me. Ero riuscita, in due giorni, a farlo vibrare leggermente lungo i contorni.

Di espandersi, però, quella dannata macchia non ne voleva proprio sapere.

I miei primi progressi avevano lasciato soddisfatto Shaka, ma già al terzo giorno di addestramento, vedendo quanto la mia energia spirituale fosse stagnante, il mio biondo insegnante aveva preso l’abitudine di andarsene senza dire una parola, deluso da quella che secondo lui era solo una grave mancanza d’impegno e concentrazione.

Quando Shaka si stancava difficilmente tornava ad allenarmi, e recarsi alla Sesta Casa per pregarlo di chiudere un occhio e riprendere l’addestramento era solo una perdita di tempo, e l’unico risultato che ero riuscita ad ottenere le poche volte che ci avevo provato era stato un pacato e sereno rimprovero su quanto fosse grave mancare di rispetto ad una persona non impegnandosi e disturbando, tra l’altro, la sua meditazione.

Se riuscivo a non demoralizzarmi, mi recavo alla Settima ad implorare Doko di continuare quello che Shaka aveva lasciato a metà.

Il più delle volte, però, il Cavaliere di Libra non si trovava al Santuario, e l’essere snobbata da tutti gli altri cosiddetti maestri mi buttava il morale sotto i piedi.

A quel punto capitava che Mur, impietosito, si offrisse di darmi una mano, con una pazienza e una bontà d’animo che avrebbero fatto invidia ad un santo.

Così, la fatica, i fallimenti e la frustrazione erano tornati ad essere la mia routine. Perciò, più o meno ogni sera, facevo una corsa su per la scalinata e mi recavo da Milo o da Camus, a seconda del mio stato d’animo.

Con Milo urlavo, ridevo e mi sfogavo, perché parlare con lui mi aiutava a distrarmi e a liberarmi da tutti i dubbi e le insicurezze che mi sentivo addosso. La presenza del greco mi dava la forza di pensare positivo, guardando senza paura i guai che sicuramente erano in agguato, appena fuori dal Santuario.

Se è vero che le serate con Milo mi aiutavano ad andare a dormire con il sorriso sulle labbra, è altrettanto vero che quelle passate con Camus erano più benefiche del disinfettante su una ferita.

Solitamente, appena varcata la soglia dell’Undicesima, scoppiavo in lacrime, frignando e lamentandomi di tutto e tutti.

E Camus non mi incoraggiava mai.

Ascoltava la mia disperazione in silenzio, senza alcun' espressione che tradisse il suo stato d’animo.

Poi, mentre ancora singhiozzavo, mi poggiava una mano sulla spalla e con tranquillità mi spiegava per quale ragione, secondo lui, avevo torto.

Non era piacevole sentirsi continuamente contraddire, anzi, era estremamente fastidioso, ma al mondo non c’era niente di più costruttivo: mi trovavo, mio malgrado, a riflettere su ogni cosa, perfino quella che ritenevo più scontata o assoluta.

Al di là delle difficoltà, comunque, la mia vita sociale al Santuario era stata molto incrementata  per via dell’addestramento.

Avevo conosciuto tanti giovani apprendisti che mi avevano preso in simpatia. Così, tra tutti gli abitanti del Santuario, Kanon e Shura erano gli unici che ancora si ostinavano a non rivolgermi la parola.

Il rapporto che avevo con Saga era, invece, particolare e incostante: alternavamo momenti di allegria e di confidenza a silenzi ostinati e risposte fredde. Quell’uomo non riuscivo proprio a capirlo. Tuttavia, non lo trovavo spiacevole, e non disdegnavo la sua compagnia.

Con Aphrodite le cose erano ancora più complicate di così: quando eravamo insieme ci sentivamo entrambi a nostro agio, e ci comportavamo con naturalezza, come se ci conoscessimo da tempo. Davanti agli altri Saint, però, Dite (ormai lo chiamavo così) si comportava come se fossimo due perfetti sconosciuti.

