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Autore: Revil96    25/03/2018    3 recensioni
Limitarsi a guardarla, fingendosi una semplice amica era un supplizio. Esserle indifferente, e non oltrepassare il limite era quasi impossibile, ma fu quando si rassegnò all'idea che lei non potesse mai essere sua che un semplice gioco rimescolò tutte le carte in tavola.
[Swanqueen]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenze

Vorrei precisare che la storia è stata collocata diversi mesi dopo al ritorno di Emma ed Henry da New York, quindi di conseguenza c’è stata sia la nascita di Neal, che la sconfitta di Zelena.

Alcuni dettagli che differiscono dalla trama originale verranno poi spiegati con il proseguirsi della storia.

Ps: Scusatemi del ritardo, ma in questi mesi sono stata un po’ incasinata😅, ma cercherò di recuperare. Buona lettura. 📖 

 

 

La maggior parte del sesso che avevo fatto in vita mia non era stato intimo come quel bacio…

(Kirsten Dunst)

 

                  Explosion Of Happiness

 

~ PoV Regina

 

Nella testa di Regina frullavano mille pensieri, uno dei quali era la speranza che Trilly non si intromettesse, e che quella serata sarebbe finita senza ricordi spiacevoli. Regina non negava la forte attrazione che la legava a Emma, e anche se lei ogniqualvolta che erano insieme le dimostrava che non era l’unica a provare le stesse emozioni, aveva paura che qualcosa andasse storto. Era consapevole che quella situazione di stallo non poteva durare, e che se non avesse preso una decisione, avrebbero solamente sofferto, sia lei che Emma, ma contemporaneamente desiderava che nessuno si intromettesse, e che la sua vita, i suoi sentimenti e le sue paure rimanessero solamente sue.

 

~ PoV Emma

 

Il flusso di magia che il locale emanava in ogni suo anfratto la incuriosì, non credeva potesse essere così sensibile ad essa. Chiese a Regina che tipo d’incantesimo fosse, e il perché lei non fosse minimamente preoccupata che qualcuno in città possedesse la magia, e la usasse in un locale pubblico.

“Non tutta la magia è pericolosa. Tranquilla, e rilassati.”

Un brivido percorse la schiena di Emma, facendola sentire diversa, strana.

‘Forse è meglio ordinare.’

Pensò tra se e se.

Regina ed Emma si allontanarono dalle altre, avvicinandosi al bancone del bar.

“Vodka?” Chiese Emma a Regina.

“Direi che se è il tuo modo di scusarti, caschi  male Swan.” Disse Regina.

“Perché dovrei scusarmi?” Chiese Emma, con un lampo di curiosità.

“Dell’interrogatorio che subirò a causa tua quando insieme alle sue amiche mi torchieranno per l’intera serata.” Disse indicando Mary Margaret.

“Non puoi restare sempre sola, oppure con Henry, e per quanto loro possano impicciarsi ne sarà valsa la pena se riusciranno minimamente a farti aprire quanto lo faccia lui.”

Quella confessione un po’ la sconvolse. Emma pensava che lei fosse solitaria, ma per quanto fosse dannatamente sbagliato lei amava avere quegli spazi, anche se a volte un po’ si sentiva sola.

“Non sono una misantropa Emma.”

“Davvero? Quindi non sarà un problema affrontare una serata con loro?”

Indicò il gruppo che le aspettava.

“Cos’è una sfida Swan?”

“Si.”

Le labbra arricciate, le smorfie di disappunto e l’aria preoccupata erano dei tratti molto spesso presenti sul viso di Regina. Quando era rilassata, non lo era mai completamente, ma quella sera forse per disappunto voleva lasciarsi andare, essere normale, o almeno provarci.

 

Ad interrompere gli sproloqui di Mary Margaret sulla gravidanza fu Trilly.

“Allora Regina non hai nulla da raccontarci? 

Qualcosa di un po’ più interessante dei racconti della nostra principessa sulla gravidanza.”

“Ehi.” Si finse offesa, mentre fingeva di non essere curiosa sulla vita di quella che oramai era la sua vecchia nemica.

Pettegole, un branco di pettegole, pensò Regina, che arrendendosi scelse di essere amichevole, forse mentendo un po’.

“Ti riferisci a qualcosa in particolare, Trilly?”

Conoscendola, sapeva che l’avrebbe provocata fino allo sfinimento.

“Si. Ad un certo ladro che sembrerebbe essersi preso una bella cotta per il sindaco della città.”

