Serie TV > Poldark
Segui la storia  |       
Autore: Reginafenice    22/03/2018    1 recensioni
Ho immaginato come, qualche mese dopo la morte di Elizabeth, Ross avrebbe potuto reagire ad un incontro non pianificato con il frutto della suo adulterio, Valentine, e quali sentimenti avrebbe suscitato in lui l’avere a che fare concretamente con quel figlio mai riconosciuto una volta messo finalmente di fronte alla realtà che, per quanto dolorosa, lui non è mai stato in grado di accettare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per quell’occasione Caroline aveva optato per un abito di seta color argento fermato in vita da una fascia di raso blu, ricamata con minuziosa cura da un paio di esperte mani francesi, mentre tra i capelli una spilla di turchesi e brillanti metteva in risalto l’intera raffinatezza dell’acconciatura.

Quando la vide scendere dalle scale, Dwight rimase sbalordito. Aveva già potuto apprezzare la bellezza dei suoi lineamenti, resi più dolci e morbidi dalla gravidanza, quando Caroline era incinta di Sarah, ma questa volta la luce che brillava nei suoi occhi per via della nuova vita che custodiva dentro le conferiva un aspetto decisamente irresistibile. Il ricordo della sua primogenita viaggiava parallelo a sentimenti contrastanti verso il nuovo bambino, in quanto la paura di soffrire ancora per un’eventuale perdita si insinuava subdolamente anche nei pensieri più felici, eppure sia lui che Caroline non intendevano per nessun motivo al mondo rinunciare alla speranza.

Caroline si avvicinò a suo marito e a Geoffry Charles, lasciandosi fare il baciamano da quest’ultimo e poi, una volta assicuratasi di aver infuso il suo carisma a sufficienza, si allontanò da loro, ansiosa di chiacchierare con la domestica riguardo gli ultimi ritocchi per la tavola.

L’orologio segnò le sette quando Ross e Demelza varcarono la soglia di Nampara, pronti a celebrare insieme ai loro amici un evento che, in un certo senso, li avrebbe uniti ancora di più nei mesi a venire. Demelza si aggrappò al braccio di Ross, lottando contro quella nausea persistente che l’aveva turbata sin dalla mattina, con indosso il suo abito migliore e un umore che non lasciava adito all’ottimismo.

“Sei piuttosto pallida, Demelza. Non ti sembra il caso di…” Si fermò.

“No, sto bene. Camminare un po’ mi aiuterà a superare la nausea, fidati ci sono già passata.” Gli rivolse un sorriso sincero, ma Ross continuava a guardarla con preoccupazione. Avrebbe preferito che Demelza rimanesse a casa, insieme a Jeremy e Clowance, ma sapere che l’invito proveniva dal suo caro amico Dwight gli permise di fidarsi di Demelza e continuare a camminare verso la tenuta, contando sul fatto che il medico avrebbe potuto intervenire in qualsiasi momento per aiutarla.

Fu una camminata difficile per lei, non tanto perché l’aria fresca della sera non sembrava riuscire a calmare le onde che si rincorrevano vertiginosamente nel suo stomaco, quanto piuttosto perché, a peggiorare la situazione, gravava su di lei anche un’altra tempesta emotiva causata da una recente scoperta che l’aveva sconvolta e incuriosita al tempo stesso. Aveva deciso di non dire niente a Ross, concedendogli ancora un po’ di tempo per rimediare a quella “dimenticanza”, nonostante la convinzione che nasconderla alla sua vista fosse stata una scelta intenzionale da parte sua, perchè il sigillo della lettera che aveva trovato nella tasca della sua giacca non era ancora stato distrutto, perciò nemmeno Ross sapeva cosa Elizabeth avesse voluto scrivergli.

Sotto i raggi di una luce lunare intensa e polverosa, lo osservò alquanto pensierosa.

‘Ross, perché continui ad evitare di parlarmi di lei? Potrei aiutarti ad elaborare il lutto, se me lo consentissi… Preferirei mille volte che tu fossi onesto con te stesso, riguardo i sentimenti che provi ancora per Elizabeth, piuttosto che vivere nell’ansia di vederti soffrire per qualcosa che nemmeno tu riesci ad esprimere con chiarezza. Ho bisogno di ritrovarti…’

I loro occhi si incontrarono e, come se Ross avesse intercettato i suoi pensieri, a Demelza parve di aver intravisto la sua bocca muoversi per iniziare un discorso. Peccato, però, che nel frattempo Horace avesse già avvertito i loro passi, informando i suoi padroni dell’arrivo dei nuovi ospiti con un abbaio rauco ma potente al punto giusto.

