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Autore: _ Arya _    28/03/2018    3 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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500 years in the past

 

KILLIAN POV

-Sono nato a Dublino nel 1488. Vengo da una famiglia di marinai, che nel 1497 ha avuto la possibilità di far parte della flotta di John Cabot... sicuramente ne avete sentito parlare. E sì, la principessa ha ragione. Vengo dall'America, vi ho vissuto fino a poco più di un mese fa... dalla Nuova Scozia ci siamo spostati verso l'interno per stabilirci insieme ad altri coloni nel New England. Siamo... siamo coltivatori. Come ben saprete, la terra è molto fiorente ed offre molta materia prima... patate, peperoni, mais... e molto altro. Anche la caccia nelle zone selvagge è molto proficua. Ma quando ho compiuto diciott'anni ho realizzato che quella vita non faceva per me, così sono diventato un esploratore. Prima mi sono unito a diversi gruppi, poi ho continuato da solo...
-Scusate se vi interrompo, Sir Jones. Ma vostra figlia? Siete partito lasciandola indietro?
-No... mia figlia è... l'ho adottata. Durante le mie esplorazioni in Nord America, ho incontrato una bambina che mi ha condotto nel suo villaggio. Aveva undici anni, adesso ne ha sedici. Era un piccolo villaggio, pochi abitanti... e ho scoperto che la piccola fosse orfana. Così col consenso degli anziani ed il suo l'ho portata con me. Le ho insegnato la nostra lingua, l'ho istruita... ed è diventata la mia compagna di viaggio perfetta. È davvero bella, ha gli occhi azzurri ed i capelli chiari, prova che gli europei abbiano raggiunto l'America molto tempo fa e vi si siano stabiliti senza però tornare indietro. Visto che non si è mai saputo, penso si tratti di tempi molto remoti... ad ogni modo, fino ad un anno fa ho esplorato il Nuovo Mondo assieme a lei. Poi ho deciso di portarla a casa perché la mia famiglia potesse conoscerla... e non l'avessi mai fatto. C'è stato un incidente, un... un crollo. È sopravvissuta, ma da allora non si è più svegliata. È in coma. Ho tentato cure di ogni genere, anche riti indigeni, ma non c'è stato nulla da fare e.. e ho pensato che forse troverò qui un modo per riaverla con me. Un medico esperto, una medicina... non lo so nemmeno io, so solo che farò qualsiasi cosa sia in mio potere per ricongiungermi alla mia Alice.
Seguì un lungo silenzio, assieme alla mia lotta per trattenere le lacrime. Rivivere qull'esperienza, anche se in maniera rivisitata, continuava ad essere un colpo al cuore. Lo sarebbe stato finché Alice non fosse tornata da me. Era soprattutto per lei che avevo abbandonato la razionalità, decidendo di credere a quella nuova realtà. Credevo nella magia dei cerchi di pietre e loro mi avevano ricompensato, in qualche modo. Dovevo e volevo credere che fosse così.
Non avevo neanche dovuto mentire. Avevo semplicemente trasportato la mia storia ad una realtà più vicina al XVI secolo, tutto qui.
