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Autore: MusicAddicted    24/03/2018    11 recensioni
Rachel Drew si ritrova a fare un lavoro che non è il suo, gestendo il centralino del taxi della sua amica, per coprirle il turno. Al termine di una mattinata estenuante si ritrova a parlare al telefono con un ragazzo che riconosce subito dalla sua voce suadente, che ha accompagnato infinite volte le sue giornate.
Si tratta di Michael Roadway, che assieme all'amico Edward Grennet forma il duo artistico 'Eddy&Mike', di cui Rachel è accanita sostenitrice, soprattutto di Michael.
Al termine della chiamata, Rachel fa una considerazione importante: al momento della prenotazione è stato proprio Michael a darle il suo numero, come da prassi.
La tentazione di approfittarne è forte, ma il rischio non è da meno.
E se Michael amasse le azioni intraprendenti tanto quanto Rachel?
Una storia dal ritmo frizzante, intrisa di amicizia, umorismo, amore e tanti SMS!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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L’orologio segna solo poco più di due minuti alle 14:00.

L’ora della fuga si avvicina.

Beh, fuga da un lavoro all’altro.

Raccolgo tutte le mie cose nella borsa, sono quasi tentata di avvicinarmi già all’uscita, quando il telefono si mette a suonare.

La ragazza del prossimo turno, già informata da Rebecca della mia sostituzione, ancora non s’è vista, quindi c’è poco da fare, tocca di nuovo a me rispondere.

“The Fastest Taxi, buongiorno.” ripeto per la trecentesima volta nella giornata, mentre continuo a guardarmi attorno per vedere se arriva la ragazza.

“Ciao. Io sono convinto che tu possa riuscire nel miracolo…”

Oh, mio Dio. Non può essere.

Io questa voce la conosco. La conosco eccome!

Ma com’è possibile? Sono morta e questo è il Paradiso?

In effetti, lui ha parlato di miracolo…

“Pronto? Hey, ci sei ancora?” mi richiama lui.

“Sì, scusa, stavo prendendo un appunto. Dimmi pure.” mi giustifico io. Che scusa idiota, potevo scegliere qualcosa di più credibile.

“Avrei bisogno di un taxi…” 

Ma dai? Pensavo ti servisse un chilo di pane!

“Direi che hai fatto il numero giusto.” è la reale risposta che gli do.

Deve essere la mia immaginazione, o la stanchezza, che mi fa brutti scherzi.

Probabilmente è solo una voce che somiglia un po’ alla sua.

Come ho potuto anche solo immaginare che fosse… lui?

“Eh, già, direi di sì. Allora, noi siamo a Gough Street, al numero 284, presso JW Network...”  

Oh, mio Dio. Non solo mi ha detto la via, ma addirittura la radio. Allora è davvero Michael!

Michael Roadway sta davvero parlando con me.

Michael Roadway ha bisogno di un taxi.

Che cosa aspetto a trovargliene uno?

“Certo. Farò il possibile… se serve anche l’impossibile!” spergiuro io, mentre vedo la collega di Rebecca avvicinarsi, pronta a sostituirmi.

Le faccio segno di attendere fuori.

Lei la scambia per una grande disponibilità ad accalcarmi anche del lavoro che a quest’ora dovrebbe essere suo.

Peccato che le mie intenzioni non siano così altruiste come crede.

Bella mia, te lo scordi di occuparti di questa telefonata!

Quanto adoro la prassi di questo lavoro.

“Scusami, siccome le linee al momento sono molto intasate, ho bisogno di un tuo recapito, così non ti faccio attendere… “

“Certo. Ti lascio il mio cellulare. Segna… “  

Oh, mio Dio.

Michael Roadway ora mi sta dando il suo numero di telefono.

Cioè, non lo sta dando esattamente a me, ma alla società, ragione per cui non dovrei appuntarmelo anche sulla mia agendina personale, come sto facendo.

“Ok. Mi metto subito all’opera!” lo saluto, contattando i vari taxi con una rapidità che non mi sono certo sognata di usare nel corso della mattina.

 

E riesco nel miracolo. In breve rintraccio un taxista che è nei pressi di quella zona.

Ed è un taxista uomo. Doppio motivo per esultare. Non avrei mai tollerato che la fortuna di avere lui a bordo della propria autovettura capitasse ad una donna.

Sollevo la cornetta e col cuore in gola mi affretto a comporre quel numero magico di cui ancora stento a credere di essere a conoscenza.

“Sì, pronto?” risponde Michael, al terzo squillo.

“E’ ‘The Fastest Taxi ‘. Missione compiuta! Spagna 29 in due minuti.” lo avviso io.

