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Autore: quenya    28/08/2003    13 recensioni
Orgoglio. Sembra non esserci spazio per nient’altro nel cuore di uno spadaccino. Ma orgoglio e amore possono essere le facce di una stessa medaglia, perché nell’equilibrio immutabile dell’universo per una forza che allontana ce n’è un’altra che riunisce…e Zoro e Tashigi impareranno presto che l’altra metà del cuore può riservare molte sorprese.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’altra metà del cuore

by Quenya

 

 

 

Orgoglio. Sembra non esserci spazio per nient’altro nel cuore di uno spadaccino. Ma orgoglio e amore possono essere le facce di una stessa medaglia, perché nell’equilibrio immutabile dell’universo per una forza che allontana ce n’è un’altra che riunisce…e Zoro e Tashigi impareranno presto che l’altra metà del cuore può riservare molte sorprese.

 

 

 

 

Nota dell’Autrice

 

Salve a tutti! < si china di scatto di lato per evitare un pomodoro volante diretto alla sua faccia>

Ok, ragazzi, giù quegli ortaggi, eh? Lo so che è assolutamente scioccante e ardito pubblicare una fic su Zoro e Tashigi, in una sezione prevalentemente Rufy/Nami e Nami/Zoro, ma è stato più forte di me…quando ho visto per la prima volta il personaggio di Tashigi non ho potuto pensare che fosse perfetta per l’affascinante spadaccino. Una ragazza identica alla sua defunta migliore amica (o primo amore), anche lei spadaccina, che in più vuole catturarlo!! Quale spunto migliore di questo?

Vorrei aggiungere delle precisazioni e degli avvertenze, prima di lasciarvi alla fic vera a propria.

Primo, l’ho scritta quando il manga era più o meno al 12 volume, cioè dopo l’episodio di Rougue Town. Quindi significa che Chopper non c’è, Vivi e Nico Robin nemmeno, non hanno i log pose o gli eternal pose e mancano anche un sacco di altri personaggi. L’ho ideata allora e non ho ritenuto giusto ampliarla con i nuovi arrivati, altrimenti sarebbe diventata troppo complessa.

Secondo, per lo stesso motivo sopracitato, ho narrato quasi esclusivamente le vicende di Zoro e Tashigi, con la partecipazione di Nami, lasciando un pochino sullo sfondo gli altri personaggi. Non per cattiveria, ma mi conosco…se metto troppa carne al fuoco, poi finisco che non concludo nulla… quindi mi spiace per gli appassionati dello svolgersi lungo e complesso dei rapporti tra la ciurma, perché qui ce n’è ben poco ^_^

Ok, gli avvertimenti sono finiti, quindi buona lettura! E siate clementi.. :P

 

 

 

Edit novembre 2023:

Ad esattamente 20 anni di distanza da quando l’ho scritta ho riletto questa storia...e mi hanno sanguinato gli occhi. Non tanto per la storia in se’, quanto per la vecchia impaginazione, senza separazione tra i paragrafi! Sarà che dopo vent’anni sono invecchiata io...ma ho sentito il dovere morale di non farvi perdere altri decimi di vista inutilmente e l’ho modificata. Comunque devo dire che, nonostante tutto, trovo questa fic ancora piuttosto godibile. La serie su Netflix – dove non so come hanno trovato il Zoro in carne e ossa più appropriato (E FICO) che potessi immaginare - mi ha fatto rispolverare il mio amore prima per l’affascinante spadaccino e poi per questo pairing: adesso non vedo l’ora di vedere come renderanno Tashigi dal vivo. Smoker si sa già che c’è, speriamo solo che lei non venga tagliata per esigenze di trama…sarebbe un vero peccato perché, anche se Tashigi è un personaggio minore, l’interazione e scontro tra i due spadaccini ha del vero potenziale, soprattutto visto il successo che ha avuto la serie tv dal vero. Incrociamo le dita e aspettiamo!

 

 

 

Capitolo 1

Uno strano rapimento

 

 

 

 

Era una bella giornata, con un sole caldo e intenso ed un cielo privo di nuvole. Decisamente il tipo di giornata che ti faceva venire voglia di stenderti su un prato e goderti un po’ di tranquillità.

Peccato che quell’idiota di Sanji avesse finito tutte le scorte d’olio disponibili sulla nave ed avesse incaricato lui di andare a comprarne dell’altro.

