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Autore: Alicia_Hotaru    26/03/2018    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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– Oh, quant'è carino!

– Lo strapazzerei di coccole!
– E quella ragazza?

– E' talmente bella che quasi quasi mi dichiaro!
Mahiru si irrigidì sulla sedia: non solo Kuro, nella sua forma di gatto, aveva conquistato tutto il pubblico femminile della classe, e forse anche della scuola; ora ci si metteva anche Aori, con quel kimono troppo appariscente e l'ingenuità di una bambina. Sembrava non accorgersi della folla di ragazzi che le sbavavano dietro ad ogni sua occhiata sorpresa.

– Voi due, devo proprio parlarvi – borbottò ad un certo punto, trascinando via sia il felino che la ragazza.

Al momento di scegliere un posto in cui strigliarli, però, il ragazzo quasi non si accorse di aver erroneamente infilato senza pensarci la porta del bagno dei maschi, seguito fedelmente da Aori.

– Ehm, Aori – le mormorò, visibilmente imbarazzato – Ti spiacerebbe aspettare fuori? Con te parlerò più tardi.

Sbattendo un paio di volte le palpebre, la ragazza dapprima non capì il motivo di tanto riserbo, poi si guardò intorno, vedendo gli orinatoi sistemati contro il muro alla sua destra; e comprese.

Arrossendo visibilmente, annuì, facendo immediatamente dietrofront e sistemandosi con la schiena appoggiata alla parete accanto alla porta. Quasi non si accorse delle due persone che le passarono davanti per entrare nei bagni; se non fosse stato per quel ragazzo, con un paio di occhiali triangolari, che la fissò un attimo di troppo, Aori non avrebbe dato peso alla cosa. La sua occhiata, però, le aveva messo una strana inquietudine addosso, come se rappresentasse un nemico.

La paura ebbe il sopravvento: appena pochi istanti dopo essere stata scrutata in quel modo, la ragazza si accinse a dirigersi verso l'uscita della scuola, sperando che Mahiru e Kuro perdonassero la sua sparizione così improvvisa. Arrivata alle scale, però, sentì dei passi alle sue spalle, lenti e misurati, felpati; eppure, Aori li sentì chiaramente e l'inquietudine tornò prepotentemente a farsi sentire. Raggiungendo il pianerottolo, però, i passi si interruppero: al loro posto, la ragazza sentì un tonfo e, un attimo dopo, il ragazzo del bagno atterrò proprio accanto a lei dopo una terribile caduta dalle scale.

– Ehi! Tutto bene?! - gridò Mahiru dalla cima della scalinata, cominciando poi a scenderla a grandi passi. A quelle parole Aori si riscosse: cosa le prendeva? Non era da lei avere simili pregiudizi, soprattutto affidandosi ad una sensazione. Quel tipo aveva appena sperimentato una brutta caduta, non poteva rimanere impassibile.

– E' tutto a posto? Ti sei fatto male da qualche parte? - gli chiese quindi, chinandosi su di lui. Non fece nemmeno in tempo ad allungare la mano per controllare che non avesse battuto la testa che un bricco del latte gli arrivò dritto sulla nuca, cospargendolo di liquido bianco. Subito dopo, un pallone da calcio fece la stessa cosa, sotto lo sguardo strabiliato di Mahiru e quello confuso di Aori: come poteva una persona sola essere tanto sfortunata?

– Va tutto bene – rispose a quel punto lo sfortunato studente – Avevo previsto tutto.

E mentre spiegava tutte le tecniche e gli stratagemmi che aveva utilizzato per minimizzare o rimediare agli incidenti, la ragazza pensò che non poteva essere la persona spaventosa che si era immaginata: il suo istinto doveva sbagliarsi.

– Meno male – sospirò, sorridendo sollevata – Dopo una caduta del genere chiunque si sarebbe fatto del male.

Lo studente si voltò verso di lei, fissandola di nuovo con quel suo sguardo indagatore, freddo. Sentendo un brivido correrle lungo la schiena, Aori indietreggiò appena, cercando di non smettere di sorridere per nascondere il disagio: cosa le prendeva di nuovo?

