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Autore: nikebat    24/04/2005    0 recensioni
Dall'autore di STRANGE WARS... storia di Natale
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUSIONE AZZURRA

FUSIONE  AZZURRA

 

Dicembre 1990. Lake City, un paesino della Florida. Nonostante Natale sia ormai alle porte, anche quest’anno, come tutti gli anni, non nevica perché la temperatura non è scesa al livello necessario.

Natale, periodo particolare dell’anno in cui ci si sente più buoni e quindi si è più gentili e disponibili verso il prossimo.

<< Dov’è quell’idiota imbecille di Martigan?! Lo voglio immediatamente qui! >> quello che ha urlato in quel modo è Stephen Crooge, il direttore capo di una testata giornalistica << Allora? Dov’è? >> << Ma, signore. >> dice il segretario << Sono le tre del mattino, è finito il suo turno. >> << Sciocchezze! >> urla Crooge picchiando il pugno sulla scrivania << Qui non si deve riposare! Un lavoro non va mai interrotto! Tira giù dal letto quell’imbecille e mandamelo subito qui! All’istante! >> << Ma non credo che… >> << Muoviti! >> Mezz’ora dopo il povero Michael Martigan arriva in ufficio della redazione dal capo. Il quale si trova dietro la sua scrivania assumendo un’espressione molto severa semi nascosta dai polpastrelli delle mani uniti ed i gomiti appoggiati al piano, ma in realtà dentro di sé ribolle una grande ira. << Allora, Martigan. Ce la prendiamo comoda? >> dice Crooge in tono ironico e con falsa calma. << Ma si rende conto che lei è un irresponsabile? >> il tono di Crooge si fa sempre più forte << Non capisco il motivo per cui mi ha chiamato. >> dice piano Michael << Ah! Non capisce?! Glielo spiego io, glielo! E’ capace di scrivere un articolo come si deve? >> << Si riferisce forse all’ultimo articolo di cultura e spettacolo di oggi? >> dice Michael in tono calmo << Che fa, Martigan? Dorme? Mi sembra ovvio che mi riferisco a quello! >> << Che cosa non va, questa volta? >> << Come?!! Che cosa non va? E ha il coraggio di chiedermelo? E’ tutto da rifare. Ecco che cosa non va! >> << Ma come. Quell’articolo l’avrò fatto e rifatto almeno una ventina di volte. Tutte in perfetto stile e rispettando le critiche delle recensioni, eppure secondo lei c’era sempre qualcosa di sbagliato. >> << Poche storie! Si metta immediatamente al lavoro o la licenzio all’istante! >> << La prego direttore, non mi licenzi. Sto attraversando un brutto periodo finanziario e devo mantenere i miei figli e pagare le cure mediche di mio padre all’ospedale. >> << Non me ne frega un accidente delle condizioni sue e della sua famiglia! E, per quanto riguarda il suo vecchio, può staccargli la spina e sopprimerlo, così ha uno in meno da mantenere! A proposito. Ha qualche programma per i giorni dal ventiquattro Dicembre in poi? >> << Sì. Pensavo di trascorre il Natale insieme alla mia famiglia. >> << Beh, annulli pure tutto! Avrà un mucchio di lavoro da svolgere in redazione, in quei giorni. >> << Ma direttore, non può chiedermi questo! >> << Non discuta! Ed ora al lavoro, se non vuole essere licenziato! >>.

Subire le prepotenze del suo capo è, per il povero Micheal, normale routine. Manca ormai una settimana a Natale, e anche quest’anno, in casa Martigan, non c’è quell’atmosfera di gioia ed allegria presente in ogni casa per le feste natalizie, anche perché, senza la neve, le strade e le case appaiono grigie e tristi come tutto il resto dell’anno. Anche quest’anno i tre figli di Michael: Jack, 14 anni, Jenny, 9 anni, Tom, 4 anni, orfani di madre, dovranno passare la Vigilia da soli in casa, perché il padre sarà impegnato con i straordinari, il nonno Will è ricoverato nel secondo reparto di medicina dell’ospedale. Una piccola cenetta semplice e uguale a tutti gli altri giorni e poi tutti a letto, il giorno di Natale si sarebbero poi recati dal nonno per la visita settimanale. In questo modo, tutti gli anni, viene passato il Natale: un albero di cartone pitturato di verde appoggiato alla parete, si guarda qualche film di Natale alla televisione e niente altro. Ma fino a quel giorno la vita procede normalmente: Michael va al lavoro in redazione, Jack, va a scuola e la figlia Jenny resta a casa a badare al fratellino minore.

