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Autore: KiarettaScrittrice92    28/03/2018    2 recensioni
Quindici giorni, quindici capitoli.
L'estate che separa i giorni di Collége e di Papillon, appena passati, da quelli del liceo e della nuova vita, almeno per alcuni dei nostri eroi.
Cosa accadrà in questo breve squarcio d'estate?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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26 Giugno
 

La mattina passò relativamente tranquilla, non fosse per il fatto che i ragazzi obbligarono le ragazze a rimanere a casa, dicendo che avrebbero organizzato qualcosa loro. Dopo quell’avviso a colazione, però, sparirono e non si fecero più vedere per tutta la prima parte della giornata; perciò le quattro finirono per chiacchierare e scherzare nella camera da letto in cui dormiva la più grande tra di loro.
«Maledizione... – sbuffò Lila, dopo che il suo stomaco aveva emesso un suono gutturale – Vorrei sapere quando cavolo pensano di venirci a chiamare quei tre... Io sto morendo di fame.»
«Effettivamente anche io inizio ad avere un certo languorino.» fece Angelie, mentre la rossa si allungava verso il comodino, afferrando il cellulare.
«Sono appena le dodici ora, credo che sia normale che ancora non ci abbiano chiamato.» disse osservando l’orario sul dispositivo, per poi sorridere e sbloccarlo.
«Come mai quel sorrisino?» domandò incuriosita la sua migliore amica, lei però non rispose e si mise a scrivere qualcosa sul telefono, mentre il suo sorriso si estendeva.
«E dai Jinny, rendici partecipi della tua gioia.» insistette l’italiana per poi strapparle il telefono di mano.
«Lila, ridammelo!»
«Ciao splendore, come vanno le vacanze? Non mi hai ancora mandato una foto di te in costume. – disse leggendo il messaggio che l’amica aveva ricevuto – Hai capito il nostro caro Henrie che vuole le foto in costume?»
«Lila!» protestò ancora l’inglese, tentando di riottenere il telefono, ma lei fu più veloce e si allontanò. In quello stesso istante però, qualcuno bussò alla porta della camera, per poi aprirla.
«Ragazze, è ora di pranzo!» esclamò entusiasta Adrien, con un sorriso a trentadue denti, ma in tempo zero, gli arrivò un cuscino in faccia, lanciato dalla castana.
«Stupido gattaccio... E se eravamo nude?» domandò irritata.
Lui storse la bocca, mentre il cuscino scivolava a terra.
«Probabilmente mi sarei goduto lo spettacolo...» rispose di getto, prendendo al volo il secondo cuscino che era stato scagliato contro di lui. A quel punto però Angelie prese in mano la situazione.
«Dai su, andiamo. Lila restituisci il telefono a Jinnifer e seguiamoli.» disse, quando comparvero anche gli altri due alla soglia della porta.
Le portarono fuori, in giardino, vicino alle voliere. Sul prato avevano steso tre plaid è una tovaglia imbandita di qualsiasi leccornia tipica di un picnic degno di quel nome. Tutte e quattro spalancarono la bocca, colpite di tutto ciò che c’era lì e soprattutto di come era elegantemente sistemato.
«Dite la verità, vi ha aiutato la madre di Adrien.» li provocò la portatrice del miraculous della volpe.
«Assolutamente no, abbiamo fatto tutto da soli. Ho più senso del gusto di quanto pensi, cara.» rispose il biondo.
Marinette guardava quello spettacolo con occhi quasi sognanti. Voleva fare la sostenuta, ma era più forte di lei: Adrien aveva fatto tutto quello per farsi perdonare, per lei e questo le riempiva il cuore di gioia. Lo conosceva bene, ormai, e sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, come sapeva che quel suo comportarsi in modo irritante era un lato del suo carattere che in fin dei conti le piaceva. 
«Accidenti, si è impegnato parecchio.» le sussurrò Angelie all’orecchio, facendola sorridere, poi il suo sguardo fu attratto da uno dei vassoi che si trovavano sulla tovaglia.
«Qu-quelli sono...?»
«Macaron al caramello, i tuoi preferiti.» fece Adrien con quel sorriso smagliante a cui, lui sapeva bene, non riusciva resistere.
