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Autore: Mannu    22/03/2018    0 recensioni
Malcant è un paesino di contadini, piccolo e modesto. La terra intorno al vulcano Maas trema, si spacca lasciando sfuggire fumo, gas velenosi, a volte zampilla anche lava incandescente. Ma è fertile e se coltivata con cura rende raccolti che ripagano delle fatiche e del pericolo costante. Tutto sommato la vita procede normale, calma e tranquilla, punteggiata solo dal lontano brontolare del cratere principale. Tranquillità destinata a terminare quando un giorno verso la fine dell'inverno la terra nuovamente si spacca e la lava ribollente forma un laghetto solo in apparenza simile ad altri già visti...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aktha Demochye
7. Vietato ai demoni

Il Siniscalco piombò nella sala dove la coda dei richiedenti udienza arrivava già alla porta d'ingresso. Fece uno svelto cenno alle guardie, che stessero pronte. Poi ordinò ai cittadini di abbandonare l'aula poiché a causa di un'emergenza il Lord non li avrebbe ricevuti.
- Tutti i richiedenti udienza vadano fuori, vi prego! Pazientate, il Lord vi riceverà non appena sarà possibile.
Tra mormorii risentiti e seccati commenti a bassa voce l'aula si svuotò. Rimasero le guardie, trattenute all'ultimo momento da un cenno del Siniscalco stesso. Dalla medesima porta da lui varcata qualche momento prima irruppe Lord Hermann Gerben, signore per volontà del Tiranno delle povere terre comprese tra il vulcano Maas e il corso settentrionale del fiume Les, note come Provicia di Maas, o del vulcano. Seguito dalla sua guardia del corpo, un vero bruto di cui si diceva fosse più facile sorprenderlo senza pantaloni piuttosto che senza un'arma.
- Siniscalco! - esclamò adirato – Veniamo dunque a questa faccenda, facciamola finita in fretta prima che la voce si sparga e noi qui si diventi lo zimbello di tutto il regno!
- Entri il messaggero! - volto verso la porta principale il Siniscalco fece un cenno e il comandante delle guardie entrò scortando un tale in abiti da mercante.
I due attraversarono a grandi passi l'aula fino a giungere a rispettosa distanza dal Lord che li attendeva in piedi, impaziente.
Il mercante si presentò educatamente e rispettoso dell'etichetta come Jonas Jarven, commerciante itinerante. Stimolato a giungere al dunque in fretta, non esitò a descrivere senza mezzi termini come i cittadini di Malcant, un piccolo paese alle pendici del vulcano, venerassero un demonio ricevendo in cambio favori e intercessioni presso l'Arcidiavolo in persona. Non si poteva spiegare infatti come mai non fosse più possibile vendere a costoro medicine e rimedi di alcun tipo poiché godevano tutti di ottima salute.
- Siamo al termine dell'inverno e a Malcant nemmeno un raffreddore, una tosse, una febbre, mio Lord! Se non è un artificio demoniaco questo!
- E tu hai visto questo demonio?
- Io no, mio Lord. Ma ho... ehm... convinto, con le buone maniere ovviamente, un paesano a parlarne a lungo e approfonditamente. Sempre si è riferito a questo demonio come a una persona reale, descrivendolo fin nei dettagli i più difficili da inventare. Giungendo a precisare che il demonio si palesi con le forme, seppur demoniache, di una giovane fanciulla!
Il Lord, il Siniscalco e il comandante delle guardie si scambiarono un'occhiata carica di dubbi. Il mercante se ne avvide e si affrettò ad aggiungere dettagli importanti come la coda, le corna e il colore decisamente insolito della pelle del demonio.
- Che vi siano femmine dall'aspetto discutibile è noto a tutti – ironizzò il Lord – ma solitamente vengono definite streghe, non demoni. Tuttavia è altresì noto che vi siano femmine simili a demoni, ma non certo per il loro aspetto.
Nessuno azzardò nemmeno un sorriso. Ormai erano tutti ben avvezzi ai modi permalosi di Lord Gerben, e quello non era il momento giusto per ridere a una battuta.
- Assicuro che sono stato ben attento mentre versavo il vino, mio Lord. Sono certo che dei due quello alticcio fosse il mio interlocutore, e non tanto da straparlare fino a questo punto. E nemmeno è stato l'unico a farsi sfuggire qualcosa a riguardo... ho trovato conferme in altre involontarie testimonianze. Magari non vi è un demonio in carne e ossa, ma di certo non è più Elzer il primo dio venerato a Malcant.