-Capisco, Sir Jones. Anch'io farei qualsiasi cosa per mia figlia.- fu la regina la prima a rompere il silenzio -Tuttavia ditemi, come mai siete arrivato da solo? È difficile credere non abbiate avuto compagni, per un viaggio così lungo.
-No, avete ragione. Ne avevo, ovviamente. Avevamo una piccola imbarcazione, la quale non ha resistito ad una tempesta in mare aperto. Mi sono ritrovato ieri mattina sulla costa, da solo... non credo che gli altri siano sopravvissuti, purtroppo. Era una piccola ciurma formata da 10 persone. Per un po' ho provato a cercarli... ma essendo la zona completamente deserta mi sono avviato verso l'interno... non sapevo bene dove stessi andando. Ricordo di aver visto da lontano il cerchio di Drombeg... lo conoscevo... ma ero stanco. Vostra figlia dice di avermi trovato lì in mezzo, credo di esserci arrivato con le ultime forze che mi restavano.
-Capisco. Ho un'ultima domanda da farvi. Se siete in buona fede, come mai ieri sera non volevate parlare?
-La verità, Vostra Altezza?
Non avevo dormito molto quella notte, ma avevo avuto tempo per prepararmi. Preparare una storia che mi avrebbe fatto sopravvivere in un mondo ed un tempo che non erano i miei, che non avrebbe destato sospetti troppo grandi. Avevo pensato a tutte le possibili domande che avrebbero potuto farmi, e mi ero dato una risposta.
-Ero... stanco. Provato. Non riuscivo davvero a capire cosa stesse succedendo. Mi dispiace essermi comportato in quel modo, è che ero... ero molto confuso e... perso. Non ero in me.
La donna annuì, così anche l'uomo. Anche la principessa Emma mi fissava in silenzio. Era bella, ed ora che ero leggermente tornato in me, era ancora più evidente. Con la luce, il verde smeraldo dei suoi occhi era molto più accentuato, così come i lunghi capelli biondi, oggi legati in una treccia.
Ciò che dava subito all'occhio era il contrasto tra il suo abbigliamento e quello dei genitori. Loro portavano degli indumenti quasi identici a quelli che si potevano ammirare nei libri di storia, ricchi di ornamenti, dettagli, perfino pietre preziose. La giovane, invece, indossava un vestito simile a quello del giorno prima... lungo ma semplice. Questa volta era verde come i suoi occhi, e nonostante avesse chiaramente anche un corsetto, sotto la vita scivolava libero e leggero, senza toccare terra.
Pensai che fosse davvero meravigliosa; non era poi così assurdo che l'avessi, per un attimo, scambiata per un angelo.
-Va bene, Sir Jones. Lasciate che la nostra domestica vi scorti nella vostra stanza. La cuoca ha già portato un buon pasto e del vino per voi. Noi ci ritiriamo per prendere una decisione e vi faremo sapere... per il momento vi prego solo di rimanere lì.
-D'accordo, Altezza. Vi ringrazio per la generosità.
Detto questo, la donna meno elegante che fino a quel momento era rimasta in disparte mi fece cenno di seguirla e così feci. Non avevo intenzione di scappare, non sarebbe stato facile passare inosservato in un nuovo mondo senza aiuto. In tutta quell'assurdità, ero stato fortunato ad essere trovato proprio dalla principessa di Munster. Sarebbe potuta andare molto peggio!


