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Autore: _Lakshmi_    25/03/2018    2 recensioni
[AU Scolastica]
Dal primo capitolo:
Il pullman è la barca, l'autista è il tristo traghettatore di anime.
Se Dante avesse scritto la Divina Commedia nel XXI secolo, probabilmente lui e Virgilio avrebbero viaggiato su un mezzo pubblico, schiacciati nella calca di teste pensanti -chi più, chi meno- ed ansiogene, concentrate unicamente sull'imminente verifica o interrogazione.
Caronte aspettava gli spettri imbottiti di caffè e di zuccheri, tamburellando le ossute dita sul volante a ritmo della colonna sonora delle sue lunghe traversate: [...] lui, infatti, in mezzo a tutta quella vita, si limitava ad ascoltare e a cantare le note della sua amata canzone, guidando la nave sul fiume di nero asfalto.

[Attenzione: rivisitazione miti in chiave moderna ed utilizzo di stereotipi]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A me pare uguale agli dèi

[Attenzione: presenza leggera di Shoujo-ai]


A me pare uguale agli dèi

[raccolta di One-shots]


    Su come Ares fosse stato sconfitto dall'influenza e dalla febbre a 37.2 -ormai in punto di morte, insomma- era ancora un mistero: lui infatti era famoso per avere degli anticorpi d'acciaio, tanto che in anni d'insegnamento non si era mai ammalato neppure una volta; tuttavia giravano voci che fosse tutta colpa di Oto e di Efialte, che, raffreddati, durante un'interrogazione sulla muscolatura gli avevano attaccato ogni genere di batterio a forza di colpi di tosse e di starnuti.
Altri, invece, sostenevano che fosse tutto frutto del “Karma”.
Difficile stabilire chi avesse ragione.

<< Ragazzi, in questo periodo c'è un po' tanto di carenza di personale: quindi voi della 4C del Classico sedetevi tanto pure sui gradoni e studiate quel che dovete studiare.>> Deimos, professore di Ginnastica dalla curva gobba e aspetto non decisamente rassicurante, aveva in verità un buon cuore e si preoccupava sempre per gli studenti, arrivando persino a calibrare il lavoro sulle reali capacità della classe e chiudendo un occhio o due su certe prestazioni non proprio eccelse durante i test.

Tutto ciò era lontano anni luce dall'educazione di Ares, ma proprio per questo, nell'alto mare del Liceo, Deimos rappresentava un sicuro faro nella tempesta.

<< Voi di terza invece andate tanto pure a cambiarvi per l'ora.>> aggiunse, sorridendo agli allievi per poi sedersi in cattedra per compilare il registro elettronico.

Alcippe, mentre raccontava con ampi e confusi gesti l'avvincente puntata di un anime, seguiva a passo sicuro la sua amica Persefone dallo sguardo sognante e perso sul ricordo di chissà quale ragazzo.
Calde iridi nocciola le osservavano dagli spalti, prima di concentrarsi sul testo di greco da tradurre.


A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente.


    Gli spogliatoi femminili, prima ancora di essere spogliatoi, erano camere a gas in cui i profumi zuccherini dei deodoranti si mischiavano e creavano cappe di nebbia che si potevano tagliare con un grissino.
Alcippe, conquistata la panca e solo dopo aver indossato i leggins per la lezione, si voltò verso Persefone e la squadrò con un'occhiata forzatamente seriosa e critica, sottolineata da un sorrisetto saccente.

<< Ade, Ade, Ade... sempre il professor Ade.>> sospirò esausta, prima di scoppiare in una fragorosa risata alla reazione dell'amica.