Arriva l’ora di pranzo, Jack torna a casa con un occhio nero e dei lividi sulla faccia, è stato preso di mira da sette ragazzacci di diciotto anni che frequentano la sua stessa scuola, lo picchiano e gli rubano il denaro per la merenda. Questi episodi si ripetono ogni giorno, ma non c’è nulla che si possa fare, quindi è costretto a subire quelle prepotenze. I tre figli pranzano da soli perché il padre deve recuperare del lavoro (superfluo) datogli dal direttore Crooge. Arriva il giorno di Natale, nonostante sia un giorno di festa il signor Martigan deve ugualmente recarsi al lavoro. La sera prima Michael aveva festeggiato la Vigilia con i suoi figli, è normale, non poteva mancare alla promessa che aveva fatto a loro, per questo si era coricato più tardi del solito. Quella mattina si è svegliato in ritardo ed ha corso in bicicletta più in fretta che poteva tardando solo di un paio di minuti. Il direttore Crooge non tollera nessun tipo di ritardo, è andato su tutte le furie e così ha licenziato in tronco il povero Martigan buttandolo letteralmente fuori sulla strada. Come fare adesso, senza un lavoro e con tre figli da mantenere? E soprattutto, come farà a raccontarlo a loro? Perso tra questi pensieri Michael decide di pranzare fuori e di tornare la sera, come se fosse una normale giornata lavorativa. Prova vergogna raccontare quello che gli era capitato, preferisce rimandare il più tardi possibile. Intanto, a casa, i tre figli hanno finito di pranzare e si preparano per la visita settimanale al nonno in ospedale. Più vanno a trovare il nonno Will, e più hanno il timore che i suoi giorni stiano per finire. Del resto 89 anni non sono pochi. Intanto che i tre fratelli si fanno questi pensieri, arrivano alla stanza dove il nonno è ricoverato. Lo trovano immobile nel suo letto, con gli occhi chiusi, temono il peggio; il piccolo Tom si avvicina al letto correndo, Jenny prende la mano rugosa del nonno con le sue due, Jack si avvicina piano. Will apre gli occhi, sente la presenza dei suoi nipoti attorno a lui; riesce a trovare la forza di girare gli occhi e la testa verso di loro e, con una voce molto debole dice: << Sono contento di trovarvi tutti bene, e sono contento anche di avere ancora le forze per potervi vedere e parlare. Se non sbaglio oggi è Natale, vero? >> << Sì, nonno. >> dice Jenny << Perché vostro padre non è venuto? >> << E’ ancora al lavoro. Purtroppo non ha mai un momento libero. >> dice Jack << Quel maledetto tiranno del suo capo. Farebbe meglio a trovarsi un altro impiego. Comunque non importa, con quello che vi regalerò forse sarà possibile aggiustare le cose. Per favore Jack, apri fino in fondo il cassetto del comodino e prendi la scatola quadrata che trovi. >> Jack ubbidisce e mostra a Will una piccola scatola cubica di cartone color giallo marroncino << E’ questa che vuoi, nonno? >> << Sì, fa attenzione. E’ molto vecchia e molto preziosa. Fu l’unico regalo di Natale che avevo ricevuto. Io non ho mai desiderato dei giocattoli in regalo, non ne avevo il bisogno, me li costruivo sempre da solo con pochi pezzi di legno. Per il resto usavo la mia immaginazione. Questo accadde quando avevo all’incirca la tua età. Abitavo in aperta campagna allora, vivevo serenamente con i miei genitori e i miei fratelli. La vita di campagna era tranquilla, rallegrava lo spirito. Ma c’erano ugualmente persone di animo malvagio, i miei vicini di casa, per esempio, di notte non riuscivo a dormire perché sentivo le grida della moglie che veniva picchiata dal marito; nessuno aveva il coraggio di fare qualcosa. Era la Vigilia di Natale, così, per la prima volta in vita mia, chiesi a Babbo Natale un dono, qualcosa che potesse rendere gli uomini più buoni. E la mattina dopo, quando mi svegliai, trovai sul comodino di fianco al mio letto quello che ora è in quella scatola di cartone. Avanti, aprila e guarda. >> Jack apre la scatola e tira fuori una sfera di vetro piena d’acqua, una di quelle che se vengono capovolte e poi raddrizzate si può vedere scendere la neve di plastica su un piccolo modellino di città dentro di essa. << Ecco. >> continua il nonno << Grazie a quello, la pace è tornata nella fattoria di fianco alla mia. Da allora non ho mai avuto bisogno di usarla, perciò adesso voglio regalarla a voi. >> << Grazie, nonno. >> dice Jack << E’ un bell’oggetto. Hai raccontato una storia un po’ strana, ma grazie per il regalo. >> << Eeh, lo so che ora non ci credi. Ma ti accorgerai che ciò che ho detto è tutto vero. >> Osservando meglio la sfera lucida, Jack vede che il modellino che c’è dentro non rappresenta nessun monumento o città, ma soltanto una distesa di neve con degli alberi e delle case che sembrano tanti igloo e, al centro, una grande torre bianca. Mentre sul sostegno di metallo dorato è incisa la parola “Azzurra”. Non troppo convinto del regalo di suo nonno, Jack, Jenny e Tom salutano il nonno facendogli gli auguri di Natale e di una serena permanenza in ospedale e si incamminano per tornare a casa.

Lungo la strada, però, incontrano i sette ragazzacci che torturano sempre Jack durante i giorni scolastici. << Guarda un po’ chi c’è! Il nostro passatempo preferito! >> dice uno di loro. Intanto Jack cerca di cambiare strada per evitarli, ma quattro di loro gli si parano davanti fermandoli << Lasciatemi in pace! >> grida Jack << Stai calmo! Visto che oggi è Natale non ti faremo niente. A condizione che tu ci paghi! >> << Non ho soldi! >> << Ma davvero? Ehi! Cos’hai lì? >> dice il ragazzaccio indicando la scatola contenente il regalo di Jack << Niente! >> Senza dire nulla, due ragazzi bloccano Jack tenendolo per le braccia altri due tengono fermi Jenny e Tom, mentre il ragazzo che ha parlato a Jack gli prende la scatola e la apre tirando fuori la sfera di vetro << E questo cos’è? Il regalo che ti ha fatto il tuo nonnino? E’ brutto, e ciò che non mi piace io lo rompo! >> detto questo lancia con tutta forza la sfera contro un muro. La sfera sbatte violentemente contro il muro, poi cade a terra rotolando, ma non riporta né una crepa né un graffio << E’ resistente! >> dice il ragazzo << Rompetela, forza! >> un ragazzo ha  raccolto per strada un grosso sasso e, mentre un altro tiene la sfera di vetro ferma, dà una serie di colpi con molta energia. Dopo un po’ smette perché gli fa male il braccio, ma la sfera è ancora intatta e lucente. Improvvisamente si sente un suono acuto e continuo, come prodotto da un diapason, e sembra provenire dalla sfera di vetro che vibra illuminandosi con intensità sempre maggiore; i ragazzi, spaventati, si allontanano dalla sfera. Un lampo azzurro parte dalla sfera andando in alto, intanto il cielo si sta annuvolando velocemente, la luminosità della sfera diventa sempre più crescente, un lampo improvviso, uscente dalla sfera, investe i ragazzi; i sette ragazzi che perseguitano Jack rimangono sbalorditi e immobili, un altro lampo ed iniziano a congelarsi, i loro corpi si stanno ricoprendo di duro ghiaccio diventando bianchi e trasparenti. Ecco che i sette ragazzi sono diventati sette statue di puro ghiaccio, con una massa scura e informe all’interno del loro petto ed all’altezza del cuore, mentre Jack e i suoi fratelli non hanno subito nessun mutamento.

La sfera di vetro si è ricoperta di ghiaccio attaccandosi al terreno, in cielo ora c’è un’unica nube, piano piano inizia a nevicare, la temperatura sta scendendo velocemente. Jack e i suoi due fratelli non riescono a staccare la sfera da terra essendosi congelata, decidono quindi di correre subito a casa.

I sette ragazzacci non sono i soli ad essersi trasformati in statue di ghiaccio: Jack, Jenny e Tom vedono altre statue di ghiaccio raffiguranti persone e ragazzi, addirittura anche qualche bambino. Una statua di ghiaccio rappresenta un uomo con la pistola in mano, probabilmente aveva l’intenzione di rapinare qualcuno; un’altra statua rappresenta un ragazzo con l’espressione dura e un pugno alzato, forse voleva picchiare qualcuno. Tutte le statue erano persone sicuramente animate da cattive intenzioni. Tutte le statue hanno, all’interno, una strana massa scura.

I tre ragazzi raggiungono casa loro.

Aria di tempesta tira alla redazione. Nonostante sia il giorno di Natale qualcuno è di malumore, e chi poteva essere se non Stephen Crooge, il capo, che sta urlando contro un impiegato: << Natale?! Che razza di scusa è? Per me è un giorno lavorativo qualsiasi! Non mi interessa se non puoi fare gli straordinari perché devi stare con la tua famiglia! Sei un lavativo peggiore di Martigan! Ti licenzierei, per questo! Aanzi, perché no? >> urla puntando il dito contro << Tu sei lic… >>. Non riesce a completare la frase, quelle parole rimangono congelate dentro di lui, come si stava congelando anche il resto del corpo: pochi secondi e di Crooge non rimane altro che una statua di ghiaccio con un’espressione cattiva sul volto, il braccio dritto e il dito puntato contro l’impiegato, il quale rimane un attimo sbigottito per poi allontanarsi di corsa.

