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Autore: _Cthylla_    21/03/2018    4 recensioni
[Lettura consigliata soltanto a coloro che conoscono "Ombre"]
Cosa accadrebbe se, per disgrazia, un certo Dio della Distruzione facesse la conoscenza di una certa "insolente piccola shadowjin" il cui modo di essere non è stato minimamente cambiato dal matrimonio?
Dal testo:
"Quando Freezer chiuse la comunicazione e si voltò verso la sua famiglia, vide re Cold con la testa tra le mani e Cooler intento a fissare i bicchieri di vino con aria assente, ripetendo di continuo “sapevo che The Walking Dead dovevo finire di vederlo ieri, lo sapevo!”.
La sola che non sembrava sentirsi condannata a morte a prescindere era regina Ice, la quale incrociò le braccia davanti al petto con fare serio. «Servono tre ore di viaggio da qui a Pianeta Freezer N.1, se Lord Beerus è già sul posto è inutile che tu parta. Zoisite dovrà gestire la situazione da sola, questo è quanto».
«Non ce la può fare, non senza farci ammazzare tutti» sentenziò Freezer. "
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Freezer, Lord Bills, Nuovo personaggio, Whis
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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Signore e signori, buonasera!
Prima di inabissarvi nelle assurdità di questo capitolo, vi lascio qualche link.

I primi due sono delle canzoni presenti nel capitolo (anche se una di esse viene solo "citata"):
- https://www.youtube.com/watch?v=L_5LKC_XCaM
- https://www.youtube.com/watch?v=IYisdoABMTk

Questo invece... un consiglio: dura letteralmente un minuto, guardatelo :'D
- https://www.youtube.com/watch?v=D-UmfqFjpl0

Detto questo... niente, buona lettura :'D





= Trutiorum Reditus =

(Il ritorno dei truzzi)

Parte 1










«Sono quasi le dieci di sera e siamo ancora tutti vivi…»

La tensione continua di quella giornata, sommata a quella della precedente, aveva stancato Freezer molto più di quanto avrebbe potuto fare una sessione di durissimo allenamento. Non che lui avesse idea di quanto fosse stancante fare esercizio fisico, ovviamente: al di là del fatto che possedeva di suo un’enorme potenza, faticare come uno qualunque dei suoi guerrieri sarebbe stato indecoroso…
Quello però era solo un dettaglio. La sua preoccupazione maggiore al momento aveva fattezze feline e un nome che iniziava con la lettera “B”.

«“L’aaaaria s’incendiò! Eeeee poi… SILEEEEENZIO! E gli avvoltoi sulle case, sopra la ci-ttà! Senza pietà!”»

Zoisite fece un sospiro. «Sei sicuro che la distruzione non sia preferibile a questo stonaticcio? Io no! Ha le orecchie grosse ma quando canta non si ascolta».

«Guarda che ti ho sentita!» esclamò Lord Beerus, distogliendo per un attimo l’attenzione dalla maratona di episodi di “Hokuto No Ken” iniziata circa un’ora prima «Per la cronaca, trovo che quel che hai detto dimostri mancanza di rispetto nei miei confronti».

«La verità è quella che è. Se non le piace, impari a cantare!»

«Zoisite! Silenzio!» le intimò Freezer «Abbiamo passato una giornata tranquilla, evitiamo di rovinarla».

«Sì, Freezer, e ricordami un po’a chi la dobbiamo, questa giornata tranquilla!»

Freezer le lanciò un’occhiataccia. Aveva dormito ben poco la notte prima, cercando di programmare attività varie per intrattenere il Dio della Distruzione nel corso della giornata successiva. Aveva tirato fuori le idee più ricercate per le attività più inconsuete, e le aveva persino trascritte minuziosamente su un foglio di carta, il tutto mentre Zoisite guardava chissà quali video stupidi in rete.
Non che lui le avesse chiesto un’opinione, ritenendo sbagliata a prescindere qualunque proposta potesse fare: cosa ne sapeva lei, di come intrattenere persone importanti?
Tuttavia, quando il giorno dopo aveva esposto a Lord Beerus le proprie idee, nessuna lo aveva entusiasmato: tutto “noioso”, tutto “già fatto”, e così via discorrendo.
Non avendo in mente altro stava per proporre di andare a distruggere un paio di pianeti vicini, e soltanto a quel punto Zoisite se ne era uscita con “Lo sa che io nelle ombre ho un botto di dvd di film e anime che lei di sicuro non ha mai visto?”… se Freezer ripensava al modo in cui si era illuminato lo sguardo di quel balordo d’un gatto, si rifiutava ancora di crederci.
Di fatto, Beerus era stato per la stragrande maggioranza della giornata incollato davanti al televisore a vedere anime -durante “Puella Magi Madoka Magica” aveva dato più volte della criminale a Homura per i suoi giochetti con il tempo- e film tipo quella roba, quell’ “Amici Miei”, grazie al quale ora il settimo universo aveva un Dio della Distruzione che conosceva la supercazzola.
La super maratona televisiva aveva coinvolto anche i bambini per diverse ore, e così facendo avevano preso cinque piccioni con una fava.