Penso portasse una maschera, dentro di sé, ( ricordo che la indossava specialmente quando aveva a che fare con il Cavaliere del Cancro), e avesse una parte sgradevole da recitare. Spesso le persone, per paura di mostrarsi a nudo e farsi scoprire vulnerabili, preferiscono fingere di avere un carattere che magari detestano.

A quel tempo, però, pensavo che scambiare la vita per una finzione fosse prerogativa di tutti i ragazzi, e mi sentivo fiera di essere superiore in quanto donna.

Com’ero ingenua!

Non me ne rendevo neanche conto, ma con tutti i miei lambiccamenti e le mie teorie sulla vita, più che saggia, come credevo di essere, mi mostravo buffa. E lo ero, lo ero davvero!

Ma adesso torniamo a noi.

La mia condizione al Santuario, dicevo, era tremendamente instabile e altalenante, ma non mi dispiaceva. Cominciavo ad amare il sole di Grecia.

Che fosse per colpa di quell’esuberante ragazzo con gli occhi azzurri che mi faceva ridere e battere il cuore? Può darsi.

Un giorno, però, anche quest’instabile impalcatura di serenità fu stravolta.

Mur era in missione, Doko ai Cinque Picchi e Shaka mi aveva, ancora una volta, abbandonata.

Così, mi recai sul mio solito cucuzzolo, dove avevo intenzione di fare un pisolino all’ombra di un giovane ulivo.

Mi ero appena distesa, che un Cosmo azzurro cielo entrò nell’orizzonte dei miei occhi chiusi.

Sorrisi, immaginando Milo correre verso di me con l’entusiasmo di sempre.

Invece, sentii solo una secchiata d’acqua gelata, seguita da una risata inarrestabile.

Quell’idiota mi aveva tirato un gavettone! Dannato!

Mi alzai con un ringhio, e gli corsi dietro tutta gocciolante.

- Vieni qui, Milo caro, fatti abbracciare! –

- Ih ih… Conciata così, non ci penso nemmeno! 

Coraggioso, il ragazzo.

Ebbe perfino la faccia tosta di ridermi in faccia, dopo il danno che aveva fatto!

Gli fui addosso in un balzo, e gli strappai di mano il secondo palloncino che aveva. Poi, con una risata sadica che spaventò perfino me, glielo ruppi proprio in testa, lacerandolo con le unghie.

Così, bagnati come due pulcini, cominciammo a ridere come dei matti.

Poi a Milo venne la bell’ idea di inseguirmi per farmi pagare “la mia insolenza”, ed io, per scappare dalle sue grinfie, cominciai a rotolare giù dalla collina.

Ah, mi ci voleva un attimo di pausa, dopo tanto sudore!

Mentre correvo, però, qualcosa attirò la mia attenzione: un aquilone rosso con due code, una nera e una blu, si librava alto nel cielo, a poca distanza dal punto in cui mi trovavo.

Ebbi un tuffo al cuore: era troppo improbabile che si trattasse di una coincidenza.

Mi dimenticai di Milo e cominciai a correre, stavolta seriamente, seguendo la direzione del vento per arrivare al punto da cui partiva l’aquilone.

Fu allora che vidi un ragazzo girato di spalle, alto più o meno come Milo, con una folta chioma castana.

Subito non lo riconobbi, ma mi avvicinai comunque.

Sentendo il rumore dei miei passi incerti, il ragazzo si girò, rivelando due occhi verdissimi, dal taglio forse un po’ troppo fine per un uomo.

Quegli occhi cancellarono ogni mio dubbio.

Corsi incontro al ragazzo con le braccia aperte, respirando affannosamente, perché, al solito, l’emozione era stata accompagnata da quella cosa odiosa che era l’asma.

- Lily?- domandò Albert stupito, mentre anche lui ricambiava l’abbraccio.