Regina sorrise, e disse una frase che nessuno si sarebbe aspettato.

“Effettivamente è una novità anche per me.”

Disse, sorseggiando il suo martini, e fingendo che tutti gli sguardi non fossero su di lei.

“Quindi?”

“Quindi nulla. Non sono innamorata di lui.”

Emma era consapevole di ciò, ma sentirlo dalle sue labbra era un’altra storia. 

“Nemmeno per una notte?”

Emma era in silenzio ad ascoltarla, pensando alle parole che in precedenza si erano scambiate.

 

~ PoV Ruby

 

Le sue ipotesi erano esatte, e mai avrebbe immaginato che quella confessione sarebbe avvenuta in quel preciso istante.

Il ciondolo l’aveva sviata facendole credere che le parole di Will fossero vere, e in quel momento ringraziò il suo buonsenso nel non aver raccontato nulla ad Emma, e di aver evitato che soffrisse inutilmente.

Immaginò diversi modi per vendicarsi di quel ladruncolo, che non solo l’aveva ingannata ma aveva rischiato di essere lei stessa la causa del distacco delle due, e quello non se lo sarebbe mai perdonato. 

 

~ PoV Regina

 

“No, ma riflettendoci in futuro forse potrei cambiare idea.”

“Cosa?” Urlò Emma non controllandosi, come solitamente faceva.

L’attenzione era interamente concentrata su di lei, consapevole che l’unica persona di cui le importasse era lì a guardarla come se fosse un mostro, ma un po’ se lo meritava.

Voleva godersi quell’attimo prima della tempesta.

“Sei incoerente. Fino a ieri sera non lo volevi, e ora mi dici il contrario. Sei come una bambina capricciosa, e viziata.”

Mary Margaret capì che quella che normalmente dovrebbe essere una preoccupazione di un’amica in quel momento era qualcosa in più, che non riusciva a decifrare ma che nel suo inconscio sapeva non fosse semplice amicizia. Quella scenata forse esagerata agli occhi degli altri non lo era per Regina. Sapere che Emma ci tenesse per la sua incolumità la riempiva di gioia, e quei sentimenti crescevano secondo per secondo ogniqualvolta un suo gesto le toccava l’anima, come solamente la Salvatrice era capace di fare. Forse era un po’ esagerata come vendetta, ma essere definita una misantropa non lo era stato per lei, quindi si sarebbe goduta quell’Emma sconvolta, che le piaceva. Non l’eroina, ma quell’essere umano insicuro, esattamente come chiunque fosse in quel locale.

“Sono stanca di questi pettegolezzi. Preferisco dedicarmi al tiro al bersaglio.”

Portandosi il  drink alle labbra, le lasciò sole.

“Capisco quanto Emma ci tenga che tu abbia un lieto fine, ma un comportamento così è incomprensibile.”

Ruby sviò lo sguardo, e per quanto Belle fingesse di essere all’oscuro dei sentimenti di Emma nei confronti di Regina, non riuscì a non intervenire.

“Capisco la preoccupazione di Emma. Regina è la madre di suo figlio, e per quanto le loro vite sembrano essere distaccate in realtà sono più unite che mai. Siete una famiglia, anche se vi ostinate a non volerlo ammettere. Quindi la sua preoccupazione è pienamente giustificata.” 

Lo sguardo di orgoglio di Ruby era palese a chiunque potesse guardarle. Quelle parole e la dolcezza che solamente Belle potesse esprimere erano ciò che l’avevano resa un lupo innamorato, forse della preda sbagliata, ma per quanto sapeva che lo fosse non desiderava altro che coccolarsi in un suo abbraccio ed essere capita come solamente Belle faceva ogni singolo giorno.

 

~ PoV Emma

 

Quella sensazione di rabbia, che in quei giorni sembrava esserle divenuta familiare, le riuscì ad annebbiare la mente rendendola meno lucida, di quanto solitamente fosse. Perché per quanto quelle parole potessero essere o non vere, lei non avrebbe potuto pretendere nulla in quella circostanza essendo per lei solamente un’amica e nulla in più. Mancò il bersaglio, ma forse perché tirava troppo forte, ma non le importava, l’aiutava a calmarsi, e a placare sfuriate come quella successa pochi minuti prima.

“Non dovresti darle tanto potere Emma.”

La voce inconfondibile di Ruby la svegliò dai suoi pensieri.