“Quando è venuto qui la volta scorsa
il suo assistente mi aveva detto che gli piacciono gli anime, in quei venti minuti in cui Beerus cercava di liberarsi dalle manette”.
“E tu non hai pensato di dirmelo stanotte, mentre mi scervellavo alla ricerca di attività con le quali intrattenerlo?!”
“Sembravi così entusiasta di scervellarti che mi sono detta ‘chi sono io per rovinargli il divertimento?’… e poi non mi hai chiesto nulla, sbaglio?”



Purtroppo era la verità e, nonostante da quelle affermazioni fosse nata una breve discussione, Freezer era consapevole che Zoisite effettivamente non aveva torto, o almeno non sull’ultima parte del discorso.

«La dobbiamo ai tuoi dvd, non a te» ribatté il tiranno.

«Nossignori: dovete la tranquillità di questa giornata a me medesimo sottoscritto» affermò Beerus, indicandosi «Avrei potuto rendere tutto molto più complicato».

«E noi avremmo potuto lasciare che dormisse sotto un ponte» ribatté Zoisite.

«Freezer, metti una museruola a tua moglie» sbuffò Lord Beerus.

«Vado a farla costruire, per chiuderle la bocca mi farà comodo anche in futuro» commentò l’icejin.

«Tranquillo, Freezer, per un mesetto terrò ben chiuse sia la bocca che le gambe!»

«Zoisite!»

La leggendaria “discrezione” di Zoisite aveva colpito ancora, ma quantomeno aveva fatto sì che Lord Beerus, dopo aver sollevato un sopracciglio inesistente, fosse tornato a guardare Hokuto No Ken senza aggiungere altro. Non era certo un dolce verginello, ma aveva più senso del pudore di quanto ne avesse Zoisite -non che ci volesse molto- e se fosse stato al suo posto non si sarebbe messo a parlare di certi argomenti davanti a qualcuno che era poco più di un estraneo.

«Eh, a proposito» disse Zoisite, e si avvicinò al dio «Lei ce l’ha una ragazza?»

«Se non complichi la giornata alle persone non sei proprio contenta, eh?!» sbottò Freezer, strattonandola via «La prego di perdonarla, non è in grado di farsi i fatti propri, è vergognoso».

«La vita privata di una divinità infatti non è cosa che possa riguardarvi» dichiarò Beerus, in tono sostenuto.

«Insomma non ce l’ha, com’è ovvio» concluse la shadowjin, ignorando il fatto che Freezer la stesse minacciando con un raggio letale.

«Per tua informazione, fino a qualche secolo fa io avevo un intero pianeta di sole donne tutte pronte a venerarmi, nutrirmi e soddisfarmi in tutto e per tutto!» esclamò Beerus, innervosito, alzandosi in piedi «Si chiama Ama… Ame… qualcosa» borbottò, maledicendo la sua poca memoria per i nomi «Se non ho una ragazza è per scelta!»

«Seh, per scelta… delle ragazze!» ribatté Zoisite, senza credere a una parola -sebbene invece quel che aveva detto Beerus riguardo il pianeta di donne fosse del tutto vero.

Tanti saluti alla giornata tranquilla: il nervosismo di Lord Beerus aveva raggiunto un picco tale che Freezer si disse “ora manda al diavolo la promessa e ci distrugge tutti”.
Possibile che Zoisite non fosse in grado di evitare di rovinare tutto, anche solo per una volta?!

Proprio in quel momento però iniziò a udirsi in lontananza una qualche canzone fortemente tamarra -che parlava di una “purple Lamborghini” o qualcosa del genere- con potentissimi bassi che si avvicinavano sempre di più, al punto che Freezer percepì il pavimento sotto i propri piedi iniziare a vibrare leggermente.
Chi diamine era il maleducato che osava disturbare in questo modo la quiete attorno al suo palazzo?! L’avrebbe fatto giustiziare immediatamente!

«Mi sa che Cooler sta per arrivare!» esclamò Zoisite, con un certo entusiasmo.

Freezer sgranò lentamente gli occhi.
No.
Oooh, no.

«Che diavolo ci fa qui?! Il compleanno dei bambini è domani!» protestò.

«Freezer, è da quando sono nati i bambini che Cooler arriva sempre la sera prima del loro compleanno» gli ricordò Zoisite «Te ne eri dimenticato sul serio?»

