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Autore: bibliophile310    26/03/2018    1 recensioni
Alexa è la tipica ragazza responsabile e studiosa, con un'amica soltanto, la pazza Violet. Le due sono un pò prese di mira dai giocatori della squadra di rugby. Quando un giorno, le due amiche sono stanche delle solite prese in giro, Violet organizza una finta festa per provare a mettere fine a queste loro sofferenze, e inaspettatamente il capitano della squadra di rugby, Jarrett, che si dice essere diverso dai suoi compagni di squadra, inizia ad interessarsi ad Alexa. Ma Jarrett sarà veramente diverso o è uguale a tutti gli altri?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note: Ecco a voi l'ottavo capitolo, finalmente la storia inizia a farsi interessante. Scusate per il ritardo, di solito pubblico al pomeriggio, ma oggi non ho avuto tempo. Spero vi piaccia questo capitolo. Ciao, alla prossima :)


Oggi è sabato. Niente scuola. Violet sarà tutta su di giri per stasera. Controllo il cellulare quando scendo a fare colazione e trovo un suo messaggio.
 
Buongiorno! Sai che giorno è oggi?? :) :)
 
Rido. Rispondo mentre mi verso i cereali nella tazza.
 
Certo che so che giorno è oggi! A che ora passiamo a casa tua io e Colin? :)
 
La grande festa inizia alle 21, quindi potete passare per le 20.15.
 
Perfetto, a stasera allora!
 
«Buongiorno a tutti!» dice Colin sedendosi a tavola.
«Stasera dobbiamo essere da Violet alle 20.15» riferisco a Colin.
«Dove dovete andare di bello?» chiede mio padre. Io scocco un’occhiata nervosa a mio fratello. E adesso? Ci siamo completamente dimenticati di inventarci una scusa plausibile per la nostra missione suicida.
«Andiamo al cinema, papà.» risponde Colin. Per un pelo.
«D’accordo. Divertitevi allora!»
«Grazie.» dico io sorridendogli.
 
Dopo colazione vado in camera a studiare, ma la mia mente è continuamente pervasa dalla festa di stasera e dalla speranza che Jarrett non venga. Sarebbe davvero brutto vedere la sua faccia nel momento in cui scopre tutta la farsa, anche se non penso che se venga sia in grado di svestirsi, come i suoi compagni di squadra. Lui è diverso, sono convinta di questo.
Rinuncio a studiare, visto che tanto perdo la concentrazione ogni due minuti, così decido di vestirmi e andare dalla nonna, che abita proprio in fondo alla via. Sono praticamente cresciuta con lei e le voglio un bene infinito. È da sola, quindi vado a trovarla spesso. Mio nonno morì prima che io e Colin potessimo conoscerlo.
Quando viene ad aprirmi alla porta la trovo già con il suo solito grembiule ricamato intenta a preparare da mangiare.
«Alexa cara, ciao! Come stai? Ma che cosa hai fatto al naso?»
«Ciao nonna» dico abbracciandola «Oh niente di cui preoccuparsi. A scuola mi è arrivata una palla in faccia, ma è tutto apposto. In una settimana dovrebbe risolversi tutto.» la tranquillizzo sorridendole.
«Piccina di nonna.» adoro i suoi nomignoli, anche se ne fa un uso spropositato.
«Mmh. Che profumino. Cosa stai cucinando di buono oggi?» le chiedo.
«Lasagne. E ho appena finito di sfornare adesso questi biscotti alla cannella. Ne vuoi uno, tesoro?»
«Uh si grazie» dico addentandone uno, ovviamente buonissimo. «Complimenti nonna, sono deliziosi!»
«Grazie cara. Allora, come va a scuola? Raccontami un po’.»
«Bene, ieri ho preso un nove in letteratura.»
«Brava, ma in fondo lo sei sempre stata. Hai preso tutto da tua madre, anche lei era molto studiosa ai tempi del liceo.» me lo ripete sempre. 
«Lo so. È anche per questo che studio tanto. Non voglio deluderla.»
«Oh, tesoro della nonna. Sarà sicuramente fiera di te. Io lo sono. Di te e di Colin. A proposito, come sta lui?»
«Bene anche lui.»
«E dimmi un po’, hai ricevuto qualche invito per il ballo?»
«Nonna, manca ancora un sacco di tempo! E comunque no, ma tanto ormai non ci spero più.»
«Oh, non abbatterti così, bella della nonna. Vedrai che qualcuno ti inviterà e capirà come sei speciale.»
«Lo spero.»
L’anno scorso siamo andate io e Violet insieme, non avevamo accompagnatori. E l’anno prima uguale. E quello prima anche.
«Resti per il pranzo vero? Chiama anche Colin e la mamma e il papà.»
«Volentieri, grazie nonna!»
 
Dopo l’abbondante pranzo di mia nonna, torniamo a casa e stavolta mi metto d’impegno e studio un po’.
Sto ripassando biologia, quando mi salta all’occhio Romeo e Giulietta sulla libreria. Lo conosco praticamente a memoria, ma adesso non sono più convinta che sia così bello. Adesso che sono costretta a recitare e ballare con Jarrett Stone. Perché proprio lui? Perché proprio io? E perché vado così nel panico quando penso a Jarrett? Che mi sta succedendo? È la botta, penso. Sì, deve essere per forza la botta.
O devi essere per forza tu, aggiunge il mio subconscio. Perfetto, ho di nuovo perso la concentrazione.
Rinuncio per la seconda volta di studiare e vado in salotto a guardare un po’ di televisione, o meglio, a fare zapping.
«Ehi Alexa, che fai? Non studi?» mi dice mio fratello raggiungendomi sul divano.
«Ci ho provato, ma a quanto pare, oggi non riesco a non distrarmi.»
«Cosa ti turba? La festa di stasera?»
«La festa, la recita, il ballo. Tutto quanto.»
«Il ballo? Ma se manca ancora tanto!»
«Lo so, ma grazie alla nonna che stamattina mi ha chiesto se ho un accompagnatore, ora mi ritrovo a rimuginare anche sopra al ballo!»
«Capisco» dice Colin appoggiandomi una mano sulla spalla.
 