“Finalmente! Temevamo di doverti venire a prendere a Trenwith, Ross.”

“In quel caso non vi avrei mai perdonato per avermi sottratto ad un’altra ora di puro divertimento insieme a George…” Ross lasciò Demelza precederlo nell’ingresso, ma di quel poco che riusciva a scorgere dalla quella posizione, un dettaglio in particolare catturò subito la sua attenzione. Si avvicinò a Dwight, abbassando il tono della voce, “Non vorrei sbagliarmi, ma è proprio mio nipote quello che vedo chiacchierare con tua moglie lì in fondo?”

Il medico sorrise, porgendogli un bicchiere di porto, “Si, è proprio lui. Non penso che ti dispiaccia se gli ho chiesto di trattenersi un po’ con noi…”

Ross scosse la testa ma non disse nulla. Seguì Dwight lungo tutto il corridoio, pensando a quale piega avrebbe preso la serata visto che Geoffrey Charles, non potendo sospettare che suo zio avesse omesso a Demelza la parte del racconto che riguardava il loro incontro a Trenwith, quella mattina stessa in cui lui aveva riaccompagnato Valentine da George, avrebbe potuto involontariamente complicare le cose.

“Tuo nipote è davvero un ragazzo brillante! Non mi sorprende affatto che sia un Poldark.” Mentre si rivolgeva a Ross, Caroline ispezionò il ragazzo con attenzione, cercando di rintracciare nei suoi modi affascinanti qualcosa che le ricordasse Francis, anche se erano passati un bel po’ di anni da quando aveva avuto modo di conoscerlo.

“A me, invece, non smette mai di sorprendere il tuo debole per questa famiglia di scapestrati!” Ross scompigliò, con affetto, i capelli dorati di suo nipote, “E’ il nostro fascino selvaggio che ti ha conquistata, Caroline?”

“Credo di sì, ma continuo a pensare che il temperamento pacifico di Dwight sia più adatto a domare la mia personalità ribelle, per certi versi più simile alla vostra.”

Demelza, spogliatasi del suo mantello, fu infine libera di raggiungere gli altri, “Quindi io e Dwight possiamo stare tranquilli?” Quella domanda conteneva un monito all’apparenza ironico, ma Ross percepì nel suo tono di voce anche un fondo di vera preoccupazione, a prescindere da chi potesse essere la dama in questione.

Demelza spostò il suo sguardo da Ross a Geoffrey Charles, “Oh, nipote caro! Non sapevamo che fossi qui, che bello poterti rivedere! Da quanto tempo sei tornato?”

“Solo da questa mattina, zia Demelza. A proposito, vorrei farvi i miei più sentiti auguri per il prossimo cuginetto in arrivo. Siamo già un bell’esercito, ma un nuovo ingresso in famiglia non fa mai male, giusto?” Diede un’orgogliosa pacca sulla spalla di suo zio.

“Ti ringrazio tanto. Credo tu abbia già avuto modo di sapere quello che è successo a Valentine. Forse George te ne ha parlato…”

Ross tossì rumorosamente, “Ma perché menzionare certi nomi proprio adesso? Non so voi, ma io potrei rovinarmi l’appetito a parlare di George Warleggan!”

A quel punto i commensali iniziarono a prendere posto, tutti pienamente d’accordo con quanto appena detto da Ross. La cena trascorse tranquillamente, tra i piatti ripuliti dalle prelibatezze servite e i bicchieri sempre colmi fino all’orlo, anche se Demelza aveva lasciato quasi tutto, cedendo buona parte del suo arrosto al cagnolino elemosinante che strusciava insistentemente contro la sua gonna. Non appena prese a riempire il suo calice con dell’acqua, Caroline, seduta proprio di fronte a lei, le bloccò la mano per poter ammirare meglio l’anello che aveva addosso.

“Vediamo….Scommetto che si tratta di un regalo. Il colore della pietra è per caso un auspicio per il sesso del bambino?”