Ebbene sì: per colpa della troppa tensione dovuta alla presenza di Lord Beerus in casa sua, la pessima abitudine presa da quel bastardo di suo fratello gli era del tutto passata di mente.
Se fosse stato per lui, Cooler non avrebbe messo piede in casa durante la festa di compleanno dei bambini, né tantomeno il giorno prima di essa, né mai... ma sua madre aveva fatto forti pressioni perché la rivalità tra fratelli non impedisse ai bambini “di godere della compagnia di zio Cooler”, e Zoisite cos’aveva fatto? Aveva appoggiato Regina Ice, ovviamente.
Quella sera stessa, quando lui e Zoisite erano rimasti soli, c’era stato un brutto litigio dovuto proprio a quella questione: Regina Ice non era a conoscenza di certi trascorsi, ma Zoisite lo era eccome. Per Freezer era assurdo che lei, sua moglie, preferisse stare dalla parte di chiunque eccetto la sua. Possibile che non riuscisse a capire perché voleva tenere i bambini lontani da Cooler?



“Resta sempre un bastardo! Hai dimenticato chi è e quel che ha fatto?”
“Guarda, tu sei proprio l’ultimo che può dire una cosa del gen-”
“In che senso?!”
“Nel senso che se io tenessi conto di chi sei tu e quel che fai dovrei prendere i bambini e scappare via da te il più lontano possibile! Però tu sei un buon marito e un buon padre per loro, così come Cooler è un buono zio”.
“Cos’è, adesso chi sono e quello che faccio non ti sta più bene? Eppure sapevi benissimo chi stavi sposando!”
“Sì, e infatti il giorno in cui ho detto ‘lo voglio’ ho fatto una scelta cosciente, né ho detto che mi pento. Ho anche detto che sei un buon marito e un buon padre. Quel che intendo è che non penso sia giusto usare due pesi e due misure, tutto qui”.



Alla fine di tutto aveva ceduto, ed ecco che quella piaga di Cooler si era trovato autorizzato a venire a casa sua per “vedere i bambini”.
Certo, sicuuuro! Secondo lui non era altro che una scusa per stare attorno a Zoisite, nessuno glielo avrebbe mai tolto dalla testa. Quei due erano ancora troppo amici, nonostante tutto, cosa che non gli piaceva per nulla.

«È ARRIVATO LO ZIO COOLER!!!» strillarono i bambini, uscendo fuori dalle ombre all’improvviso.

«Che regalo ci avrà portato stavolta?» si chiese Korner, con aria meditabonda.

«Bambini, a contare non sono i regali, contano il bene che vi vuole lo zio e la sua presenza!» ricordò loro Zoisite.

“Sarebbe stato meglio se la presenza fosse stata mancata” pensò Freezer.

Beerus mosse nervosamente le orecchie, decidendosi a spegnere il televisore. La musica ormai era talmente alta che non si sentiva più nulla, le chiacchiere attorno a lui non aiutavano, e in ogni caso dopo tutte quelle ore davanti alla tv -davanti alla quale aveva perfino cenato- aveva proprio bisogno di sgranchirsi un po’. «Nelle due occasioni in cui ho incontrato Cooler non mi era sembrato tipo da simili zoticaggini» disse.

«Le cose non sono sempre come appaiono, Lord Beerus, e in verità quella piaga che ho la sfortuna di chiamare “fratello” è profondamente… com’era il termine che ho sentito da Zoisite? Rendeva l’idea... ah, sì: truzzo!» affermò Freezer, seccato «Soprattutto quando vuol farsi notare».

«Il problema dei parenti è che non si possono scegliere! Ne so qualcosa, di fratelli villani» sospirò Beerus, alzando gli occhi al soffitto.

«Quindi lei ha un fratello?»

«Un gemello ciccione quanto cafone» replicò “gentilmente” Beerus «A proposito di cafoni, non vedo più tua moglie».

Freezer si diede una rapida occhiata attorno, constatando di essere stato effettivamente lasciato solo con Lord Beerus. Rimase immobile, cercando di non lasciar trasparire nulla dall’espressione del volto… ma ormai il suo Ki in aumento stava contribuendo a far vibrare il palazzo. «Immagino che abbia accompagnato i bambini a salutare lo zio» disse, tentando di nascondere la rabbia dietro un tono abbastanza neutro «Dovrò andare anche io».

«Dall’espressione entusiasta che aveva prima deduco che tua moglie e tuo fratello siano piuttosto amici» commentò Beerus, senza alcuna malizia e senza sapere che sarebbe stato molto meglio tacere «Del resto è normale che tra villani si vada d’accor- ehi, stavo ancora parlando! Freezer!... se n’è andato» si stupì, al punto che dopo un istante si limitò semplicemente a seguirlo.

Nel frattempo, appena fuori dal palazzo, Cooler era sceso da Carson -la sua amata auto, di recente riverniciata di viola- e si era appena liberato dall’abbraccio delle quattro pesti. «Non ci si vedeva da un po’, eh?»

«Dov’è il regalo?» fu la prima cosa che chiese Scheelite.

«Sì, dov’è?» rimarcò Kuriza.

«Ragazzi, cosa vi ho detto meno di un minuto fa? Conta la presenza, non il regalo!» li rimproverò Zoisite.