Fuori la neve continua a scendere, come continua a scendere anche la temperatura.

Michael è troppo preso dai suoi pensieri per accorgersi di quello che gli sta succedendo attorno; sente il freddo, quindi si abbottona meglio il cappotto, questo sì, ma non si accorge dell’autista trasformato in statua di ghiaccio dentro la sua auto, congelata anch’essa e bloccata sull’asfalto; probabilmente si trattava di un pirata della strada.

<< Come farò, ora a tirare avanti? >> mormora Michael preoccupato << Ora come farò a trovare un altro lavoro? Maledizione! Dannazione! >> Rientrato a casa i ragazzi gli corrono incontro << Papà! Ti dobbiamo dire una cosa! >> << Sì. Anch’io vi devo dire una cosa. >> << Non ci crederai mai! >> dice Jack << Il nonno ci ha regalato una sfera di cristallo che congela la gente cattiva! >> dice Jenny << Sì! E’ una sfera magica! >> dice Tom << Sì, certo, ragazzi… >> dice Micheal ancora perso nei suoi pensieri << …ma purtroppo è successa una cosa molto brutta! Il signor Crooge mi ha…un momento! Cosa avete detto? Che cos’è che vi ha dato il nonno? >> << Una sfera magica che ha iniziato a congelare tutte le persone con animo malvagio! >> dice Jack << Anche il nonno l’aveva detto! Ammetto che all’inizio non ci credevo, ma ora… >> << Cosa stai dicendo? >> dice Micheal scrutando meglio il figlio e dimenticandosi per un attimo i suoi problemi << Non ti sei accorto che cosa sta succedendo fuori? >> continua Jack << N-no! >> farfuglia Micheal correndo verso una finestra per guardare fuori. Ora si rende conto di quelle strane statue di ghiaccio che prima non aveva notato. << E quelle che cosa sono? Chi ce le ha messe? >> << Ma l’ho appena detto! >> dice Jack << Sono persone cattive che sono state trasformate in statue di ghiaccio dalla sfera che ci ha regalato il nonno! >> << Ah, sì? Fatemi vedere quella sfera! >> << Non ce l’abbiamo! E’ rimasta congelata attaccandosi alla strada! E’ nella piazza tra la Quinta e la Settima! >> << Andiamoci subito! Voglio vederci chiaro in questa storia! >>. Ma, non appena messo piede sopra il gradino davanti alla porta d’ingresso, Micheal scivola col piede cadendo all’indietro. Colpa del gradino ghiacciato; Micheal si rialza massaggiandosi il fondo schiena e chiedendosi come ha potuto formarsi del ghiaccio, poi si rende conto che fuori la temperatura è molto fredda: il termometro è sceso sotto i –10°C. << Brrr! Dentro, ragazzi! O congelerete! >> dice Micheal spingendo i figli in casa << E’ incredibile! Non riesco a capire da dove arrivi tutto questo freddo! Ed è anche la prima volta che vedo nevicare! >> << Credo che sia tutto legato alla sfera di vetro che ci ha regalato il nonno! >> dice Jack << Sì, è così! >> aggiunge Jenny << Mi incuriosisce sempre di più quella sfera! Il nonno l’ha sempre avuta, vero? >> << Sì, credo di sì! Perché ci ha raccontato che gliel’ha regalata Babbo Natale quando era piccolo! >> dice Jenny << Mmh! Mi è poco chiara questa storia! E se ce l’ha sempre avuta, come mai non me ne ha mai parlato? >> << Non lo so! >> dice Jack << Va bene, su questa faccenda ci ritorneremo! Ora bisogna accendere tutte le stufette elettriche che abbiamo, se non vogliamo morire assiderati! >>. Mentre sistema le stufette assieme ai suoi figli, Micheal pensa tra sé e sé che non riuscirà a passare l’inverno se non riesce al più presto a trovare un altro lavoro. Comunque, per ora, è distratto da altri pensieri. << Forza ragazzi, mi raccomando! Cercate di coprirvi più che potete! Purtroppo non abbiamo giacconi così pesanti da proteggerci da questo freddo, quindi vi suggerisco di indossare tutti un doppio strato di abiti! >>.

Dopo che tutti si sono vestiti il più possibile, tutti sono pronti per uscire ad affrontare il grande freddo. Mentre si fa guidare da Jack e Jenny e tenendo Tom per mano, Michael è tormentato da domande e dubbi che attraversano la sua incredula mente. Improvvisamente un individuo con basco, lungo cappotto e bavero alzato si para davanti al nostro quartetto ed estrae velocemente una pistola da sotto il cappotto, la punta verso di loro e, con voce minacciosa, dice: << Fermi! Mani in alto! O la borsa o…. >>. Michael è prima spaventato, poi timoroso per la vita dei figli e la sua, infine incredulo di quello che sta succedendo: il rapinatore non ha avuto modo di completare la frase, tutto il suo corpo si sta congelando partendo dal braccio per poi propagarsi per tutto il corpo, poi, il rapinatore, si trasforma completamente in ghiaccio. << Ma allora è tutto vero! >> dice Michael accettando ormai questo strano fatto << Te l’avevo detto, papà! >> dice Jenny << Già, è stata una sorpresa anche per noi! >> dice Jack << Ora che è diventato una statua di ghiaccio, vedo della strana roba scura dentro al suo petto! >> << Sì, deve essere la sua coscienza cattiva! >> dice Jack << Dove avete detto che è la sfera di vetro? >> << Poco più avanti! Siamo quasi arrivati! >> dice Jenny.

I quattro giungono al luogo della sfera, ma, arrivati alla piazza, sono investiti da un forte vento gelido; nonostante ciò riescono ad avvicinarsi di più. Il luogo è cambiato in quella decina di ore: le statue dei sette teppisti ci sono ancora, ma sono più distanti dalla sfera di vetro, che ora non si trova più attaccata all’asfalto, ma in cima ad una colonnina di neve alta un metro, il pavimento della piazza si sta ricoprendo di neve.

<< E’ quella? >> domanda Michael ormai preparato a tutto << Sì! >> risponde Jack << Ma la piazza sta mutando! >> << In che senso? >> chiede Michael in tono preoccupato << La neve sembra che stia formando delle costruzioni! >>.