EMMA POV

-Ebbene? Cosa ne pensi, Snow?
-Il ragazzo mi è sembrato sincero, James. Non nego che sia strano, ma... come farebbe a conoscere tutti quei dettagli sul Nuovo Mondo se non ci fosse davvero stato? Ed il suo accento è irlandese, quindi non mente neanche sulle sue origini. E quell'abbigliamento... di certo nessuno nel continente Europeo veste in questo modo! E mentire così su una figlia... io lo trovo impossibile. Solo una persona orribile potrebbe farlo!
-Vedo che ci siamo fatti le stesse idee. È un rischio, non abbiamo alcuna garanzia circa il buon cuore del ragazzo... ma quando mai ne abbiamo avuto bisogno?
Guardavo i miei genitori discutere e, mio malgrado, mi ritrovai a condividere ogni parola. Mentre raccontava la sua storia, lo avevo osservato tutto il tempo e non avevo letto che sfinimento, sconforto ed anche una nota di speranza nelle sue parole. Nei suoi occhi. Si era comportato in maniera singolare? Certo. Ma era cresciuto in America. Lì le cose dovevano essere molto diverse...
-Emma, tu cosa ne pensi? Sei sempre stata brava a capire le persone... terrò in seria considerazione anche la tua opinione.
Sollevai lo sguardo, finalmente si erano ricordati che anch'io fossi presente. Se non altro, non sembravano intenzionati a punire la mia “fuga” trattandomi come una bambina ed ignorando il mio giudizio.
-Ho trovato io Killian Jones ed in un contesto davvero... strano, non posso negare. Vi ho raccontato tutto ieri e non mi rimangio nulla... non sarà un cavaliere, ma non credo che menta. E come dici tu, padre, raramente mi sbaglio. Ma ovviamente non riesco a essere certa... c'è qualcosa di lui che... non lo so. Ma non ho percezioni negative. Solo... strane. Come se ci fosse qualcosa in più che non riesco a spiegarmi.
-Mi sembra di capire che siamo tutti d'accordo. Merita il beneficio del dubbio, e magari aiuto. Non credo sia il caso di lasciarlo da solo, se non ha più nulla e nessuno in Irlanda. Dovremo decidere come comportarci.