«In questo caso conta» disse invece Cooler, mentre prendeva un tablet «Almeno un pochino. Ecco il vostro regalo, ragazzi!» esclamò, mostrando ai presenti l’immagine di un piccolo pianeta verde smeraldo «Pianeta Gemelli N.1! È a poca distanza da qui, o almeno, è sicuramente più vicino del pianeta Traal».

«WOOOO! Fico!» strillarono in coro i bambini.

«Un pianeta tutto nostro!» Avalanche batté le mani, entusiasta «Grazie, zio!»

«Sei il boss, zio Cooler!» approvò Korner.

«Ora abbiamo un posto dove mettele… mettere… gli animali che troviamo in giro» osservò Scheelite.

«Già, se li mettiamo sul nostro pianeta papà non avrà motivo di ucciderli. È nostro, non suo» disse Kuriza, con semplicità.

«Nel tablet ci sono altre fotografie, potete guardarle» li invitò Cooler, alquanto soddisfatto, porgendo il tablet a Korner.

I bambini quasi glielo strapparono dalle mani, mettendosi seduti sul cofano di Carson a guardare le foto, e a quel punto i due adulti presenti poterono parlare in pace.

«Capisco che vuoi essere lo zio figo che porta regali grandiosi, ma… Pianeta Gemelli N.1? Sei coglione o cosa?» Zoisite sollevò un sopracciglio.

«L’ho fatto controllare da cima a fondo, non ci sono pericoli» replicò Cooler «Così avranno un posto sicuro dove andare quando fuggiranno nuovamente di casa, perché lo faranno, e non riempiranno il palazzo di animali».

«Tutto questo è discutibile ma ne parleremo un’altra volta. Da ieri abbiamo Lord Beerus come ospite» lo informò Zoisite «E sarà qui anche domani, durante la festa dei bambini. Il suo assistente l’ha smollato a noi, accidenti a lui!»

«Hm. Questo non era previsto» commentò l’icejin viola, con aria pensosa «Sarà stata una seccatura per te».

«Un po’, ma ti dirò, è andata meno peggio di quanto pensassi… non ha fatto che mangiare e guardare la tv, e con i bambini va parecchio d’accordo. In una situazione un po’più informale è sopportabile, tutto sommato».

«Se è così questa potrebbe essere una buona occasione per farmelo amico» concluse Cooler, con un sorrisetto «Aggiungere l’amicizia all’immunità è buona cosa, non trovi?»

«Una volta non era consuetudine porgere i propri rispetti al padrone di casa, fratello?»

La conversazione venne interrotta da Freezer, che entrambi videro alquanto seccato, con tanto di sguardo mortifero e braccia incrociate davanti al petto -forse per ricordare a se stesso di non sparare un raggio laser a Cooler.

«Se ti rispettassi, lo farei» ribatté quest’ultimo, facendo spallucce.

«No eh! Non mettetevi a litigare! Tu evita di essere ostile a prescindere» disse Zoisite a Freezer «E tu, Cooler, evita certe battute, perché non aiutano affatto. Ci sono qui i bambini, domani è il loro compleanno, non vi azzardate a rovinarlo con uno dei vostri litigi, anche perché il vero problema è il nostro ospite scomodo!»

Cooler indicò un punto dietro di lei. «Zoisite…»

«Grazie per la tua gentile definizione» disse Lord Beerus, sarcastico, alla shadowjin.

«Non c’è di che» ribatté lei, senza neppure curarsi di voltarsi.

«Le porgo i miei rispetti, Lord Beerus» lo salutò Cooler, con un breve inchino, ignorando saggiamente sua cognata «Se fossi stato a conoscenza della sua presenza qui, le avrei portato un oma-»

«Bastava una museruola per tua cognata» lo interruppe Beerus, guardando male la shadowjin.

«La museruola infilala su per-» iniziò a ribattere lei, ma Freezer le tappò la bocca con una mano.

«Taci, per una volta» le intimò.

Dopo un breve istante passato a fissare il marito Zoisite alzò gli occhi al cielo, e non continuò la frase quando Freezer tolse la mano. Sembrava essersi conto che dargli retta, almeno in quel frangente, non era una cattiva idea.

«Beerus e papàààààà!» Avalanche, con il tablet in mano, volò tutta felice verso i suddetti «Lo zio Cooler ci ha regalato un pianeta!»

«Un… pianeta?» allibì Freezer.

Un pianeta.
Regalato ai bambini senza interpellare prima lui, che contava di far loro quel regalo una volta che avessero compiuto almeno dieci anni.
Lui si era lasciato convincere da Zoisite a regalare loro le mini moto spaziali che desideravano tanto -fino a quel momento negate, temendo danni vari- oltre al gatto, ma non potevano certo competere con un pianeta.