Oltre alla colonnina sulla quale c’è la sfera si stanno formando tutt’attorno altre montagnette di neve che lentamente stanno crescendo, il tutto sembra brillare di una propria luce azzurra. Attorno alla sfera l’aria è fredda ma calma, Michael e i suoi figli possono studiare con calma la sfera: uno strato di ghiaccio si è formato sul vetro, Michael cerca di guardare il paesaggio al suo interno, la neve finta continua a cadere su di esso. << Che strano paesaggio! >> commenta Michael << Ma, un momento! La neve continua a cadere anche se nessuno ha toccato la sfera! >> Jenny avvicina la mano alla sfera per toccarla, ma Michael la ferma in tempo << Attenta! Non farlo! Il ghiaccio è molto freddo, potresti congelare rimanendo attaccata alla sfera! >> Anche Jack prova ad avvicinare la sua mano << Jack! E allora? Cos’ho appena detto a tua sorella? >> Jack tocca la sfera a mano nuda senza congelarsi benché sia molto fredda. << Non ti preoccupare, papà! Congelano solo le persone malvagie! >> << Va bene! >> esclama Michael << Per ora ho visto abbastanza! Torniamo a casa! >>.

Lungo la strada del ritorno Jack domanda: << Mi chiedo come mai la città è così deserta. Non credevo ci fosse così tanta gente malvagia! >> Michael ipotizza: << Mah, credo sia perché molta gente è rimasta a casa, magari spaventata da quello che sta succedendo. E poi si sta anche facendo tardi! >>.

Continua a nevicare, lentamente, ma ininterrottamente. Delle misteriose montagnette si stanno formando in mezzo a strade ormai bianche, ma la cosa più strana è che dietro ad ogni montagnetta stia spuntando un alberello nonostante sotto la neve ci sia del robusto asfalto.

La famiglia Martigan è rientrata a casa e, una volta tolti gli abiti pesanti, Michael interroga i figli: << Ora ditemi esattamente che cos’è realmente quella sfera! >> << Non lo sappiamo con certezza! >> inizia Jack << Ce l’ha regalata il nonno Will come semplice regalo di Natale! >> << A me non sembra un semplice regalo! >> commenta Michael << Il nonno ha detto che l’ha chiesta a Babbo Natale quando era piccolo! >> dice Jenny. Michael pensa tra sé e sé per non tradire la sincera innocenza dei figli, soprattutto Jenny e Tom < Non è possibile! Babbo Natale non esiste! > << E’ vero! >> continua Jack << Lo ha usato per far smettere di litigare i suoi vicini di casa! >> < Lo credo! > continua Michael pensando < Li avrà congelati! > << E poi com’è finita? >> << Bè, è tornata la pace! >> < Come pensavo! > << Va bene, a letto ora, che è tardi! Andrò io a parlare con il nonno! >>. E tutti vanno a letto.

La mattina dopo in casa c’è freddo nonostante le stufe accese; appena sveglio Michael cerca di guardare fuori dalla finestra con i vetri appannati e ghiacciati: sembra che abbia smesso di nevicare. << Ragazzi! Copritevi di più, oggi! Mi raccomando! Sembra che la temperatura sia diminuita di parecchio! >>. Dopo aver fatto colazione tutti si preparano ad uscire coprendosi meglio che possono.

E’ una bella giornata, il sole è splendente, ma… << Quaranta gradi sotto zero?! Ma dove siamo, al Polo Nord? >> esclama Michael guardando il termometro esterno. << Andate in casa, presto! >> In casa, con le stufette accese e con addosso i vestiti pesanti, Michael decide cosa fare << Tutto ciò è assurdo! Fino a quando diminuirà la temperatura? >>.

All’improvviso si sente un fischio lontano che sta aumentando d’intensità, come se qualcosa di molto veloce si sta avvicinando rapidamente; è vicino, molto vicino, quel qualcosa sta scivolando sul ghiaccio; poi un forte rumore di combustione, come se qualcuno avesse acceso una grande fiamma ossidrica. Rumori di piccoli e rapidi passi sulla neve, poi qualcosa sta colpendo con forza la porta d’ingresso cercando di buttarla giù. Un colpo più forte, la porta si spalanca di colpo. << Aaarrgh! Scottaa! >> << No, non c’è nessuno qui, andiamo! Scusate il disturbo! >>

Pochi istanti: dei piccoli esseri non umani sono entrati con forza e poi si sono dileguati. La famiglia Martigan ha assistito alla scena con occhi spalancati ed increduli: quegli esseri ricoperti di pelo blu ed alti poco più di un bambino, avevano con sé delle cose simili a fucili. Riprendendosi, Michael corre a chiudere la porta sbarrandola con sedie e decidendo cosa fare. << Basta! Adesso devo capire fino in fondo che cosa sta succedendo! Il nonno vi ha parlato di loro? >> << No! >> risponde Jenny << Lo sapevo! E’ sempre bravo a dire quello che vuole lui trascurando i dettagli! Jack! Copriti pesante e vieni con me! Jenny! Tu resta a casa a badare a Tom! Dai! Fuori non c’è vento, quindi i quaranta gradi sotto zero non si sentono più di tanto! >>

Così Michael e Jack, coperti a più non posso, si mettono sulle tracce di quegli strani esseri.

Sfidando un clima freddo mai provato in vita loro, Michael e figlio camminano con fatica nella neve seguendo quello che, a seconda delle tracce lasciate nella neve della strada, si pensa trattarsi di una slitta. Benché siano quasi le dieci, le strade sono deserte, forse molti sono rimasti in casa timorosi di quello che sta succedendo. Jack e Michael rimangono stupefatti nel vedere che, nel centro di un incrocio, c’è un grande abete, sotto il quale sorge una costruzione di ghiaccio simile ad un igloo, dalla cui apertura partono dei solchi lisci e continui; evidentemente l’ipotetica slitta è uscita da lì. A Jack viene in mente che ha già visto da un’altra parte quella specie d’igloo con un abete dietro e lo fa notare al padre ed anche a lui viene in mente la stessa cosa: la neve, la strana costruzione, il panorama di Lake City sta assomigliando a quello dentro la sfera di vetro. Un’altra cosa hanno notato: le statue di ghiaccio non hanno più la massa scura dentro di loro, tutte tranne un gruppo di tre dietro all’abete; Jack e Michael si avvicinano per osservarle meglio: sono tre teppisti nell’atto di picchiare con dei randelli qualcuno.