 

Bussai alla porta, ma cambiai subito idea ed entrai senza tante cerimonie prima di ricevere risposta. Dopotutto era casa mia.
Ero contenta della decisione che avevano preso i miei genitori... e non riuscivo a nasconderlo.
-No, ma fate pure. Avrei potuto essere nudo.
-Non ne avevate ragione. E se lo foste stato vi avrei fatto arrestare per atti osceni! Comunque siete vestito e avete anche finito di mangiare, come vedo.
-Sì, grazie per la colazione. Molto migliore della cena.
-Ve l'ho detto. Se non aveste fatto lo stupido, anche ieri sera avreste avuto un pasto di tutto rispetto... ed un letto comodo.- sorrisi soddisfatta, incrociando le braccia al petto. Lo avevo osservato piuttosto bene alla luce del sole e avevo dovuto ammettere che fosse un tipo piuttosto attraente. I suoi occhi erano di un azzurro limpido, come il mare calmo... si adattavano perfettamente al corpo scolpito che avevo potuto intravedere la sera prima. Avevo notato che anche la sua postura fosse quella di un uomo nobile, non di un contadino... ma non c'era da stupirsi. La sua famiglia doveva essere piuttosto benestante se anni addietro era stata scelta da John Cabot per unirsi alla sua flotta. Aveva vissuto da coltivatore fino alla maggiore età, certo, ma adesso era un esploratore. Un mestiere nobile che avevo sempre ammirato, ed essere un esploratore del Nuovo Mondo era un grande onore.
Ciò non toglieva che fosse troppo impertinente per i miei gusti, a mio parere osava un po' troppo. E non perché ero la principessa, ma perché ero una donna che non conosceva... non si era certo comportato da signore! La notte precedente, mentre lo tenevo bloccato, il suo sguardo si era bloccato all'altezza del mio seno... me ne ero accorta. Ma non avevo avuto paura.
Da una parte, sembrava un uomo per bene. Dall'altra era uno stronzo, come le ragazze del villaggio usavano definire i ragazzi più fastidiosi. E, come avevo detto ai miei, c'era qualcosa che non mi tornava. Doveva esserci qualcosa che gli era “sfuggito” nel suo racconto... ma non lo avrei interrogato ora. Lo avrei scoperto nel tempo... anche perché lo avrei visto molto spesso, probabilmente.
-Allora, Jones.
-Chiamatemi pure Killian, tesoro.
-E voi chiamatemi “tesoro” ancora una volta e manterrò la promessa che vi ho fatto la scorsa notte.
Ecco, appunto. Che modo di porsi era quello, con una donna che non conosceva? Un po' di rispetto in più lo avrei certamente gradito e se non con le buone, glielo avrei fatto capire con le cattive!
-Jones. Dopo pranzo rientreremo al castello di Blarney, come saprete se conoscete un minimo il luogo in cui avete vissuto, si trova nella capitale. A Cork. I miei genitori hanno deciso di portarvi con noi, in quanto non avete nessuno. Sarete nostro ospite ed avrete una stanza, tuttavia per il vostro stesso bene sarete in incognito. Se si venisse a sapete che siete un esploratore del Nuovo Mondo, verreste convocato alla corte inglese di Re Enrico VIII e credetemi, non avreste la libertà di cercare ciò per cui siete venuto.