«Non c’è dubbio che voi Cold facciate le cose in grande» commentò Beerus «Se al quarto compleanno regalate pianeti, quando diventeranno maggiorenni cosa sarà? Una galassia per ciascuno?»

Cooler fece spallucce. «Beh non vedo perché no! Potremmo permettercelo».

«Ora però è tempo che i bambini vadano a dormire» decise Zoisite, accostandosi ai gemelli «Ragazzi, ora restituite il tablet allo zio Cooler, date la buonanotte a tutti e andate a nanna. Se questa sera fate tardi domani non sarete abbastanza in forma per godere la vostra festa! Sarebbe un peccato, vi pare?»

«E avlemmo le occhiaie?...» si spaventò Scheelite.

«Oh sì, puoi scommetterci la coda! Avreste delle occhiaie terribili!» annuì la shadowjin.

Sentendo ciò, i gemelli abbandonarono il tablet sul cruscotto di Carson, e si avvicinarono agli adulti presenti. «Buonanotte mamma, papà, zio Cooler e Lord Beerus!»

Sparirono senza neppure lasciare a chicchessia il tempo di rispondere, per nulla intenzionati a permettere che esseri cattivi non meglio specificati li punissero per aver fatto tardi facendo loro quelle cose molto brutte chiamate “occhiaie” -di cui loro non conoscevano neppure l’aspetto.

«Devo ricordare di chiedere ai miei figli che cosa sono le occhiaie secondo loro, perché tutto questo terrore non me lo spiego» commentò Zoisite.

Freezer fece spallucce. «A me basta solo che funzioni. In ogni caso direi che potremmo andare a letto anche n-»

«A letto? Di già? Freezer, hai trent’anni, non ottanta» lo prese in giro Cooler «Possiamo stare alzati ancora un po’».

L’icejin più giovane fece una smorfia seccata. «A far che?!...»





***





“A ubriacarsi come se non ci fosse un domani, ecco a far cosa!” pensò Freezer, alquanto innervosito.

Inizialmente era stato tutto abbastanza tranquillo, complice il fatto che Zoisite avesse tirato fuori dalle ombre un mazzo di carte e che Beerus avesse imparato rapidamente le regole di quel gioco strano chiamato “briscola”; la serata era andata ancor meglio quando lui e Beerus avevano iniziato a vincere di continuo - grazie alla propria abilità strategica e ai colpi di fortuna del dio- cosa che aveva ringalluzzito entrambi e li aveva perfino messi abbastanza di buonumore… ma era durato relativamente poco.

«Freezer!...»

«Che diavolo vuoi, Cool-»

Cooler scoppiò a ridere, indicandolo, senza degnarlo di una risposta concreta.

Era la terza volta in pochi minuti che succedeva e, sì, l’ubriachezza molesta di suo fratello e di Zoisite era il motivo per cui il buonumore era durato poco. Lui e Beerus erano talmente impegnati a vincere da non accorgersi di quanto vino avevano bevuto i loro avversari: due bicchieri per ogni tre perduto, tre bicchieri e mezzo per ogni asso, un bicchiere per ogni re.
Tutto ciò per quindici partite di fila.

«No ma io capisco! Io capisco!» dichiarò Zoisite, lasciando quasi cadere dalla mano il bicchiere mezzo pieno di vino «Ho bevuto un po’di vino ma capisco, eh! Ehi!» esclamò, rivolta a Beerus «Diglielo, che capisco, a ‘sto qui…» indicò Freezer «Eeeeh… come si chiama… mio marito, insomma! DIGLIELOH!»

Il dio alzò gli occhi al cielo. «Tu non capisci una mazza neppure quando sei sobria, è quello il problema».

«No, io le mazze le capisco! Chiedilo a loro!» esclamò Zoisite con una risata stupida, indicando entrambi i fratelli Cold.

«Adesso sono io a non capire» ammise Beerus, un po’perplesso.

«Meglio» disse Freezer, con una smorfia seccata.

Dopo aver bevuto un altro mezzo bicchiere di vino ecco che Cooler, barcollando, si alzò in piedi all’improvviso. «BA!» disse con tutta l’enfasi che aveva in corpo.

Beerus aggrottò la fronte e, sentendo Freezer sospirare, si voltò verso di lui.

«E uno…» borbottò l’icejin.

«Ha ba ba! Ha babadegada» continuò Cooler «Hababadadeba hadegadebadgega. Ha da da. Ha ba ba, habebadegadega! BA! Ba- ba- ba!...»

«È normale che questo mi sembri del tutto assurdo e al contempo familiare?» chiese Lord Beerus a Freezer mentre, nel sentire Cooler continuare il suo sproloquio alcolico, si rendeva conto di essere capitato in una gabbia di matti peggiore di quanto avesse pensato.

«Lei è stato insieme ai bambini, giusto?»

«Sì» confermò il gatto.

«Tra un anime e l’altro avete guardato dei video su internet?»

«Sì».

«Dog of Wisdom» disse Freezer, alzando gli occhi al cielo.