All’improvviso si sente un fischio lontano che sta aumentando di velocità, dalla strada deserta si vede qualcosa avvicinarsi rapidamente; si riesce a distinguere una specie di slitta che sta correndo a velocità folle, sta puntando proprio verso Michael e Jack, i quali, per via del freddo assurdo, non hanno i riflessi abbastanza rapidi per essere in grado di spostarsi dalla traiettoria della slitta. Essa attiva della specie di razzi anteriori per rallentare e poi fermarsi ad un metro di distanza dai Martigan; i due rimangono allibiti, davanti a loro si è fermata una slitta blu scuro con ai lati una striscia rossa terminante con le lettere P.P.N.C.; è una slitta uguale a quelle trainate dai cavalli, solo che non ci sono cavalli, sopra di essa ci sono tre esseri, dei quali uno alla guida, ricoperti da un pelo corto azzurro. Due di essi scendono dalla slitta, come aspetto e statura sembrano dei bambini, indossano solo stivali, guanti e mutandoni blu scuri ed hanno in testa un piccolo casco rosso con una striscia blu scura in mezzo, sotto il quale si possono vedere i loro capelli blu, hanno anche le orecchie a punta, ma non si vedono perché coperte dal casco; in mano hanno un oggetto che sembra un incrocio tra un fucile ed un aspirapolvere, esso è collegato mediante un piccolo tubo flessibile ad uno zaino bianco che portano sulle spalle. << E voi chi siete? >> chiede uno di loro con una voce vibrante, differente da qualunque voce umana o verso di animale. << C-c-chi s-sono io >> domanda Michael tremando per il freddo << P-prima d-dite chi siete v-voi! B-brrr! >> << Va bene! Io sono Caras, lui è Tiran e quello che è alla guida è Setoc. Noi siamo elfi abitanti di Azzurra, la città della polizia del Polo Nord Celeste! >> << Noi sappiamo benissimo che siete degli umani! >> dice Tiran << Esatto! Quando ho chiesto chi siete, volevo semplicemente sapere i vostri nomi! >> << Brrr! Ah! I-o sono M-michael! >> << E io sono J-jack! B-rrr! A-avete detto Azzurra? Ho l-letto questo nome sulla s-sfera di v-vetro che mi ha regalato mio n-nonno! B-brrr! >> << Sì, quello è il Ponte! >> dice Tiran << P-ponte? >> chiede Michael << M-ma voi non avete f-freddo? >> chiede Jack battendo i denti. Setoc alla guida dice: <> << Piantala, Setoc! >> dice Caras << Gli esseri umani sono diversi da noi! Loro lo sentono il freddo! >> poi si rivolge a Michael: << Tutto questo freddo è troppo per voi, rischiate di morire congelati! Se volete possiamo darvi un passaggio fino a casa vostra! Ma prima dobbiamo terminare il nostro lavoro! >>. Così dicendo, lui e Tiran preparano i loro fucili puntandoli verso le statue dei tre teppisti. Silenziosamente la massa scura all’interno di esse esce e viene aspirata dai fucili degli elfi e immagazzinata nello zaino. I tre elfi salgono sulla slitta e invitano i Martigan a fare altrettanto; si sale a bordo per mezzo di un gradino ed aprendo uno sportello. Jack ha modo di vedere com’è fatto l’interno: sedili morbidi in pelle rossa, al posto di guida, che è al centro del sedile anteriore, c’è un cruscotto con una cloche come volante e dei comandi a leve e pulsanti, mentre davanti c’è un piccolo parabrezza; non ci sono cinture di sicurezza, i passeggeri sono tenuti fermi da una sbarra che si abbassa sulle gambe, come sui vagoncini delle montagne russe. Una volta assicurati i passeggeri al proprio posto, Setoc chiede: << Dove abitate? >> << Dritto per questa strada, poi, in fondo, girare a sinistra! >>. Setoc accende tutte le spie del cruscotto, schiaccia un tasto e si sente un rumore di turbina provenire da dietro, abbassa una leva e dal reattore posteriore esce una grossa fiamma azzurra come propulsore, inizia ad abbassare un’altra leva, la fiamma cresce d’intensità e la slitta inizia a muoversi, poi Setoc gira la cloche e la slitta sterza con l’aiuto di propulsori laterali; messasi nella giusta direzione, aumenta di velocità filando come un  razzo.

In un attimo Michael e Jack sono tornati a casa. << Molto bene! Siete arrivati! >> dice Tiran << Dobbiamo andare! >> << Un momento! >> dice Michael sceso dalla slitta << Ci dovete altre spiegazioni! >> << D’accordo! >> dice Caras << Anche noi dobbiamo avvertirvi di alcune cose! Ora dobbiamo finire il nostro lavoro. Verremo a trovarvi a casa vostra stasera a mezzanotte! >> detto questo, i tre elfi si allontanano rapidamente con la loro slitta.

Dentro casa, nonostante le stufe accese, la temperatura non è abbastanza alta da permettere di togliere i cappotti pesanti, ma almeno non si trema più; Jenny e Tom tempestano di domande il padre, il quale risponde solo che ha visto anche lui che la sfera magica ha trasformato tutta la gente cattiva in statue di ghiaccio.

Arriva mezzanotte, ha ripreso ha nevicare da un pezzo, Jenny e Tom sono a letto da un pezzo, solo Jack ha il permesso per restare in piedi. Puntuali, i tre elfi bussano alla porta, la cui serratura è già stata riparata; con sorpresa Michael nota che gli elfi non sono più a torso nudo, ma indossano un cappotto. << Ma, non capisco. >> domanda << Ma voi non soffrivate il caldo? >> << Infatti lo soffriamo ancora! >> dice Caras << Questi sono cappotti refrigeranti! >>. Michael fa sedere loro attorno un tavolo offrendo delle granite;  la conversazione ha così inizio.