Ne era seguita un’accesa discussione naturalmente, perché lui aveva di meglio da fare che impersonare il mozzo di turno per quello strampalato cuoco…ma d’altra parte non c’era nessun’altro che potesse farlo, perché Nami stava disegnando una mappa e non voleva essere assolutamente disturbata, mentre Rufy stava dormendo come un sasso e tutti sapevano bene che quando dormiva così era impossibile svegliarlo. Restava Usopp, ma quel furbone aveva fiutato il pericolo al volo e si era dileguato, nascondendosi chissà dove nei meandri della nave. Alla fine, dopo una breve ma intensa rissa, si era deciso di affidare la scelta al caso, rappresentato per l’occorrenza da due dadi: il risultato era che adesso lui stava portando sottobraccio un pesante barilotto di olio sotto il sole di mezzogiorno.

Non ho mai avuto fortuna con il gioco d’azzardo, pensò Zoro con un sospiro.

Comunque quella commissione gli aveva almeno dato l’opportunità di farsi una passeggiata con calma sulla terraferma. Da quando erano partiti alla volta del Grande Blu - inseguiti da una variegata schiera di persone tutte decise per vari motivi ad impedirgli quella impresa - avevano fatto scalo in vari porti per fare rifornimento, ma i loro inseguitori erano sempre riusciti a rendere il loro shopping una specie di maratona. Era raro che avesse tempo di guardarsi intorno, occupato com’era a passare a fil di spada le bande di pirati che tentavano di assalirlo o gli uomini della Marina che tentavano di catturarlo…invece quella mattina sembrava tutto tranquillo. Il villaggio di pescatori in cui avevano attraccato era piuttosto piccolo, ma era tenuto molto bene e sembrava godere di una certa prosperità: le strade erano lastricate di pietra e qualche casa aveva un piano superiore. E i bambini che giocavano per strada sembravano tranquilli e fiduciosi proprio come si addiceva ad un villaggio privo di pericoli ed eventi movimentati come quello.

“Roronoa Zoro! Ti dichiaro in arresto!”

Ecco, appunto.

Zoro si fermò in mezzo alla strada e si passò una larga mano sulla faccia. Aveva sentito quella frase un centinaio di volte ormai, e nel novanta per cento dei casi apparteneva sempre alla stessa persona. Una ragazza di non più di diciotto anni, con i capelli corti e gli occhiali sempre sopra la testa, che portava una spada troppo grande per lei e che, disgraziatamente, faceva anche parte della Marina. Una ragazza che aveva giurato di batterlo e catturarlo. L’unica ragazza, forse, con cui Zoro avrebbe preferito non avere niente a che fare.

“Tashigi…” mormorò con un tono misto tra fastidio e rassegnazione “Non potresti lasciarmi fare la spesa in pace una volta ogni tanto?” disse girandosi a guardarla.

Per fortuna era sola e non era accompagnata come al solito da quella specie di energumeno di Smoker e dai suoi soldati; probabilmente loro stavano esplorando il resto dell’isola, mentre lei si era spinta fino al villaggio. Non che la cosa cambiasse la situazione…Tashigi era l’immagine della testardaggine ed avrebbe cercato di catturarlo con o senza l’aiuto dei suoi compagni.

“E per quale motivo? Per darti la possibilità di sfuggirci come hai sempre fatto? La nostra sfida è ancora aperta ed ho intenzione di finirla qui!” disse lei sguainando la spada e mettendosi in posizione d’attacco.

Zoro sospirò. Da quando quel giorno l’aveva battuta, sotto la pioggia battente di Rogue Town, lei aveva cercato in tutti i modi di prendersi la rivincita, attaccandolo insieme ai suoi uomini in ogni dannato villaggio in cui metteva piede. Ogni volta lui, Rufy e gli altri erano riusciti ad evitare lo scontro, dopo averli rapidamente fatto indietreggiare. Non volevano farsi catturare, ma non avevano nessun interesse a scontrarsi con la Marina, quindi la cosa più semplice da fare era evitarli, anche se l’orgoglio guerriero di Zoro si era spesso rivoltato di fronte a quella che considerava in pratica una fuga. Ma, orgoglio a parte, in effetti quella soluzione evitava spargimenti di sangue non necessari.

Però, in quanto spadaccino, capiva perfettamente il desiderio di rivalsa di Tashigi. Lui stesso, quando era stato sconfitto da Drakul Mihawk, aveva giurato di trovarlo e batterlo…e la voglia bruciante che aveva di scontrarsi di nuovo con lui sembrava rendere insostenibile quell’attesa. Anche per lei doveva essere così e quindi non era tanto strano che tentasse di attaccarlo ad ogni occasione. Tuttavia l’atmosfera di quel villaggio era troppo tranquilla e rilassata per spezzarla con il clangore delle armi.