Il dio si batté una mano sulla fronte. «ECCO! Ecco perché mi era familiare!... tu però non sembri sorpreso da questa situazione assurda».

«… ba! Bababababa?» concluse Cooler, con aria interrogativa.

«Non lo sono» confermò il tiranno «È una scena già vista, e il fatto che la sbronza di Cooler abbia raggiunto il livello “Dog of Wisdom” non è il peggio… ecco: mia moglie ha appena bevuto quel mezzo bicchiere di vino».

«Quindi?...»

«Hawowa? Haaaaaaaaa!» esclamò Zoisite iniziando a fluttuare in aria, con l’espressione di chi è depositario di ogni perla di saggezza più o meno conosciuta nell’Universo «Haaaaaaa! Ha wa wa wa! Haaaaaaa!»

Il vino aveva indotto i due a immedesimarsi un po’troppo in quel video.
Giusto un pochino.

«No, aspetta: tu mi stai dicendo che quando tua moglie e tuo fratello raggiungono questo livello di sbronza mentre sono insieme fanno sempre così?» si stupì Beerus, rivolgendo ai due ubriachi uno sguardo da “cosa sto vedendo di preciso?”.

«Già».

«Una coppia perfetta» commentò il Dio della Distruzione, ironico «Mi chiedo come mai non si siano sposati lor-»

«Una coppia perfetta, come no!» sbottò Freezer, senza riuscire a trattenersi oltre «La coppia più bella dell’Universo, con tanto di cafonaggine e sbronze sincronizzate: fantastici! Una meraviglia!» applaudì «Lunga vita agli sposi mancati!»

Un atteggiamento che Beerus trovò piuttosto strano, almeno fino a quando il suo cervello menefreghista riuscì a fare due più due tra le reazioni di Freezer e le parole ubriache di Zoisite riguardo le “mazze”: sembrava proprio che quella shadowjin si fosse data da fare con entrambi i fratelli -prima di sposarsi, presumeva. «Sai, più andiamo avanti meno capisco cosa ti ha spinto a prendere moglie».

«Ba da da ba da de! Be ga de ba ga!» cantò Zoisite a squarciagola.

«Sa, più andiamo avanti più me lo chiedo io stesso» ribatté Freezer.

«Habadegadebadades, HA- DA- BAAAA!» urlarono in coro i due ubriachi.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e che finalmente indusse Freezer ad atterrarli entrambi con un colpo sulle loro nuche; fatto ciò caricò in spalla la moglie prima che questa cadesse a terra, disinteressandosi completamente del fatto che Cooler invece fosse caduto rovinosamente in avanti. «Io l’avevo detto, che era ora di andare a dormire!»

«E tuo fratello?»

Per tutta risposta il tiranno tirò un calcio a Cooler talmente forte da fargli sfondare il vetro della finestra e farlo atterrare in giardino. «Che lo usino come concime, per quel che mi importa».

Raggiunta la torre si diressero verso le rispettive stanze -Freezer, immemore del fatto che il fratello sarebbe arrivato, aveva dato a Lord Beerus la suite di Cooler- e il dio, una volta entrato nella propria, si stravaccò immediatamente sul letto.

«Di tutti, qui si salvano solo i bambini» borbottò «Cooler, che sembra tanto posato, in realtà è un tamarro della peggior specie; quella non si sopporta e c’è poco da fare; Freezer… è Freezer, basta e avanza. Appena tornerò a casa spazzolerò via tutta la scorta “segreta” di dolci di Whis, almeno non gli salterà più in mente di abbandonarmi!» concluse.

Si rigirò nel letto per circa una decina di minuti prima di concludere che, nonostante fosse passata mezzanotte, non aveva ancora sonno. Peccato che fossero andati tutti a dormire, dunque cosa poteva fare?

Adocchiò un computer, sorrise e sfregò le mani: ecco, la nottata era salva.

«Però adesso ho sete…» borbottò, avvicinandosi al frigo bar.

Una volta aperto del vino, dell’altro vino, ulteriore vino -“Gli icejin devono avere un fegato immortale…”- del cognac, del whisky, dell’acqua, della soda, succo di frutta e…

«Baileys Chocolat Luxe e Baileys Orange Truffle» lesse, incuriosito, sollevando le due bottiglie.

Non aveva mai visto quelle bevande in vita sua, quindi non sapeva cosa fossero o quale sapore avessero, ma le bibite in quel frigo bar erano state divise in alcoliche e analcoliche e, dal momento quelle bottiglie erano accanto al succo di frutta, dovevano essere sicuramente analcoliche.
Mentre toglieva il tappo a entrambe fu tentato di dare un’ulteriore occhiata alle etichette, tanto per sicurezza, ma quando gli arrivò alle narici il delizioso odore di quel nettare cioccolatoso e agrumato ecco che nel suo cervello non ci fu spazio per nient’altro se non “BEVILE TUTTE”.

