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Autore: Enchalott    15/03/2018    3 recensioni
“Maledizione, donna! Io sono un Saiyan! Non aggiungere altro o…”.
Lui l’aveva fermata, ma la sua voce si era spezzata per la profonda commozione che quelle parole gli avevano cagionato ed era rimasto con gli occhi piantati su di lei: occhi neri come il fondo dell’inferno, vissuto suo malgrado in anima e corpo, ma risputato in faccia all’universo per rivalsa. Finché quel dannato nodo in gola non si era fatto seppellire dall’orgoglio. Aveva incrociato le braccia, aveva reso il suo sguardo il più freddo possibile e aveva affermato: “Quello che dici non ha senso per me”. Ma ne aveva, stradannazione, soprattutto da quando aveva incontrato lei.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SPOILER ALERT. 25.03.18. Ho finito di guardare ora l'episodio 131, conclusivo di Dragon Ball Super. E' incredibile come la scena finale sia simile a quello che ho scritto in questo capitolo. Mi sento quasi una profetessa, considerando che ho pubblicato (e ideato) la mia storia ben prima di oggi, prima di sapere come sarebbe finita la serie! :D Che dire, è una soddisfazione per me e la volevo condividere qui, con chi mi onora leggendo le mie poche parole. ^^

Brotherliness

“Questa pace non durerà molto” affermò Goku, appoggiandosi al balcone e guardando in alto “Ho un presentimento, sai?”.
“Già.” rispose Vegeta incrociando le braccia “È per questo che non ho interrotto gli allenamenti e che tu vai ad addestrarti sul pianeta di Kai-Oh. Succederà qualcosa”.
“Mi piacerebbe che venissi anche tu lassù. Avendoti come partner, sono sicuro che migliorerei tantissimo. E tu anche. Non c’è nessuno più forte”.
Il principe sollevò un sopracciglio e lo guardò storto: “Che cosa ti fa credere che io abbia voglia di sopportarti, Kakarott?” sentenziò “E che io non sia già migliorato?”.
Goku rise di gusto. Lo conosceva bene e non si aspettava una risposta diversa. Tuttavia, si girò verso di lui: “Non penso ci siano confini al miglioramento di noi Saiyan” affermò raggiante “Il limite sta nel trovare un avversario alla nostra portata”.
“Mmh. Non hai così torto” borbottò Vegeta, riflettendo sulla proposta.
“Gohan mi ha riferito che il Sommo Kai-Oh Shin gli ha detto che diventare super Saiyan per potenziarci è sbagliato.” continuò Goku “Quando l’ha allenato, infatti, gli ha impedito la trasformazione. Anzi, l’ha sbloccato con un esercizio di concentrazione e un rito stranissimo”.
“Come sarebbe!?” sbottò il principe, tra l’incredulo e l’interessato “Cosa può saperne un Kai della creazione di combattimento?”
“Mah! Non ci ho capito molto” ammise candidamente Goku “Ma ha spiegato a mio figlio che buttare fuori il ki a quel modo, come facciamo noi per aumentare il livello energetico, non è corretto. Ha detto che è un confine, in realtà. Che il sistema è un altro”.
Vegeta iniziò a riflettere. In effetti, non era un’indicazione così stravagante. Oltrepassare il limite, come ben sapeva, portava solo all’estinzione, non ad un ulteriore incremento.
“Mi piacerebbe saperne di più” confessò pacatamente “E tu non hai pensato di chiedere delucidazioni, vero?”.
“Ehm… veramente no…” masticò Goku impicciato “Mi è sembrato un discorso ingarbugliato e poi c’era Majin-Bu scatenato sulla Terra… non mi è parso il momento adatto. Per questo vorrei che tu venissi con me dal Sommo”.
Chi!” borbottò il principe seccatissimo “Quel vecchio deve ringraziarmi per essere ancora vivo! Altro che Kai…Se ripenso a quello che sei andato a inventare tu, poi…”
Goku sussultò alquanto a disagio: “Beh, come si dice… a mali estremi…”
“Kakarott!!” ringhiò Vegeta irritato “Sei tu un male estremo! Gli hai promesso le foto di mia moglie, per avere il consenso a usare le Sfere! Sei un idiota!”
“Ma io non pensavo che tu fossi così geloso” accampò il giovane rimpicciolendosi “E poi non sapevo più cosa fare…”.
“Geloso?? Ma come osi?!”
“Ehm, dai, Vegeta… ormai è storia vecchia e le foto non le ha volute…”
“Lasciamo perdere” sbollì lui, arrendendosi davanti a tanta imbecillità. “Penserò alla tua proposta, quando mi passerà la voglia di strangolarti ogni volta che ti incontro!”.
Goku ridacchiò, grattandosi la testa. Poi riguadagnò l’aspetto mite e fiero che lo caratterizzava e piantò in faccia al principe una delle sue occhiate limpide e scandaglianti.
“Vorrei ringraziarti ancora” disse con serenità “Non solo per avermi tradotto il messaggio. Per aver accettato di combattere con me e per aver acconsentito alla fusione. Non ce l’avrei mai fatta senza di te. Mi sono sentito onorato”.
“Parla per te” rimandò il principe torvo “Non accadrà mai più, sappilo”.
“E va bene…” si arrese Goku con un gran sorriso, certo che, se ce ne fosse stato ancora bisogno, invece, Vegeta avrebbe nuovamente messo da parte l’orgoglio. Così come aveva fatto lui stesso, ammettendo di non essere imbattibile.
Guardarono entrambi distante, per non cedere all’imbarazzo, ma certi di comprendersi meglio di quanto avrebbero mai ammesso.
“Dimmi una cosa, Kakarott” domandò il principe interrompendo il silenzio “Mirai Trunks te l’aveva detto di essere mio figlio, quando si è presentato qui per la prima volta, vero?”.