“Sei stata grandiosa. Grazie!”  

Sto per sciogliermi. Sta ringraziando proprio me.

“Beh, grazie a te, per aver scelto noi. Buona giornata!” sorrido io, riagganciando.

Accidenti, suonavo come uno spot pubblicitario.

Ma cosa me ne importa? Ho appena parlato con l’uomo dei miei sogni… e ho pure il suo numero!

Però è anche vero che ho un ufficio che devo raggiungere tra meno di un’ora.

Faccio segno alla collega di Rebecca che può entrare, la saluto e mi dileguo.

 

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“Io ti adoro!” esclamo al culmine della gioia, sorseggiando il mio Mojito.

“Ma non sei quella che stamattina mi odiava?” domanda Rebecca, agguantando una manciata di noccioline dalla ciotola.

Solitamente ci troviamo un giorno a settimana per un aperitivo insieme. Fortunatamente questa settimana il giorno è proprio oggi e altrettanto fortunatamente il nostro posto preferito, il Blue Lamp, è aperto anche il lunedì.

“Ho i miei buoni motivi per aver cambiato idea. Sai, del resto è un lavoro che ti dà modo di parlare con tanta gente...”  

“Sì, i clienti imbestialiti di cui mi hai detto...” mi interrompe lei.

“Sì, ma non solo...” faccio la misteriosa io.

“Rachel, ti decidi a dirmi che accidenti è successo o devo farti ubriacare per saperlo?” dà chiari segni di impazienza lei.                  

“Ho parlato con Mike!” confesso io.

“Mike chi?”  

“Mike di ‘Eddie&Mike’!” rincaro la mia dose di entusiasmo.

“Ah. Nel senso che hai chiamato in radio e… No, aspetta, se mi coprivi il turno, non potevi… oh!”  comincia a trarre le giuste conclusioni.

“Vuoi dire che...”

“Sì.” rispondo, leggendole il pensiero.

“Lui? Lì?”

“Sì. Nel senso che ha chiamato per cercare un taxi e io gliel’ho trovato!”  

“E quindi avete parlato un po’.”

“Non abbiamo fatto chissà che grande chiacchierata, giusto il tempo di trovargli il taxi.” 

“Beh, dici nulla? Sono felice per te.” sorride Rebecca.

Glielo dico o non glielo dico?

Glielo dico.

“Rebecca, c’è di più”, proseguo io. “Ho il suo numero.” 

La mia amica per poco non mi sputa addosso quel che resta del suo Capirinha.

“Tu hai il numero di Mike?!” ripete ad alta voce, troppo ad alta voce.

“Dovevi urlare di più. A Seattle non ti hanno sentito!” commento ironica io, alzando gli occhi.

“Scusami. Quindi, cosa farai?” 

“Niente! “  

“Cosa? Hai il suo numero e non provi nemmeno a chiamarlo?” 

“Non è così semplice. Non è che l’ha dato direttamente a me, era solo per rintracciare il taxi…” 

“E allora? Che importa come? L’importante è che ce l’hai. Hai un’occasione d’oro e devi sfruttarla!” mi interrompe lei.

“Da che pulpito! Parla quella che stamattina era nello stesso bar del suo adorato Jason e non ha fatto niente. E poi ti devo ricordare il discorso del ‘cosa ci fa lui con una come me?’ Per non parlare dei due mondi drasticamente diversi e via dicendo?” la metto in difficoltà io.

“Quella è una situazione completamente diversa e poi riguarda me. Con te è diverso. Tu devi chiamarlo!”

“Sì, e per dirgli cosa? ‘Ciao, non ti spaventare ma ho il tuo numero, che ho ottenuto solo infrangendo ogni regola sulla privacy... di un lavoro che, per la cronaca, non ero neppure autorizzata a svolgere!’? Beh, di sicuro non sarei banale...”

“Spiritosa. Non lo so, ma qualcosa ti devi inventare.”  

Al termine dell’aperitivo io e Rebecca ci lasciamo con la solenne promessa che almeno ci penserò.

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Non faccio in tempo a girare le chiavi nella porta di casa, perché Nancy mi anticipa, aprendola, e già da lì riesco a scorgere un elegante ragazzo seduto sul divano.

In un primo momento credo che parli da solo e gesticoli come un pazzo, poi capisco che ha l’auricolare del cellulare… e scommetto qualunque cosa che si tratta di lavoro.

Perché conosco Nancy e lei frequenta solo gente come lei: ossessionata dal fare carriera.

Insomma, l’unica cosa che condividiamo io e lei... è l’appartamento, da ormai quasi tre anni.