Alla sera, dopo cena, io e Colin ci avviamo verso casa di Violet.
«Ciao ragazzi! Ah, sono super eccitata per questa cosa! Non vedo l’ora di vedere le loro facce.» esulta Violet su di giri.
Arriviamo all’oratorio alle otto e mezza e Colin inizia a montare le telecamere.
«Dai Colin, muoviti prima che arrivino.» dico io guardando l’orologio ogni secondo. Le 20.49.
«Calma calma. Ho quasi finito» risponde lui «ecco fatto!»
«Perfetto» salta su Violet «ora andiamo a nasconderci di sopra e spegniamo le luci.»
Saliamo le scale per andare al piano di sopra e alle nove in punto sentiamo le porte dell’oratorio aprirsi.
«Ehi, c’è qualcuno? È qui la festa?»
«Ma perché è tutto buio?» chiede una voce familiare. Poi capisco. Jarrett. Cazzo. No, no, no, no.
«Merda, c’è anche Jarrett.» bisbiglio a Violet.
«Ma che ti importa?» mi dice lei. Io non so come rispondere, quindi sto zitta.
«Ehi, c’è qualcuno a questa cazzo di festa??» ripete uno dei giocatori della squadra di rugby.
«Ragazzi, siamo di sopra» imita alla perfezione Violet «la festa è qui, ma prima dovete togliervi tutti i vestiti. Sapete, ci sono dei letti comodi comodi quassù.»
Colin per poco non piange per le risate, e così anch’io.
«Oh, veniamo subito!» fa qualcuno.
«Ragazzi, ma che cavolo è questo? Uno scherzo?» dice Jarrett «No, io non ci sto. Me ne vado.»
«Eh dai, divertiti un po’. Non ti sei lasciato con Isabel?» gli dice uno.
«Sì, e allora? Io non ci sto comunque. Quelle tre galline non fanno di sicuro per me.»
Sento una porta aprirsi e poi chiudersi. Jarrett se n’è andato. Meno male.
«Arriviamo ragazze. Preparatevi!» tutti quanti ridono e sghignazzano. Poveri stupidi.
«Siete tutti completamente nudi vero?» fa Violet imitando la vocina stridula di Cassie.
«Certo, abbiamo fatto come avete chiesto, bambole.»
«Allora venite, forza!»
È il momento, penso.
«Okay, al mio tre accendete tutte le luci» sussurra Violet a me e a Colin «uno…due…tre!»
Accendiamo le luci e ci troviamo davanti tutti i giocatori di rugby, nessuno escluso, completamente nudi. Distolgo lo sguardo imbarazzata.
«Ehi, ma che cazzo?» inizia uno, cercando di coprirsi con le mani.
«Brutti bastardi!» fa un altro.
Corrono tutti giù a vestirsi e poi tornano al piano di sopra e iniziano a sbraitarci addosso.
«Allora» comincia Violet «vi è piaciuto il nostro scherzetto??»
«Giuro che vi farò rimpiangere il giorno in cui siete nati!»
«Se pensate che gli scherzi che vi facciamo adesso siano crudeli, bè, vedrete i prossimi! Aspettatevi il peggio!» ci minaccia uno.
«Sì, già. Peccato che noi ci siamo attrezzati per bene. Le vedete quelle telecamere lassù?» fa Violet indicandole.
Tutti alzano lo sguardo verso le telecamere e restano ammutoliti. Bene.
«Già» continua Violet «e se non volete che tutta la scuola vi veda nudi, vi conviene smettere di torturarci e iniziare a lasciarci in pace!»
Rimangono tutti allibiti e si infuriano come non mai.
«Oh al diavolo! E va bene, vi lasceremo in pace, ma voi dovrete eliminare quel video!» dice il co-capitano.
Violet scoppia in una risata esilarante. «Pensate sul serio che saremo così stupidi da cancellare questo prezioso materiale? Certo che no. Voi ci lascerete in pace, fine della discussione.»
«E va bene! Ma se per caso mandate in giro quel video, giuro che»
«Sì, sì. Ci farai rimpiangere il giorno in cui siamo nati» lo interrompe Colin «se voi la smettete di prendervi gioco di mia sorella e di Violet, non ci sarà motivo di mostrare a tutti quel video»
«Allora, sigilliamo l’accordo con una stretta di mano?» li prende in giro Violet.
Loro bofonchiano qualcosa e se ne vanno via. Io mi ritrovo a ridere come non mai. Ce l’abbiamo fatta? Ce l’abbiamo sul serio fatta? Li abbiamo sconfitti?
«Evvai! Alexa, ce l’abbiamo fatta!» esulta Violet.
«Sì! Siamo stati grandi, tu soprattutto!» dico io.
«Ma avete visto le loro facce quando abbiamo acceso le luci? Da morire dal ridere! Ah ah.» fa Colin.
«Sì!» fa Violet gettando le braccia al collo di Colin.
All’improvviso si accorge della sua mossa azzardata e si ritrae immediatamente. Colin la fissa, così io decido di lasciarli un po’ da soli.
«Ehm, io vado un attimo fuori.» dico.
Violet mi lancia uno sguardo fulmineo, ma io le faccio un sorriso a trentadue denti, come a dire “mi ringrazierai dopo”.
   
 
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