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Autore: LadyDP    16/03/2018    1 recensioni
"Oggi ho visto una donna con un lungo vestito viola attraversare il ponte."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi ho visto una donna con un lungo vestito viola attraversare il ponte.

Aveva gli occhi neri, i capelli scuri e appena un po' brizzolati.

Aveva un passo deciso, e andava cercando qualche viso famigliare.

 

L’ho seguita fino all’ufficio. Le è stato detto di non avere parenti nella Terra dei Morti.

 

Nessuno aveva esposto la foto dei suoi genitori, perché semplicemente non ce ne erano.

 

L’unica persona a ricordarsi di loro era lei, ed era appena morta, dunque loro erano scomparsi.

 

Ancora, cercando di confortarla, la segretaria dell’ufficio aveva cercato di tirarla su di morale, donandole la speranza di poter rivedere almeno la figlia, i fratelli, e chi dopo di loro.

 

Però la donna non sembrava felicitarsi più di tanto.

 

Ad un tratto, la segretaria le fece notare che non era in realtà del tutto sola.

Esisteva un fantomatico marito, che però al solo sentir nominare la donna emise una smorfia di disgusto e disprezzo, che mi spezzò il cuore in mille pezzettini.

 

Abbassai lo sguardo, senza sapere cosa fare.

 

Cercai di ricordare del giorno della mia morte, quando seppi di essere solo, qui.

 

Pensai a due persone, uscendo da questo stesso ufficio.

 

A mia madre e a mia figlia. Non ero in vena di niente, davvero qualsiasi parola avrebbe potuto essere fatale per chiunque intorno a me l’avesse pronunciata, quel giorno.

Ero fuori di me- disperato, arrabbiato con me stesso, pentito di tutte le mie decisioni.

 

Mi mancava il respiro, ma i morti non respirano.

Avrei voluto finirmi, ma ero già finito.

 

Nessuno avrebbe mai esposto la mia foto, ora lo sapevo dalla reazione di Imelda al sentire il mio nome, e persino questa piccola speranza di rivedere mia figlia era andata in fumo.

 

Pensai al viso di Coco. Non me lo sarei mai dimenticato.

 

Oggi non sono arrabbiato con me stesso, mi sono rimproverato fin troppe volte in questi anni.

 

Finalmente provo qualcosa di nuovo :

 

un’infinita, incolmabile tristezza.

 

Oggi ho visto Imelda, Dio quanto la amo e l’ho amata (e solo lui sa perché l’ho abbandonata), l’ho rivista e l’ho vista triste, a mani congiunte, uscire mogia e lenta dall’ufficio.

 

Non l’avevo mai vista camminare così, mi ha fatto impressione vederla perdere forza.

Lei non la perdeva mai.

 

Avrei voluto andare ad abbracciarla, come succedeva un tempo, quando potevo farlo quando volevo, per quanto volevo, quante volte volevo.

 

Ma so che l’ultima cosa che vuoi, appena morto, è rivedere persone che ti hanno fatto del male.

 

Non posso andare da lei come niente fosse.

 

Sarebbe stata forse la mia unica consolazione qui, ma è chiaro che io non lo sarei stato per lei.

 

Vorrei tanto stare con mia moglie adesso, che posso ma non posso.

 

E tutto per quella maledettissima chitarra, che pensavo di amare più di lei.

 

 

L’ho tradita con la musica,

 

la maledetta musica ci ha divisi per sempre,

mi ha tolto la felicità e, com’è crudele e beffardo il destino!,

 

ora è l’unica cosa che mi da un po' di sollievo, e mi distrae un po'.

   
 
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