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Autore: sonia1977    17/03/2018    1 recensioni
Vader convive con Anakin nella testa, poichè non è sicuro di aver fatto bene a fidarsi di Palpatine.
Cerca e trova Obi-Wan, ma il Jedi non è quello di un tempo.
Insieme si imbarcheranno su di filo sottile chiamato "speranza" ma entrambi sanno che se ci sarà una seconda caduta sarà la fine di ogni cosa.
La storia è una Obi-Wan/Anakin
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno e buon sabato a tutti voi, vorrei ringraziare ame tsuki per la recenzione del primo capitolo, mi ha fatto davvero piacere ^_^ Spero di trovare ancora una sua recenzione in compagnia di altre opinioni ^_^
Per tutte le riflessioni o spiegazioni andate in fondo alla pagine nelle N.d.A.

Buona lettura, Sonia.

2. Malattia
 
Erano passate quasi quattro ore, da quanto si era seduto su quella sedia, e dopo essersi fatto venire i crampi, decise di spostarsi sul letto e lì incappò in un libro messo sotto il cuscino, “Il Richiamo della Foresta” recitava il titolo del libro London, dal cognome sembrava di Coruscant, ma non ne poteva essere sicuro, gli scrittori migliori erano Coreliani, ma spesso si trasferivano nella capitale galattica, e usavano nomi e cognomi fittizi.
Aprì la prima pagina e iniziò a leggere, quando all’improvviso, tornò su Tatooine sentendo una porta scorrere silenziosamente, alzò gli occhi per vedere il passaggio secondario aprirsi e richiudersi dietro una figura ingobbita, chiuse il libro e lo appoggiò sul cuscino, mettendo una mano sull’arma, se era uno straniero, non avrebbe fatto in tempo a dire salve, ma se era Kenobi, voleva vedere se lo riconosceva.
La luce entrata in casa gli fece capire che non solo erano arrivati allo zenit, ma stavano calando dietro le dune, la luce arancione del tramonto inondò per un attimo la stanza,
“Quanto tempo è passato?” si domandò mentalmente girando gli occhi alla piccola finestrella sulla sinistra.
Obi-Wan oltrepassò la soglia e si tolse il mantello, abbassando il cappuccio e Vader trattenne il respiro, era invecchiato di colpo, ricorda i capelli rossi e gli occhi blu/verdi come i laghi di Naboo, ma ora tra capelli c’erano fili bianchi, gli occhi erano infossati nelle orbite, il volto era stanco e tirato, la divisa gli cadeva addosso come se fosse di due taglie più grande, invece Anakin gli ricordò che gli calzava benissimo, senza stringere o sembrare un lenzuolo, era perfetta sul corpo tonico del Jedi, invece ora era tutto stonato,
“Ha qualcosa che non va, dobbiamo aiutarlo!” urlò nella sua testa Anakin sconvolto, mai aveva visto il Maestro tanto malconcio, eccetto quella volta che aveva passato del tempo con Ventress, ma neanche allora la divisa gli stava così
“Sta buono non puoi fare nulla per lui!” ringhiò Vader, verso Anakin che voleva mettersi in piedi per aiutare l’amico, che dopo aver preso un bicchiere d’acqua, era entrato nel salotto e si era diretto con una lentezza impressionante, come se ogni passo gli costasse energia e volontà, al tavolo da pranzo e si era seduto sulla sedia quasi crollandoci sopra,
“Anakin, è comodo il letto? O magari devo chiamarti Lord Vader” la voce di Kenobi arrivò stanca alle sue orecchie,
“Te ne sei accorto, pensavo che i tuoi sensi si fossero sopiti” replicò il Sith, alzandosi in piedi, impugnando la spada ma senza accenderla, comunque impressionato che nonostante lo stato in cui versava sapeva esattamente dove si trovava,
“Sei venuto per questo? Per terminare un duello?” osservò alzando finalmente il viso verso l’uomo in piedi nel suo “salotto”.