Piansi e non risposi, e presi a baciargli la fronte, il collo, le mani…

Ero così felice di rivederlo!

- Albert! Cosa ci fai qui?-

Alla mia domanda, la serenità abbandonò il viso di mio fratello, che si tinse di preoccupazione e sospetto.

-Oh, Lily, finalmente ti ho trovata! Ho saputo quello che è successo al matrimonio, tutto quel casino, ed ero venuto qui a riflettere…-

- Riflettere?- chiesi.

Per un attimo avevo dimenticato che, quando aveva tanti pensieri per la testa, mio fratello faceva volare il suo aquilone. Diceva che lo aiutava a pensare.

- Sì, sapevo che eri sparita qui sulla collina, e ho pensato che fosse il posto migliore per…-

- Lily!-

Una voce affannata interruppe quella profonda di Albert.

Mi girai, un po’ allarmata, e trovai Milo che fissava prima me poi mio fratello con fare interrogativo.

-Milo…- cercai di avanzare verso di lui, ma il braccio di Albert, teso davanti a me, mi costrinse a fermarmi.

- Chi è lui, Lily?- mi domandò, freddissimo.

Deglutii. Il suo tono non mi piaceva.

Mio fratello era sempre stato affettuoso, e mai così aspro e duro. Ora che ci facevo caso, era cambiato anche fisicamente: aveva messo su due spalle da combattente, e si intravedevano i pettorali da sotto la maglietta aderente. Era più abbronzato di come me lo ricordavo, e la pelle scura contrastava piacevolmente con gli occhi chiari.

Non mi era mai sembrato così bello, eppure mi faceva paura. Temevo la sterile determinazione che gli leggevo negli occhi, e tutto in lui mi sembrava maledetto, arido, eppure dannatamente attraente.

Deglutii e risposi:

- E’ un mio amico. Si chiama Milo e…-

- È un Cavaliere di Athena? –

Sia io che Milo sgranammo gli occhi, allibiti: ma come diavolo faceva Albert a sapere?

Milo fu il primo a riaversi dalla sorpresa.

- Milo di Scorpio, custode dell’Ottava Casa, Cavaliere d’Oro nonché umile servitore della Dea Athena. E tu chi saresti?-

Albert gonfiò il petto e assottigliò lo sguardo. Immaginai i suoi denti serrati, digrignati, e la bile che si accumulava a poco a poco in lui. Presi a tremare, anche se non ne capivo la ragione.

- Mi chiamo Albert, Albert Valentino, e sono qui per riportare a casa mia sorella.-

Cosa? Mi riportava a casa? Con lui? Oh, Albert!

- No. –

La voce di Milo, secca e imperiosa come non l’avevo mai sentita, ruppe il lieve filo di sollievo che avevo filato sperando tanto intensamente. E la mia ragnatela di emozioni,  che si fondava proprio sulla speranza, crollò.

- Lily è qui per ordine di Athena, e qui deve restare. –

Mai come in quel momento Milo mi sembrò degno di essere chiamato Saint: non era più il ragazzo entusiasta con cui avevo scherzato fino a pochi minuti prima. Era un uomo, in quel momento, non più un ragazzo. Un uomo e un guerriero, un guerriero della giustizia, di Athena.

Ma mio fratello, adesso, cos’era?

Non lo sapevo, e tutto questo mi inquietava tanto, tanto davvero.

Albert parlò pacato, camminando lentamente verso Milo senza tradire alcun’emozione:

- Cavaliere di Scorpio, ti chiedo di concedermi il permesso di riportare a casa una ragazza innocente, che non appartiene al vostro mondo.-

- Lily ha un Cosmo. – rispose Milo con una punta di disprezzo. – E comunque- continuò – Non sono io ad avere il potere di fare concessioni di questo tipo.-

Erano a pochi passi di distanza.

- Allora, portami da Athena. Chiederò il permesso direttamente a lei.-

Milo scosse la testa, palesemente offeso.