KILLIAN POV

Più parlava e più il tutto ricominciava a sembrarmi inverosimile. Il castello di Blarney abitato, esploratore del Nuovo Mondo, Re Enrico VIII... solo fino a 24 ore prima, tutto ciò non era stato altro che storia passata, per me. Informazioni lette sui libri. Avrei davvero fatto fatica ad accettare completamente che ora fosse realtà. Il mio presente.
-Per questa ragione avrete bisogno di un mestiere. Quello che possiamo proporvi è il coltivatore, lo stalliere, o assistente cuoco. Non potete aspirare a ruoli maggiori perché dareste nell'occhio, essendo sbucato dal nulla. Quindi ditemi. Siete capaci di fare qualcosa?
Dio mio! Il coltivatore, lo stalliere, il cuoco... nessuno di questi era un mestiere in cui avessi delle vere capacità! Probabilmente avrei dovuto scegliere il coltivatore, visto che avevo detto di aver lavorato i campi con la mia famiglia. Solo che non avevo la minima idea di come si piantasse anche solo un seme! L'assistente neanche per sogno: sapevo cucinare abbastanza bene ma non con gli strumenti di cinque secoli fa! Lo stalliere...
-Credo di poter essere un buono stalliere.
-Ah sì? Avete esperienza?
-La mia famiglia possiede dei cavalli nel New England e prima di partire mi sono occupato delle stalle per diversi anni.- non era proprio una bugia. Sapevo andare a cavallo. E tra i tanti mestieri che avevo sperimentato nei miei viaggi, c'era anche stato quello dello stalliere. Si era trattato di un mese soltanto, ma al momento non potevo fare di meglio. Francamente ero contento che non mi fossero stati proposti lavori più qualificati, visto che avrei avuto ancora più problemi.
In più, sarei stato ospite a palazzo. Dovevo credere che quelle pietre sapessero cosa avevano fatto. Dovevano avermi mandato proprio adesso, proprio qui, per una ragione.
-E sia.
-Sono vostro prigioniero?- la domanda mi sorse spontanea. Dalle sue parole traspariva che il tutto sarebbe stato una mia scelta e che potessi rifiutare, ma era davvero così?
-No. Siete nostro ospite. Potete andarvene, se preferite, ma non ve lo consiglio.
Annuii, sembrava sincera. Ad ogni modo non avevo neanche valutato l'idea di andarmene: avrei avuto così tanto da raccontare ad Alice, una volta a casa! Sarebbe stata così entusiasta di ascoltare e leggere di quell'avventura eccezionale che stavo vivendo per salvare lei. Forse sarebbe stata l'unica a credermi, ma ero certo lo avrebbe fatto. Credeva nella magia tanto quanto me. Avrebbe visto la verità, dopo ovvie risate e scetticismo iniziali.
-Ora potete rilassarvi fino all'ora di pranzo, poi mangeremo e partiremo. Avrete un bagno e dei vestiti puliti una volta arrivato a Blarney. Solo una cosa. Lo so che non avete raccontato tutta la verità e non riuscirete a dissuadermi in nessun modo, credetemi. C'è qualcosa che nascondete e ne sono convinta. Ma né vi farò domande, né condividerò il pensiero coi miei genitori. A patto che voi mi raccontiate del Nuovo Mondo.
-Tu... tutto qui?- fui davvero sorpreso. Ero già convinto che mi avrebbe ricattato in qualche modo, invece voleva solo delle storie. Delle storie che avrei potuto raccontarle senza problemi, visto che l'America l'avevo esplorata davvero. I suoi luoghi più selvaggi e remoti...
-Tutto qui. Lo farete?
-Con piacere.- mi ritrovai a sorridere.
Da tanto, troppo tempo non sorridevo più. Almeno non genuinamente. Eppure mi venne fuori spontaneo... ed era merito suo. Nonostante fossi ancora scombussolato dal più strano viaggio della mia vita, quella ragazza mi piaceva. Una principessa forte, bellissima, determinata. Diversa da quelle di cui si leggeva nei vecchi libri! Ed allo stesso tempo aveva quasi l'innocenza di una bambina. Lo trovavo un mix molto interessante, e ciò che era interessante era, a mio parere, anche molto stimolante. Avrei fatto a modo suo, per il momento. Ero curioso di scoprire a cosa mi avrebbe portato tutto ciò.
Da troppo tempo non avevo più percepito entusiasmo, la mia vita era diventata triste e monotona... ma questo... questo era diverso. E non mi sentivo in colpa verso Alice, perché era proprio per lei che stava succedendo!
-Vi lascio solo, adesso. Solo una curiosità. È comodo quel che indossate?
-Credetemi, principessa, è molto più comodo di quello che indossa vostro padre!
Poi condividemmo una risata sincera. Ridemmo occhi negli occhi, come due bambini! E fu meraviglioso! Avevo dimenticato quanto fosse bello ridere.