“Senti, capisco il tuo desiderio di risolvere la cosa, ma non potremmo rimandare questa faccenda ad un posto più…”

Niente da fare. Lei era già partita all’attacco ancora prima che lui avesse potuto terminare la frase.

Con un gesto fulmineo Zoro posò il barilotto e sguainò le spade. Aveva cercato di farglielo capire con le buone, ma se era un’altra sconfitta quella che cercava, l’avrebbe accontentata.

La ragazza era tutta protesa in una specie di carica contro di lui. L’urto sarebbe stato notevole e forse lei sperava che il contraccolpo lo danneggiasse…non potendo contare sulla potenza del fendente, a causa della minore forza del braccio femminile, aveva pensato di sopperire a questo con la spinta di tutto il corpo. Ma Zoro sapeva come reggere gli impatti e contrasse tutti i muscoli.

Era quasi arrivata davanti a lui quando, all’improvviso, lei scomparve dalla sua vista.

Temendo un qualche attacco a sopresa o una mossa speciale, Zoro si guardò rapidamente intorno, ma solo quando sentì un pesante tonfo e abbassò gli occhi, capì cos’era successo.

Prima che avesse potuto portare a termine il suo attacco, infatti, Tashigi aveva messo un piede su una corda bagnata e - in nome della sua proverbiale sbadataggine che la portava a sbattere e franare su qualsiasi cosa - era caduta rovinosamente a terra.

A Zoro non rimase altro che osservare, completamente esterrefatto e con le spade sguainate che brillavano sotto il sole, la ragazza totalmente spiaccicata sul pavimento ai suoi piedi.

Dovette ricorrere a tutta la sua buona volontà per non mettersi a ridere.

Con molta calma ripose le spade nel loro fodero. Avrebbe potuto approfittare di quel momento per allontanarsi indisturbato, ma quella dannatissima somiglianza con Kuina, unita al fatto che lui in fondo non era poi così duro come voleva sembrare, non gli permise di voltarle le spalle e andarsene via.

Lei si era tirata su e si era messa a sedere in mezzo alla strada, con la testa abbassata e le mascelle contratte dalla rabbia e dall’imbarazzo. Rinfoderò la spada e la puntò a terra per rialzarsi.

“Avanti, ridi pure…cosa stai aspettando?” mormorò con voce flebile.

Ma Zoro non lo fece. Con un altro sospiro prese di nuovo il barilotto dell’olio sottobraccio, le andò dietro e la osservò.

“Santa pazienza…ma come accidenti è possibile che una spadaccina brava come te sia tanto imbranata?” disse passandole un braccio intorno alla vita e sollevandola da terra.

E’ leggera come una piuma fu il primo pensiero che gli attraversò la mente. Come faceva una ragazza così esile ad avere tanta forza ed energia da affrontare e battere tanti uomini più grossi di lei? Le aveva visto sconfiggere con facilità anche spadaccini ben preparati - a parte lui, naturalmente- e non una volta lei gli aveva dato l’impressione di essere in difficoltà a causa dell’ovvia differenza fisica tra uomo e donna. Quel risultato era certamente merito della sua tecnica che, come aveva potuto constatare personalmente, era davvero eccellente, ma era anche il frutto di una tempra e di un carattere decisamente fuori dal comune. Anche in questo la somiglianza con Kuina era impressionante, ed era proprio questa somiglianza così incredibile con la sua amica d’infanzia, la cosa che infastidiva di più Zoro. Era come se qualcosa dentro di lui lo costringesse ad aiutarla anche contro la sua volontà.

La depose con leggerezza sul terreno, dopo essersi velocemente accertato che si reggesse bene sulle gambe. Non gli era sfuggito il fatto che lei si fosse appoggiata alla spada per rialzarsi… l che significava certamente che aveva una caviglia o un ginocchio dolorante. La ragazza sembrava un po’ stordita, forse per il fatto che non si aspettava quel gesto da lui e Zoro stava per chiedergli se era tutto a posto quando un lampo alla sua destra, verso il fondo della strada, attirò la sua attenzione. Un gruppo di tre persone avvolte da un mantello gli voltarono le spalle come lui si girò a guardarle e Zoro fece un mezzo sorriso di fronte alla stupidità di quella scena: erano chiaramente dei pirati che lo stavano seguendo e che ora facevano finta di niente.