<< Dunque! >> inizia Michael << Innanzi tutto vorrei sapere che cosa è successo qui. Il perché di tutte quelle persone mutate in statue di ghiaccio e il calo improvviso ed eccessivo della temperatura. >>. Inizia Caras a rispondere: << E’ la caratteristica della nostra città: ogni uomo, donna o bambino, che abbia in sé anche un briciolo di sentimenti malvagi, il suo corpo viene trasformato nella stessa materia del suo cuore freddo: in ghiaccio. >> Tiran sta per intervenire, ma viene interrotto da Michael: << Un momento, avete detto che questa è una caratteristica della vostra città? Ma questa non è la vostra città! >> << Sì, lo è! Come allo stesso tempo è anche la vostra! >> dice Setoc << Quello che voleva dire il mio collega >> dice Caras senza dare il tempo a Michael di ribattere << è che, quando è stata usata la Sfera Ponte, la nostra città si è fusa con la vostra. Come è già successo in passato! >> << Ho capito! >> interviene Jack << E’ stato quando l’ha usata il nonno! >> << Esatto! >> dice Caras << Ma è successo anche altre volte in passato! >> << Ma voi chi siete? >> continua Michael << Da dove venite? Ce ne sono altri come voi? >> << Questo non ci è permesso dirlo! >> dice Tiran << Ma, visto che sembrate persone degne di fiducia ,>> dice Caras << Possiamo fare uno strappo alla regola e raccontarvi tutto! >> << Ma sei sicuro? >> chiede Setoc rivolto a Caras << Già, non mi sembrano molto affidabili! >> dice Tiran << Questo, Gionas non lo approverà! >> << Non vi preoccupate! >> dice Caras << Io so riconoscere le persone degne di fiducia! Sono sicuro che non ci deluderanno! >> poi Caras si rivolge di nuovo a Michael: << Ora vi prego di non fare parola con nessuno di quanto sto per dirvi! Non dovete dirlo nemmeno ai due bambini più piccoli! >> << D’accordo! >> << Sì, lo prometto! >> dicono Michael e Jack << Molto bene! >> riprende Caras << Ora ascoltate e vi prego di non interrompere, se non per le domande che vi farò! Per esempio, voi conoscete le dimensioni parallele? >> << Dimensioni parallele? >> chiede Michael << Sì, ne ho sentito parlare nei libri e fumetti di fantascienza! >> dice Jack << In esse si trovano gli universi paralleli, giusto? >> << Esatto! Diverse realtà, differenti fra loro, coesistono parallelamente senza mai incrociarsi! O almeno questo è quanto mi hanno detto, perché io non ne so molto su questo argomento! Comunque! Noi, come vi ho già detto oggi pomeriggio, siamo elfi ed abitiamo sul pianeta Celeste! Esso si trova nell’universo parallelo proprio accanto al vostro! Come il pianeta Terra, Celeste ruota attorno ad un'unica stella ed ha una sola Luna! E’ formato principalmente da tre continenti: il Polo Sud Celeste, il Polo Nord Celeste e da una lunga striscia di terra che circonda tutto il pianeta, si chiama Terra di Mezzo, il resto è tutta acqua, suddivisa in Mare del Sud e Mare del Nord! Il Polo Sud Celeste è popolato solo da animali, molto simili ai vostri orsi bianchi, pinguini e balene. Nella Terra di Mezzo, invece, ci sono foreste, fiumi, laghi e un’unica fascia desertica. La Terra di Mezzo è popolata da altre specie di animali e da altri elfi. Invece, il Polo Nord Celeste è abitato soltanto da elfi; c’è qualche animale, ma solo perché è stato trasportato dal Sud al Nord. Il Polo Nord Celeste è suddiviso in diverse città, i cui abitanti svolgono attività ben precise. Come ho già detto, noi siamo di Azzurra, la città delle forze di polizia, poi c’è Verde, la città dove ci sono i campi coltivati, essa è protetta da una cupola di vetro per riparare i campi dalla neve. Grigia, dove vengono lavorati i minerali e i metalli estratti dalle miniere; Rossa, la città ospedale; Iride, la più popolata, anticamente essa era l’unica città del Polo Nord Celeste, da lì nascevano e si specializzavano tutti gli elfi, ora è solo la città delle scuole. Bianca, la città dei divertimenti e delle vacanze; Oro, dove vengono insegnate e sviluppate tutte le arti magiche; Nera, la città del cimitero; Viola, dove, invece, vengono fabbricate armi. Ma non pensate male, queste armi vengono usate esclusivamente a scopo di difesa contro entità o corpi astrali estranei al pianeta. Poi c’è Rosa, altra città riparata da una cupola di vetro, poiché essa è la città della pace e del romanticismo, dove si combinano matrimoni e, scrittori e poeti scrivono le loro opere. Infine, esattamente al centro del Polo Nord Celeste, c’è Avorio, la città principale, più grande di tutte le altre è la città del nostro sovrano: il re Gionas Articlus. In questa città l’attività principale è la costruzione di giocattoli. >> << Uffa, che caldo! >> si lamenta Tiran avvolgendosi nel cappotto refrigerante.

<< Papà, chi sono quelli? >> dice il piccolo Tom, stropicciandosi gli occhi, mezzo addormentato, entrando nella stanza. << Cosa ci fai in piedi? >> dice allarmato Michael. << Dovevo fare la pipì! Ma loro chi sono? >> << Ehm, >> inizia a balbettare Michael << loro…sono… >> << …Gli elfi di Babbo Natele! >> interviene Jack << Davvero? >> dice Tom svegliandosi del tutto per la gioia. Michael rivolge a Jack uno sguardo di rimprovero come per dire “Adesso aggiusti tu la cosa”. Jack si alza dalla sedia e va dal suo fratellino dicendogli: << Adesso è ora di tornare a letto! >> << Noo! Volevo restare anch’io! Volevo che Babbo Natale mi regalasse un pony! >> << Ma Natale è già passato. >> continua Jack << E allora cosa ci fanno qui? >> << Facciamo così. Se fai il bravo e torni a letto, ci penso io a chiedere a Babbo Natale tutto quello che vuoi! >> << Uffi! E va bene! >>. Jack accompagna Tom a letto, il quale ci torna malvolentieri.

Dopo un quarto d’ora, Jack è riuscito a far addormentare il fratellino e torna dal padre e dagli elfi.