Pensieroso il Lord Gerben stette col mento in mano. Di riflesso il Siniscalco assunse la medesima posizione, tormentandosi la barbetta a due punte.
- Questa tua ultima osservazione è la cosa più sensata che hai detto, mercante. Ho lasciato libertà di culto per tutti: chi vuole adorare Elzer è libero di farlo al pari di chi desidera venerare la dea Seleiah, la Morte o Zorast luminoso portatore di vita. È dunque questo il ringraziamento? A tutti è consentito innalzare altari, purché vengano pagate le dovute tasse. Ma non tollero che vi siano disuguaglianze. Non tollero che vi sia mancanza di rispetto reciproco. E soprattutto non tollero che vi siano pericolosi demoni cornuti, in figura o in carne e ossa nella mia provincia, figuriamoci come potrei essere felice se qualcuno li adora, perfino! I legati dell'Arcidemonio qui, nella mia provincia, a creare sette e fare proseliti! Mercante, hai reso un buon servigio. Verrai ricompensato, se questa tua denuncia dimostrerà di avere un fondamento solido. Altrimenti...
Jarven il mercante si irrigidì. Il Lord non finì la frase, ma non era difficile immaginare cosa intendesse. Era una provincia piccola e povera, ma non mancavano una solida prigione, bravi sgherri e nemmeno un boia ispirato. Lord Gerben congedò il mercante che fu scortato fuori dall'aula delle udienze da una guardia.
- Gul – disse il Lord rivolto alla sua guardia del corpo – manda due o tre dei tuoi, che non si facciano impressionare da storielle per spaventare i bambini. Facciano ciò che credono per ripristinare l'ordine a Malcant, cercando di evitare gli spargimenti di sangue innocente. Non voglio sentire parlare di vecchi e bambini sgozzati e donne violentate, chiaro?
- Mio Lord! - interloquì il comandante della guardia – credo sia meglio inviare uno dei miei esploratori prima, in modo da stabilire esattamente con chi abbiamo a che fare. Quanti sono, come sono organizzati. Due o tre soli guerrieri potrebbero trovarsi in difficoltà di fronte a un gruppo numeroso e ben capitanato!
In realtà il capitano Robert Harge, comandante della guardia e della guarnigione di soldati regolari, non poteva soffrire Gul il mercenario. Non ci teneva affatto a preservare lui e i suoi uomini da una brutta fine, anzi. Non aveva mai digerito che Lord Gerben avesse scelto un vile, rozzo mercenario della peggior specie, un violento e sanguinario bruto tutto muscoli e senza cervello come sua guardia del corpo. Sperava ardentemente che i tre sgherri da quello capitanati venissero fatti a pezzi da un'orda di demoni, o anche solo da una di contadini in rivolta. Tali infatti erano gli abitanti di Malcant: poveri contadini che passavano la vita curvi a coltivare la terra e a pagare pesanti tasse. A voler essere del tutto sincero, sperava che il decerebrato la prendesse come una sfida e si recasse sul posto di persona. Con tanti auguri di trovare l'Arcidemone in persona a fargli una bella festa.
- No. Tre uomini basteranno a ripristinare l'ordine. Se dovessero trovare un focolaio di rivolta non saranno così stupidi da cercare di soffocarlo da soli, tre contro tutti, e torneranno a riferire. Ma un solo uomo in ricognizione, trovandosi di fronte a pochi straccioni inchinati di fronte a chissà quale simulacro non potrebbe intervenire senza rischiare troppo. Tre uomini abili e determinati, ben armati e motivati invece non incontrerebbero difficoltà. È deciso. Gul, partenza appena pronti.
Il mercenario si batté il petto col pugno destro scimmiottando il saluto militare e mandando il sangue agli occhi del capitano, che della disciplina e della gerarchia faceva due incrollabili capisaldi del suo piccolo ma organizzato esercito. Anche lui non poteva soffrire il suo antagonista e non perdeva occasione di punzecchiarlo nel tentativo di fargli perdere le staffe e mandare all'aria disciplina e addestramento di cui si fregiava come medaglie. Gul era convinto che, nemmeno tanto in fondo, Harge fosse un bastardo figlio di cento padri come lui stesso era, solo con molte più arie da soldato e una divisa in ordine, coi colori esattamente coordinati con lo stendardo del signore che serviva.
   
 
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