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Autore: Anown    20/03/2018    0 recensioni
Tutto cominciò il giorno in cui Morishige si ritrovò, controvoglia, a passare il pomeriggio in un parco, il bambino sperava almeno di poter stare tranquillo per conto proprio... ma una piccola ragazza infernale aveva altri piani...
Diciamo che mi piace usare personaggi piccoli e farli comportare in modo strano... forse è il mio punto di vista sui bambini ad essere strano...
Questa volta farò dei capitoli più brevi, se vi va di passare e lasciarmi un parere mi fa molto piacere.
Spero che la storia possa piacere a qualcuno, mi scuso per gli eventuali errori.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masato Fukuroi, Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sachiko Shinozaki, Sakutaro Morishige
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La bambina smarrita.


-Quindi ti sei persa... come? - le domandò Morishige cercando di decifrare le parole singhiozzate della bambina.
-Tornando da scuola stavo facendo la strada con delle mie amiche e hanno deciso di tagliare per il parco e rimanere un po'. - gli spiegò calmandosi. -I-io mi vergognavo a dire di non conoscere la zona così le ho seguite cercando comunque di orientarmi… c-credevo di esserci riuscita! Infatti sono rimasta qui un po’ con loro, poi se ne sono andate e me ne stavo andando anche io, ma sono stata chiamata da quella tua strana amica... - Morishige sospirò, lo sapeva da quando gli era comparsa davanti che quella piccola peste dai capelli arricciati sarebbe stata una fonte di guai. -Poi non avevo molta fretta così ho deciso di rimanere con te, ma ora mi sono accorta di essermi completamente scordata di come tornare sulla strada per casa mia! - singhiozzò inconsolabile. -O-ora c-come faccio?! -
-Non puoi telefonare ai tuoi? - Morishige si pentì subito, se avesse auto un modo per farlo probabilmente ci avrebbe già pensato… la bambina, infatti, scosse la testa e tirò fuori dalla tasca un vecchio cellulare.
-Ho scordato di metterlo a caricare... s-sono proprio un impiastro... - disse asciugandosi il naso. -E non conosco nemmeno il nome della via che devo prendere... - divenne completamente rossa dalla vergogna... -Non posso nemmeno chiedere indicazioni! Come ho potuto cacciarmi in questo guaio? E' ridicolo! - Morishige sospirò di nuovo e cominciò a riflettere… -S-scusa… se ti ho coinvolto in questo pasticcio… - sussurrò a fatica.
-Ma no... nemmeno io conosco molto a parte la via per tornare a casa e di non caricare i cellulari capita a tutti, potrebbe succedere anche a me qualcosa del genere... - le spiegò tranquillizzandola. “Però io non prenderei mai una via sapendo di non conoscerla solo per seguire altri bambini...” -C’è un panificio qui vicino, magari possiamo comprare qualcosa e chiedere se hanno un telefono da farci usare per chiamare a casa tua. - propose. Per un attimo la bambina sorrise… poi però tornò a singhiozzare.
-N-non ricordo nemmeno il numero... - ammise ancora più imbarazzata.
-Ma magari hanno un carica batterie. - concluse e cercò di far alzare la bambina per accompagnarla.
-M-ma sei sicuro che così non disturbiamo troppo?! - singhiozzò intimidita. Morishige era un po’ perplesso, Mayu sembrava farsi un sacco di problemi inutili...
-L'alternativa è aspettare che i tuoi genitori si preoccupino non vedendoti tornare e chiamino la polizia per cercarti… - rispose molto calmo. La bambina sbiancò e capì di non avere altra scelta se non seguirlo.