Consiglio che, purtroppo, seguì pienamente e senza esitazioni.






*** Circa mezz’ora dopo…***





“FraDeliiiiii! Che cosa vogliamo?!”
“La via, LA VIA!”
“Noi vogliamo la via!”



«Ho trovatto… torgatto… trovato il mio vero scopo di vita!» esclamò Beerus, ubriaco perso, barcollando leggermente nel dirigersi verso la porta, stringendo in mano una delle due bottiglie di Baileys ormai vuote «Devo trovare la via! LA VIA!»

Dopo aver passato mezz’ora a bere e guardare un video dopo l’altro riguardante quella piaga universale altrimenti definita “Ugandan Knuckles” aveva deciso: quella sera si sarebbe impegnato con tutto se stesso per trovare la via -non la via di casa propria, purtroppo per Freezer- anche se… non aveva la minima idea di cosa accidenti fosse, questa “via”.
La sola cosa che avesse capito era che per trovare la via doveva trovare una regina.
Per di più con l’ebola.

“Ma a me va bene anche senza!” pensò, volando lungo il corridoio in maniera talmente agile ed elegante da andare a sbattere in ogni dove, dando sonore craniate contro muri e soffitto.

«Cosa gli sia… che idea gli è venuta, a quella lucertola, di fare i muri che si muovono?! Domani lo picchio» si ripromise, una volta che fu riuscito ad abbandonare la torre disintegrando silenziosamente una finestra con un minuscolo hakai.

Avvistò delle guardie, motivo per cui decise di scendere in giardino: sicuramente loro avrebbero potuto aiutarlo.

«Ehi!»

Le guardie si ammucchiarono, alquanto spaventate. Non sapevano cosa potesse volere da loro quel pericolosissimo ospite, però non era nulla che promettesse bene per loro.

Beerus schiarì la voce, cercando di darsi un contegno nonostante la sbronza pesante. «Voi conoscete la via?»

«La… che?» balbettò una guardia.

«La via! Da wae! Possibile che non abbiate idea di dove si trovi?!» si innervosì il dio, già pronto a uccidere quei poveri disgraziati per la loro ignoranza «Io devo trovare la via!»

«La via per dove?» farfugliò un’altra guardia.

«E io che ne so?! Aaah, che gente inutile!» sbottò, preparandosi a lanciare una sfera di energia violacea.

Fortunatamente per le guardie, proprio in quel momento un delizioso profumo di cibo giunse alle narici sensibilissime di Lord Beerus.

La sfera di energia distruttiva sparì e, dimentico delle guardie, della via e di tutto il resto, si alzò nuovamente in volo, lasciandosi guidare da quell’odore squisito che lo condusse fino alle cucine del palazzo.

«Il chili è proooontooooo!» esclamò Zoisite, sbattendo sul tavolo una pentola piena di chili per poi prosciugare un grosso boccale da birra che invece era stato riempito di vino.

Altro classico nelle sbronze di Zoisite: il chili. Non sarebbe mai stata in grado di prepararlo da sobria, ma le veniva fuori una meraviglia dopo aver bevuto il giusto.
Non era la prima occasione in cui andava a letto ubriaca -con o senza essere stata atterrata dal marito- e si risvegliava ancora sbronza in piena notte per andare a cucinare; quella volta non aveva fatto eccezione, soprattutto perché Freezer a causa di quei giorni di fortissima tensione che l’avevano stancato si era addormentato come un sasso.

«Sì ma io non ci vedo... Zoisite! Zoisite, sono diventato cieco! AIUTO!» urlò Cooler, che invece di annodare il tovagliolo attorno al collo lo aveva annodato attorno alla fronte.
Per lui era stato tutto ancora più semplice, perché si era semplicemente risvegliato -ancora sbronzo anch’egli- in giardino, aveva visto passare sua cognata e l’aveva seguita fino in cucina.

«Hai solo il tovagliolo che ti finisce davanti agli occhi, coglione» disse la shadowjin, strappando via il pezzo di stoffa e, subito dopo, appioppando al cognato una bottiglia di vino mezza vuota «Bevi un po’, così torni a ragionare!»

«Zoisite».

«Eh».

«Vedo un gatto viola che vola» disse Cooler, indicando un punto imprecisato alle spalle della donna «Verso il chili».

Quando Zoisite si voltò vide Lord Beerus che, con un ghigno e le mani protese in avanti, era in procinto di agguantare la pentola.

«Te lo sogni di notte, coso… come ti chiami» borbottò la shadowjin, togliendo la pentola appena prima che Beerus se ne appropriasse «Tu mi stai sulle palle, quindi il mio chili non lo mangi!»

«Le donne non hanno i fesficoli. Pesticoli. Quelli!... ignorante babbea!» esclamò il gatto, strappandole di mano la pentola.

«Torna a cuccia, brutto gattaccio secco, stupido e padellone!» ribatté Zoisite, riappropriandosi del maltolto.

