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Autore: Yuphie_96    22/03/2018    2 recensioni
Tratto dalla Storia:
Il kwami rise e andò a prendere una fetta di camembert.
“Quindi…Nino?”
Chiese poi, mangiucchiando.
“Si, sarà gasatissimo!”
“Oh, lo sarà di certo ma sei sicuro di voler invitare lui?”
Il biondo lo guardò interrogativamente.
“Chi dovrei invitare sennò scusa?”
“Non lo so ~”
“Plagg”
“Beh si, un’idea forse ce l’avrei”
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino della Robh: Oh buonasera!
Sono arrivata con un altro capitolo, questo sarà un pò di passaggio, nel senso che non ci saranno molte informazioni nascoste sul perchè Marinette non voleva andare in Cina, in compenso però ci sarà tanto tanto fluff <3.
Spero vi possa piacere, buona lettura! <3

Spero di essere stata abbastanza brava a descrivere i vestiti ^^''''' nel caso avvisatemi e vi mando una foto via mp ^^'''''


Ci misero un bel po’ di ore ad arrivare a Pechino, la città della Cina in cui sarebbero stati per tutto il tempo del set fotografico, e Marinette, non abituata ai viaggi a lunga distanza, rimase un po’ destabilizzata dalla differenza di sette ore che avevano la Francia e la Cina.
Appeni scesi dall’aereo iniziò a stropicciarsi gli occhi, sentendo la stanchezza e le ossa che le dolevano per tutte quelle ore passate in aereo.
“E’ stancante il jet leg lo so credimi, però è meglio che stai sveglia fino a quando non diventa sera sennò domani sarà peggio”
Le suggerì Adrien mettendole un braccio intorno alle spalle e stringendola un po’ a sé, sorridendole e facendole infine l’occhiolino; a quell’abbraccio Marinette si svegliò immediatamente, irrigidendosi e facendo una mezza risata isterica per calmarsi, ma avrebbe seguito comunque il suo consiglio, e poi adesso il cuore le batteva così forte che il sonno le era completamente passato.

La corvina seguì il ragazzo e tutto l’entourage fuori dall’aeroporto, rimanendo meravigliata dalla metropoli che iniziava a stagliarsi tutto davanti e intorno a lei, tutto così grande rispetto alla panetteria dov’era nata e cresciuta… eppure, in qualche modo, lei apparteneva anche quello; si scambiò un’occhiata di nascosto con Tikki, sempre nascosta nella borsa, e si sorrisero.
“Stanno arrivando le macchine signore”
Informò Nathalie, rivolta a Gabriel che annuì.
“Le macchine?”
Domandò la ragazza.
Adrien, che la teneva ancora stretta per non perderla e per tenerla sotto la sua ala protettiva visto che l’aveva invitata lui, le annuì.
“L’aeroporto dista 20 km dal centro di Pechino, noi siamo diretti lì, nelle prime due suddivisioni della città”
“Oh… forse avrei dovuto informarmi come te”
Mormorò Marinette, in imbarazzo.
“Ma figurati! Tu sei qui in vacanza, devi solo goderti il paesaggio e le attrazioni, ti porterò in un sacco di posti vedrai!”
Le promise il biondo, fiducioso.

Ma i suoi piani vennero completamente stravolti.

Certo, per il paesaggio si godettero entrambi il paesaggio visto dal finestrino della macchina, i due ebbero per tutto il tempo gli occhi spalancati nel vedere quella città completamente nuova, s’indicarono anche a vicenda certe cose strane che li fecero ridere come bambini, Marinette per fortuna ora completamente a suo agio con soddisfazione di Adrien.
A quanto pare era davvero la prima volta per la ragazza in Cina, e voleva stupirla! Quella ragazza era meravigliosa, dolce e disponibile con tutti, Plagg gli aveva dato un ottimo suggerimento quando gli aveva messo in testa il suo nome e, giurava sul suo onore di… Chat Noir (?), che avrebbe mantenuto la sua promessa e l’avrebbe portato ovunque avrebbe voluto, avrebbero iniziato subito dopo il check-in in albergo.

… L’avrebbe fatto se non l’avessero rapito per iniziare subito con le foto.

