Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Elisir86    16/03/2018    1 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo XXIII

Morten

 

 

 

Doveva ammettere che stare accanto a Norvegia -di quel mondo- era meno seccante di quel che pensava. Non era affatto iperattivo come Lokki e di sicuro non era innamorato di lui -ed era una cosa che gli piaceva parecchio-.

Dall'altra parte, aveva notato che Sud Italia era esattamente uguale a Flavio se non fosse stato per quel corpo decisamente più in salute e gli occhi di un verde strabiliante. Si era chiesto se anche Flavio fosse finito lì insieme a lui e se poteva fidarsi?

Chiunque conoscesse il Sud Italia del suo mondo sapeva che dietro a quel sorriso allegro vi era un terribile torturatore, lui per primo non riusciva a scordarsi di quando gli aveva strappato le unghie dei piedi -al solo pensiero gli veniva male-. Sapeva che aveva anche avvelenato Spagna, colui che lo aveva cresciuto e che -in un modo alquanto contorto- lo amava, lo aveva usato come cavia per le diverse droghe che creava nei periodi di pace.

Perciò, poteva fidarsi di Flavio?

Se si fosse presentato da lui a parlare cosa rischiava? Di trovarsi senza un occhio?

Storse le labbra disgustato all'idea, se avesse avuto la sua amata pistola non si sarebbe posto tanti problemi e invece no, era in mezzo a degli sconosciuti -e ancora non capiva se erano suoi nemici o alleati- senza protezione.

Ora, sapeva di essere forte anche fisicamente ma lui odiava faticare e soprattutto sudare, perciò non aveva nessuna intenzione di usare la forza fisica.

Germania si alzò in piedi nello stesso momento in cui lui posò per l'ennesima volta lo sguardo su Sud Italia, si era tranquillamente seduto al suo posto e stava spulciando gli appunti di suo fratello.

“Ora che ci siamo quasi tutti...” il tedesco guardò la stanza con gli occhi glaciali “Direi che possiamo iniziare il nostro meeting.” Morten si sentì improvvisamente a disagio, per il nervosismo di non avere ne pistola ne sigarette si era scordato di dare un'occhiata agli appunti di quel Danimarca.

Prese la teca, la copertina si presentava bene anche se era colorata ma non sembrava infantile, l'aprì con lentezza squadrando l'indice di ciascun capitolo -quel tizio era piuttosto meticoloso su quelle cose!-, la scrittura non sembrava fatta con una macchina da scrivere anche se era palese che non era opera di un umano. Forse, lì, avevano un macchinario che sbavava meno e con un carattere notevolmente migliore -Quanto mi piacerebbe avere una macchina del genere!-.

Girò la pagina trovandosi un titolo scritto in un carattere completamente diverso da quello precedente, “Perché da me non esiste?” mormorò ma la sua voce fu sovrastata da quella di Germania che ancora stava presentando i vari punti di quelle giornate.

Morten scosse la testa tornando a leggere -o meglio iniziando a leggere- e fu sorpreso da quella parola scritta in grassetto: Terrorismo!

Ok, lui conosceva quel termine, lo usavano spesso durante i periodi di pace quando una Nazione -specie Austria- cercava di conquistarne altre con il terrorismo psicologico, ma in quel mondo, dove tutti sembravano tranquilli e pieni di brillantini fatati cosa centrava? In che modo veniva utilizzata quella parola?

La risposta giunse da Germania che fermo sul palchetto continuava a intrattenere le Nazioni “...Dopo l'attentato avvenuto a Londra, ci stiamo chiedendo se è il caso di rimanere con le mani in mano.” aveva le braccia incrociate, le gambe leggermente divaricate e lo sguardo puntato sui fratelli Italia come a volerli accusare.

 

Perciò sono loro i terroristi?

 

La cosa si faceva interessante, si leccò le labbra pregustando una bella rissa con qualche ossa fratturata e sangue, tanto, tanto, tanto sangue!

Peccato che i suoi sogni malefici si frantumarono subito!

“Veeeh...” sentì sospirare Nord Italia, che sembrava aver smesso di piangere -che poi vedere la faccia di Luciano in quello stato era uno vero spasso- “...Germania sei sempre così severo...” ci fu un attimo di silenzio.

Morten non capiva a cosa era dovuto forse si aspettavano un intervento di Sud Italia che però stava chino, concentrato sulla lettura.

 

Allora sono loro o no quelli che hanno attentato Londra?