“T-ti ringrazio per l’aiuto, Zoro, ma non credere che questo…” iniziò Tashigi, ma lui senza smettere di guardare verso il gruppetto dei tre uomini, la interruppe.

“No, non credo niente…ma dovremo comunque rimandare. Quelli sono gli uomini di Baghy il Clown” disse indicando con un cenno della testa i tre uomini in fondo alla strada.

“Baghy il Clown? E’ un altro pirata che dovrei arrestare…ha creato un sacco di problemi ultimamente”

“Non ti consiglio di farlo ora…se li conosco bene, quei tizi stanno aspettando il grosso della truppa per venire a farmi la festa. Non avrei problemi in un altro momento, ma non mi va di gettare questo villaggio in un combattimento di massa”

Tashigi lo guardò stranamente, e per un attimo sembrò combattuta su cosa fare. “Uhm, questo lo posso capire…” mormorò, quasi parlando a se stessa. Poi, dopo un breve silenzio, disse:

“In questo caso, allora, devi allontanarti subito. Per questa volta ti lascio andare…ma ricordati che è solo perché non voglio coinvolgere gente innocente” gli voltò le spalle e portò una mano all’elsa della spada. “Muoviti, li trattengo io” aggiunse poi.

A Zoro saltarono i nervi.

“Ma che diavolo stai dicendo? Quelli ti conoscono! Sanno che sei della Marina e, al contrario di me, non si farebbero troppi problemi ad attaccarti da sola, pur di togliersi dalle scatole un ufficiale che li sta inseguendo!” disse prendendola per un braccio. Lei si girò e lo guardò con irritazione.

“Senti, questo è il mio lavoro…e poi piantala di considerarmi una buona a nulla solo perché sono una donna e tu mi hai battuto!” disse, un po’ seccata.

“Ancora con questa storia? Quante volte devo ripetertelo che questa faccenda non c’entra niente? E poi cosa mi dici della tua caviglia?”

Un lampo di sorpresa passò negli occhi di lei, ma fu subito offuscato da uno sguardo risoluto.

“Ti ringrazio dell’interessamento, ma ti ho detto che posso gestire la cosa. Non sono diventata Sergente Maggiore solo per aver fatto gli occhi dolci a qualcuno” disse voltandosi di nuovo verso il gruppetto.

Zoro guardò nella stessa direzione e vide che altri uomini si stavano aggiungendo al trio: la loro accesa ‘conversazione’ evidentemente li aveva convinti ad approfittare di quel momento di distrazione. Non avevano molto tempo prima che gli arrivassero addosso e con Tashigi in quelle condizioni sarebbe stato un po’ complicato anche per lui fronteggiarli da solo. Rimaneva il solito piano di azione: una rapida fuga.

Anche stavolta.

Zoro imprecò a denti stretti. Con un rapido movimento lanciò il barilotto dell’olio a Tashigi, che di riflesso lo prese al volo, e poi, approfittando della sua confusione, la prese in braccio e iniziò a correre verso la piccola baia dove avevano attraccato.

“Cos…cosa accidenti stai facendo?!?” esclamò lei, dopo i primi attimi di sbalordito silenzio.

“Ti sto salvando la pelle, ecco che sto facendo! Se aspettavamo un altro po’ ci saremmo trovati accerchiati. Tu non puoi correre e io non volevo coinvolgere la gente del paese. Secondo te che cos’altro potevo fare?” rispose lui, fermandosi un attimo a riprendere fiato. Un’occhiata alle spalle lo convinse a ripartire di nuovo. Gli uomini di Baghy erano vicini e lui non poteva neanche farli fuori al volo, a causa della ragazza che teneva tra le braccia.

Dio solo sa perché diavolo mi ficco in queste situazioni per aiutarla, pensò.

La nave ora era vicina e Zoro vide Usopp fare la guardia sulla torretta.

“Rufy! Sanji! Tirate giù la passerella e poi state pronti a partire! Ho gli uomini di Baghy alle calcagna!” urlò da lontano.

I suoi amici capirono la volo la situazione e fecero subito quello che gli aveva detto. Prima però che potesse mettere piede sulla tavola che serviva a salire sulla nave, Tashigi si agitò tra le sue braccia.

“Ehi, aspetta! Che vuoi fare? Non puoi mica portarmi sulla nave insieme a te!! Ti rendi conto che sarebbe un rapimento di pubblico ufficiale? Mettimi giù!!”