Quest'ultima infatti, per zittirla, le lanciò la maglia in pieno viso rischiando anche di sbilanciarla da quanto era scagliata con impeto. Probabilmente le lunghe estati passate a giocare a pallone in piscina -oltre ad annegarsi vicendevolmente- avevano dato i loro frutti.
Si conoscevano da così tanto tempo da essere come sorelle, seppur Demetra guardasse sempre con diffidenza quella “ragazzina che si traveste come quei cartoni giapponesi e che legge opere discutibili. Secondo me ha qualcosa che non va.”; tuttavia la loro amicizia, talmente profonda da essere in grado di superare queste piccolezze, continuava per quel caldo legame familiare che nella vita di Persefone sarebbe altrimenti mancato.

<< Zitta! Ma ti sembra?>> esclamò rossa in volto la Piccola Testolina Bionda << Era solo per dire che mi ero trovata bene con le ripetizioni... ecco...>>
<< Eh... dopo tanti nove, recuperare un sei è difficile.>> annuì la testa ramata, scuotendo quella chioma che tanto necessitava di qualche colpo di spazzola. E di una piastra. Oppure, in extremis, di un elastico.
<< Beh... sai come la pensa mia madre...>>
<< Ovviamente: il sei è la soglia del due.>> Alcippe indossò una canotta bislarga, trafugata dal cassetto di suo padre e la sistemò un po' davanti allo specchio per non far vedere il reggiseno in pizzo nero.

Già che c'era, si girò e si rigirò fissando il proprio riflesso nel vetro appannato, sospirando mestamente per le dimensioni ridotte del seno: aveva sicuramente preso da sua madre i tratti del viso, ma per quanto riguarda chioma, occhi e petto, era tutta figlia di Ares.

Maledizione. Almeno una coppa B, non chiedeva troppo.

<< Hai finito di vestirti? Sempre una lumaca.>> si lamentò Persefone sul punto di uscire dallo spogliatoio, ma Alcippe sbucò improvvisamente dalla nebbia e la superò di corsa.
<< Lumaca a chi? Non sfidare la regina di atletic-...>> la rossa tuttavia mise un piede sui lacci delle scarpe (ovviamente slacciati), capitombolando inevitabilmente a terra. Distesa sul ligneo pavimento, sentiva la risata cristallina di Persefone alle sue spalle che -ovviamente- invece di aiutarla, pensò bene di pubblicare il filmato sulla Storia di Instagram.

C'era sicuramente un girone infernale anche per simili creature demoniache.
Alcippe fu sul punto di scattare in piedi, ma proprio in quel momento notò davanti al viso una mano tesa a soccorrerla.

<< Eh...?>> confusa, sorpresa e probabilmente con un'espressione stupida, aveva fissato la sua salvatrice al pari di una creatura ultraterrena: quel viso sconosciuto, dopotutto, apparteneva ad una capoccia dell'altra classe, anche se, seppur quelli del Classico fossero effettivamente “creature ultraterrene” per tutti gli studenti dei Licei più umili, quella ragazza non sembrava avere niente di arrogante.
<< Alcippe e Persefone... giusto?>> domandò la nuova arrivata dalla lunga chioma castana, che ricadeva liscia quasi a sfiorare il volto inebetito del soldato caduto.
<< Ah... eh... sì...>> annuì incerta Alcippe in risposta, cercando ancora un possibile inganno. Erano tempi difficili quelli, in cui anche un aiuto poteva tramutarsi in una simpatica gag da condividere con gli amici.
<< Il professore Deimos vi stava aspettando. Siete le ultime.>>


Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde nella lingua inerte.


    Per cosa era famosa Alcippe in tutto il Liceo?
Ovviamente per le brillanti, calde note del violino, tanto da aver rappresentato la scuola ad importanti eventi e spettacoli, nei quali era sempre riuscita a toccare le corde dell'animo della platea, arrivando persino a commuovere i presenti con l'armonia della propria musica.

<< Alcippe! Stai tanto bene?>> Deimos terrorizzato si avvicinò immediatamente al groviglio umano di arti e di ostacoli, in cui si riconosceva ancora la figura della sbadata studentessa.

Non era di certo ricordata per la sua bravura in Educazione Fisica proprio per colpa delle sue piccole sviste o della sua testa spesso perduta tra mille pensieri.