Il giovane lo guardò, un po’ sorpreso dalla domanda. Poi ne intuì la ragione e sorrise.
“Sì. Tuo e di Bulma” specificò. “Mi ha fatto giurare di non rivelare il segreto. Promessa saiyan”.
Vegeta sospirò, abbassando lo sguardo: “Hah. Temeva che se lo avessimo saputo, lui non sarebbe nato, conoscendo i nostri caratteri caparbi”.
“Forse all’inizio” disse Goku con gentilezza “Ma poi, guardandovi, deve aver compreso che comunque sarebbe nato in ogni caso”.
Ooi!” fece il principe arrossendo “Che cosa intendi, Kakarott?”.
Il giovane divenne serio e pensieroso. Il suo sguardo, inconsuetamente intenso, si perse per un istante sul tranquillo paesaggio che si estendeva oltre la terrazza. Lui e il principe non si erano parlati molto in quegli anni. In parte, perché Vegeta lo considerava inferiore nel sangue, in parte perché lui se n’era andato all’altro mondo per un lungo periodo. Ma soprattutto perché erano entrambi orgogliosi, anche se, a Goku, il compagno Saiyan non dispiaceva affatto e sarebbe stato più disponibile a legare con lui da subito. Poi tutto era cambiato, quando Vegeta si era deciso a piantarla con la storia dell’onta da lavare con la morte; quando aveva iniziato a pensare anche al prossimo, ad essere più empatico. La fusione li aveva cacciati l’uno nei panni dell’altro in un certo senso: per quella ragione il principe si innervosiva ogni volta che la sentiva nominare. Ma, anche a fusione sciolta, con i potara volutamente disintegrati tra le mani, per evitare di unirsi ancora, qualcosa tra loro si era finalmente appianato. Avevano iniziato a rispettarsi sul serio. Vegeta gli aveva dato atto di essere, momentaneamente, il numero uno e Goku gli aveva riconosciuto una profonda umanità. Avevano vinto insieme, non era stata solo la sua Genki Dama a disintegrare Majin-Bu. Era stato il principe a farsi massacrare per dargli modo di raccogliere le energie, ad esprimere i giusti desideri al Drago Polunga, a suggerire la strategia migliore. Quando il mostro si era dissolto, si erano guardati sorridendo, condividendo la gioia della vittoria. Ma era stato Vegeta a fare il sacrificio più grande. Quello dell’orgoglio, mostrandosi altruista. Per questo, Goku aveva chiesto a Dende, il nuovo dio della Terra, di curare prima le sue ferite, accogliendo la guarigione mistica per secondo. E ne era stato felice. Come era certo che, prima o poi, quel guerriero inflessibile avrebbe acconsentito all’allenamento comune. Goku volle mettere in gioco se stesso nella risposta, si voltò e trasse un profondo respiro.
“Sai Vegeta…” la sua voce era quieta, ma impregnata di una leggera nota di rimpianto “Quando ho sposato Chichi, non ero innamorato di lei”.
“Cosa?” sbottò il principe, sgranando gli occhi.
“Le ho chiesto la mano per mantenere una promessa che le avevo fatto ingenuamente da ragazzino. Non avevo la più pallida idea di che cosa fosse un matrimonio o una moglie, una famiglia e tutto il resto. L’ho amata dopo, col tempo. Ma di solito non funziona in questo modo, credo! Io ho percorso la strada alla rovescia. Tu no. Sei andato dritto, sapendo cosa facevi ogni volta che lo facevi. Quello che possiedi, te lo sei conquistato ogni giorno. E anche Bulma. Non avrebbe accettato di dividere la vita con un uomo, dei quali sentimenti non aveva la certezza. Non è così? Il modo in cui vi guardavate, vi parlavate già allora non lasciava dubbi… Mirai Trunks è rimasto qualche tempo con voi ed è più sveglio di me. Se l’ho capito io, figurati un tipo sensibile come tuo figlio…”
Vegeta incrociò le braccia, infastidito da un quadro tanto palese, in cui la maledetta fusione non aveva parte alcuna e non poteva essere usata come spiegazione. Sospirò.
“Sei un vero insolente a parlarmi così, Kakarott!” Ma non finisci mai di stupirmi…” aggiunse rassegnato davanti a tanta schiettezza. “Lo dirò anche a Bulma”.
“Siamo amici, allora?” domandò Goku furbescamente?
“Per niente!”
“Oh, allora mi fa piacere sentire che siamo ancora rivali” formalizzò ridendo come un matto. Lo guardò: “Volevi il super Saiyan tre, Vegeta?”
“Ora?!” fece il principe sbalordito.
Goku espanse il ki a dismisura e l’aura dorata del terzo livello lo circondò in un flusso abbagliante, mentre i capelli si allungavano biondissimi lungo la schiena e lo sguardo diveniva particolarmente minaccioso e sfidante. Tutto ciò che era nei paraggi volò all’aria nella folata di vento che seguì la trasformazione. Vegeta socchiuse gli occhi davanti alla luce abbacinante, ma rimase impassibile difronte all’immane emissione energetica, la chioma corvina scossa dallo spostamento d’aria. Sciolse le braccia dal petto e strinse i pugni, elevandosi al secondo livello di super Saiyan.
“In guardia, Kakarott! Non mi fai paura! Vediamo se sei davvero forte o se il tuo è solo un aspetto un po’ più selvatico!”
Goku assunse la posizione di equilibrio in difesa e attacco e sghignazzò, al colmo della soddisfazione: “Sono pronto!”
“Ricordati di conservare un po’ di energia per dopo” raccomandò Vegeta, alzandosi in volo, parimenti compiaciuto.
“Perché dopo?”
“Quando Bulma tenterà di ucciderci perché ci stiamo misurando in giardino, ti servirà!”
 