– Tu devi essere la ragazza che accompagna sempre Mahiru Shirota a scuola – le disse, sistemandosi gli occhiali ed alzandosi da terra, quindi si rivolse ad entrambi – Io sono il vice presidente del consiglio studentesco, Tsuyuki, secondo anno. Stavo proprio per venire a parlare con te, Mahiru Shirota, ma il fatto che ci sia anche la tua amica mi facilita le cose.

Si voltò completamente verso Aori, che sentì qualcosa annodarsi nel petto: stava per arrivare qualcosa di brutto, se lo sentiva.

– Con Shirota parlerò tra poco, a te devo dire una cosa sola – le disse, in tono gelido – Da questo momento, in quanto non iscritta al nostro istituto, non potrai più mettere piede in questa scuola.

 

– E' dura non essere accettati, eh?

Aori socchiuse gli occhi, raggomitolandosi ancora di più sul suo futon: tornare alla base le era sembrata l'idea migliore, dato che non sarebbe più potuta andare a scuola con Mahiru e Kuro; ogni volta che pensava di ripresentarsi, sentiva di nuovo lo sguardo glaciale di quel Tsuyuki su di sé, come se si trovasse ancora accanto a lei. Che avesse scoperto il suo segreto? Che fosse un sottoposto di uno dei Servamp non ancora usciti allo scoperto? In quel caso, allora, perché non l'aveva seguita per eliminarla?

– Vederti in questo stato d'animo peggiora la mia malinconia – mormorò Tsubaki, sedendosi accanto a lei – Rivoglio indietro la mia Aori.

La ragazza evitò con tutta se stessa di guardarlo: era qualche giorno ormai che si ostinava a non uscire dalla sua stanza e non trovava un motivo valido per farlo. La guerra tra vampiri era ormai iniziata e andarsene in giro cominciava a diventare pericoloso. Se si fosse imbattuta di nuovo in Mikuni, ne era quasi sicura, l'Eve non ci avrebbe pensato due volte a farla sparire, anche se Abel l'aveva giudicata innocente.

Per qualche strana ragione, quelle motivazioni che prima la spingevano a seguire Mahiru e Kuro nella loro assurda missione ora le sembravano completamente prive di senso. In più, lei era morta, non c'era motivo di andare a scuola; lei era una sottoposta, un vampiro, e come tale non poteva più mischiarsi con gli umani. La sua vita era finita nell'attimo in cui quella macchina era sfrecciata via, lasciandola morente in mezzo alla strada.

– E' insopportabile – ringhiò improvvisamente Tsubaki, riscuotendola dal suo torpore: non gli aveva mai sentito quel tono nel rivolgersi a lei, nemmeno una volta. Sembrava arrabbiato.

Quando si alzò, poi, Aori lo guardò di sottecchi, controllando che se ne andasse.

Il Servamp, però, non raggiunse mai la porta; le andò invece alle spalle, alzandola di peso come faceva ogni volta che doveva teletrasportarsi con lei da qualche parte e si gustò il suo sguardo sorpreso con un sorriso sornione.

– Tra una ventina di minuti sono previsti dei bellissimi fuochi d'artificio – le disse, facendosi improvvisamente più euforico – Devi assolutamente vederli.

Un attimo dopo si trovavano su un tetto, proprio sopra una via illuminata piena di bancarelle e persone abbigliate a festa con kimono di tutti i colori. Un festival.

– Guarda un po', c'è anche il fratellone – continuò Tsubaki. Dal suo tono, pensò Aori guardando nella sua stessa direzione, sembrava che l'uomo l'avesse sempre saputo. Doveva aver architettato qualcosa per quella sera, qualcosa di pericoloso.

E Mahiru e Kuro ci erano proprio in mezzo.

