Perché, dolce abisso carnale, non riesci più ad accogliermi tra i tuoi stupori?
La vita è un inferno. Mai è abbastanza ciò che stringiamo tra le dita. Sofferenza perenne, autolesionismo parallelo ad istinto di sopravvivenza. La mia anima a nudo e provo vergogna. Ripudio per la mia identità, ma al contempo soddisfazione e stupore. Prendo le distanze da qualcosa cui non ho ancora dato una forma. Sostanza sfocata che ride dei miei capricci.
E il Perché mi assilla.