- Un mortale senza Cosmo non può profanare il Santuario. Lily resta qui, e non si discute. –

Adesso erano uno di fronte all’altro. Col cuore in gola, mi avvicinai anch’io.

Alle parole di Milo seguì un silenzio teso, durante il quale i due ragazzi non smisero di lottare con gli sguardi.

Blu contro verde, verde contro blu.

Pregai mentalmente tutti gli dei di cui mi ricordavo, nella speranza che Milo non avesse intenzione di passare alle mani, altrimenti Albert non ne sarebbe uscito vivo. Anche se mio fratello si dimostrava ogni secondo più antipatico, gli volevo comunque bene. Condividevamo lo stesso sangue, dannazione!

Milo parlò per primo:

- Lily, vieni, saluta tuo fratello. Noi ora torniamo al Santuario.- mi prese saldamente il braccio, avendo cura di non farmi troppo male, ne sono sicura, e mi tirò a sé.

Io ero disorientata, davvero: non capivo cosa stesse esattamente succedendo, né perché.

- Milo, io…- tentai, ma Albert mi interruppe e con uno strattone mi liberò dalla presa di Milo.

- Va via, Lily! – ringhiò.

- Cos…?-

- VELOCE!-

Un urlo del genere non era mai uscito da quelle labbra, e la voce di mio fratello non mi aveva mai fatto piangere.

Fino a quel giorno. Cosa, o chi, chi aveva cambiato Albert a tal punto?

- Adesso basta! –

Milo fece un ultimo, minaccioso passo avanti. Sia io che lui, però ci trovammo totalmente impreparati davanti alla mossa di Albert : con un guizzo rapidissimo, spruzzò sul viso di Milo uno spray che divenne subito una nuvoletta biancastra.

Il Cavaliere di Scorpio, logicamente,  non respirò quel gas, ma, come scoprii più tardi, quello era un nuovissimo tipo di anestesia, ancora in fase sperimentale, che aveva la proprietà di penetrare nei pori del paziente senza per forza passare per le vie aeree.

- Adesso mi sono stufato, Lily! Alzati e andiamocene!-

Mi alzò tirandomi per un polso, mentre io, impotente, non riuscivo a staccare gli occhi da quelli di Milo, che si facevano sempre più vitrei.

Vidi la mandibola del mio amico rilassarsi, poi il suo corpo si afflosciò.

Quello spettacolo rimbombò come un tuono dentro di me, e trovai la forza di ribellarmi alla stretta di Albert.

- Milo! -

 Lo presi tra le braccia, quasi come una madre, cercando di sorreggergli la nuca. Il respiro era ritmico, e il cuore batteva con regolarità.

Per fortuna, sembrava solo addormentato.

- Lily, dannazione, sto facendo tutto questo per te! –

Mio fratello mi prese in braccio, costringendomi a lasciare Milo, e mi issò sulle sue spalle senza alcuno sforzo.

- Per me? E cosa faresti per me, stronzo? Uccidere gente innocente? Lasciami! –

- Non è morto e non è innocente. E io non sono uno stronzo.-

- Sì che lo sei! E che colpa avrebbe Milo? Quella di essere l’unica persona che mi considera, forse?-

Stavo uscendo dai gangheri: quello non era davvero mio fratello, non poteva esserlo!

- Ma che stai dicendo?!? Sia io che il signor Brain nutriamo una grande stima di te, e…-

- A-ha! Il signor Brain! Ecco spiegato tutto! È colpa sua, ti deve aver fatto il lavaggio del cervello! –

- Ma quale lavaggio del cervello! I Cavalieri di Athena ti avevano rapita, e quell’uomo sta ancora cercando di riportarti indietro! Adesso lo andiamo a trovare, così…-

- Rapita? Andarlo a trovare? Tu sei pazzo! Pazzo e di nuovo stronzo! Brain voleva che lo sposassi contro la mia volontà! La nostra famiglia si è sventrata per colpa sua! –

Arrivammo ad una macchina nera e lunga, dall’aria costosa. Una Mercedes? E da quando potevamo permettercene una?

