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Autore: La Polly    22/03/2018    3 recensioni
Momenti quotidiani di una psicologa alle prese con gli eroi più forti della Terra.
[Raccolta di one-shots collegata a "And then I met you"]
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'E poi ho incontrato te'
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Prompt: Natasha, Denise e Wanda organizzano un pigiama party e si fanno confidenze. (Bonus se Natasha invita le altre donne. Altro bonus se le confidenze sono... intime.)
 
 

Sotto l’effetto dell’alcol, l’adulto ritorna un bambino che prova il piacere di pensare liberamente come vuole senza dover fare attenzione alla costrizione della logica.
(Sigmund Freud)
 
 

Quella sera Denise, Natasha e Wanda avevano organizzato una specie di pigiama party tra donne, a cui era stata invitata anche Maria Hill – che si era presentata con una bottiglia di ottimo vino rosso.

Verso l’ora di cena avevano letteralmente cacciato via gli uomini dal complesso.
Tony, fingendosi offeso, aveva proposto agli altri di andare alla Tower – dove sicuramente avrebbero giocato alla PS4 e bevuto birra finché non si sarebbero addormentati.
Le quattro donne avevano trascorso la prima parte della serata mangiando il trancio di pizza e la cheesecake al cioccolato preparata dalla dottoressa Cooper, guardando nel frattempo un paio di film – poi, verso la mezzanotte, avevano recuperato alcune bottiglie dal mobiletto degli alcolici.


«Alla nostra!» esclamarono all’unisono, facendo tintinnare i bicchierini di vetro, prima di bere tutto d’un fiato il liquido trasparente che Natasha aveva versato loro con un sorriso euforico stampato sulle labbra – uno che mai prima d'ora aveva mostrato a qualcuno.
Subito alcuni colpi di tosse echeggiarono nella stanza.
«Accidenti, che diavolo è questa roba? Fuoco liquido?»
Denise tossì di nuovo, lanciando contemporaneamente un’occhiataccia in direzione della Vedova Nera.
«Questa roba è vera vodka russa! Non quella specie di brodaglia che gira qui in America…» replicò l'altra, con fare altezzoso.
La psicologa, a quelle parole, fissò il bicchierino vuoto per circa dieci secondi.
«Oh, allora voglio fare un altro giro!» disse, con fin troppa enfasi.
Natasha accontentò subito la sua richiesta.
«Voi ne volete ancora?» chiese poi a Maria e Wanda.
La prima annuì senza esitazione – porgendo il bicchierino all'agente Romanoff.
La giovane ragazza, invece, scosse la testa.
«Io passo! Credo di aver esagerato.»
«Stai bene, tesoro?» le chiese Denise, guardandola preoccupata.
«Sinceramente non ne ho idea… so solo che non avevo mai bevuto così tanto prima d'ora!»
Natasha le puntò il dito contro, scrutandola con i suoi occhi chiari resi lucidi dall'alcol.
«Hai ancora molto da imparare, ragazzina.»
«Non sono una ragazzina» ribatté subito lei, infastidita.
Natasha scosse le spalle con noncuranza.
«Senza offesa, ma in quanto a sbronze lo sei.»
Wanda, con un movimento della dita, fece fluttuare la bottiglia verso di sé – ma prima che potesse avvicinarla alle labbra, Denise gliela tolse di mano.
«Ehi!» protestò, fissando la dottoressa con aria truce.
«Hai detto tu stessa di aver esagerato, quindi per stasera basta… altrimenti poi domattina chi lo sente Steve?»
La ragazza sbuffò, stendendosi poi sul letto senza dire altro.

«Passiamo alle cose serie…»
Natasha riprese possesso della bottiglia, da cui bevve un abbondante sorso di vodka, poi proseguì: «Non so come funzionano questi pigiama party, però... a un certo punto si spettegola sugli uomini o sbaglio?»
Maria ridacchiò sotto i baffi.
«Intendi pettegolezzi sconci, vero? Mi sembra di essere tornata ai tempi del college» disse Denise, divertita.
«Bene, allora parlaci un po’ di Stark!» esclamò la Vedova, sorridendo maliziosamente.
La protesta della psicologa non si fece attendere: «Cosa??? Scusa, ma perché proprio di Tony?»
«Perché sei la sua fidanzata. Ma soprattutto perché quando bevo così tanto divento particolarmente impicciona» le rispose Natasha.
Denise non riuscì a replicare, non il quel momento – non con la mente annebbiata dall'alcol.
«D'accordo, ci sto! Cosa volete sapere?»
«Vediamo… qual è il posto più strano dove lo avete fatto?» le domandò la Vedova Nera, mentre sgranocchiava una manciata di popcorn.
«Nel bagno del suo jet privato. All’inizio non ero molto convinta, però Tony sa essere molto persuasivo» rispose, con malizia.