Vader, poté osservare da vicino, che Anakin tutto sommato poteva aver avuto ragione, il Generale sicuramente aveva qualche problema, era dimagrito moltissimo e sembrava avere sessanta anni invece di quaranta, c’era qualcosa che non andava, ma a lui non interessava, aveva la sua missione, premette un pulsante e l’arma si attivò nelle sue mani, il riverbero rosso illuminò i due, ora che i due soli erano tramontati, era l’unica fonte di luce
“Mi dispiace, ma non combatterò di nuovo contro di te, non sopravvivrei a un altro duello” replicò Obi-Wan seduto sulla sedia, con la spada ancora agganciata alla cintura e le mani chiuse intorno alla tazza con solo dell’acqua dentro, con un cenno della mano accese le luci e quelle illuminarono a giorno il salotto, Vader si chiese per una frazione di secondo se parlava del suo stato attuale o di qualcos’altro, Anakin stava per esporre la sua idea e lui lo zittì parlando
“Non sopravvivresti di sicuro” l’arma disegnò un mezzo cerchio e la punta fu indirizzata contro il volto del Jedi che lo guardò tanto tristemente che il Sith fece un passo indietro come schiaffeggiato
“Perché vuoi uccidermi? L’Ordine 66 è stato eseguito. Il Tempio è andato distrutto. Tutti coloro che amavo sono morti, quel giorno, o negli anni successivi, sono l’unico sopravvissuto, sono in esilio da tre anni, non combatto con la ribellione, non do fastidio al tuo Impero. Perché allora, perché?” la sua voce era carica di dolore e tristezza infinita, come se parlare e respirare gli costasse una fatica immensa, il Sith vacillò, Kenobi arrendevole non lo aveva mai visto, non sapeva più cos’era peggio, se questo o il volto emanciato dello Jedi, o ancor peggio quello che stava nascondendo con forza, perché sapevano bene entrambi che Kenobi stava nascondendo qualcosa di terrificante
“L’Ordine 66, terminerà di essere eseguito con la tua morte Kenobi. È lo sterminio dei Jedi!” fece il Sith con tono crudele
“Cos’era quello che hai fatto al Tempio? Tutti quei Jedi morti, i Maestri e i Padawan, i medici e gli archivisti, i Maestri di lama, i bambini, hai ucciso anche loro, invece di riportarli alle loro famiglie, ci hai sterminato Vader, che altro ti serve per vincere i Jedi? La mia morte? Credi che sia così importante? Credi che da me possano rinascere i Jedi? Ti sbagli! Puoi anche andartene tanto il tuo desiderio di morte nei miei confronti avverrà senza che ti macchi anche del mio di sangue” Vader come Anakin guardava il Jedi irrigidito sulla sedia respirare a fatica, una stila salata sfuggì al suo controllo percorrendo il viso nascondendosi poi nella barba
“Che cosa vorresti dire, Obi-Wan?” la voce suonò come più dolce di quanto volesse, Anakin si era imposto, su Vader per qualche istante, Obi-Wan lo vide nelle iridi grigie dell’uomo davanti a lui, da fredde e curiose, si erano tramutate in preoccupate e attente, una frazione di secondo, ma era bastato al vecchio insegnate per ritrovare Anakin, nel Sith
“Semplicemente che sto morendo Anakin, tre/sei mesi circa e tolgo il disturbo” fu la risposta del Jedi che guardava il suo ex Padawan sbiancare davanti a quella verità che l’altro voleva nascondergli e che invece gli aveva vomitato contro.
Il Sith si congelò sul posto, reprimendo l’urlo di Anakin in fondo alla mente, con grande difficoltà, probabilmente perché avrebbe urlato volentieri anche lui, anche se non sapeva dirsi con certezza perché aveva addosso quel senso di disperazione, a lui non importava niente del Jedi, giusto?
“Di cosa stai parlando?” chiese quasi senza ragionare sedendosi davanti al Maestro Jedi.
“Di un tumore, Anakin. Ho il cancro” rispose
“C’è la cura! Sono secoli che nessuno muore di tumore, Kenobi” replicò con stizza il Sith, incrociando le braccia per nascondere il nervosismo di Anakin