Fu Morishige a dover spiegare la situazione, Mayu sembrava troppo spaventata e imbarazzata per farlo, ma anziché seccare la signorina alla cassa, la cosa sembrò intenerirla e renderla più incline a collaborare… complice forse l’aura infantile e indifesa di Mayu… “Forse se cercassi di comportarmi anche io in questo modo quando mi perdo, gli adulti sarebbero molto più apprensivi e disposti ad aiutarmi quando glielo chiedo… forse è l’essere troppo freddo a renderli così curiosi e sospettosi nei miei confronti…” sospirò il bambino. Mayu sembrò ancora più a disagio quando si rese conto di aver finito pure il credito e di dover dettare il numero per far chiamare a sua madre dalla signorina. “O forse è questa tizia ad essere particolarmente disponibile...”
Quando ebbero finito Mayu cercò… di stritolarlo? “Ma che l’è preso?!”
-Grazie! - gridò a pieni polmoni abbracciando un Morishige molto sorpreso. -Non so davvero cosa avrei fatto senza di te! -
-Che avrei dovuto fare... nessuno al mio posto ti avrebbe lasciata sola, no? - disse ancora un po' disorientato dall'improvvisa allegria della bambina.
-Ti ho dato fastidio? - domandò preoccupata.
-No. - rispose e le sorrise leggermente. -Non avevo di meglio da fare comunque. -
-Allora… ti andrebbe di rimanere con me finché mia madre non viene a prendermi? - gli domandò un po’ nervosa. Il bambino accettò e dimenticandosi della situazione di Mitsuki e delle altalene i due andarono proprio in quella zona dove trovarono la bambina intenta in una lotta all’ultimo sangue con un bambino dai capelli scuri e… un po’ dietro Mitsuki, sotto uno scivolo, c’era un bambino legato con una corda…
-Ma... ma che diamine...? - disse incredulo il bambino.
-Ed ora... che facciamo? -
-Niente... lasciamoli fare... -
-Sicuro che non dovremmo chiamare qualcuno? -
-Stanno solo giocando... non si faranno veramente del male... -
-Se lo dici tu... - la bambina si sedette sull'altalena, continuando a guardare i due contendenti... dopo un po' cominciò a spingersi. Poi guardò Morishige che rimaneva in piedi osservandola. -Perchè non vieni anche tu? - il bambino si avvicinò e si sedette nell’altalena accanto, ma rimase fermo… -Non ti sai spingere da solo? - domandò stupita. Il bambino scosse la testa infastidito. -Ma… hai anche tu otto anni, no? -
-Già… ma non è obbligatori saper andare sull’altalena, no? - la bambina sorrise entusiasta e scese.
-Tranquillo ti spingo io! -
-No, non c'è bisogno… - ribattè imbarazzato, ma la bambina gli diede due spinte poi si tornò sulla sua altalena.
-Dei fare così con le gambe. - gli spiegò muovendo le gambe avanti e indietro ordinatamente. -O se vuoi posso spingerti ancora. - propose con un ampio sorriso.
-No, no... - Morishige cercò di imitarla, dopo un po’ riuscì a prendere il ritmo giusto.
-...Sicuro che non dovremmo fermarli? - gli domandò preoccupata osservando Mitsuki e Kizami che si tiravano con forza i capelli.
-Si, tranquilla... si stancheranno... -
-...Ok. - Dopo un po' venne una ragazza più grande, afferrò sia Mitsuki che Kizami per le orecchie e cominciò a sgridarli.
-Meno male... - sospirò Mayu. La ragazza se ne andò portando via Kizami. Mitsuki si diresse verso le altalene soddisfatta.
-E alla fine ho vint... - poi si accorse dei due bambini sull'altalena. -E... voi da dove siete spuntati...? -
-Fra i due litiganti il terzo gode... tu e quello eravate troppo occupati per accorgervi che le altalene vi era state fregale da sotto il naso...-spiegò Morishige.
-Ma se le altalene erano due perché vi siete scontrati in quel modo? -
-L-lasciamo perdere che è meglio... - disse esausta Mitsuki.
-Come lasciamo perdere?! Qualcuno mi sleghi! - urlò agitato il bambino sotto lo scivolo.
