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Autore: Recchan8    23/03/2018    1 recensioni
"Dopo la fine ci sono sempre speranza e rinascita".
La comparsa di Master Pharoh 90 risvegliò la bella Guerriera della Morte e della Rinascita. La falce di Sailor Saturn venne puntata verso il basso e la Terra venne distrutta e ricreata, e con lei tutte le anime presenti sulla sua superficie.
Kunibert è al primo anno di università; ancora non sa di essere la reincarnazione del comandante degli Shitennou, Kunzite, e di aver ricevuto in dono dalla silenziosa guerriera una preziosa seconda possibilità.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Shitennou/Generali
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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I suoi fiori preferiti erano le rose, esattamente quelle di colore rosa. Makoto portava degli orecchini a forma di rosa rosa, ma Mackenzie aveva deciso di non comprarne un paio simile. Nonostante volesse farlo, non poteva rimanere attaccata al passato per sempre. Adesso aveva una nuova vita, un nuovo nome e un nuovo lavoro. L'unica cosa che non avrebbe cambiato per nessuna ragione al mondo era il suo amore per Nephrite.
La porta di vetro del negozio si aprì e il campanellino posto sopra l'anta trillò, annunciando l'ingresso di un cliente.
-”Buonasera!”- disse la donna. Cercò con lo sguardo Mackenzie ma non la trovò.
-”E' nel retro”- disse Regina, seduta sul divanetto con le braccia incrociate, le gambe accavallate e lo sguardo fisso nel vuoto.
-”Eccomi!”- si mostrò Mackenzie pulendosi le mani al grembiule rosa. Riconobbe la cliente e si affrettò a tornare da dove era venuta. -”Ho tutto pronto!”-.
Regina si isolò dalla conversazione e sprofondò ancora di più nel divanetto. Ciò che i tarocchi le avevano detto continuava a ronzarle in testa. Non riusciva a darsi pace, aveva la sensazione di non aver recepito tutti i messaggi che le carte volevano darle. Gli Amanti la preoccupava, e non poco.
Qualcosa mi sfugge, ma cosa?”.
La donna ringraziò Mackenzie e, prima di andarsene, salutò Regina. La ragazza, tutta presa dai suoi pensieri, non rispose. Mackenzie e la cliente si scambiarono un'occhiata imbarazzata, e la donna uscì dal negozio.
-”Non mi piace”- borbottò Regina dopo qualche secondo di silenzio.
-”Perché? Io la trovo una signora molto piacevole”- rispose Mackenzie dispiaciuta.
-”Non mi stavo riferendo a lei”- chiarì stiracchiandosi le braccia. Sospirò e si accasciò nuovamente sul divanetto. -”Tutta questa storia, la nostra storia... Possibile che ci sia sempre qualcosa che non va? Mai una volta che si possa vivere in pace”- si lamentò.
Mackenzie non rispose. Regina aveva perfettamente ragione: pareva che tutti loro fossero destinati a lottare in eterno, anche oltre la fine dei tempi.
-”I nostri sacrifici sono necessari al bene comune”- disse Mackenzie piano.
La ragazza dai capelli corvini roteò gli occhi e fece schioccare la lingua, particolarmente seccata.
-”Quindi mi stai dicendo che noi dobbiamo sacrificarci per la Terra, il Silver Millennium e chi più ne ha più ne metta. Ma a noi chi ci pensa? Jupiter, chi si preoccupa e si sacrifica per noi?”-.
Regina fissò negli occhi Mackenzie finché quest'ultima non distolse lo sguardo e lo abbassò a terra. Vide un disagio che non era suo nei movimenti dell'amica e capì di averle appena posto una domanda che non le era mai passata neanche per l'anticamera del cervello. Per Jupiter era naturale immolarsi per il bene comune: Giove simboleggiava la Giustizia.
-”Quello che sto cercando di dirti è che a volte penso che tutto questo non sia giusto”- riprese Regina soppesando attentamente le parole. -”Nessuna di noi ha avuto modo di scegliere la propria vita. Non fraintendermi”- aggiunse subito. -”In fondo sono contenta di essere una Guerriera Sailor, ma... Cazzo, Jupiter! Sono morta due volte per persone che manco sapevano chi io fossi! E io non sapevo chi fossero loro! Vorrei... Vorrei solo, almeno per una volta, vivere come voglio”-.
Mackenzie si tolse il grembiule, lo piegò lentamente e lo ripose sul bancone. Raggiunse Regina e si chinò. Le prese con dolcezza le mani e gliele strinse.
-”E' vero: non abbiamo avuto scelta, siamo nate Guerriere Sailor e, mi dispiace, ma da Guerriere Sailor moriremo quante volte sarà necessario”- disse con fermezza.
-”Io lo capisco, Jupiter, davvero, ma non è giusto”- sussurrò Regina. Agli angoli dei suoi occhi a mandorla si accumularono lacrime di rabbia.
-”Sono sicura che un giorno il testimone passerà a qualcun altro, ma finché sarà in mano nostra dovremo esserne fiere e portarlo con orgoglio”-.
Regina ritrasse le mani e si asciugò coi mignoli gli occhi, attenta a non rovinarsi il trucco. Si rimproverò per essersi mostrata debole di fronte a Mackenzie e un poco si pentì di aver dato voce ai suoi pensieri per nulla nobili.
-”Mi dispiace...”- si scusò con gli occhi bassi.
Mackenzie sorrise e l'abbracciò.
-”Stai tranquilla, ti capisco”- cercò di consolarla. -”Ma sono certa che tutto si sistemerà”-.
L'anima della forte e passionale Mars era ferita.

