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Autore: Lave444    19/03/2018    0 recensioni
Le strade di Ian e Mickey si incrociano nuovamente ma ora è Ian ad avere guai con la legge mentre Mickey è l'agente che segue il suo caso. Come è potuto succedere? riuscirà Mickey ad aiutare il suo ex senza farsi coinvolgere di nuovo?
Questa è la mia idea su come dovrebbe andare la nona stagione della serie
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Non-con, Spoiler!, Tematiche delicate
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L’interrogatorio viene condotto come sempre da Sanchez mentre Mickey resta appoggiato in un angolo della stanza in silenzio ad osservare la scena, è la loro solita strategia, il partner li stordisce con domande a raffica finché non interviene Mickey con domande calme e dirette tanto che il sospettato si sente quasi sollevato di poter finalmente parlare senza essere incalzato e si lascia andare. Il vecchio poliziotto buono e cattivo insomma, e sorprendentemente Mickey è quello buono, ma va bene così, questo gli garantisce di poter parlare il minimo indispensabile. Mai come prima questa soluzione è vantaggiosa per Mickey perché ora, in quella stanza, con quei smeraldi puntati su di lui ha bisogno di tempo per ricomporsi e capire cosa fare.
Dal canto suo Ian non riesce a distogliere lo sguardo da quegli occhi blu cielo dall’altra parte della stanza, quando ha sentito il nome del secondo agente il suo cuore ha mancato un battito, doveva esserci un errore, forse un caso raro di omonimia, ma quando ha alzato lo sguardo ha avuto la conferma di ciò che il suo cuore già sapeva, non esiste al mondo nessun altro Mickey Milkovich, almeno non per lui.
Mentre l’altro agente blatera e urla incessantemente Ian non recepisce neanche una parola perché è concentrato sull’uomo all’angolo della stanza, stessi capelli neri, spalle larghe e pelle biancastra che ricordava ma più lo fissa più si accorge delle differenze dall’uomo che aveva tanto amato (e che ama ancora?): tanto per cominciare è più pallido (ma in Messico non era riuscito a prendere un po’ di sole?!), le sue spalle sono ricurve quasi volesse scomparire e i suoi occhi, ah quegli occhi che spesso rivede nei suoi sogni, sono spenti e senza vita, che cosa gli è successo?
Più di ogni altra cosa Ian vorrebbe alzarsi e fargli milioni di domande come perché sei qui? Come cazzo sei diventato un poliziotto? Come era l’oceano? Che ti è successo? E perché non mi hai detto che eri tornato?  Anche se dell’ultima domanda conosce la risposta..motivo per cui lo vorrebbe abbracciare per poi sussurrargli mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace fino a che il moro non gli creda o fino a quando il rimorso che attanaglia il suo cuore non inizi a dissolversi. Ma non poteva fare nulla di tutto ciò, non solo perché è ammanettato al tavolo e non può letteralmente alzarsi, ma anche perché sa che non è la situazione più adatta per questo confronto e beh forse non merita affatto di averlo.
Mickey improvvisamente decide di farsi avanti e di sedersi davanti all’imputato senza aspettare il segnale dell’altro, sa che Sanchez non ha la minima possibilità di farlo parlare, c’è da scommettere che il roscio non ha ascoltato la minima parola pronunciata dal partner, Sanchez anche se confuso dall’improvviso cambiamento di schema lo lascia fare e si tira indietro, bene perché Mickey vuole risolvere la questione il più presto possibile e andarsene, così fissando l’altro dice una sola parola: “Perché?”
Come se fosse stato pronunciato un incantesimo di abracadabra Ian comincia a raccontare di come ha solo cercato di aiutare un suo “seguace”, un adolescente smarrito che era scappato di casa per il padre che non accetta che il giovane sia gay, della macchina e di tante altre cose, una volta iniziato sembra non volersi fermare ma ora Mickey ha pienamente compreso la situazione, il parlare a macchinetta, il suo incessante sbattere il piede a terra e quelle pupille che anche se ti guardano fisso in realtà impercettibilmente si muovono in tutte le direzioni, come se ogni cellula del suo corpo bramasse il movimento. Mickey riconosce fin troppo bene quei tratti, li ha già visti tanto tempo fa quando cercava disperatamente di ignorarli: “Dovrei fare l’idraulico”; “Nessun Gallagher ha mai imparato a suonare uno strumento musicale”; “Potrei inventare un videogioco”; “Mickey ho risolto il problema dei soldi ho fatto un porno, tranquillo mi ha detto che era pulito”.. già come se il fatto che l’altro fosse pulito rendesse la cosa accettabile, Mickey scuote la testa mentre caccia via quei ricordi e chiede al collega di seguirlo fuori dalla stanza.
“La droga non centra niente in questa faccenda”
“Ma che cavolo dici Milk? Non lo hai visto? Quello è fatto te lo dico io!”
“Primo non chiamarmi Milk, quante cazzo di volte te lo devo dire!? Secondo non è fatto è in uno stato maniacale”
“Maniacale che?”
“E’ un aspetto dell’essere bipolari, se le medicine non funzionano si diventa maniacali, come hai visto nella stanza o depressi a tal punto da non potersi alzare dal letto per giorni interi” Quanto odia sapere queste cose…
“Ah e tu che ne sai che è bipolare? Sei uno psicologo e non me lo hai mai detto?”
“Fottiti, è scritto nel suo fascicolo se solo tu li leggessi ogni tanto” o almeno spera che sia menzionato, non lo ha letto nemmeno lui, ci manca solo che gli facciano delle domande sul perché ha questa intima informazione sul ragazzo, ma per fortuna Sanchez sembra credergli e di non voler indagare oltre.
“Dobbiamo parlare con Russell e far venire un psichiatra per una diagnosi”
Dopo due ore in cui un medico ha visionato Ian e una riunione con tutti gli agenti del caso e un procuratore Mickey è stanchissimo, vorrebbe solo andare a casa e dormire per una settimana, lontano da tutto e tutti, ma ha ancora qualcosa da fare, così esce fuori dalla stazione, prende il cellulare, tentenna per qualche istante con il dito sopra quel nome, non ha proprio voglia di chiamarlo, di affrontare un'altra faccia del passato, non è stata già una giornata lunga e pesante? Non ha già fatto abbastanza? ma procede lo stesso, in fondo sa che se non lo fa non concluderà la faccenda, su, un altro piccolo sforzo e poi non dovrà più averci a che fare, maledetto Gallagher, fa partire la chiamata, tre squilli e..
 “Pronto..”
“Ciao Philip”
 
   
 
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