-Ah giusto! - ridacchiò Mitsuki -Mi stavo proprio scordando di te! -
-Eh?! - il bambino era nervosissimo e sembrava volersene andare il prima possibile, ma Mitsuki lo intrattenne con la scusa che si era sporcato tutto di terra e cominciò a scrollarlo e sfregarlo poco delicatamente… forse era un modo per scusarsi “O forse vuole solo continuare a divertirsi alle sue spalle… poveretto...” pensò Morishige.
-Ma quand'è l’ultima volta che hai pulito gli occhiali? - ridacchiò temporeggiando la bambina e glieli levò per dargli un occhiata.
-Ridameli! - Fukuroi si mise quasi a piagnucolare, Mitsuki ne fu abbastanza infastidita.
-Beh... non... non pensavo di spaventarti così… - rispose presa alla sprovvista. “Magari se lo racconta a sua madre finirai nei guai...” pensò divertito Morishige mentre Mayu lo osservava sforzandosi  di capire cosa stesse pensando e da cosa dipendesse il suo buon umore…
-Non sono spaventato! Sono solo nervoso ed esausto! - protestò nuovamente.
-Va bene... a domani allora. - gli restituì gli occhiali e un po’ per scusarsi un po’ per fare un esperimento gli diede un bacio sulla guancia. -Ecco… - il bambino rimase paralizzato per poi emettere uno strano stridio, indietreggiò bruscamente finendo per inciampare… poi cominciò a balbettare confuso.
-Scema... - commentò Morishige.
-Che?! - esclamò arrabbiata lei
-P-prenditi le tue responsabilità! - disse Fukuroi… poi scappò…
-Ma che gli è preso? Non capisco... - si chiese nervosa Mitsuki
-Credo che voglia denunciarti per averlo legato... - spiegò Morishige -Non ho avvocati da presentarti, mi dispiace... più o meno. -
-Forse intende che devi prenderti la responsabilità di averlo baciato sposandolo… sai, un matrimonio riparatore... - suggerì imbarazzata Mayu. Mitsuki rabbrividì e si voltò verso Morishige.
-C-credo che abbia ragione tu, Sakutaro... -
-In realtà Mayu potrebbe esserci andata vicina, magari è vittima della sindrome di Stoccolma e si è innamorato di te… poveretto, che sfortuna. -
-Matrimonio riparatore... Sindrome di Stoccolma... ma che razza di bambini siete?! -
-Non ero io a girovagare per il parco alla ricerca di un commilitone... - gli fece subdolamente notare il bambino...
-Touchè… emh...- poi Mitsuki cominciò senza un motivo apparente a guardare Morishige… -Per caso... tua madre sembra la tua versione adulta femminile? Intendo... vi somigliate? - domandò lei.
-...M-ma cosa? - cominciò a balbettare il bambino, poi si sentì picchiettare sulla spalla e si girò. -Ah… ciao, mamma… - disse imbarazzato e senza troppo entusiasmo, poi si sentì ancora più a disagio notando la curiosità con cui la donna osservava le due bambine.
-Emh... voi siete sue amiche? - domandò lei, Morishige si allontanò velocemente.
-Io sto andando, ciao... - disse ad alta voce sperando che la madre lo seguisse e evitasse di fare domande alle due bimbette.
 -Mi sembra che sia andata bene... no? - disse la donna raggiungendolo, lui si limitò a guardare verso il basso.
-Si... - mormorò incerto. La donna provò ad avvicinarlo con la mano… poi ci rinunciò…

Camminando per i corridoi della scuola, Mitsuki si ritrovò davanti un viso tutto arrossato…
-C-ciao... - era il bambino che aveva legato il giorno prima.
-Ciao... -
-S-senti... dimentica ciò che ti ho detto ieri! Per favore… - disse fra un balbettio e l’altro.