“Non do potere a nessuno, solamente non la capisco.”

“Vorrei tanto che fosse semplice quanto il rapporto che hai con Belle, ma sembra che più mi esponga e più riesca a complicare il tutto.”

“Semplice? Potresti spiegarmi dov’è la semplicità in qualcosa di così complicato come il nostro rapporto? Per quanto lei neghi, Belle è ancora innamorata del dark one, e per quanto sappia dei miei sentimenti non si è mai esposta come Regina fa quotidianamente per te. Quei semplici gesti che tu ritieni essere la normalità, per lei non lo sono. Emma non arrenderti, perché so quanto lei sia stata male quando non c’eravate, e so per certo che non era solamente per Henry la ragione per cui soffriva.”

Prima di andarsene, le disse un’ultima cosa.

“Un’ultima cosa, sei una frana nel tiro al bersaglio.”

Una risata scoppiò riuscendo a lenire un po’ della tensione di Emma.

 

~ PoV Regina

 

Un po’ aveva esagerato, ma Emma con lei non era diversa. Amava spingerla fuori dalla sua confort zone, forse avendo ragione, ma non le chiedeva mai il permesso, o se lo faceva la rendeva inerme al punto in cui avrebbe sicuramente dato il suo consenso ad ogni suo capriccio. Vedendo la signorina Lucas ritornare al tavolo, decise di raggiungere Emma, e chiarirsi.

Quando la raggiunse non era sola, ma in compagnia di un ragazzo moro, che stupidamente voleva insegnarle a tirare, come unica scusa per approcciarsi.

“Se tendi il braccio in quel modo la freccia non arriverà mai nel punto in cui desideri.”

“Posso?” Intervenne lei, rompendo quel flirt unilaterale che quel ragazzo stava inutilmente creando.

Il ragazzo riconoscendola si defilò, non per paura ma quasi per abitudine. Per quanto la gente l’avesse perdonata, non era facile per alcuni di loro restarle accanto, perché in fondo il male non si dimentica mai totalmente.

“Stavo facendo progressi, prima che tu ci interrompessi.” Disse Emma.

“Tirare al tiro al bersaglio quando si ha la magia è inutile.”

“Se sapessi controllarla esattamente come dovrei si, ma se quando la uso divento un pericolo meglio astenersi.”

“Ti astieni solamente quando ne hai voglia, per entrare in casa mia non hai esitato.”

“Se qualcuno non mi avesse solamente insegnato come salvarmi da un ponte, forse avrei più controllo.”

Rispose lei, non nascondendo la sua irascibilità in quel momento.

Dimenticandosi di chi la circondasse, Regina le cinse la vita. Quel tocco inaspettato stupì Emma. Il suo viso si colorò di mille sfumature di rosso, quasi come se fosse in stato febbricitante. 

“Perché mi stringi?”

Chiese, evitando che il nodo in gola le impedisse di parlare.

Regina non rispose, al contrario strinse ancora di più la sua prese sul corpo di Emma, facendola adattare perfettamente al suo corpo.

Con l’altro braccio le accarezzò la mano, e aprendola le passo la freccia.

Le tese il braccio nella posizione ideale, che riuscì a farle centrare il bersaglio.

“Inutile, ma aiuta per lo stress.”

Le disse, sussurrandoglielo all’orecchio.

Emma si divincolò dalla presa posizionandosi esattamente davanti a lei, a pochi passi.

“Sei incredibile. Usare la magia ancora, come se io credessi che davvero sia opera tua.”

“Quale sarebbe il problema, Emma?”

“Giochi sporco, sempre, anche con me.”

“Non posso usare la magia qui, principessa. La sensazione strana che hai sentito all’entrata era una limitazione. In quest’istante siamo esattamente uguali agli altri.”

“Sei pazza, potrebbero farti del male, senza la tua magia. Sei vulnerabile.”

Bisbigliò, esattamente come quando Henry da piccolo le confidava un segreto.

“Quando hai un angelo custode in giacca rossa a proteggerti, la magia è quasi inutile.”

Fece spallucce con un eleganza quasi impossibile.

Emma strinse la mano a Regina, e senza dirle nulla la portò fuori dal locale, e nell’oscurità di un maggiolino giallo Emma non le permise nemmeno di chiederle il perché l’avesse trascinata fuori, che le sue labbra si posarono sulle quelle di Regina, quasi come se le fosse indispensabile per sopravvivere.

 

 

 

 

 

 

  
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