“Non lo so, dovresti chiederlo a chi lo ha scelto.”

Caroline si voltò verso di Ross, “E dunque?”

“Oh, no. Non è nient’altro che un omaggio a mia moglie. Ultimamente avevo parecchio da farmi perdonare…”

“Si certo, solo ultimamente. Io, invece, preferisco perdonare Dwight in altri modi.”

Geoffrey Charles nascose la sua reazione dietro il tovagliolo ricamato, mentre Demelza fissò imbarazzata il volto rosso fuoco del medico sedutole affianco. Soltanto Ross trovò il coraggio di rispondere alla malizia di Caroline e lo fece in perfetto stile Poldark, ovvero senza inutili giri di parole, “Beh, sappiamo tutti come vengono concepiti i bambini, Dwight. Non c’è bisogno di vergognarsi di questo, io per primo…”

“Emh, si Ross abbiamo capito!” Demelza si sistemò le pieghe del vestito, chiaramente a disagio. Questa volta era toccato a lei arrossire, ma quel lieve colorito porpora sugli zigomi le aveva conferito finalmente un aspetto sano e aveva fatto riaffiorare nella mente di Ross alcuni bellissimi ricordi dei loro primi mesi di matrimonio, quando fare l’amore era per lei ancora un’esperienza nuova, imbarazzante ed eccitante al tempo stesso.

“Sarebbe meglio cambiare argomento.” Suggerì Dwight, cercando in questo modo di rimproverare sia Caroline che Ross, ma sua moglie si era ormai lanciata nella provocazione.

“E’ stata una sorpresa per voi? Per me e Dwight, come sicuramente avrete capito, niente affatto.”

“Caroline, un po’ di contegno insomma! Lungi da me essere un bigotto ma qui c’è un ragazzo che sicuramente non apprezza la leggerezza che stai usando nel parlare di certe cose. Dobbiamo litigare di nuovo?”

Non si rese conto di averle fornito un altro assist, “Certo, amore mio. Ma convieni che poi dovremmo fare pace…”

Geoffrey Charles si alzò da tavola per avvicinarsi a Ross, “Mi dispiace dover rinunciare al dessert, ma anche questo è stato un ottimo modo per concludere la serata. Mi sono divertito talmente tanto ad ascoltarvi, signora Enys!" Successivamente si rivolse a Demelza, “Adesso, prima di andare, vorrei rispondere alla vostra domanda. Si, so tutto di Valentine e mi dispiace doverlo lasciare nelle grinfie dello zio George, ma devo partire immediatamente per Londra. Stamattina mi ha fatto piacere rivedere lo zio Ross a Trenwith, per questo conto sul fatto che ogni tanto possa farmi il favore di controllare come sta mio fratello, se non gli procura troppo fastidio...”

“Allora vi eravate già incontrati!” Demelza si rimproverò per non esserci arrivata prima: naturalmente la lettera di Elizabeth aveva viaggiato insieme a Geoffrey Charles da Londra fino a Trenwith per giungere direttamente nelle mani del suo destinatario.

Ma Ross, invece di intromettersi per tentare di risolvere la questione, lasciò parlare il nipote, preferendo concentrarsi sul disegno della tovaglia piuttosto che affrontare lo sguardo deluso di Demelza.

“Si, non lo sapevate? Sono arrivato a casa proprio quando lo zio Ross stava per andarsene. Abbiamo scambiato solo qualche parola.”

Dwight avvertì la tensione in corso tra Ross e Demelza, pertanto provò ad alleggerire l’atmosfera, ma con pessimi risultati, “Demelza, non penso sia poi così importante. Certamente Ross ha pensato che vi sareste rivisti presto, per cui sarebbe stato irrilevante…”

“ Comprendo che potrebbe sembrarti irrilevante, ma Ross sapeva benissimo perché fosse tanto importante che io lo sapessi, per questo ha sapientemente evitato di menzionarmelo, giusto?”

Ross si alzò in piedi e la pregò di seguirlo in camera da letto, scusandosi con gli altri per aver dovuto interrompere così bruscamente la serata, sicuro che i suoi amici, a differenza di Demelza, avrebbero capito senza bisogno di fare domande.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: Reginafenice