Anni in cui lei è entrata nel mondo delle revisioni bancarie, salendo progressivamente di posizione.

Mentre io... sto passando da un lavoro all’altro, non ho stabilità, ma soprattutto non ho ancora le idee chiare su cosa voglia fare effettivamente da ‘grande’ ... e ho già ventisette anni compiuti.

Per ora non mi dispiace correggere bozze presso una casa editrice, ma la verità è che vorrei che ci fosse qualcuno a correggere le bozze del libro che un giorno scriverò.

E ho perso il conto delle volte che Nancy mi ha consigliato di lasciar perdere e puntare a cose più reali, che diano sicurezza.

Sicurezza non solo sul piano lavorativo.

Da quasi quattro anni, è fidanzata con un pezzo grosso di un’azienda cliente, ma per una questione di spazi personali non si sono ancora decisi a convivere.

Il punto è che a Nancy non va giù che io sia single da più di due anni ormai e, anche se nessuno gliel’’ha chiesto, s’è messa in testa che lei mi debba trovare un compagno a tutti i costi.

Per questo, qualche volta mi propone appuntamenti con uomini che a suo dire sono perfetti per me.

E temo che questa sia una di quelle volte.

“Lui è Richard, è un Investor Relator e… poche storie, escici assieme e dopo mi ringrazierai!” mi spiega, senza farsi sentire da lui.

Nancy ancora non ha capito né quanto tutto questo sia veramente umiliante per me, né quanto io poco sopporti i suoi amici.

Ma so che è animata da buone intenzioni, è una brava ragazza e le voglio bene.

“Nancy, non lo so... e poi sono appena tornata da un aperitivo maestoso, non ho più molta fame…”  

“Non m’importa, fatti tornare l’appetito e va’ a cenare con lui!” insiste lei e capisco di non avere scelta.

“E così, tu sei Rachel piacere di conoscerti. Andiamo!” mi degna della sua attenzione Richard, per il semplice motivo che ha concluso la sua conversazione al cellulare.

Le premesse non sono delle migliori per cominciare la nostra serata.

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Il mio sesto senso non si è sbagliato.

Ho resistito a tutte le mirabolanti azioni che Richard ha intrapreso quand’era Rappresentante d’Istituto nella sua scuola, a quanto è determinante ogni suo intervento nelle varie convention, affinché tutto sia pianificato al meglio, alla sua abilità nel risollevare le sorti di un’azienda che ormai era sull’orlo del fallimento; ma allo spocchiosissimo resoconto delle sue recenti vacanze in Kenya a bordo della Subaru nuova di zecca che gli ha regalato suo padre… non ce l’ho più fatta.

Come la più classica delle Cenerentole sono fuggita, ma senza lasciare alcuna scarpina e non certo perché la mia carrozza stesse per tramutarsi di nuovo in una zucca.

Al contrario, non era nemmeno mezzanotte. Tutt’altro, sono rincasata poco prima delle 23:00, giusto in tempo per riascoltare la replica di ‘Two With You’.

Nancy stava azzardandosi a chiedermi spiegazioni, ma l’ho zittita con un ‘Ne parleremo domani!’, accompagnato da uno sguardo più che eloquente.

Mi sono fiondata in camera e ho acceso la radio, rigorosamente con le cuffiette, per non disturbare Nancy.

Come al solito, le due ore son volate, la trasmissione è finita giusto ora.

Spengo la radio e, distesa sul letto, ripenso all’evento principale della giornata, poi alla chiacchierata con Rebecca, al suo consiglio.

Mi rialzo e prendo dalla borsa due cose: la mia agendina e il mio cellulare.

Mi rimetto a letto, apro l’agendina e osservo per qualche secondo quel numero, dopodiché comincio a comporlo sulla tastiera del cellulare, ma smetto prima di giungere all’ultima cifra.

Non posso farlo… e poi non a quest’ora di notte.

Ma mi conosco: se non trovo il coraggio di farlo adesso, non lo troverò mai più.

Ripeto la precedente sequenza di cifre, ma stavolta aggiungo anche l’ultima, la più determinante, e faccio partir la chiamata.

Non che voglia parlarci, non riuscirei mai ad essere così invadente, voglio solo assicurarmi che sia acceso.

E appena sento che inizia a squillare, spengo, soddisfatta da quella conferma.

Senza pensarci troppo, invio ‘Ciao’. Il più semplice degli SMS.

Ormai è fatta, non si torna più indietro.

Spengo il cellulare e lo ripongo sul comodino, assieme all’agendina.

E subito dopo, mi sdraio, spegnendo la luce, anche se… chi riuscirà più a chiudere occhio?

   
 
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