<< Sì, sì...>> mormorò la ragazza, risollevandosi dolorante.

Ma tutti quei difetti erano nulla, in rapporto alla sua interezza. Saffo infatti, seduta sui gradini, osservava quel piccolo genio pregno di sudore, rosso in volto per l'imbarazzo e non poté non sorridere: Alcippe era la stupenda ragazza in kimono che, due anni addietro, l'aveva commossa ad un festival scolastico con l'arrangiamento per violino della canzone Senbonzakura.
Ed ora era davanti ai suoi occhi, vicina, viva.
Era bella come il primo raggio di luce al mattino, fresca come la rugiada aggrappata alle vivide foglie, reale come quella natura ancora selvaggia e autentica nel suo essere. Alcuni potevano additarla come rozza, ma quella era solo una mera apparenza, perché nascondeva in verità un delicato, magnifico spirito.

<< Su, devi arrivare alla recita di fine anno: tutti contano sulla nostra violinista!>> rise Persefone, dandole un'amichevole pacca sulla spalla.
<< Ah-ah, ma tu smettila di farmi video!>> sbuffò la rossa, guardando il Samsung dell'amica incriminato.

Era veramente una ragazza originale, dal talento unico e dal sorriso ancora più raro, in grado di solleticarle il cuore e di accelerarle il caldo battito.
Come una ninfa della foresta capace di ammaliare con lo sguardo addirittura il dio del Sole, così lei aveva conquistato con la musica e con l'ilarità il suo animo, al punto da costringerla a comporre una poesia.


Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue nelle orecchie.


    Saffo strinse una lettera tra le ceree mani, inspirando profondamente ed avanzando per quel candido cortile, ghiacciato dalla brina notturna. Avanzava a passo ora sicuro, ora invece incerto e tentennante, quasi sul punto di arretrare.
Finché, finalmente, la vide, vide quella sua rossa chioma tanto in contrasto con il bianco circostante; vide quegli occhi bassi, socchiusi, d'un vivo cremisi ora spento, così come era spento il suo sorriso e persino il suo stesso corpo sottile, rattrappito contro al grigio muro.
Davanti a quella minuta figura, il massiccio Alirrozio le impediva ogni possibile via di fuga con uno sguardo tremendo, quasi feroce.

<< Sei la mia ragazza: non puoi non mancare alla festa, altrimenti...>>

La campanella suonò su quell'ultima frase, lasciandola in sospeso, così come era sospeso l'animo di Alcippe, solo, annegato nel terrore e nella debolezza.
Sola, in mezzo al vociare di tanti studenti disattenti, che li credevano una delle tante coppie intente a pomiciare davanti a tutti prima delle lezioni, ignorando invece la triste realtà.


E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.


    Alcippe tornò in classe, inspirando a fondo, prima di sfoggiare un consueto sorriso: già non era successo assolutamente nulla, anzi, come dicevano tutti i bisbigli della classe “lei e Al hanno decisamente limonato duro! Li hai visti?”.
Non era successo assolutamente nulla: insomma, era stato solo un piccolo litigio con il proprio ragazzo, qualcosa di assolutamente normale.
Soprattutto nell'ultimo periodo.
Soprattutto dopo avergli detto di non sentirsi pronta per certi atti: per Alcippe, condividere il proprio corpo con qualcuno significava un passo importante nella relazione; però, ad ogni bacio un po' più spinto, ad ogni carezza un po' più intima, non sentiva alcun impulso ad approfondire e si irrigidiva al punto da far innervosire addirittura il suo fidanzato.
Le serviva magari del tempo per far maturare i propri sentimenti. Le serviva magari del tempo per conoscere meglio se stessa.
In fondo all'aula, contro la finestra, vide la figura di Persefone ancora intenta a scrivere interminabili messaggi al “Caro professore di latino”, che in quel periodo le occupava tutte le aree celebrali.

Ade, Ade, Ade... sempre il professor Ade.

