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Autore: Spoocky    19/03/2018    1 recensioni
[Parte della challenge natalizia del gruppo Hurt/Comfort Italia - fanfiction & fanart https://www.facebook.com/groups/534054389951425/]
Svenimento - PTSD - Famiglia
Dopo essere stato quasi ucciso da Dean alla fine della 10x22, Castiel rimane traumatizzato al punto che la sua Grazia smette di funzionare.
Dovrà quindi guarire 'alla vecchia maniera' mentre lui e Sam cercano di rimettere insieme i cocci di una famiglia spezzata.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Facciamo un gioco: se ti interessa il Desclaimer vai al Capitolo II.

Avviso: le procedure mediche varie ed eventuali iniziano da qui. 

Buona lettura ^-^


Castiel, pallido e a torso nudo, era steso sul lettino semi reclinato.
Lo avevano coperto con un lenzuolo azzurro fino al diaframma, ma tremava comunque.
Il torace era un ammasso di lividi viola e blu scuro ma Sam sapeva che il peggio era nascosto dal lenzuolo.
Sul fianco destro, il braccio rotto era sollevato da una pila di asciugamani e il drenaggio sporgeva orribilmente dalla sua carne livida.
Il Winchester sentì dolore per lui.
La mascherina per l’ossigeno nascondeva gran parte del volto ma non la sua carnagione cinerea e i cerchi scuri intorno agli occhi, marcati dalle luci piatte che riverberavano sui muri bianchi.
Aveva degli elettrodi sul petto, collegati ad un monitor cardiaco, e diverse flebo collegate ad una presa sul dorso della mano sinistra mentre un’altra nell’avambraccio accoglieva la trasfusione.
Sopra il gomito avevano messo la fascia per la pressione e il saturimetro era sull’indice.
Le palpebre erano semi chiuse e Judy gli asciugava il sudore freddo dalla fronte con una garza.

La donna sentì il giovane entrare nella stanza e si girò verso di lui con un sorriso.
Poi si chinò sul suo paziente e lo chiamò dolcemente: “Ehi, tesoro! C’è qui tuo fratello.”
“Sam?”
“Sì, piccolo. Eccolo lì!”

Mentre Castiel, non senza sforzo, riapriva del tutto gli occhi, Judy lasciò la stanza con un sorriso rassicurante per Sam, che si precipitò immediatamente al capezzale dell’amico.
Il cacciatore prese con delicatezza una mano dell’angelo, cercando di evitare l’ago e tutti i tubicini, e gli appoggiò l’altra sulla testa, tirandogli piano indietro i capelli.

Ci volle un po’ ma Cas finalmente riuscì a mettere a fuoco il viso del cacciatore e si lasciò sprofondare nel lettino imbottito con un sospiro.
Il Winchester sentì il proprio viso distendersi in un caldo sorriso mentre stringeva quelle dita fredde con le sue: “Ehi.”
L’angelo riuscì a fargli il suo tipico mezzo sorriso da sotto la mascherina: “Ehi.”
“Come … come ti senti?”
“Meglio” la stanchezza s’insinuò nella sua voce “Ma ancora … non sento la mia Grazia … mi dispiace.”
“Shh. Non fa niente, Cas. E’ tutto a posto.”
“Tu come stai? E Dean?” tipico di Cas: praticamente in punto di morte si preoccupava solo dei suoi amici, soprattutto di quello che lo aveva ridotto così.
“Io? Sto bene. Non ho ancora sentito niente da Dean ma sono sicuro che sia sano e salvo: starà guidando senza meta per passare il tempo.”
In realtà Sam non aveva la minima idea di dove diavolo fosse il suo sciagurato fratello in quel momento ma non avrebbe avuto senso far preoccupare l’angelo inutilmente: stava già abbastanza male.
Il cacciatore era sicuro che il suo amico non si sarebbe bevuto la scusa che gli aveva propinato ma lui parve accettarla con un cenno del capo prima di abbandonarsi sul cuscino.

Sam gli strinse di nuovo la mano, per attirare la sua attenzione: “Cas, lo so che stanno accadendo molte cose tutte insieme e che probabilmente hai paura e ti senti perso ma voglio che tu lo sappia: io sono qui, ok? Ti resterò accanto fino alla fine. Non sei e non sarai mai solo. Hai capito?”
Castiel annuì e, di nuovo, le lacrime gli inondarono gli occhi: “Sei … un uomo buono … Sam Winchester … sono grato di averti incontrato.”
Il giovane continuò ad accarezzare i capelli dell’angelo sofferente mentre lottava contro le proprie lacrime: “E io sono grato di aver conosciuto te, Cas. Per noi, me e Dean ... sei il migliore amico che abbiamo mai avuto … sei parte della famiglia … sei nostro fratello.”
“Mi dispiace … per tutto, Sam.”
“Shh. Quello che è successo con Dean non è stato colpa tua. Quanto al resto … è tutta acqua passata: hai fatto ammenda. Non c’è niente da perdonare, ok? Non so nemmeno perché stiamo facendo questa conversazione.”
“Perché sto morendo, Sam. Lo … sappiamo entrambi.”
“No. No: sei solo un po’ acciaccato e per qualche motivo la tua Grazia non riesce a guarirti, ma non significa che non ci sia più speranza. Guarda: sta arrivando l’infermiera. Ti opereranno e starai meglio, capisci? Non arrenderti, Cas. Lo supereremo insieme, d’accordo?”
“Ok … va bene.”
“Grande! Perché tu sei tutto quello che mi è rimasto e, come ho detto, fai parte della famiglia. Non ti abbandonerò come tu non abbandoneresti me, capito?”
L’angelo annuì e Sam gli strinse la mano prima di lasciar avvicinare una giovane infermiera con una siringa.