 

Regina aveva da poco lasciato la fioreria di Mackenzie quando sentì il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni.
-”Pronto?”- rispose senza guardare il nominativo della chiamata.
-”Mackenzie è con te?”- le domandò subito la voce di Kunibert.
Regina si voltò a guardare la vetrina del negozio.
-”Sono appena uscita dal negozio. Se hai qualcosa da dirle, perché non chiami direttamente lei?”- rispose brusca. -”Non amo fare il Cupido della situazione”-.
Sentì Kunibert sbuffare.
-”Forse perché è con te che voglio parlare?”-.
-”Allora perché mi hai chiesto di lei?”-.
-”Ci siamo svegliate col piede sbagliato?”- la punzecchiò Kunibert.
Regina, temendo che il ragazzo potesse accorgersi del suo turbamento e delle emozioni che l'appena conclusa discussione con Mackenzie le aveva lasciato, si schiarì la voce e cercò di darsi un contegno.
-”Io mi sveglio sempre col piede sbagliato”- gli rispose a tono.
-”Ascolta, ho un favore da chiederti”- cambiò argomento Kunibert. -”Forse non ti piacerà. Vorrei che tu mi accompagnassi a un aperitivo con altre due persone”-.
Regina spalancò gli occhi e si bloccò in mezzo alla strada.
-”Stai scherzando?”-.
-”Non è questa la parte peggiore”-.
-”Ah, c'è dell'altro?”-.
Dall'altro capo del telefono Kunibert esitò.
-”Vorrei che ti fingessi la mia ragazza”-.
Regina si staccò il cellulare dall'orecchio e lo guardò sbalordita. Si voltò nuovamente verso la fioreria e fu tentata di tornare indietro e di dire a Mackenzie che il grande comandante dei Quattro Generali Celesti aveva appena annegato il cervello in una vasca di vodka e che si era bevuto tutto, cervello, vodka e pure la vasca.
-”Regina, non dire niente a Mackenzie”- disse Kunibert allarmato, come se avesse intuito i pensieri di Regina.
Regina si infilò in un vicolo, come se avesse paura che la sua voce potesse raggiungere Mackenzie all'interno del suo negozio.
-”Si può sapere che diamine sta succedendo?!”- sussurrò con nervosismo.
-”Mi farai questo favore o no?”- la incalzò Kunibert. -”Per ora non posso spiegarti molto, vorrei che vedessi coi tuoi occhi come stanno le cose”-.
Kunibert non poteva o non voleva spiegare? La voce di Kunibert sembrava tradire una certa preoccupazione e, nonostante non le andasse molto di accettare, decise di dare una mano al Generale Celeste che pareva dare di matto.
-”D'accordo”- si arrese la ragazza. -”Posso almeno sapere perché Mackenzie deve restare all'oscuro di tutto?”-.
-”No”-.
Regina sbuffò. Tornò sulla strada principale e riprese a camminare, dirigendosi verso casa.
-”L'appuntamento con gli altri è per le 19 in Piazza delle Tavole. Vuoi che ti passi a prendere?”-.
-”Dio, no!”- rabbrividì Regina. -”Non stiamo insieme per davvero!”-.
-”La mia era solo gentilezza”- ribatté Kunibert freddo. -”Ci vediamo più tardi”-.
Regina terminò la chiamata e mise il telefono nella borsa. Nel farlo le sue dita sfiorarono il mazzo dei tarocchi che portava sempre con sé. Prese una carta, come faceva sempre quando era in cerca di risposte o quando non si sentiva tranquilla. Tirò fuori la mano dalla borsa e girò la carta.
La carta degli Amanti, rovesciata, apparve di fronte ai suoi occhi.

 

 

 





NOTE DELL'AUTRICE:
In realtà questo capitolo e il successivo formano un unico macrocapitolo che ho dovuto dividere a causa della sua lunghezza eccessiva. Il prossimo capitolo (o meglio, la seconda parte del macrocapitolo) verrà caricato a breve; mi mancano giusto poche righe per concluderlo :>
Ho sempre paura di sfociare nell'OOC, sapete? Gestire la psiche e descrivere le varie sfaccettature caratteriali dei personaggi non è mai stato il mio forte. Eppure si può dire che Kunibert non sia Kunzite, o che Regina non sia Rei: questo, in realtà, è uno dei temi centrali della mia fanfiction.
Aspetto recensioni e pareri da parte vostra! <3
Ciao a tutti e alla prossima! ^^

 

   
 
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