 

***



Credere ai miei occhi era praticamente impossibile!
Dalla finestra della mia stanza a palazzo avevo potuto ammirare il giardino ed il mare, ma non era come vedere dei villaggi, delle strade che conoscevo, avvolti da una realtà completamente diversa! Niente cemento sulle strade, niente smog, niente macchine... solo tanta natura, paesani vestiti in maniera buffa, case, locande e costruzioni in legno e mattoni... ponti di legno tra i boschi, stradine attraversate ogni tanto da altre carrozze o uomini a cavallo!
Io stesso sedevo in una carrozza accanto al re di Munster, di fronte alla sua splendida figlia. Era difficile trattenermi mentre guardavo fuori dal finestrino, non potevo mostrare eccessiva sorpresa! Curiosità, certo: a quanto ne sapevano ero mancato dall'Irlanda per oltre vent'anni.
Rimanevo colpito anche quando, la nostra carrozza seguita da altre due in cui sedevano alcuni servitori, veniva accolta nei piccoli villaggi che attraversavamo con saluti, inchini e riverenze. Il re e la regina salutavano con una mano, Emma si limitava a sorridere. Non ero ancora riuscito ad inquadrarla bene, quella ragazza. Era singolare, e non era solo dovuto al fatto che fosse una principessa del XVI secolo. Nonostante fosse la prima principessa che avessi mai conosciuto, ero convinto che non ce ne fossero molte come lei. Magari era unica nel suo genere.
-Se allungate ancora un po' il collo rischiate di spezzarvi l'osso!- mi fece notare, quando mi sporsi dalla finestra mentre attraversavamo un bosco dall'aspetto fiabesco. La carrozza sobbalzava per quanto la vietta tra gli alberi e l'erba era stretta, e si poteva udire il canto degli uccellini e lo scrosciare dell'acqua di qualche torrente vicino.
Il re e la regina si fecero scappare delle leggere risate, io cercai di trattenermi, anche se la situazione aveva effettivamente un che di buffo.
-Avanti tesoro, dagli tregua! Sarà tutto diverso da come lo ricorda... sempre se ricorda qualcosa!- commentò Re James.
-Ricordo molto poco effettivamente. Però... mi fa piacere essere di nuovo qui. Nonostante la ragione che mi ci ha portato.
-Abitavate a Dublino?
-No, a Drogheda. Me lo ricordo come un luogo tranquillo, ma poi il Parlamento si è spostato lì e... sono stato felice di partire, a dire il vero. Non amo la confusione.
Per fortuna conoscevo a fondo la storia irlandese e questo mi dava un enorme vantaggio. Potevo mentire senza dire bugie, il che lo rendeva molto più semplice.
-Siete mai stato a Cork?
-Purtroppo non ricordo. Forse da molto piccolo, ma... è passato troppo tempo. Forse. Probabilmente sì, visto che ho riconosciuto il cerchio di pietre.
-Penso che vi piacerà, adesso che viviamo un periodo di pace. La scoperta dell'America ha distolto l'attenzione dei coloni britannici e per il momento ci hanno lasciato stare. Avrete modo di esplorare la città, come vi ha spiegato Emma non siete nostro prigioniero ma nostro ospite. Potrete muovervi liberamente...
-Vi ringrazio dell'opportunità. Capisco che non sia facile fidarsi di uno sconosciuto apparso dal nulla... ma sono grato che sia stata vostra figlia a trovarvi e non qualche, non so, brigante...
Sia l'uomo che la donna risero, mentre la ragazza questa volta rimase in silenzio. Sicuramente ce l'aveva ancora con me e non potevo biasimarla. Ma se avesse saputo la verità, neanche lei avrebbe biasimato me! E speravo che almeno avesse capito che non le avrei mai fatto del male, anche se ne avessi avuto l'occasione.
-Imparerete presto che siamo persone che danno una possibilità a tutti. E se non tradirete la nostra fiducia, vi garantisco che non avrete mai nulla da temere. Potrete parlare col medico che vi ha visitato ieri, è molto preparato... e la biblioteca del palazzo sarà a vostra disposizione. Vi aiuteremo come possiamo a trovare una soluzione per salvare vostra figlia.
-Vi ringrazio davvero. Non so davvero cosa fare per sdebitarmi...
-Non vi preoccupate di questo, non vogliamo nulla in cambio. Potete limitarvi ad essere un bravo stalliere! Emma ha detto che avete esperienza.
-Sì, è così. Ovviamente era una piccola stalla ma credo di potermela cavare.
-Imparerete. Ma ditemi, in America vestono tutti così?
-In realtà no, non è ancora così comune... però è una moda che si sta diffondendo. Lì è facile procurarsi pelli di animali e le comunità locali sono in grado di tingerle.
-La vostra camicia e la giacca ricordano un po' il modo di vestire dei pirati...- mi fece notare la bionda, squadrandomi per l'ennesima volta quel giorno. Non sapevo se essere lusingato o a disagio, a dire il vero. Ma al momento prevalse il disagio. Non appena citò la parola “pirati”, i sovrani rimasero in silenzio.
Allora li guardai, sembravano quasi in attesa di una mia negazione. Dio mio, ci mancava solo che mi scambiassero per un pirata! Allora sarebbero diventati molto meno amichevoli!
-Oh no, no!- risi, nella speranza di alleggerire la tensione -Credetemi, non sono un pirata! Ma avete fatto una giusta osservazione, principessa. Una sola volta ho avuto modo di avvistare i pirati e credo che l'idea di utilizzare tessuti e pelli dei locali per trasformarle in un nuovo tipo di abbigliamento, venga proprio da lì. Non lo so. Non sono un esperto di moda.
La mia convinzione sembrò essere abbastanza convincente, visto che i muscoli facciali dei due sovrani si rilassarono. La principessa, invece, nel pormi la domanda si era mostrata soltanto curiosa... non spaventata o disgustata. Che la biondina celasse uno spirito avventuriero?
La conversazione proseguì con più leggerezza, anche se spesso mi distrassi a guardar fuori. Se nutrivo ancora qualche dubbio su dove fossi, o quando, ormai era del tutto scomparso. Era chiaro come il sole che quella fosse la mia casa 500 anni prima. Avrei provato ad annotare tutto sul taccuino, anche se non era facile descrivere a parole ciò che avevo davanti agli occhi. Era folle, assurdo... incredibile. Eppure reale.