“Dobbiamo proprio iniziare oggi?”
Chiese, ancora, Adrien, afflosciato sulla sedia del trucco.
“Se non iniziamo oggi, partiremo in ritardo e lei non potrebbe avere delle giornate libere”
Spiegò Nathalie, al suo fianco.
“Capisco”
Sospirò il biondo, lanciando un’occhiata all’amica.
Marinette era in piedi vicino al tavolo dei book, circondata da fotografi e Gabriel chini sul tavolo, le mani in mano, che guardava un po’ di qua e un po’ di là; quando intercettò il suo sguardo lo salutò leggermente con la mano.
“Si starà annoiando di sicuro”
Disse il biondo, triste per non aver potuto rispettare subito le sue intenzioni.
“Il signor Agreste rimedierà”
“Lo spero…”

Gabriel rimediò davvero, aveva intenzioni fin da subito di coinvolgere Marinette a un certo punto, e quel punto era quando furono arrivati tutti i vestiti che lui aveva scelto, adesso voleva mettere alla prova alla ragazza e la chiamò con un cenno della mano.
“Ma… dice a me?”
Bisbigliò Mari alla sua kwami.
“Ci sei solo tu da questa parte”
Le rispose Tikki, sempre sottovoce.
“Dici che dovrei andare?”
Chiese tremante.
Un punto era osservare il suo idolo al lavoro, insomma già quello era un sogno che si realizzava, ma… avvicinarsi? Perché? Che aveva fatto di sbagliato? Si era mossa?
“Marinette”
Alla chiamata del proprio nome dovette avvicinarsi per forza.
“Vieni qui davanti con me”
Le disse, mettendole una mano sulla schiena per metterla davanti ai vestiti.
“Quale combinazione sceglieresti per mettere in risalto Adrien?”
“Sinceramente gli starebbero bene tutti, lui è…perfetto”
Finì con un sospiro.
Gabriel dovette reprimere una risata, così quella ragazza era una delle tanti fan di suo figlio, chissà se lui se n’era accorto.
“Ma se tu dovessi scegliere, quali sceglieresti”
Insistette l’uomo.
Marinette ritornò sull’attenti e guardò i vestiti.
“Posso?”
Chiese, allungando la mano.
“Naturalmente”
Allora la ragazza si mise a scandagliare con cura, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata al biondo che stava venendo truccato insieme agli altri modelli.
“Direi d’iniziare con questo”
Tirò fuori dei semplici pantaloni neri e una maglia, bianca, che aveva la tipica allacciatura cinese e una fantasia dorata sui bordi delle maniche e sul fine della maglia.
“E’ un look semplice ma la fantasia ricorda il colore dei capelli di Adrien, e il bianco credo che valorizzi molto il trucco leggero che ha sul viso, il pantalone nero è un tocco elegante che va sempre bene e che lo fa sembrare maturo”
Finì, girandosi verso lo stilista.
Quello si stava accarezzando il mento pensoso, ma poi le accennò un sorriso, la corvina ci aveva visto giusto, lui aveva sempre pensato che il bianco risaltasse il figlio.
Marinette quasi non ci credette quando Gabriel prese i vestiti che lei aveva scelto e li consegnò al figlio per farlo andare a cambiare.
“Sei stata bravissima!”
Le disse Tikki, facendo uscire un attimo la testolina per sorriderle raggiante.
“Non puoi capire quanto sono felice”
Le rispose Mari, poggiandosi una mano sul petto in corrispondenza del cuore.

In seguito, Gabriel la chiamò ancora per chiederle consiglio e Marinette quasi si sbizzarrì con i capi che aveva sott’occhio: dopo il look semplice, fecero indossare ad Adrien un costume tipico del circo ma entrambi decisero che non gli donava per niente e passarono a qualcosa di più elegante e tipico, i colori passavano dal bianco, al nero e anche all’azzurro e i tessuti si alternavano da quelli raffinati, che veniva usati per i vestiti che riprendevano quelli dei principi, a quelli semplici che, concordavano entrambi, donavano molto di più al ragazzo.
Adrien osservava tutto quello ed era felice di vedere l’amica entusiasta, però decise che mancava ancora qualcosa e ne parlò con Nathalie e il padre, quest’ultimo accettò ridendo e fece uscire fuori gli abiti femminili mentre la castana portava Marinette a farsi prendere le misure e, successivamente, al trucco.
“M-Ma io che c’entro?”
Urlò nel panico mentre delle aiutanti la svestivano e le mettevano addosso il tipico vestito tradizionale cinese che si vedeva spesso indosso alle ragazze e alle donne, con l’allacciatura che scendeva dal collo fino all’incavo della spalla. Per l’occasione era di un bel rosa pastello, colore preferito di Marinette che aveva fornito Adrien che, per l’occasione, aveva indossato nuovamente il primo outfit.
“Su Mari, sarà divertente fidati!”
Le assicurò il biondo, trascinandola sul set.
Siccome la vedeva ancora titubante, fu lui a metterla in posa posizionandola in diagonale, mani unite davanti a lei come se stesse pregando, dopo anche lui si mise nella stessa posa, facendo in modo di toccare con la sua spalla sinistra quella destra della ragazza.
Ma Marinette era troppo tesa per sorridere.
“Prova a pensare che sia carnevale”
Le suggerì il biondo.
“A carnevale non mi facevano foto dei fotografi professionisti”
“Vero… allora prova a pensare che siano tutti in mutande”
A quell’affermazione Marinette non poté evitare di ridere e il fotografo catturò quella risata.
La corvina rimase abbagliata dal flash e sbatté le palpebre perplessa, si girò verso Adrien e quello le annuì.
“Fai vedere a tutti quanto è bello il tuo sorriso”
Le disse, ma il fotografo si accontentò anche della sfumatura rosata che presero le gote della ragazza.