«Ti strappo la lingua!» la minacciò Beerus, recuperata di nuovo la pentola.

«E io ti strappo i fesficoli! Ah già: non li hai!»

«Ah no?! ECCO!» esclamò il dio, abbassandosi pantaloni e mutande con un gesto secco «Ammira!»

Era una fortuna che Freezer non fosse lì, o sarebbe diventato direttamente Super Diamond Freezer senza passare per il Golden… e neppure questo sarebbe servito a punire il dio infingardo che osava attentare alla dubbia “purezza” di sua moglie -ma anche no.

«Minchia!» commentò Zoisite -ancora reduce dal proprio viaggio sulla Terra- dopo un attimo di silenzio.

«… tanta» aggiunse Cooler, sconsolato, dopo aver dato un’occhiata.

Fiero delle proprie divine dotazioni, Lord Beerus tornò presentabile, afferrò il mestolo di legno con cui Zoisite aveva mescolato il chili e iniziò a ingurgitare tutto quel che c’era nella pentola. «Voi due, shappiate» biasicò, sporcandosi tutta la bocca di chili «Che tra poco usciamo!»

«Per fare che?» domandò Cooler, versandosi dell’altro vino. Di quel passo avrebbe ben presto toccato nuovamente il livello “Dog of Wisdom”, ma non era nella condizioni di preoccuparsene.

«Io devo trovare la via!» dichiarò Beerus, e per dare ulteriore enfasi alle sue parole sollevò il mestolo, schizzando il chili ovunque «Voi conoscete la via?»

Zoisite e Cooler si scambiarono un’occhiata, poi iniziarono a emettere sonori schiocchi con la lingua quasi in perfetta sincronia.

«Tu conosci la via, fraDelo?» dissero in coro.

Il dio si mise una mano sul cuore, commosso per aver trovato due “fratelli” alla ricerca della via. «Questa è la notte, miei adoratori e fratelli! Questa è la notte in cui troveremo la via!»

«Un brindisi alla via!» esclamò Zoisite, aprendo un’altra bottiglia di vino dopo aver preso un terzo boccale.

Inutile dire che svuotarono in breve tempo anche quella e, poco dopo, il trio barcollante uscì dalla cucina, diretto all’automobile di Cooler.

«Siamo in missione per conto del dio!» gridò l’icejin.

«Non fare tutto questo casiiiino!» gli intimò la ragazza «Se no poi ci sentono, mio marito si sveglia e comincia a scartavetrare le ovaie!»

«Ollollongjohnsonson…» disse Beerus, il quale aveva raggiunto un livello di sbronza tale da non riuscire a parlare in maniera intelligibile.

Zoisite trattenne una mezza risata. «Ollol?»

«OLLOJ!»

«Ma che cavolo state dicendo?» borbottò Cooler, una volta arrivati alla macchina.

La shadowjin fece spallucce. «Boh!»

«Problema: la macchina ha due posti e noi siamo in cinq… no, tre… credo» disse l’icejin, aggrottando la fronte «Quanti Lord Beerus ci sono nell’Universo?»

«Uno solo, per fortuna» sospirò la donna.

«Io ne vedo tre» confessò Cooler, salendo al posto di guida.

Zoisite salì sul sedile accanto. «Che incub- ehi!»

Lord Beerus si era appena seduto in braccio a lei, troppo ubriaco e troppo divino -ma anche troppo gatto- per curarsi del fatto che la cosa potesse non farle troppo piacere. Come se questo non fosse stato sufficiente, la stava anche guardando con l’espressione da “Beh?! Se non ti sta bene avermi in braccio posso sempre distruggerti, sai?”.

«Va beh» disse infine Zoisite.

Cooler accese il motore. «Partiamo!»

«Cooler aspetta-aspetta-aspetta! Le cose si fanno per bene o non si fanno! Là!» esclamò la donna, tirano fuori dalle ombre tre cappelli D&G con visiera, tre occhiali da sole con lucine incorporate, tre magliette rosa Palyboy e tre cinture piene di borchie dorate.

Tutti quanti, divinità incluse, indossarono la “divisa” della serata senza fare commenti.
Sembrava proprio che i truzzi fossero tornati direttamente dai primi anni duemila…

“Speaker speaker I’m a dancefloor, tell me speaker what is wrong!”

… e le casse che, una volta allontanati dal palazzo, inizarono a pompare a tutto volume quella canzone non fecero altro che confermare quella supposizione.







Se siete veramente arrivati fino in fondo vi faccio i miei complimenti più sentiti!
Sono sicura che l'autrice e creatrice del pianeta "Ama...Ame... qualcosa" ha colto la mia strizzatina d'occhio :'D
Detto ciò saluto tutti quanti.
Alla prossima (tra pochi giorni) e, mi raccomando: non andate a cercare da wae mentre siete ubriachi!

_Dracarys_
   
 
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