“Io lo chiamerei più ‘salvataggio’, ma se vuoi restare in compagnia della banda al completo di quell’idiota, ti puoi anche accomodare!” fece Zoro con un sorrisino sarcastico.

L’occhiata che Tashigi lanciò al di sopra delle spalle di Zoro, fu sufficiente a smorzare ogni sua protesta. I membri della banda del clown si erano radunati da ogni parte dell’isola e adesso li stavano inseguendo in una formazione compatta.

Zoro salì rapidamente sulla nave e dopo aver posato a terra Tashigi, aiutò Sanji a tirare su la tavola. Nel frattempo Rufy stava controllando la situazione ed aveva deciso di accogliere con un bel ‘gom-gom lancia’ gli uomini più vicini alla nave. In breve riuscirono ad allontanarsi dalla costa dell’isola, lasciando gli altri pirati a cercare inutilmente di raggiungere la loro nave per inseguirli.

“Wow, avevi radunato proprio una gran folla Zoro! Che hai fatto per avere un seguito così vasto?” chiese Rufy con il suo eterno sorriso sulle labbra.

“Hanno fatto tutto loro. Lo sai come sono gli uomini di Baghy…” rispose distrattamente Zoro, osservando Sanji che guardava con gli occhi a cuore Tashigi.

“E questa bella signorina da dove sbuca? Accidenti, Zoro…ti mando a comprare dell’olio e mi torni con una bellissima ragazza tra le braccia! Dovrei mandarti a fare la spesa più spesso…” disse prendendo una mano della ragazza e facendole un elegante baciamano.

Un colpo ben assestato sulla testa, però, gli rovinò la bella scena di seduzione.

“Idiota, non vedi che è ancora un po’ scombussolata? Non peggiorare la situazione con le tue appiccicose anvancés!”

A parlare era stata Nami e quando Sanji si girò verso di lei, gli occhi a cuore gli rispuntarono sul viso.

“Nami, fiorellino mio, non sapevo che fossi così gelosa! Ma non devi preoccuparti…anche se faccio complimenti alle altre, ci sei solo tu nel mio cuore” disse prendendole una mano e portandosela al petto.

Nami diventò di brace. “M-ma cosa accidenti stai dicendo? Perché mai dovrei essere gelosa di te?” ribattè liberandosi dall’abbraccio con una rapida mossa. “Piuttosto…ma tu non sei il braccio destro di Smoker? Quella spadaccina che insegue Zoro da quando siamo partiti da Rogue Town?” chiese, guardando l’altra ragazza con un’epressione un po’ perplessa.

“Ma certo, ecco dove l’avevo vista!” esclamò Rufy, battendo una mano sul suo pugno di gomma. Il suo sorriso si allargò, mentre incrociava le braccia dietro la testa. “Allora, come mai sei qui? Hai deciso di unirti a noi?”

“NO!!” fece Tashigi, ritrovando d’un tratto la voce e riuscendo finalmente a parlare dopo il fuoco di fila delle chiacchere dei suoi presunti rapitori. Quando l’attenzione di tutti si concentrò su di lei, fece un sospiro e cominciò a parlare.

“Vi ringrazio per l’aiuto, ma come sapete sono un Segente Maggiore della Marina agli ordini del Capitano Smoker e non potrei mai tradirlo per schierarmi con il nemico. Anche se voi mi sembrate molto più innocui dei soliti pirati, non posso comunque ignorare che avete tutti una taglia sulla vostra testa…e che il mio lavoro è quello di catturarvi. Data la situazione non posso fare molto, ma non posso neanche fare finta di niente e lasciarvi credere che sono dalla vostra parte…quindi vorrei che mi consideraste una prigioniera, dato che è colpa mia se sono finita in questa situazione” disse, incrociando le braccia al termine del suo discorso.

Seguì un profondo silenzio. Tutti i componenti della banda si guardarono, un po’ stupiti, un po’ confusi da una dichiarazione del genere. Alla fine gli occhi di tutti si puntarono quasi involontariamente su Rufy il quale, dopo circa dieci minuti di espressione seria, tornò di nuovo a sorridere come se non fosse successo nulla.

“Bè, se la metti così, non ti forzeremo…ma almeno permettici di considerarti un’ospite più che una prigioniera! Poi al prossimo porto ti lasceremo andare e potremo ricominciare a giocare a guardie e ladri” disse con la sua solita allegria.