Dopodiché si avvicinò a lei e senza dirle nient’altro, le prese la mano e l’accompagnò verso uno dei plaid, facendola sedere e mettendosi al suo fianco.
«Prima di cominciare... Questo è per te.» disse porgendo alla ragazza una scatoletta blu, lunga quasi una spanna.
Lei la prese, con mani quasi tremanti, qualcosa le diceva che sarebbe stato difficile non saltare dalla felicità. La aprì e ciò che vide dentro, come si aspettava, la fece gioire ed emozionare allo stesso tempo.
«In realtà volevo dartelo alla fine di queste vacanze, ma, visto come sono andate le cose ho pensato fosse il momento giusto.»
«È... È bellissimo...» disse la ragazza guardandolo.
Era un braccialetto, uno di quelli con i charms intercambiabili, ma quelli erano dei ciondoli ben precisi. Si partiva con una L, poi due perline rosse e due nere, una coccinella, ancora due perline rosse e due nere, la Tour Eiffel, due perline verdi e due nere, una zampetta di gatto, ancora due verdi e due nere e infine una C. 
«Permetti?» domandò il biondo, prendendo il bracciale in argento dalla scatoletta, mentre lei gli porgeva il braccio destro, a quel punto lui glielo allacciò al polso e quando fu agganciato lei lo sollevò ammirandolo da più vicino.
«Beh servitevi pure.» invitò Nathaniel dopo che tutti si erano seduti e il momento regalo era finito.
La prima a non fare complimenti e allungarsi su quella specie di buffet sul prato fu Lila, afferrando quello che sembrava una specie di cestino con dentro una qualche crema. Lo addentò percependo subito il sapore di parmigiano e porri, una crema davvero delicata, e comprendendo che il cestino era fatto di pasta brisée.
Marinette, invece, aveva deciso di cominciare con la quiche proprio in mezzo alla tovaglia, addentando è un pezzo e assaporandone il sapore di uovo, formaggio e pancetta.
«Ma è...»
«La ricetta di tuo padre. – sorrise lui, addentando la sua fetta, soddisfacendosi del risultato – Me la sono fatta mandare ieri sera.»
«Un ragazzo pieno di risorse.» disse divertita Jinnifer, dando una gomitata a Marinette e decidendo cosa assaggiare per primo, optando poi per una di quelle che dall’esterno sembravano delle piccole pagnottine. 
Ne prese una e ne morse un pezzo, scoprendo un ripieno zucchine e feta greca, parecchio buono.
«Com’è la pasta fredda?» domandò Angelie, prendendo un piattino di carta.
«Pezzi di salmone, olive nere e olio d’oliva.» le rispose Tian, sorridendole e mettendogliene un po’.
«L’avete cotta bene spero.» li ammonì Lila guardandoli storti.
«Dieci minuti nell’acqua che bolliva, come mi hai insegnato tu.» la rassicurò Nathaniel con un sorriso.
«E bravo il mio ragazzo.» sorrise Lila, stampandogli un bacio sulla guancia e facendogli assumere lo stesso colore dei suoi capelli.
«Mi sono persa qualcosa?» domandò Marinette, notando, come tutti d’altronde, quel gesto.
«Sì stiamo insieme, se è questo che stai chiedendo.» le disse subito l’italiana.
«E questo l’avevano capito pure i muri.» aggiunse Adrien, ricevendo la solita occhiataccia.
«Sul serio? Allora mi sa che tu sei più lento di comprendonio di un muro, visto che fino a una settimana fa credevi che Nath provasse ancora qualcosa per la tua fidanzata.» ribatté lei, con quell’odioso tono ironico e canzonatorio.
Il biondo allora si zittì, afferrando un’altro pezzo di quiche e mordendone più di metà fetta con una voracità immane. Sapeva che discutere con lei sarebbe stato inutile e avrebbe soltanto rovinato il picnic che con tanta fatica aveva preparato per farsi perdonare da Marinette.
Il resto del pranzo andò bene e finalmente sembrava essere tornata la pace tra quelli che ormai erano considerati un po’ da tutti, nonostante qualcuno non l’avrebbe mai ammesso, i leader del gruppo.

  
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