 

20 Gennaio 2018

Non c'erano mai state così tante auto della polizia nell'area di Drombeg. Ma dopo 72 ore di silenzio, la famiglia di Killian Jones si era preoccupata. Decine di chiamate mancate a causa del numero di telefono perennemente irraggiungibile. Nessuna messaggio, nessun contatto, niente di niente. Inizialmente avevano pensato che il giovane avesse deciso di staccare la spina per un weekend e non lo biasimavano: lo meritava. L'anno appena trascorso era stato estremamente duro per lui e per quanto ci avessero provato, non erano riusciti ad aiutarlo. Ma come potevano? Sapevano quanto amasse sua figlia, e quanto lo uccidesse il pensiero che, forse, non avrebbe potuto più rivederla. Ridere con lei. Anche loro erano distrutti, ovviamente, amavano Alice: nonostante la sua infanzia difficile, era una ragazza affettuosa, solare ed intelligente, proprio come suo padre.
Ma quanto anche il lunedì aveva continuato a non rispondere, ed avevano scoperto che non si fosse presentato in ufficio, avevano deciso di provare ad andare a casa sua.
Vuota, silenziosa, segno che negli ultimi giorni non ci fosse stato nessuno. La macchina non c'era, ma tutto il resto era al proprio posto... non poteva essere partito. Non c'era un bigliettino, né niente. Assolutamente niente. E mentre, allarmati, avevano preso la decisione di sporgere denuncia, avevano ricevuto una chiamata.
La macchina di loro figlio era stata trovata nei pressi del cerchio di Drombeg, ma nessun segno di lui. Nel cruscotto un panino ed una bottiglietta d'acqua mai aperti. Avevano così preso la loro auto e colmi di terrore avevano raggiunto la stazione di polizia. Cosa poteva essere successo? Non poteva semplicemente sparire così... e rifiutavano di credere che gli fosse successo qualcosa! Non in un luogo così tranquillo! Il tasso di criminalità era praticamente inesistente nella contea di Cork.
-Agente, la prego! Ci dica qualcosa...- supplicò la donna tra i singhiozzi.
-Signora, appena sapremo qualcosa riferiremo immediatamente. Sono in contatto con la mia squadra di perlustrazione e non sembra ci siano segni di lotta, non c'è sangue... escluderei qualsiasi genere di attacco. Pensate possa essersi allontanato volontariamente?
-Cosa? Che vuole dire? Che magari è scappato? Non è un bambino, ha 30 anni e...
-Cara, calmati per favore...- il marito posò una mano sulla spalla della donna -E' normale che ci chiedano tutto, così possono fare un quadro generale...
-Beh, nostro figlio è una persona responsabile! Non sparirebbe mai così!
-Signora mi creda, non voglio insinuare assolutamente niente. Sto cercando di svolgere il mio lavoro e per farlo bene ho bisogno di tutte le informazioni possibili. Sapete che sta vedendo una terapeuta, vero?
-Una... cosa? Una psicologa?
Stavolta fu Brennan Jones parlare.
No, non lo sapevano.
Ogni volta che avevano cercato di offrirgli il proprio aiuto, Killian aveva risposto di non averne bisogno e che se la sarebbe cavata da solo. Gli erano ugualmente stati vicini, certo, ma avevano rispettato il suo non voler essere troppo espansivo. Non avevano mai voluto forzare la mano, dopotutto andava a trovare Alice tutti i giorni e parlava sicuramente a lei.
Ma in fondo, non era poi uno shock così grande. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno che potesse rispondergli. Che c'era di male? Non c'era motivo perché c'entrasse con la sua sparizione.
-No, non lo sapevamo. Come le ha detto mia moglie, ha trent'anni. Non è costretto a condividere tutto con noi. Sua figlia è in coma da un anno, ha il diritto di vivere il lutto come meglio crede.
-Ma certo. Ne parlerò direttamente con la terapeuta, magari sa qualcosa. Ho solo bisogno di chiedervi, ultimamente avete notato qualche cambiamento in lui? Da padre, non riuscirei ad immaginare come potrei sentirmi se al posto di sua figlia ci fosse la mia. È normale che questo possa portare a depressione, e purtroppo la depressione può...
Brennan Jones batté un pugno sul tavolo, spaventando l'agente tanto quanto sua moglie. Ma quel che era troppo, era troppo. Come osava anche solo pensare qualcosa del genere?! Non conosceva suo figlio, non ne aveva il diritto. Killian era distrutto, certo, ma era anche molto forte e non si sarebbe mai arreso così!
-Basta così. Vuole insinuare che il mio ragazzo possa essersi tolto la vita?!
Ailis Jones singhiozzò. Nella sua disperazione, non era riuscita a cogliere il significato delle parole dell'agente.
-Signor Jones, gliel'ho spiegato. Non è mio compito fare insinuazioni, ma solo raccogliere prove ed informazioni. Ed aiutarvi con ogni mezzo disponibile. Ma per poterlo fare, ho davvero bisogno di conoscere ogni dettaglio... la mia squadra sta setacciando ogni centimetro del campo. Tutta la strada che vostro figlio ha percorso, e tutte le vicinanze. Se può farvi stare meglio posso elencarvi tutto, non è un problema. Ma ho bisogno del vostro aiuto per aiutare voi.
La donna, allora, prese il bicchiere d'acqua ancora pieno che aveva davanti e cercò di riprendere fiato. Una sola cosa non aveva condiviso e, anche se era certa non c'entrasse proprio nulla con la sparizione del suo bambino, decise di parlare.
-Solo una volta... Killian ha detto che... se fosse stato possibile... avrebbe dato la sua vita in cambio di quella di Alice. Ma ciò non vuole dire che abbia pensato al suicidio!
O almeno, era ciò che sperava.