Castiel ricominciò a tremare e il cacciatore continuò ad accarezzargli i capelli, tenendogli una mano sul braccio.
“M-mi sento … strano, Sam. Cosa … cosa sta succedendo?” ansimò.
“Shh, shh. Va tutto bene, Cas. Sta iniettando qualcosa per farti rilassare. Concentrati su di me, capito? Concentrati su di me. Sono qui. Sono qui.”
“S-Sam?”
“Shh. Sono proprio qui, Cas. Tranquillo. Respira e basta, ok? Lascia lavorare la medicina.”

Mentre il team trasferiva l’angelo su una barella ed iniziava a trasportarlo verso il Blocco Operatorio, Sam gli tenne la mano e continuò a guardarlo negli occhi, camminando accanto al lettino finché raggiunsero la Sala Anestesia.

Incredibilmente, gli permisero di restare mentre iniziavano ad iniettare l’anestetico in una delle flebo.
La gola del cacciatore si strinse in uno spasmo quando vide il codice “ASA1 – E1” sulla cartella di Castiel: quelle poche lettere rendevano tutto reale.
Castiel non era davvero in grado di guarirsi e doveva subire un intervento chirurgico.
Alcuni medici lo avrebbero aperto per sistemare qualcosa che normalmente guariva nel giro di pochi secondi.
E non ci voleva un genio per capire che la causa di tale malfunzionamento potesse essere attribuibile allo shock di essere pestato a sangue da Dean, di tutte le persone.

Il cacciatore era sul punto di piangere e aveva chiuso gli occhi quando sentì l’angelo sussurrare qualcosa e si chinò su di lui, preoccupato: “Cosa c’è, Cas?”
“Cosa … cosa mi sta succedendo … S-Sam?”
“Stai per addormentarti, così potranno medicarti e quando ti sveglierai starai molto meglio.”
“Sam … ho paura.”
“Shh.” Sam ricominciò ad accarezzargli i capelli, tranquillizzandolo “shh. Sono qui con te. Fidati di me: starai bene. Sei forte, Cas. Puoi farcela.”
“S-S’m …”
“Shh, shh. Tranquillo, Cas. Sono qui. Guarda me, ok? Sarò qui quando ti sveglierai. Dormi ora. Va tutto bene. Shh, shh, dormi.”

Sam sfiorò la tempia dell’angelo con le labbra, posandogli un bacio leggero sulla fronte mentre i sedativi facevano effetto.
Le iridi azzurre scomparvero dietro le palpebre e la sua mano divenne improvvisamente più pesante in quella del cacciatore.
Mentre Castiel scompariva in sala operatoria, il Winchester sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

Si girò di scatto per trovare Judy, con un espressione comprensiva sul viso: “Hai fatto tutto quello che potevi, ragazzo. Adesso va a casa e riposati un po’. So che vorresti restare ma l’intervento durerà almeno sei ore e tu non aiuterai nessuno autodistruggendoti. Vai a casa: fatti una doccia, mangia e magari dormi un paio d’ore. Poi torna pure con calma: hai tutto il tempo.”
“Che possibilità credete abbia?”
“E’ ferito piuttosto gravemente e la chirurgia è rischiosa nelle sue condizioni. Il dottor Page gli ha dato un 20% e gli altri si sono trovati d’accordo. Mi dispiace tantissimo, Sam!”

Le spalle del giovane crollarono e si coprì gli occhi con una mano per nascondere le lacrime che minacciavano di cadere.
La donna si sporse verso di lui e guidò il suo corpo più alto in un abbraccio.
Con un disperato bisogno di conforto per tutto ciò che stava attraversando, il cacciatore vi si sciolse, ricambiando la stretta con braccia tremanti, e si contorse per appoggiarle la fronte sulla spalla, dove iniziò a piangere silenziosamente.
Sam singhiozzò sommessamente e Judy gli accarezzò la schiena ed i capelli.
Si aggrappò a lei: “Non posso perdere anche lui … è tutta la famiglia che mi rimane!”
“Ti capisco, Sam. Dio sa se ti capisco! Quel ragazzo è un vero angelo.” L’infermiera non poteva neppure immaginare quanto vicina fosse alla verità “Non si è lamentato mentre ci occupavamo di lui, sai? Continuava a chiedere di te e … Dean?”
Il Winchester tirò su con il naso: “L’altro nostro fratello. E’ lontano, nell’Esercito.”
“Oh cielo! Caro Sam! Dev’essere davvero un momento terribile per te!” la donna strinse l’abbraccio con una forza inaspettata e Sam si strinse a lei: era disperato e aveva bisogno di ogni minima scintilla d’affetto, da parte di chiunque.

I singhiozzi pian piano cessarono e il suo respiro rallentò, poi il cacciatore sentì un’altra mano sulla schiena.
Non ci volle molto per capire che era del dottor Page: “Vai a casa, ragazzo. L’équipe migliore dell’ospedale si sta occupando di tuo fratello: se qualcuno può salvarlo, sono loro. Va a casa e riposa per qualche ora, avrà bisogno di te e tu non sarai in grado di aiutare nessuno se anche tu sei sul punto di svenire .”
Il sorriso sembrava strano sul viso del medico, ma era sincero e Sam sapeva di essere al limite dell’esaurimento.
Quindi annuì, ringraziò e lasciò l’ospedale, aveva degli affari importanti da terminare al bunker.

Eccoci.

Da qui in poi le cose migliorano, eh! Per voi, non per Cas, poverino >:-)

 
  
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