<< Non dovevi promettergli un pony! >> dice Michael << Non so, voi potete portare un pony? >> dice Jack rivolto agli elfi << Avete detto che ad Avorio costruite giocattoli! >> << Sì, >> risponde Caras << Ma si tratta di giocattoli particolari! Ora vi voglio raccontare tutto! >> << Oh, no! Vuoi dire a loro anche questo? >> si lamenta Tiran <> Poi Caras si rivolge ancora a Michael e Jack << Dovete sapere che noi osserviamo il vostro pianeta da parecchi anni. Da quando si sono estinti i dinosauri ed è apparso l’uomo, per la precisione! >> << Cavoli! >> dice Jack stupefatto << Ma voi, quanto vivete? >> << Sbaglio o vi avevo detto di non interrompermi? Comunque la durata media della vita di un elfo è di circa novecento anni. Dunque, riprendiamo. Osservando l’umanità fin dalla sua comparsa sulla Terra, abbiamo visto che voi siete un popolo molto violento, combattete e muovete guerra per qualsiasi cosa, anche per le ragioni più insignificanti come la mania di conquistare. Guardate noi elfi, invece: ognuno è contento di quello che ha e non si lamenta. Se uno ha bisogno di una cosa gli basta chiedere! Abbiamo visto anche i vostri film di fantascienza sulle invasioni di alieni che vogliono conquistare la Terra! Secondo me è più credibile il contrario, cioè vedere gli umani che vogliono conquistare un pianeta alieno uccidendone i suoi abitanti! >> Per un attimo Caras si era infuriato, ma ora torna calmo << Scusate, stavo divagando! Ehm, dicevo che osservandovi abbiamo visto in voi tanta violenza, ma anche un po’ d’amore e di gentilezza. Proprio per questo il nostro sovrano attuale, Gionas Articlus, come gli altri sovrani precedenti, hanno pensato di portare dei doni ai bambini umani nella speranza di un futuro migliore. Quanto si sbagliavano. Questo è servito solo a far nascere la leggenda di colui che vola su una slitta portando doni, o, come lo chiamate voi, Santa Clause o Babbo Natale. Il vestito di Babbo Natale è in realtà la divisa refrigerante indossata dal nostro sovrano per non prendere caldo quando entra nella vostra dimensione. Col passare degli anni, però, Articlus ha deciso di dedicarsi sempre meno a questa attività lasciando il lavoro ai Babbi Natale umani, ovvero i padri stessi dei bambini che chiedevano regali. Ma, ancora adesso, il nostro sovrano non ha rinunciato del tutto a questa attività, si limita a distribuire solo i regali speciali, che non si trovano e non si troveranno mai sul vostro pianeta, i regali magici, insomma, riservati ai bambini veramente puri di cuore. Come, per esempio, diversi anni fa, è stato dato un dono magico ad un bambino di nome William Andrew Baldassarre Martigan! >> << Il nonno Will! >> dice Jack << Esatto! Gli è stato regalato il Ponte di Azzurra, una sfera di vetro piena d’acqua con dentro la rappresentazione della città di Azzurra! C’è un Ponte per ogni città del Polo Nord Celeste. Con essi è possibile incrociare le nostre due dimensioni o semplicemente permettere il nostro accesso in questa! Invece, per quanto riguarda il desiderio di vostro figlio Tom, credo di poterlo accontentare; so che non spetta a nessuno degli abitanti della nostra città occuparsi di doni, ma potrei suggerirlo ai nostri superiori. Ecco, per quanto riguarda la storia di “Babbo Natale” ho finito! Vorrei, invece, tornare alla ragione principale per la quale siamo venuti qui! >> << Oh, finalmente! >> dice Tiran << Ce ne è voluto, ma ci siamo arrivati! >> dice Setoc << Zitti, voi due! Dunque, come stavo dicendo, il problema principale è come liberare le persone malvagie. Il metodo io ve lo indico a voce, mentre gli altri abitanti rimasti saranno avvertiti per mezzo dei sogni. Se almeno una persona implorerà la salvezza del prigioniero, egli verrà liberato; ma c’è una condizione: il prigioniero a cui è stata concessa la grazia dovrà pentirsi di tutte le malefatte, altrimenti sarà imprigionato di nuovo e, questa volta, in eterno. Come avete sicuramente visto, il corpo dei malfattori viene tramutato in ghiaccio, mentre la sua anima viene trasportata in una sorta di carcere; ad essa, poi, vengono fatte vedere continuamente le sue azioni malvagie, in modo da facilitare il suo pentimento. Se voi avete qualcuno che volete liberare, potete trovare la sua anima nelle colonne-prigione attorno al Ponte di Azzurra! Con questa notte abbiamo terminato di catturare le anime, quindi da domani è possibile liberare i prigionieri! Ho finito! Qualche domanda? >> << No, sono a posto! >> dice Michael << Io ne ho una! >> dice Jack << Sbaglio, o solo gli abitanti cattivi di questa città sono stati congelati? >> << Il potere congelante di Azzurra agisce solo entro i suoi confini, che coincidono, più o meno, con quelli di questa città!>> <  mente ora una domanda!>> dice Michael << Dato che la città di Lake City si è fusa con Azzurra, è possibile far tornare tutto come prima? >> << Quando anche l’ultimo prigioniero verrà liberato, Azzurra tornerà su Celeste! >>.

Finito di parlare, i tre elfi salutano e si ritirano; Michael e Jack se ne vanno a letto pensando a come organizzarsi per il giorno dopo.

27 Dicembre. E’ il terzo giorno che il termometro è fisso sui –43 °C. Michael esce di casa con i suoi figli, e, per la prima volta, da quando è stato usato il Ponte di Azzurra, delle altre persone escono dalle loro case; Michael pensa che sia per il sogno che gli elfi hanno inviato a loro. Infatti, tutti quanti sono diretti alla piazza della sfera, mutata ancora una volta: decine di colonne di ghiaccio, dell’altezza di due metri circa, sono cresciute attorno alla colonna centrale dove c’è la sfera. Attraverso il ghiaccio delle colonne si possono distinguere le figure intere della gente malvagia rinchiusa.

Michael e i suoi figli si guardano in giro e vedono, per esempio, una madre che ha trovato suo figlio, uno dei ragazzi che picchiava sempre Jack; appoggia la sua mano alla colonna di ghiaccio scoppiando in lacrime: << Ti prego, Tobias! Torna a casa! Ti scongiuro! >>. La colonna s’illumina, un raggio luminoso partente dalla stessa colpisce una delle sette statue attorno alla piazza. All’interno del ghiaccio della statua l’immagine del ragazzo prende corpo; il ghiaccio superficiale si riempie di crepe ed esplode violentemente liberando così il ragazzo, il quale si trova disorientato, ma nella sua mente gli è bene impressa l’esperienza passata in quella prigione fredda; viene raggiunto dalla propria madre ed insieme se ne tornano a casa.

Altri genitori, altre persone ripetono il gesto compiuto da quella madre, liberando, così i propri figli o conoscenti.

Michael non ha nessuno da liberare, in quanto la sua unica famiglia sono i suoi figli e suo padre, ma di certo Will non è malvagio. L’unico che gli viene in mente è il suo ex direttore, il signor Crooge; a quanto gli risulta non ha nessun parente, né figli su cui contare. In fondo è Natale, in questo periodo i rancori non esistono, decide di liberarlo. Trova la colonna di ghiaccio dove è tenuto prigioniero, vede la sua immagine, la sua espressione non è quella brutale alla quale Michael era abituato a vedere in ufficio, ma triste, sofferente, che sembra portare dentro di se il grande peso del rimorso. Decide quindi di liberarlo; appoggia la mano sulla colonna, essa s’illumina, parte un raggio luminoso che si perde nel cielo, l’immagine svanisce e la colonna di ghiaccio si sgretola. Il raggio luminoso continua la sua corsa raggiungendo la statua di ghiaccio di Crooge nel suo ufficio, immobile con il dito puntato nell’atto di licenziare, il raggio riempie la statua con il corpo di Stephen Crooge, il ghiaccio esplode liberandolo.

Michael sente di essersi liberato di un peso, anche se non è del tutto convinto di quello che ha fatto, se ne torna a casa pensieroso.

All’ora di pranzo squilla il telefono, senza pensarci troppo Michael va a rispondere. E’ Crooge: vuole convocare tutti quanti nel suo ufficio nel tardo pomeriggio. Di colpo, Michael si ritrasforma nel timido impiegato costretto a subire le prepotenze del suo capo, e gli viene anche in mente che non ha ancora detto ai figli del suo licenziamento.

Alle 16:50 (l’appuntamento è alle 17:00 in punto) Michael si reca nel posto dove lavorava, procedendo con lo stesso animo di un condannato che sale sulla forca.