Dopo quel vestito gliene fecero provare altri: la versione dello stesso vestito ma lungo e rosso, uno con il corpetto con le maniche corte bianco e blu e la gonna lunga bianca che sfumava nel blu, e alcuni erano vestiti tipici delle principesse cinesi.
Secondo Adrien erano proprio quelli a donare alla ragazza e Gabriel era d’accordo, le fecero parecchi scatti, aggiungendo anche dei fiori tra i capelli della ragazza, e lo stilista pensò davvero di mettere alcuni suoi scatti sul book.
Il massimo della giornata fu quando fecero vestire Adrien da moschettiere, si erano portati alcuni vestiti della vecchia Francia per poterli mettere a confronto con quelli della vecchia Cina, e Marinette da principessa. Il biondo era in ginocchio davanti all’amica teneva una mano sul cuore mentre con l’altra teneva una mano di Mari e le faceva il baciamano, l’altra mano della corvina era invece nascosta dalla manica lunga del vestito e la ragazza la teneva davanti al volto imbarazzata.
Quella fu l’unica foto che venne fatta sviluppare subito e in men che non si dica, Marinette quella stessa sera, nella sua stanza d’albergo, teneva in mano la sua copia guardandola meravigliata.
“Sono davvero io?”
Chiese per sicurezza alla sua kwami.
Tikki, seduta comodamente sulla sua spalla, le annuì con un sorriso che non finiva più.
“Questa è la dimostrazione tangibile di quanto tu sia bella Marinette”
“Ma… forse è il trucco dai”
“Oh ma per favore! Sei assolutamente favolosa! E poi, hai posato con Adrien”
Aggiunse maliziosa, la piccola coccinella, vedendo la sua protetta andare in brodo di giuggiole pensando al biondo.
“E’ stato assolutamente fantastico… ma sono stata anche professionale! Si, assolutamente professionale, come promesso a mamma!”
Finì riprendendosi, incrociando le braccia sotto al seno e facendo ridere Tikki.
Vennero interrotte da un bussare alla porta.
“Marinette? Stai già dormendo?”
Chiese la voce di Adrien che mandò la ragazza nel panico più totale, ma riuscì a riprendersi in tempo record e a far nascondere Tikki nella borsa per poter andare ad aprir la porta.
“S-Si?”
Chiese, abbozzando un sorriso.
“E’ tempo di rispettare la mia promessa”
Annunciò Adrien, allungando la mano verso di lei.
E Marinette la prese incantata.