Un grosso gocciolone di sudore apparve sulla testa di Tashigi, di fronte a quella che sembrava una mezza presa in giro del suo lavoro. Sembrava proprio che il fatto di avere Smoker, più un centinaio di uomini della Marina alle costole, non lo impensierisse affatto. Gli altri però avevano accolto quella decisione con tranquillità e non apparivano affatto stupiti di come Rufy avesse liquidato facilmente la cosa. Dato che Tashigi non aveva obiettato, la proposta di considerarla un’ospite era stata automaticamente accettata ed ogni membro della banda era tornato alle sue solite attività.

Agli occhi della marine - avvezza alla rigida disciplina militare - però, la scena aveva assunto un significato diverso. Era perfettamente chiaro che l’autorità di Rufy non sarebbe stata mai messa in discussione e lei sbattè per un attimo gli occhi per la sorpresa. Quel ragazzo dal cappello di paglia e dall’aria ingenua e scanzonata - forse anche troppo - aveva ottenuto quel rispetto e quella fedeltà che soltanto i capitani più anziani o più esperti riuscivano ad ottenere. Com’era possibile?

Nami le si avvicinò con un sorriso, distrendola dai suoi pensieri.

“Ciao, io sono Nami. Immagino che mi conoscerai già di fama…non so se ti va di stringere amicizia con una pirata, ma per il momento credo di essere l’unica persona un po’ più ragionevole disponibile in mezzo a questo branco di pazzi” disse guardando in direzione del gruppo di ragazzi. A dispetto delle sue parole, quello sguardo indicava un notevole affetto.

“E poi, visto che dovrai restare con noi per un po’, non è male avere finalmente la compagnia di un’altra ragazza!” aggiunse poi ridendo e lei, senza volerlo, le sorrise di rimando.

Tashigi sapeva benissimo che quella era una situazione pericolosa e che forse avrebbe potuto essere un’occasione inaspettata per osservare da vicino i movimenti dei pirati che avrebbe dovuto arrestare, ma c’era qualcosa nel sorriso aperto di quella ragazza, nello sguardo tranquillo del capitano e nell’allegro bisticciare di Roronoa con il tizio dai capelli biondi e dal curioso sopracciglio a ricciolo, che non le permise di valutare l’idea di agire come spia. Non era il tipo, non lo sarebbe mai stato. D’altra parte non poteva nemmeno fuggire a nuoto ed avventurarsi con una scialuppa in mare aperto…poteva significare una morte certa. Quindi avrebbe aspettato. Ed al primo porto avrebbe riferito a Smoker la loro posizione.

“Bè in effetti non dovrei ma…data la situazione non credo che sia evitabile. Mi chiamo Tashigi” disse stringendo la mano a Nami .

“Ciao, Tashigi. Non posso dirti ‘benvenuta’, visto il discorso che hai fatto e il modo avventuroso con cui sei arrivata, ma…a proposito, come hai fatto a conciarti così?” chiese gettando un’occhiata alla caviglia gonfia dell’altra ragazza. Lei abbassò gli occhi.

“In realtà stavo per scontrarmi di nuovo con Zoro quando…ehm…sono sciv…”

“Ha avuto un piccolo incidente e gli uomini di Baghy che mi stavano seguendo hanno deciso di approfittarne” tagliò corto Zoro, passando vicino alle due ragazze con un fascio di corde in mano ed allontanandosi subito dopo, come se non avesse detto nulla.

“Ah…davvero?” disse Nami, girandosi a guardarlo con un’espressione strana e leggermente divertita. Non sapeva che Zoro avesse un udito così fino da sentire la loro conversazione da una sponda all’altra della nave.

“E così l’hai salvata da quell’orda di pirati inferociti, nonostante fosse una tua nemica? Non credevo fossi così galante, Zoro!” rise Nami, lanciando una frecciatina al ragazzo, che continuò ad arrotolare le corde, senza scomporsi.

Tashigi sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi si fermò e si mordicchiò nervosamente un labbro. A Nami non sfuggì l’occhiata nervosa che lanciò alla schiena di Zoro e decise che voleva assolutamente saperne di più.

“Forza, vieni con me. Dobbiamo sistemare quella caviglia prima che peggiori” disse prendendo la nuova arrivata per una mano e tirandosela letteralmente dietro.

“Ma…aspetta. C’è una cosa che…” provò a protestare Tashigi, gettandosi occhiate alle spalle.

“Potrai farlo dopo. La nave è piccola e le giornate in mare possono essere incredibilmente lunghe e noiose…intanto ci sono alcune cosette che vorrei sapere…”

 

  
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