- Brain mi aveva detto che avresti reagito male! Dannati! Ti hanno pure plagiata!-

Con un gesto irato ma fluido, Albert mi sbatté dentro la macchina e chiuse la portiera con uno scatto, facendole fare un sonoro botto. Mi massaggiai il polso, mi aveva fatto male.

- Cosa diamine vuoi fare?- chiesi – Vuoi davvero lasciare Milo là da solo?-

Vidi la mascella di mio fratello tendersi e le nocche sbiancare, strette al volante.

- Smettila di preoccuparti per lui. Gli ho solo somministrato un’anestesia innovativa. Ne avrà per un’oretta buona.-

- Gli farà del male?- domandai, cominciando a singhiozzare sonoramente, mentre sentivo che l’aria mi veniva via via a mancare.

- Ti ho detto di smetterla, Lily!-

- Se mi preoccupo per lui, è perché gli voglio bene!-

- Ma quella gente non te ne vuole, dannazione! Io, Andrea, Jude, lo stesso Brain… Noi ti vogliamo bene!-

- Fanculo!-

Lo schiaffo arrivò violento e inaspettato, ed io mi ritrovai con una guancia gonfia e un labbro sanguinante. Per la violenza del contraccolpo, avevo anche sbattuto la testa contro il finestrino. Stronzo, sì. E col cavolo che continuavo a ritenerlo mio fratello!

Mai, prima di allora, Albert si era sognato di alzare le mani su di me.

Cominciai a piangere, offesa a morte, e contemporaneamente mi accorsi che anche fuori aveva cominciato a piovere.

- Albert, perché non mi credi?- sputai fuori tutto il mio orgoglio per pronunciare quelle parole senza tremare o mugolare dal dolore

- Brain è malvagio… mentre eri via, mi ha fatto un sacco di male…-

Il muro di odio di mio fratello parve incrinarsi un poco davanti alle mie lacrime. Evidentemente, si sentiva anche in colpa per lo schiaffo, ma si sarebbe ucciso piuttosto che ammetterlo.

- Cosa ti avrebbe fatto? Mi ha sempre tenuto informato circa la tua salute e quella degli altri due. Sembrava così affettuoso e premuroso, che non sono mai stato in ansia per voi. Ma tu dici che ti ha trattata male. Non stai mentendo, vero Lily?-

Scossi la testa,perché le lacrime e i singhiozzi che avanzavano non mi lasciavano parlare. Sapevo di essere ormai diventata paonazza.

- E cosa ti avrebbe fatto? Parla, ti prego! Mi sono sbagliato sul suo conto? Ho sbagliato tutto, finora?-

Annuii.

Sì, Albert, hai proprio sbagliato tutto. Tu hai sempre creduto nella persona sbagliata, e mai in me. Hai sempre inseguito un ideale fasullo, e non ti sei fatto scrupoli di attaccare i deboli e i giusti.

E hai pure fatto del male a Milo.

Sì, dannazione, hai proprio sbagliato tutto!

Forse i miei pensieri arrivarono con forza diritti al cuore di mio fratello, perché si chinò su di me e mi scrutò come se mi vedesse per la prima volta, con quella sua tenerezza antica che, per fortuna, non era morta.

Ora finalmente riconoscevo in quello sguardo mio fratello, nonostante la violenza della crisi respiratoria ormai in corso mi appannasse quasi la vista.

Strano, non mi era mia successo.

- Albert… - invocai il suo aiuto tra i singhiozzi, allarmata da quel nuovo sintomo che con il mio solito asma non si era mai manifestato.