Intuì cosa stava succedendo dal rumore simile al tuono e dalle luci saettanti sulla cupola della Capsule Corporation, mentre portava un grosso vassoio di pasticcini, accompagnati da un buon tè e da leccornie varie.
“Oooh, quei due…” sospirò con sopportazione.
“Cosa stanno facendo papà e Goku?” domandò Trunks, che le trotterellava dietro con il naso all’insù, seguendo attentamente le mosse quasi invisibili dei due contendenti.
“Giocano, tesoro” rispose Bulma con un sorriso ironico.
“E chi vince?” chiese curioso Goten, rialzando i tavolini sparsi per la balconata e facendosi schermo con la mano, per vincere il riverbero e osservare lo scontro.
“Sicuramente il più zuccone” sentenziò lei divertita.
 
Le sveglie iniziarono a suonare in brevi intervalli di tempo. Poi, letteralmente, si fecero esplosive. Una figura alta e allampanata entrò nella spelonca, facendosi luce con la sfera luminosa innestata su un lungo bastone. Si fermò senza mostrare alcuna fretta e diresse lo sguardo algido e violetto verso lo strano giaciglio sospeso a mezz’aria.
“E’ ora di alzarsi, signore” annunciò.
“Mmmmh… Di già? Quanto ho dormito?” mugugnò la voce capricciosa dell’essere che si stava stiracchiando pigramente.
“Trentanove anni, signore. Come ha chiesto”.
“Ah già. Ho scelto di alzarmi perché ho sognato che sarebbe successo qualcosa di interessante in questi giorni. Non ricordo bene cosa”.
Le due orecchie lunghe e dritte comparvero per prime dallo sgualcito letto tondeggiante, seguite da un paio di sottili occhi dorati, ancora un po’ assonnati. Poi fu la volta di una lunga coda violacea, che prese ad oscillare nervosa; infine, la creatura felina, vestita di una curiosa camicia da notte, si lasciò scivolare a terra, con estrema indolenza, raspando con le unghie il pavimento roccioso.
“Ehi, Whis” fece con voce querula, sbadigliando a fauci spalancate “Ho fame! Preparami subito la colazione!”
“Come desiderate, Lord Beerus. Il vostro bagno è pronto, intanto” rispose il primo, inchinandosi all’Hakaishin.
Il dio della distruzione si alzò in piedi e lo seguì.
   
 
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