Il mondo poteva pure crollare: tanto, finché c'era il mitico docente di Latino, nulla era importante.

<< Oh, Alcippe!>> Persefone, raggiante, le sventolò sotto al naso una lettera << Da parte di un ammiratore segreto!>>
<< Magari l'hai scritta tu.>> bofonchiò l'amica, prendendo la busta e aprendola senza troppa cura, sfruttando quegli ultimi minuti di pausa per smascherare il burlone di turno.
<< Ah? No! Io voglio bene alla mia sorellina! Non le farei mai simili scherzi!>> la Piccola Testolina Bionda strinse in un abbraccio amichevole la sua sorellina, mentre quest'ultima era intenta a leggere il contenuto del piccolo, grazioso foglio di carta.

Prima con disattenzione, pronta a ridere per il brillante ed originale scherzo fatto da qualcuno con decisamente troppo tempo libero; poi fece scorrere gli occhi su quelle righe arzigogolate con maggiore concentrazione, fino a provare qualcosa di indefinito, un misto tra gratificazione, commozione e calore all'interno del petto.

<< Alcippe?>> continuò confusa, guardando preoccupata l'amica.
<< Davvero non sai chi ha messo qui la lettera?>> mormorò in risposta la ragazza dopo qualche altro attimo di silenzio.

Il professor Poseidone, con il suo consueto ritardo, entrò in classe ordinando al gregge di studenti di prendere posto.

<< No... non ho visto... perché?>>

Alcippe scosse il capo e prima ancora di prendere la materia di quella lezione, strinse al petto la lettera, sorridendo con gli occhi lucidi.
Finalmente, felice.


Che pura crudeltà
sconvolgere l'animo con poche,
semplici parole
e non lasciare neppure un nome.



Fine One-shot!


Senbonzakura: in principio avevo scelto uno spartito classico per violino, però poi la tentazione ha vinto sul buonsenso.
Tanto: ormai Deimos è diventato un mio “OC” e in ogni mia storia deve avere questa caratteristica disfunzione.



Angolo dell'Autrice:

    Sono stata in gita scolastica e sono tornata sana e salva.
Visto che sulla Tour Eiffel, l'anno scorso, per un terribile malessere dovuto alle vertigini ero scoppiata in lacrime, vedendo tutto appannato ed instabile (un grazie particolare al francese che per passare mi aveva spinto contro il parapetto del secondo piano, facendomi perdere ogni briciolo di lucidità mentale), pensavo che prendere per la prima volta l'aereo sarebbe stata una tragedia greca.
Ed invece sono viva.
Certo, per riprendermi dall'esperienza del viaggio d'istruzione mi è servita un'intera giornata, ma sono dettagli.

Che cosa dire della Fanfiction?
Beh, allora, io non ho mai scritto storie shoujo-ai, non ho mai trattato questo tipo di coppia neppure alla lontana, preferendo sempre lo “yaoi”. Però, visto che questa è una raccolta di sperimentazioni, mi sono detta di provarci almeno una volta (e no, non è la stessa cosa trattare l'amore tra due uomini, tra due donne o tra un uomo ed una donna).
Ok, non ci sono grandi limonamenti o chissà che cosa, anche perché mi sono concentrata sulla psiche di una ragazza incerta, che ancora non conosce bene se stessa. Alla fine è una storia un po' più “seria” rispetto alle altre, tuttavia spero che sia comunque apprezzata, anche perché, come detto, è la prima volta che scrivo di simili situazioni, quindi posso anche toppare alla grande.


In aggiunta, mi scuso per l'assenza, ma davvero: tra la gita e le verifiche prima della gita... riprendo a respirare adesso. Ringrazio davvero chi ha avuto pazienza in tutto questo tempo, chi ha aggiunto questa raccolta o anche chi è andando avanti con i capitoli.
Io sono una persona orribile che non sa gestirsi il tempo, però davvero, ringrazio ancora tutti quelli che mi danno sostegno.


Un bacio da _Lakshmi_!

  
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