- Lily, che hai?  Perché l’asma è così forte?-

Prese a battermi delle sonore pacche sulla schiena, illudendosi, forse, che servissero a qualcosa. Volevo rassicurarlo, farlo stare tranquillo, dirgli che per un po’ di asma non sarei certo morta, ma non ne ero sicura nemmeno io.

Sollevai leggermente la testa, e mi accorsi della curva che avremmo tagliato tra pochi secondi. Il buio e la pioggia lo nascondevano, ma sapevo che lì, oltre la scarpata, ci attendeva un mare nero e furioso.

E mio fratello era troppo concentrato su di me per rendersi conto in tempo del pericolo.

Il panico mi prese, l’asma aumentò, comincia ad essere presa dalle convulsioni.

Mi sentivo vibrare nell’anima, come un diapason.

Prima che la vista mi si annebbiasse completamente e io perdessi il controllo di me stessa, ebbi solo la forza di gridare:

- ALBERT, LA STRADA!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mio corner

Quanto tempo! Lo so, sono in un ritardo imperdonabile, e non ho davvero scuse. Tra l’altro, la qualità di questo capitolo mi sembra deprimentemente(?) bassa -.-

L’intento iniziale era quello di mettere i Cavalieri contro una cosa alternativa e forse pericolosa come la tecnologia… l’idea sembrava buona e invece ne è uscito un obrobrio… *me depressaaaaaaaaa*

Ma no problema! Dai, il prossimo capitolo verrà fuori migliore! Che la forza della gioventù sia con me! *si esalta da sola legandosi alla fronte una bandana che fa molto Rambo* *_*

Oh, una cosa. Parto, starò via un mesetto e probabilmente non avrò internet. Quindi, la fic verrà sospesa (e anche tutte le recensioni).

Ma che nessuno si preoccupi! ( fotte sega alla gente della tua fic! NdDeathMAsk sigh…la verità non si può negare…ma tu te ne approfitti! Ndme)

Intanto, mi rimbocco le maniche per preparare un capitolo più avvincente. Intanto, godetevi (?) questo, e buona estate a tutti! ^^

E adesso, ringrazio per le recensioni:

Tsukuyomi: Grazie infinite di tutto, per la recensione e per la fiducia. Non preoccuparti se è solo dal settimo capitolo che parti a recensire, so cosa vuol dire non aver il tempo di far nulla, e a me capita spessissimo di trascurare le recensioni o le letture! Sono felice che ti piaccia Lily, è un personaggio un po’ così, non sapevo se a lungo andare sarebbe piaciuto o no… bene bene, quello che hai scritto mi fa davvero piacere! Grazie di tutto! *1bacio*

 

Ribrib20: ciao!!!!!! Che bello sentirti di nuovo! ^^ *felice fa clap clap* Prima di iniziare a ringraziarti per la recensione, sappi che la mia curiosità è giunta ai limiti estremi! Quindi, devo vedere quei disegni! Ormai li hai pubblicizzati troppissimo, daaaaaaai, se non me li fai vedere frigno, ecco! >-< *sghignazza sadicamente mentre frigna*. Tornando serie…concordo con te, e mi aggrego nella battaglia contro l’html…semplicemente, non si può! Sono sempre più felice che “beautiful novel” si appassioni, anche se come scrittrice faccio acqua da tutte le parti! xD ed eccoti fregata…dell’allenamento c’è ben poco! Questo perché è Lily che narra, e pigrona com’è ha cancellato dalla sua memoria quell’addestramento brutale e  ne ha parlato solo a grandi linee! ^_- Ci si sente presto! *1bacio*

 

Ora, un ringraziamento speciale a ti con zero, Saphiras, Desyree92 per avere inserito “Beautiful novel” tra le seguite, e

 

 

Heather91,Mymoon96 e mik92 per aver aggiunto la mia storia tra le preferite. Grazie, mi avete fatta felice *_*    *inchino*

Grazie anche a tutti coloro che leggono in silenzio.

 

 

 

*1bacio*

stantuffo
  
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