-Dimenticare cosa? - rispose con una smorfia -Tranquillo... è come se non mi avessi detto nulla… - precisò sospirando avendo notato l’espressione perplessa dell’altro. Fukuroi sembrò un po’ più a suo agio.
-Sono quasi le otto, dovreste entrare in aula... - disse l'insegnate con tono severo sporgendosi dalla porta della classe. -Ah... vedo che hai già conosciuto la capoclasse. - “Capo classe? Quando...” si chiese il bambino, poi guardò la bambina davanti a sé e rimase scioccato…
-C-cosa c'è…? - Mitsuki sbuffò e entrò. Fukuroi la seguì ancora un po’ stordito.

Fukuroi passò gran parte della ricreazione a guardare Mitsuki con sospetto. “Capo classe… capo classe… Quella? Com’è possibile?!” a quanto pare non c’erano errori, anche in aula tutti le avevano affibbiato quel ruolo.
-La stai guardando da troppo tempo... - gli disse un po' infastidito Kurosaki durante la ricreazione, Fukuroi si era posizionato nel banco di fronte al suo. -Ok... è carina… ma non mi sembra proprio il caso, non è che potresti concentrarti su qualcun’altra, per favore? -
-Carina? - ripetè dubbioso, poi scosse la tessa infastidito. -Non è questo il problema! Insomma… lei sarebbe la capoclasse? Mitsuki detta il mastino infernale?! - esclamò incredulo.
-E' ragazza infernale. - gli disse una voce femminile alle spalle. Nonostante sembrasse piuttosto calma nel correggerlo, al ragazzo si rizzarono i capelli in testa. -Sul serio, dove sta il problema? - domandò proprio Mitsuki tenendo le braccia conserte.
-N-non c'è nessun problema… ma… non ti ci vedevo… Non sembri un tipo molto paziente. - le rispose facendosi coraggio.
-Solo perché so come farmi rispettare? -
-Ah, mastino... in effetti quei codini sembrano le orecchie di un cocker... - ridacchiò, a voce troppo alta, qualcuno alle sue spalle, lei si girò minacciosa.
-Da quando mastino e cocker sono la stessa cosa? - domandò gelida, il bambino si zittì… -Dicevo, solo perché so farmi rispettare, posso avere modi di fare poco ortodossi e non ho l’aria da secchiona devota alle regole come te non vuol dire che non sia adatta a questo compito. Anzi, se non mettessi paura non potrei tenere le cose sotto controllo. -
-...Suppongo sia così. - rispose il ragazzo evitando il suo sguardo.
-Quindi, per qualunque perplessità, rivolgiti pure alla tua amichevole capoclasse. - sorrise minacciosamente e uscì fuori.
-L'avevi scambiata per una piccola teppista? - ridacchiò Kurosaki dandogli una pacca sulla spalla. Fukuroi sembrava un po’ frustrato. -Dai… capisco che non ti abbia fatto una grande prima impressione, ma… ti assicura che sa essere molto gentile. - Fukuroi gli rivolse un sorriso forzato, non voleva non fidarsi del compagno, ma non era affatto fiducioso riguardo alla sua opinione su Mitsuki…

Non riusciva a crederci, ma la madre era di nuovo riuscita a costringerlo ad andare al parco...
Il bambino si sedette annoiato e sperò perlomeno di passare un pomeriggio tranquillo… ma dopo un po’, guardandosi intorno vide una bambina girare per il parco con l’aria di una persona intenta a cercare qualcuno o qualcosa… la squadrò incuriosito… era di nuovo la bambina con i codini alti… “Non si sarà persa di nuovo?”
Poi guardò sorpresa verso di lui e si avvicinò cauta.
-Ciao... emh... e... - dopo aver salutato normalmente sembrò andare nel panico… - Shig… Shi… Shige…? - cominciò a balbettare a voce bassa. Il bambino sorrise leggermente.
