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Autore: gabry13    23/03/2018    1 recensioni
Si dice che George Weasley non sia più riuscito a invocare un Patronus dopo la morte del fratello Fred. Spesso si dona alla gioia un rilievo eccessivo e si dimentica l'importanza della semplice serenità. Non lo ha fatto Angelina Johnson che ha donato a George una nuova famiglia da amare. Vorrei provare a descrivere come ho immaginato l'inizio del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lampi di luce verde si alternarono a sguardi penetranti di occhi altrettanto verdi. Il tremendo fragore di mura che si sgretolavano, lo strazio di pianti inconsolabili, l’insostenibile spettacolo di una lunga sfilata di corpi esamini si intrecciarono a tocchi leggeri di mani calde e rassicuranti, a sorrisi amichevoli, all’eco di parole sincere.

I sogni di George, tormentati come da tempo non accadeva, lo svegliarono all’alba frastornato, sfinito e profondamente turbato. Si sentiva in colpa nei confronti di Angelina. Aveva riversato su di lei tutta la rabbia inespressa, la bestia nera che giorno dopo giorno, notte dopo notte aveva soffocato con forza perché suo padre, sua madre e i suoi fratelli avevano già sofferto troppo e non avrebbero retto a quell’ennesimo dolore. Doveva rivederla e chiederle scusa; non riusciva a spiegarsi il motivo ma l’averla ferita lo stava dilaniando.

Si presentò pochi minuti prima dell’ora di pranzo davanti al negozio dove lei lavorava con due cartocci di Zuccotti di Zucca e un paio di Burrobirre. Si accomodò su una panchina e aspettò pazientemente che la ragazza uscisse. Quando Angelina lo vide si blocco di colpo, lo stupore dipinto in volto. Poi si avvicinò guardinga e prudente come se stesse per approcciarsi ad una bestia selvatica. Lui le sorrise timidamente e si giustificò: - Oggi il pranzo l’ho portato io e, se ti va di sederti con me, prometto che mangerò… -

La ragazza seppur con esitazione prese posto al suo fianco. Non sapeva cosa fare e soprattutto cosa dire ma dopo pochi istanti fu George a rompere il silenzio: - C’è una cosa che faccio spesso da quando Fred è morto. Esco da Diagon Alley e comincio a camminare senza meta nella Londra dei babbani. – raccontò con la voce ridotta ad un sussurro: - Amo mischiarmi tra di loro perché nessuno mi conosce, mi confondo nella folla. Li osservo e sono così diversi da noi; hanno dovuto usare l’ingegno per risolvere problemi concreti che qui superiamo con un colpo di bacchetta. Vanno sempre di fretta, rincorrono il tempo illudendosi di poterlo controllare. Spesso uso la metropolitana. E’ una specie di treno che viaggia in gallerie sotterranee. Li guardo stipati in quei vagoni ognuno con la propria personalità, con il proprio stile e qui incrociano le loro vite, si sfiorano, si guardano e neppure se ne accorgono. E’ come vedere dei pesci attraverso il vetro di un acquario. Analizzo ciò che intuisco delle loro esistenze nel tentativo di dimenticare la mia. – Era un fiume di parole di un’autenticità commovente, un’anima fragile che si spogliava della sua corazza e solo in quel momento Angelina capì che il suo non era stato compatimento: - affetto – mormorò: - la mia non è mai stata pietà ma solo l’affetto di un’amica che non riesce ad accettare di vederti devastato dal dolore. Mi dispiace – proseguì con rinnovato sentimento: - per come ti ho aggredito. Ti prego porta anche me a girovagare per Londra, se puoi accettarlo condividi questa cosa con me. –

George la guardò dritta negli occhi e le tese la mano: - Piacere, George Weasley –

La ragazza sorrise: - Piacere, Angelina Johnson –

Non era che il tacito accordo di dimenticare il passato per vivere il presente così come si presentava, senza troppe paure o eccessive aspettative.

Il rintocco dell’orologio ricordò alla giovane che era giunto il momento di ritornare al lavoro. – Mi dispiace ora devo andare – sbuffò dispiaciuta. Lui sorrise: - Ok, passo a prenderti domani sera per la tua prima passeggiata tra le vie di Londra. – La ragazza annuì, si avvicinò lentamente e gli donò un delicato bacio sulla guancia. Le sue labbra erano calde e morbide, gli occhi color smeraldo scintillavano di gioia e un lieve profumo di vaniglia lo inebriò.

George avrebbe voluto dirle che adorava anche i lineamenti dolci del suo viso ma lo tenne per se, per ora gli sembrava giusto così.

   
 
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