“Dove stiamo andando di preciso?”
Gli chiese, una volta che furono solo loro due in macchina con la guardia del corpo del ragazzo al volante.
Adrien le sorrise.
“Ho scoperto che a qualche km di distanza dall’albergo c’è il ristorante di tuo zio, sarebbe bello rincontrarlo, non credi?”
“Lo zio Wan! Oh, sarebbe assolutamente fanta-“
Le parole le morirono in gola quando un pensiero le passò per la testa, le parole di sua madre e una vecchia foto le fecero aggrottare la fronte preoccupata.
“Marinette?”
La richiamò il biondo, il sorriso spento come quello della corvina.
“Eh? Ah, si! Si… sarebbe davvero bello andare a fargli visita”
Mormorò lei, ritornando ad abbassare lo sguardo.
Lui rimase a guardarla per qualche minuto poi le prese una mano e la strinse forte nella sua.
“Stai pensando al motivo per cui non volevi venire?”
“Io-“
“Non voglio obbligarti a parlarne se non vuoi ovviamente, voglio solo farti sapere che… io ci sono, okay? Sono vicino a te in questo viaggio, e lo sarò anche a scuola, quindi stai tranquilla, non sei sola”
“G-Grazie”
Bisbigliò Marinette, guardandolo negli occhi, le gote rosate e il cuore che batteva come un tamburo.
“Nulla, va un po’ meglio?”
Poteva forse dirgli che le aveva appena fatto venire i crampi allo stomaco per l’imbarazzo e la felicità?
“Si, meglio”
Ovviamente no, però si rilassò contro il sedile e decise di godersi il viaggio, alla destinazione ci avrebbe pensato poi.
Nella macchina cadde il silenzio ma le mani rimasero intrecciate, l’unica cosa che si sentiva era il rumore del traffico e se Marinette osservava affascinata la moltitudine di luci di fuori, Adrien si lasciò cullare dal rumore e dal movimento della macchina e, senza accorgersene, chiuse gli occhi e, alcuni minuti dopo, si addormentò.
La ragazza se ne accorse solo quando la presa sulla sua mano diventò debole, si girò verso di lui ma, a causa di una curva, se lo vide arrivare addosso e si ritrovò con la testa del ragazzo sulle gambe. Un attimo di sgomento e poi lo sguardo della corvina si addolcì.
“E’ meglio se torniamo in albergo”
Mormorò alla guardia del corpo che, vedendo dallo specchietto il suo padroncino addormentato, annuì e svoltò per tornare indietro.
Nel frattempo Marinette osservava il viso del suo primo amore, allungò una mano titubante e alla fine prese ad accarezzargli la guancia per poi infilarla tra quei raggi di sole che il ragazzo si trovava come capelli, chissà se Adrien sapeva quante emozioni le aveva fatto provare in un giorno solo, chissà se aveva capito cosa rappresentava per lei; la corvina non voleva farsi false speranze, però le parole che Adrien le aveva detto in quella macchina le rimasero nel cuore e l’aiutarono ad entrare nel mondo dei sogni una volta ritornata nella sua stanza, cullandola come una ninna nanna.

Tikki aprì gli occhi, si avvicinò a Marinette e vide che la ragazza dormiva profondamente, le lasciò un bacio sulla guancia poi volò verso la finestra, ci passò attraverso e salì in alto fino a raggiungere il tetto dell’albergo. Lì, seduti su una ringhiera, l’aspettavano Plagg e Nooroo, il primo con l’immancabile camembert.
“Come hai fatto a trovarlo?”
Chiese stupita, la coccinella.
“Adrien ha chiesto a Gabriel di portare una scorta”
Le chiarì il kwami della farfalla.
“Non mi sarei mosso senza il mio formaggio”
Aggiunse il gatto nero.
Tikki sospirò ma poi si andò a sedere in mezzo ai due amici.
“Allora, sei riuscita a scoprire come mai la tua bimba non voleva venire?”
Chiese poi il kwami della distruzione, dando un morso alla fetta.
“No, non me ne ha voluto parlare ancora, sono abbastanza preoccupata per lei”
“E’ la prima volta che ci capita, un portatore che non vuole parlare con il proprio kwami, sarà una cosa grande”
“Smettila di farmi preoccupare!”
Sbottò la coccinella, dandogli una manata sulla testa.
“Attenta al camembert!”
“Vedrai che prima o poi Marinette ne parlerà con te, se Gabriel si è aperto con me vuol dire che c’è speranza per tutti”
Scherzò Nooroo, mettendo una manina sulla spalla della coccinella.
“Approposito, hai notizie?”
Il kwami della farfalla scosse la testa.
“Il miraculous del pavone non dà ancora segnali”
“E il maestro Fu ha detto di non preoccuparci immagino”
Ipotizzò Tikki, sospirando al movimento positivo della testa dell’amico.
“Quanti problemi per noi piccoli kwami, ce la passavamo meglio quando ce la dormivamo”
Sbottò Plagg.
Gli altri due si guardarono negli occhi, potrebbero passare anche altri millenni ma il gatto nero non sarebbe mai cambiato… e, siccome era il kwami della sfortuna, gli cadde il camembert per sbaglio.
“Eresiaaaaaaaaaa!”
Tikki e Nooroo scoppiarono a ridere, infondo sarebbe stata una bella vacanza anche per loro.

   
 
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