 

Angolo dell'autrice;
Ciao! A volte mi sorprendo di me stessa xD Quando ho ispirazione riesci a scrivere pagine su pagine in una sola sera! E visto che il capitolo è pronto, perché non postare... non so con quale regolarità lo farò, ma per un paio di settimane credo riuscirò a postare entrambe le storie ogni settimana.
Comunque, il registro ha dato a Killian un contesto ed è riuscito ad inventarsi una storia più che credibile... senza neanche dover mentire troppo. Ha solo cercato di adattare il tutto al periodo in cui si trova. Snow e James gli credono, ed anche Emma... anche se è convinta che nasconda ancora qualcosa. Anche qui ha un po' il suo "superpotere" come nella serie! Però ha deciso di non premere troppo e in cambio ha chiesto solo che lui le racconti qualche storia sull'America, visto che è molto curiosa.
Hanno quindi deciso di dargli una possibilità, così lo hanno accolto e lo portano con loro a palazzo... e si sono anche fatti due risate per la sua eccessiva curiosità.
Mentre lui inizia a stare meglio, purtroppo nel presente per i suoi genitori è difficile... è scomparso nel nulla e non hanno la minima idea di dove possa essere e cosa possa essergli successo. Hanno scoperto che vedeva una psicologa, ma non vogliono credere che arriverebbe a togliersi la vita. Sicuramente dovranno avere fede mentre aspettano il suo ritorno.

Ma... avete visto tutte le foto di Jen sul set di Once? Muoio ç___ç è bellissima, e anche se sicuramente avrà girato poche scene, sono sicura che avremo dei bei momenti con Emma e Hook (e magari la bambina! secondo me è femmina) e il resto della famiglia. Da una parte voglio che il finale arrivi presto, dall'altra non sono pronta... dopo tutti questi anni... sarà dura. 

Un abbraccio e buona pasqua se non dovessimo risentirci prima di domenica (anche se penso sabato posterò l'altra).
A presto! :*
   
 
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