 

“Italia!” lo sgridò il tedesco, congelando l'intera sala con il suo sguardo “Più controlli! Te l'ho dico da quando c'è stato il primo attentato!”

Nord Italia mugolò qualcosa cercando di sottrarre i fogli dalla presa del fratello, “Ma io ho faccio del mio meglio...” la sua voce era un lamento continuo.

Morte ruotò gli occhi ma quanto era lagnoso quel ragazzetto? Preferiva di gran lunga Luciano anche se minacciava di morte tutti, “...Certo se anche voi aiutaste...” fu l'ultimo sospiro di Italia prima che Germania lo apostrofasse con la sua limpida voce.

 

Dunque non son i due fratellini i cattivi...ma che noia, sembrano tutti dalla stessa parte...

 

Morten s'incupì, in che razza di posto era finito? Dove le varie Nazioni erano tutte d'accordo e non c'era una sola guerra?

Sbuffò iniziando a leggere quello che Danimarca aveva scritto ignorando quello che succedeva sul palchetto.

A quanto sembrava, perfino nella sua patria avevano fatto un attentato ma le zone più colpite erano state America, Germania, Inghilterra, Francia e Spagna. Poi vi erano alcuni casi isolati come il suo, che era stato uno e con un solo morto.

Si accusavano i Paesi arabi per quella situazione e si pretendeva più particolare attenzioni da parte di Italia e Grecia.

La sua copia aveva scritto ben tre pagine -fronte e retro- dove spiegava come quella situazione stava diventando ingestibile e come il suo governo pensava di risolvere, in fondo aveva messo un appunto personale dove dichiarava che dovevano aprire le frontiere e accogliere i clandestini.

Per lui era un emerita cazzata, come era una cazzata quel meeting.

Alzò lo sguardo, ora stava parlando Inghilterra che sembrava molto più sicuro di se e decisamente meno pazzo di Oliver, “...abbiamo rimandato nei loro Paesi d'origine oltre 6.000 persone negli ultimi otto mesi...” la voce era ferma e incolore, gli occhi dardeggiavano di certezza, e per un attimo ebbe timore di lui.

Non capiva perché ma sembrava molto pi forte dell'Inghilterra del suo mondo, molto più combattivo e più infido.

Ed era strano che avesse quell'impressione, Oliver era un pazzo, drogato e che non esitava a venderti ai nemici per ricavare qualcosa -come scodarsi quella volta che per un carico di droga proveniente da Cuba aveva regalato Finlandia a Macario!-, senza contare che lì sembravano tutti così uniti che vedere qualcuno agguerrito era quasi irreale.

Si alzò in piedi guardando Inghilterra “Io non capisco...” ci fu silenzio, sentì che aveva tutti gli sguardi puntati addosso “...Perché ce ne stiamo qua a parlare invece d'intervenire?”

Vide l'inglese corrugare la fronte come se stesse ragionando sulle sue parole, per niente offeso di essere stato interrotto “Che vuoi dire? Non siamo qui per del tè e pasticcini.” i suoi occhi verdi si affilarono come lame “Abbiamo indetto questo meeting per trovare una soluzione insieme, in modo da poter aiutare noi stessi e i Paesi da cui arrivano gli emigrati...”

“Perché non li sterminiamo?” ci fu un silenzio improvviso. Morten non capì perché tutti lo stessero fissando increduli, cosa aveva detto di male?

Lo sguardo d'Inghilterra divenne una lastra di ghiaccio, il viso si fece completamente rigido e la lingua schioccò con rabbia sul palato, “Stai scherzando, spero.” la sua voce era come mille spilli appuntiti, Danimarca non era abituato a vedere l'inglese così combattivo, per cosa poi?

Strinse i pugni e rispose con il suo di sguardo -così gelido che i Poli sembravano esotici al confronto!-, “Non sono mai stato così serio.”


 

 

 

 

NOTE:

 

Penso che questa parte della storia sarà abbastanza lunga, perciò vi chiedo scusa se spenderò altri due o tre capitoli sulla frase infelice di Morten.

Eh, che volete che vi dica? Morten è un 2p per lui la soluzione migliore è una bella guerra che sradichi il nemico alla radice...

 

Nel prossimo capitolo ci sarà Romano alle prese con il difficile compito di capire l'unico motivo per quel meeting. Riuscirà a non fare una strage?

A presto

Elisir

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Elisir86