“Sì ed è esattamente per questo che è dimagrito da far paura e ha gli occhi scavati, perché non sta morendo” ringhiò Anakin con sarcasmo
“Non qui, Anakin. Qui si muore ancora, non ci sono medici o ospedali o una cura, nell’Orlo Esterno, solo qualche palliativo se si vuol prendere” rispose il Jedi
“Perché ti sei nascosto qui? Dannazione! Questo pianeta è una schifezza sotto tutti i punti di vista” affermò, fissandolo male, aveva voglia di mettersi le mani nei capelli dalla frustrazione, non sapeva cosa fare, se ammazzarlo o se aiutarlo, odiava sentirsi così in bilico, come su di un filo di ragnatela, come tre anni prima, aveva scelto di seguire Palpatine e non si poteva dire che la scelta brillasse da qualsiasi punto la guardava, il che era strano, giusto? Doveva essere soddisfatto, ma non ne era poi tanto sicuro, circa… Guardò il Jedi e vide che sorrideva e la cosa lo irritò
“Perché tu sei nato qui, Anakin, era l’ultimo luogo, dove mi avresti cercato perché su quella palla di sabbia io non ci torno! Ricordi?” chiese, citandolo con quella che si poteva catalogare come nostalgia
“Sì, certo. Avevo la febbre e tu mi hai costretto a mangiare quel brodo orrendo per poi chiedermi del mio pianeta. Perché l’hai fatto?”
“La zuppa o il pianeta?” chiese osservando l’uomo confuso davanti a lui che alternava fasi Sith e fasi Anakin
“Entrambe… credo…” rispose
“La zuppa perché ti avrebbe fatto bene, e il pianeta, perché ti piaceva parlare della palla di sabbia, con i suoi pregi e difetti” rispose con tranquillità appoggiandosi alla spalliera della sedia, mentre la testa cominciava a dolergli, c’era da aspettarselo, ogni volta gli faceva male la testa, il medico diceva che era colpa del calo di ossigeno, ma secondo la sua esperienza era per altro
“Forza va a sdraiarti, che devo riflettere. Dannazione a te Kenobi, riesci a mettermi in difficoltà anche mezzo morto, e non dovresti mettermi in difficoltà” affermò diretto, in teoria doveva entrare uccidere e andarsene, semplice, pulito, efficace,
“Sì e da quando le nostre idee sono semplici, pulite ed efficaci?” questionò subito la vocina; irritato con se stesso, si alzò per uscire, per riflettere con calma senza niente che lo facesse sentire in colpa, più di quanto non si sentiva già, ma vide l’uomo vacillare nel mettersi in piedi e così lo afferrò per le braccia e lo aiutò a fare qui quattro passi che servivano per portarlo a letto, dove lo mollò senza dire una parola, e uscì dalla casa come se fosse entrato nell’iperspazio.
Obi-Wan era perplesso, Anakin o Veder aveva decisamente un comportamento anomalo, forse c’è speranza, ma pensò subito che fosse meglio non illudersi e che poteva trattarsi di una qualche macchinazione per ottenere qualcosa da lui. Si sdraiò sul letto e appoggiò la testa a qualcosa di rettangolare e rigido, prendendo in mano l’oggetto si accorse che era il libro di avventura che stava leggendo il giorno prima e che era sicuro di aver riposto sotto il cuscino, si ritrovò a sorridere
“Ancora ti piace l’avventura a quanto pare” mormorò guardando che il segnalibro era oltre il punto dove era arrivato la sera prima.

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Note dell'Autore
Per questo capitolo non ho note o link esterni da riportare.
Volevo anche dire che non ho beta per cui, gli errore e orrori che trovate sono farina del mio sacco, non sono un genio della scrittura, ma mi piace provare ogni tanto.

Per qualsiasi domanda o altro non esitate a scrivermi.
Grazie a quelli che lasceranno un pensiero, a quelli che leggeranno la storia e sono arrivati in fondo a questo secondo capitolo.

Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare entro il 31 marzo 2018

  
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