<< Benvenuto, Martigan! Attendavamo solo lei! >> Sente dire Michael entrando nell’ufficio di Crooge. Guardandosi attorno vede altri suoi colleghi seduti su sedie di fronte alla scrivania di Crooge, alcuni di loro erano stati licenziati prima di lui; poi il suo sguardo torna ad inquadrare il suo capo, non  riuscendo a credere che sia stato proprio lui a parlare. Sono anni che Michael lo conosce, e non gli è mai capitato di sentir pronunciare una frase che inizia con “benvenuto”. Ma, a guardarlo bene, nota in lui qualcosa di diverso, che l’angoscia che ha invaso il suo corpo gli impedisce di focalizzare esattamente cosa. Non sapendo esattamente che pensare, Michael prende posto sull’unica sedia libera di fronte alla scrivania.

<< Dunque. >> inizia Stephen << Vi ho qui riuniti per parlare del vostro futuro! Vi garantisco che ci saranno molti cambiamenti da queste parti! Soprattutto per quanto riguarda lei, Martigan! >>. Michael è sicuro di aver capito male, sintetizzando le parole di Crooge, significa che sarà riassunto. Per cui dice, timidamente: << Ehm, allora, riavrò il mio vecchio posto di lavoro? >> << Ma assolutamente no! >>. Attimo di pausa. Quelle parole pesano tonnellate per Michael << Sarà promosso! Stipendio molto più alto, orari e ferie regolari, niente più turni impossibili e, se ci saranno degli straordinari, saranno ben pagati! >>. Improvvisamente, l’enorme peso che gravava su Michael è sparito. Ma è ancora presto per essere contenti. Prima doveva verificare una cosa. << Come mai questa decisione? >> chiede Michael ancora timoroso. Crooge risponde con aria pentita: << Mi sono reso conto che mi sono comportato molto male nei vostri confronti. Spero che mi perdonerete e che continuerete a lavorare per me. Naturalmente le cose, d’ora in avanti, saranno molto diverse! Se non avete altre domande da fare, dichiaro conclusa la riunione! Con l’augurio di un buon Natale, buon fine anno e buone ferie a tutti! Ci vediamo tutti il 7 Gennaio! Auguri! >>.

Nessuno ha osato aprire bocca, stupiti dall’improvviso cambiamento di Crooge; ancora pensierosi, tutti si alzano e se ne tornano a casa dopo aver ricambiato gli auguri del loro capo.

31 Dicembre, la notte di S. Silvestro. Nel giro di questi pochi giorni, tutti i prigionieri sono stati liberati, le colonne sono crollate, tutto ciò che apparteneva alla città di Azzurra è sparito e la temperatura si è alzata tornando quella normale di Lake City.

Alleggeritisi di un bel po’ di abiti pesanti, i Martigan passeggiano per le strade ormai sgombre di neve, godendosi le ultime ore del 1990. Ma, proprio ora sta accadendo un fatto strano: sta nevicando ancora, ma non è neve normale, è neve luminosa, come se milioni di lucciole stessero scendendo dal cielo. Tutti alzano lo sguardo sopra di loro, e vedono una slitta rossa che vola senza essere trainata dalle renne, lasciando una scia rossa luminosa. Essa lancia dietro di sé delle sfere che, esplodendo, provocano la nevicata luminosa.  << Ciao, Articlus! >> esclama Jack. Michael lo guarda storto, Jack si corregge subito: << Ehm, volevo dire…Clause, Santa Clause! Babbo Natale!>>. Tom chiede a Jack: <> << Sì, hai ragione! Mi sono sbagliato! >> Jenny non è troppo convinta delle parole di suo fratello maggiore, ma non ci pensa più.

Michael e i suoi figli terminano qui la loro passeggiata e decidono di tornare a casa, dove c’è un’altra sorpresa. Al centro del tavolo in cucina c’è un pacco regalo avvolto in carta rossa tempestata di stelline d’oro, attaccato ad esso c’è un biglietto bianco con scritto in oro: X TOM.

Non stando più nella pelle per la contentezza, il piccolo Tom corre ad aprire il pacco. Dentro trova un piccolo cubo di vetro, dentro il quale vi è un piccolo cavallino anch’esso di vetro; il cavallino di vetro è riempito con una strana sostanza luminosa. Nel retro del cubo vi è una scritta in oro:

 

 

ECCOMI, SONO QUI, NON MI VEDI?

SONO BELLO DA VEDERE, NON CREDI?

PUOI METTERMI OVUNQUE, DOVE VUOI TU

MI OSSERVI, SONO FERMO, MA NULLA PIU’

COSI’ IN ETERNO POSSO DURARE

MA SE MIO AMICO VUOI DIVENTARE

FAMMI USCIRE, DAMMI LA LIBERTA’

POSSO FARTI VEDERE COME SONO IN REALTA’

AGILE, FORTE E SONO UN LAMPO

GIURO, NESSUNO E’ DEL MIO STAMPO

LA MIA PRESENZA FASTIDIO NON PRODUCE

IO VIVO DI GIORNO, MI NUTRO DI LUCE

MA NON HO VOLERI IO, PERCHE’

LA SAGGIA DECISIONE SPETTA SOLTANTO A TE!

 

Dopo che Jack ha finito di leggere il piccolo Tom chiede, con sguardo interrogativo: << Che cosa vuol dire, Jack? >> << Sembra che qui dentro sia rinchiuso lo spirito di un cavallo e solo tu puoi farlo uscire! >> << E come faccio? >> << Non lo so! >> << Forza, ci penseremo domani! >> dice Michael << Ora a letto, che è tardi! Sono le 12:30! >> Ma Tom non si arrende e prende il cubo di vetro iniziando a scuoterlo forte: << Forza! Esci, Fulmine! >> (gli ha già trovato il nome) << Dai! Forza a letto! >> insiste Michael. Rassegnato, Tom va a letto di malavoglia insieme agli altri, ma si porta dietro il cubo di vetro.

Durante la notte, il piccolo Tom ha il sonno agitato: sta sognando il suo cavallo bianco, vero, che corre per le verdi praterie, ma lui non lo riesce a raggiungere << Aspettami, Fulmine! >> Parla e si agita nel sonno. Muovendo un braccio, urta il cubo di vetro che era appoggiato sul comodino, e cade per terra. Nell’urto col terreno il cubo si crepa, la frattura raggiunge il cavallo di vetro al suo interno, dalla crepa inizia ad uscire un getto di vapore dorato; il fumo, uscendo, produce un fischio così forte da svegliare Tom. Il vapore brilla così tanto da illuminare la camera buia. Tom corre a svegliare suo padre e gli altri; intanto il cubo si è spaccato a metà facendo uscire una grossa quantità di vapore. Tutti si precipitano nella stanza di Tom. Nella stanza buia, illuminata solo dal vapore uscito dalla scatola di vetro, si può distinguere un piccolo cavallo, alto poco più di Jenny, fatto interamente di vetro trasparente; Michael accende la luce e il cavallo di vetro si trasforma in un vero pony bianco.

 

 

 

 

 

 

 

Fine

  
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