Stringendosi nelle spalle, la ragazza si ritrovò a pensare che, alla fine, non le interessava molto: perché avrebbe dovuto continuare a preoccuparsi per loro? Non c'entrava nulla con la loro vita e non voleva avere nulla a che fare con la guerra tra vampiri. Aveva imparato la lezione: non sarebbe mai riuscita a farsi degli amici in quel mondo, non ci era riuscita da viva, non ci sarebbe riuscita da morta. Tutto quello che aveva fatto fino a quel momento, seguire Mahiru, giocare con Kuro, intrattenere conversazioni con Lily e aspettare con lui il risveglio di Misono...era stato tutto inutile.

– Hai ancora quell'espressione – le fece notare Tsubaki, facendosi cupo – Dimmi cosa ti rende triste e io la eliminerò per te.

Aori prese seriamente in considerazione la proposta per un istante, allungando lo sguardo sulla folla, su tutte quelle persone che si divertivano nella loro tranquilla vita umana, che ridevano, scherzavano, parlavano ed intessevano relazioni; pensò a quanto fosse ingiusto che quell'auto l'avesse investita, lasciandola a morire, a quanto la sua vita facesse schifo prima dell'arrivo di Tsubaki, a com'era stato bello trovare Kuro e pensare che loro due, insieme, sarebbero bastati...

Scuotendo violentemente la testa, la ragazza scese dalle braccia dell'uomo, andando sul ciglio del tetto e guardando le luci appannarsi nei suoi occhi: Kuro era un vampiro, apparteneva al mondo di cui ora anche lei faceva parte, quindi la sua vita non sarebbe stata molto diversa da ora.

Aori si chiese come sarebbe andata se fosse stato Accidia a darle una seconda possibilità: come sarebbe stata quella guerra? La sua presenza nell'altro schieramento avrebbe cambiato qualcosa?

No. Quella era la verità. La sua era solo un'esistenza vuota, priva di significato, resa eterna dal capriccio di un Servamp.

– Aori – la chiamò Tsubaki, in tono incerto, avvicinandosi lentamente. Quando tentò di metterle la mano sulla spalla successe l'inaspettato: la ragazza si scostò, facendo fluttuare i capelli nella lieve brezza notturna. Il Servamp spalancò gli occhi per la sorpresa.

– Dovevi lasciarmi morire su quella strada – mormorò Aori, lo sguardo basso e inespressivo – Non servo proprio a niente. Sono totalmente inutile.

Detto ciò, fece un passo verso il baratro, scivolando di sotto. Quando Tsubaki trovò il coraggio di guardare la stradina illuminata vide che non c'era più traccia di lei: era semplicemente sparita nel nulla.

Per la prima volta dopo tanto tempo, il Servamp sentì qualcosa nel petto dolergli terribilmente, costringendolo a piegarsi leggermente in avanti con la mano stretta all'altezza del cuore.

Aori, la sua Aori...

– Boss, è tutto a posto?

La voce di Shamrock gli giunse attutita dalla prima esplosione: le otto e mezza precise, l'ora dei fuochi d'artificio. Della meravigliosa fase iniziale del suo piano.

E mentre il sottoposto gli si avvicinava per accertarsi che andasse tutto bene, Tsubaki cominciò a ridere piano, a denti stretti, poi sempre più forte, fino a buttare indietro la testa, lanciando la sua risata maligna verso il cielo già coperto di fumo denso.

Shamrock sorrise, pensando a quanto gli facesse piacere vedere il suo capo così felice.

Se solo avesse conosciuto gli ultimi sviluppi, avrebbe sentito di certo la nota di disperazione in quell'inaspettato accesso di divertimento sfrenato.

Perché Tsubaki aveva sentito qualcosa rompersi dentro di lui, qualcosa di molto, molto importante.







Angolino dei commenti:

La rottura. Da adesso in poi si passa alla storia vera e propria, quindi state con noi ^-^
Grazie come al solito a chi legge/segue/pensa di recensire. Il primo capitolo ha superato le 200 letture! *-*
Da questo capitolo in poi ci terrei particolarmente a sentire i vostri commenti ^-^

Al prossimo capitolo ~♫
   
 
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