-Almeno hai azzeccato qualche sillaba... io non ne ricordo nessuna né del tuo nome né del tuo cognome. - rispose con molta sincerità. Mayu sembrò molto meno a disagio…
 -Meno male... - sospirò “Eh? Ma non è una bella cosa!” si accorse improvvisamente. -Comunque ho azzeccato… ti chiami Shig qualcosa, quindi? -
-Sakutaro Morishige... - E anche lei si dovette ripresentare alla fine. -Comunque, stavi cercando qualcosa? - Lei sembrò allarmarsi.
 -No, nulla! T-tranquillo... Stavo solo... cercando delle mie amiche. -
-Vuoi che ti aiuti? - domandò cortesemente.
-Eh? Ma no, non c'è ne più bisogno… - Morishige sembrava un po’ dubbioso…
 -Non è che l’amica che cercavi sono io? - riflettè ad alta voce indicandosi. La bambina si fece paonazza.
-E... ecco... -
"Ma cos'ha... è un po’ strana...” pensò sentendosi a disagio “Forse per alcuni bambini è più imbarazzante parlare con altri di genere diverso… eppure la scorsa volta mi era sembrata normale...”
-…Quindi ci verresti? -
-...Eh? - "Deve aver detto qualcosa mentre non ascoltavo..."
-Dicevo, se uno di questi giorni ti andrebbe di studiare a casa mia... - domandò timidamente. Morishige rimase un po’ turbato e ci mise del tempo per rispondere.
-Ehm... non so se mia madre me lo permetterebbe... - rispose grattandosi la nuca. La bambina sembrò intristirsi un po’.
-Capisco... tu prova a chiederglielo comunque... sai, mi piacerebbe sdebitarmi per l'aiuto dell'altra volta. -
-E invitarmi a studiare da te ti aiuterebbe a farlo? - domandò perplesso -Comunque… ok… chiederò, poi ti farò sapere. - e si voltò per andarsene. “Tanto non ho modo per contattarla.” pensò “Non che mi abbia fatto qualcosa o che mi stia antipatica, ma… no, proprio non mi va...”
-Aspetta! - lo chiamò Mayu. -Dobbiamo scambiarci i numeri, altrimenti non possiamo comunicare!-
-Ah... non ci avevo fatto caso... - mentì, si sentiva quasi in colpa...
-Grazie, ciao! - disse felice la bambina dopo aver fatto tutto... era proprio una strana bambina. "Ma tanto la mamma non vorrà che ci vada..." pensò fiducioso.
Giorni dopo si presentò per studiare a casa di Mayu e le cose erano anche peggiori del previsto… oltre a Mayu c’erano un bambino e una bambina!

Appunti:
-In realtà perché avvenga un matrimonio riparatore (da noi avveniva fino agli anni sessanta, non so se esistono posti in cui accade ancora qualcosa di simile e non so neanche se erano presenti usanze di questo tipo fuori dall’Europa, ma essendo questa una fanfiction di un’italiana e non potendo essere corretta al cento per cento sul contesto d’origine dei personaggi chiedo di poter utilizzare comunque questi riferimenti improbabili per diciamo… licenza creativa…? ) c’è bisogno che i due abbiano consumato (indipendentemente dal fatto che si sia trattato di un rapporto consensuale o meno) non basta un bacio, ma Mayu è una bambina, non ha chiare parecchie cose infatti il fatto che, a grandi linee, pensi di sapere cosa sia un matrimonio riparato dipende probabilmente dall’aver sentito nominare di sfuggita il concetto alla televisione, magari in un film storico.
-La vicenda di Mayu che si perde è vagamente ispirata a una cosa che mi successe veramente quando ero piccola, ero molto nervosa ma non mi comportai in modo così spaventato in realtà e non ebbi bisogno di spinte per decidere il da farsi.

Se vi andasse di lasciarmi una recensione ne sarei felice, ritengo che i pareri esterni siano utili e importanti. Ciao, ciaaao!
  
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