Ricordava il modo in cui Tony le aveva fatto cambiare idea, le parole che aveva sussurrato al suo orecchio e soprattutto i baci e le carezze sensuali che l’avevano fatta fremere sempre di più.

D’un tratto la voce di Natasha la fece tornare alla realtà.
«E nel tuo ufficio non lo avete ancora fatto? Il lettino per le sedute sembra molto comodo...»
«No, lì non ancora. Ma se un giorno dovesse accadere, penso proprio che punterei alla scrivania: è molto più eccitante» rispose Denise, sogghignando.
«Concordo!» esclamò Maria, con decisione.
«Però un mesetto fa sono andata nel suo laboratorio e l’ho convinto a prendersi una... pausa – chiamiamola così.»
«Praticamente lo avete fatto nel suo habitat naturale» ridacchiò Natasha, dopo aver bevuto l'ennesimo sorso di vodka.
«Esatto. Se solo non dovessi attraversare tutto l'edificio per raggiungerlo, mi piacerebbe molto presentarmi da lui con indosso il completino da Ironette.»
La Vedova strabuzzò gli occhi, come colta da un'improvvisa illuminazione.
«Aspetta un secondo. Intendi il costumino striminzito usato dalle ballerine ingaggiate per l'apertura della Stark Expo?»
«Proprio quello! L’ho comprato la settimana scorsa su Ebay, solo che a Tony non ho ancora detto nulla…»
«Gli farai venire un infarto, lo sai?»
La compagna di Tony Stark lanciò subito uno sguardo eloquente a Natasha, poi rispose: «Certo che lo so! Ma non preoccuparti, troverò un modo per rianimarlo, non so se mi spiego...»
Le tre donne scoppiarono di nuovo a ridere.
«Non avrei mai pensato di passare la serata mezza sbronza a parlare della vita sessuale del mio ex capo» disse all'improvviso Maria, con le lacrime agli occhi.
«E ringrazia il cielo che non stiamo parlando di quella di Fury!» la stuzzicò Denise, tra una risata e l'altra.
«A proposito di Fury: secondo voi in questo periodo starà facendo sesso con qualcuno?»
Improvvisamente un silenzio tombale invase la stanza.
«Nat… seriamente?» le chiese Denise, guardandola sconvolta – insieme alla Hill, che per poco non si era strozzata con una patatina.
«Che c'è? In fondo è un uomo, avrà anche lui dei bisogni da soddisfare
«Perché non glielo chiedi?»
Passarono circa venti secondi in cui si guardarono l'un l'altra, senza dire una sola parola. Quella situazione stava diventando un po’ troppo imbarazzante.
«Ok!»
Le altre due donne non fecero quasi in tempo a rendersene conto, che subito la spietata – e decisamente troppo ubriaca – Vedova Nera prese il suo cellulare e compose il numero. Denise fortunatamente ebbe la prontezza d’intervenire, prima che fosse troppo tardi.
«Frenafrenafrena! Che diavolo stai facendo?» le sbraitò addosso, strappandole il cellulare di mano e chiudendo la chiamata.
«Ma lei mi ha de-»
«Stava scherzando, Nat!» urlò di nuovo la dottoressa.

Forse avevano davvero esagerato con gli alcolici – forse ne avevano mischiati un po' troppi.

Maria stava per aggiungere qualcosa, quando un tonfo sordo le fece sobbalzare per lo spavento.
«Ahia!» esclamò Wanda, dolorante.
Era rotolata giù dal letto mentre dormiva, battendo probabilmente la testa.
«Tesoro, ti sei fatta male?» le chiese Denise, allarmata.
Subito si precipitò da lei – con non poca fatica – per aiutarla ad alzarsi.
«No, sto bene. Che ore sono? Non è già mattina, vero?»
«Spero proprio di no. Ho in programma una giornata a dir poco infernale» si lamentò Maria, sbadigliando subito dopo.
«Merda! Domani devo andare nell'ufficio di Fury.»
Denise nascose il viso tra le mani, maledicendosi mentalmente. Come avrebbe fatto a presentarsi nel suo ufficio dopo una sbronza simile? Non ne aveva la più pallida idea.
«Avete intenzione di finire questa preziosissima vodka o da brava russa devo farlo da sola?»
Le tre donne non ebbero nemmeno il tempo di rispondere alla domanda di Natasha, perché subito portò la bottiglia alle labbra e ne bevve tutto il restante contenuto in un unico sorso.
«Troppo tardi» disse mentre scendeva dal letto – barcollando vistosamente.
«La prima che farà il minimo rumore se la vedrà con me! Buonanotte.»
Denise, Wanda e Maria si scambiarono uno sguardo perplesso e quando posarono di nuovo gli occhi sulla donna, lei stava già dormendo.
Era proprio andata.
   
 
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