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Autore: Seira Katsuto    28/03/2018    0 recensioni
Mi chiamo Marco Torri, ho 29 anni e inizio oggi a lavorare come professore di ruolo al liceo artistico di Bologna.
Quando ero ragazzo per motivi familiari dovetti cambiare città e lasciare indietro tutto ciò che avevo di più caro.
Solo dodici anni dopo sono riuscito a ritornare nella mia città natale, ma può essere davvero una coincidenza, appena arrivato qui, di trovarmi davanti la mia migliore amica dell'epoca, nonché, mio primo amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Prologo.

Voi credete nel destino?
Io no, ma penso che il mondo a volte sappia essere davvero ironico.
Mi chiamo Marco Torri, ho 29 anni ed è il mio primo giorno come professore del Liceo Artistico di Bologna.
Sono passati dodici anni da quando me ne sono dovuto andare da qui e finalmente sono riuscito a tornare.
Questa è la città in cui sono nato, all'età di diciassette anni i miei genitori hanno divorziato e sono andato a vivere con mio padre a Roma, così ho dovuto lasciare indietro tutti i miei amici e ciò a cui tenevo di più.
Era da molto che volevo ritornare in questo luogo, quando ero ragazzo commisi molti errori e lasciai troppe cose in sospeso... L'errore più grande lo feci l'ultimo giorno, prima di partire, all'epoca ero così frustrato tra la scuola e i miei genitori che di punto in bianco decisi di scomparire, cancellai tutti i miei contatti, non volevo essere più raggiungibile da nessuno, per questo alla fine mi sono deciso ad andare a vivere in un'altra città.
Solo anni dopo capii che per quanto potessi stare male non avevo fatto altro che scappare e abbandonare le persone a me più care senza una valida spiegazione...
È così che ho deciso che sarei tornato a prendermi le mie responsabilità e, anche se forse è troppo tardi, ora sono qui.
Ma per assurdo, può essere davvero una coincidenza, appena arrivato in città, di trovarmi davanti la mia migliore amica dell'epoca nonché mio primo amore?



Capitolo I - Marco's Story

Un atrio a me molto familiare, una bidella isterica in segreteria e il costante odore di tabacco nell'aria.
- Non è cambiato proprio nulla - Sospiro nostalgico.
- Anche lei era un vecchio studente? È incredibile come per quanti anni passino certe cose rimangano le stesse - Sento una candida voce femminile alle mie spalle che mi riporta alla mente vecchi ricordi, era come se tutto ciò che avevo lasciato in quel luogo non si fosse mai spostato.
Mi giro e guardo la donna di fronte a me, il mio sguardo si ferma su dei profondi occhi marroni, capelli lunghi e lisci dello stesso colore intenso, frangia portata a sinistra del volto e viso impassibile, come una bambola.
Alta e snella, con un portamento che trasmette un senso di sicurezza, una camicia elegante, dei jeans blu scuro leggermente attillati e infine degli stivaletti nero pece.
- Sì, era da un sacco di anni che non tornavo qui e rientrarci non più come studente ma come un professore dà una sensazione molto strana -.
Accenna un lieve sorriso, per poi voltarsi verso di me e porgermi una mano.
- Piacere di conoscerti, il mio nome è Sara Casadio, insegno nel triennio Laboratorio di Fumettistica -.
Le stringo la mano.
In quel momento mi rendo conto di quanto in realtà fosse diversa, completamente diversa...
Questa persona ha un portamento normale, amichevole ed educato.
Nulla fuori posto.
La ragazza che ho conosciuto al liceo era un tipo talmente timido e distaccato che aveva paura di infastidire qualcuno solamente respirando, una persona che mai ne avrebbe avvicinata un'altra di sua iniziativa.
In effetti anche se ho cambiato cognome (per il divorzio dei miei genitori) e sono cresciuto un po' da allora mi sembra strano che non mi abbia riconosciuto, chissà, magari lei è una sua sorella gemella che ha tenuto nascosta a tutti fin da piccola.
- Piacere mio, sono Marco Torri, insegno anch'io nel triennio, faccio progettazione a discipline grafiche/pittoriche... Ha detto Fumettistica? - Quando studiavo qui non c'era una materia simile.
- Ah, giusto essendo nuovo non può saperlo. Due anni fa dato che l'ambiente fumettistico in Italia sta avendo sempre più influenza tra i giovani e l'economia va sempre più ad espandersi, il Liceo Artistico di Bologna ha richiesto una collaborazione con l'Accademia Europea di Manga chiedendo ai loro insegnanti di venire qui come professori per una nuova materia di indirizzo così quest'anno hanno chiamato me - spiega in modo fluido e impeccabile.
- ...Ah, giusto, le volevo chiedere un'altra cosa... Sa, mi ha dato una strana impressione appena l'ho vista, come se l'avessi già incontrata, per caso ci siamo già visti da qualche parte? - Mi chiede con sincera curiosità dipinta sul viso.
È sempre più sbalorditiva questa sua sicurezza, chissà se anche stuzzicandola un po' riuscirà a rispondermi a tono, un po' mi dispiace che la mia piccola ragazzina imbarazzata sia diventata così... normale?
Sento un brivido d'eccitazione che non provavo da molto tempo.
Con una mano mi metto a posto il ciuffo che tende sempre a cadermi davanti al volto.
- Oh, ammetto che mi ha un po' spiazzato, questo genere di domande mi ricordano moltissimo vecchi metodi di approccio, o mi sto sbagliando? - La osservo sorridendo divertito, facendo intendere che tipo di approccio.
In un istante tutta la sua sicurezza scompare lasciando spazio ad un'espressione tra il disagio e l'imbarazzo, alza leggermente le mani sopra il petto che incominciano a tremare - N-non intendevo quello! Mi scusi! - esclama balbettando.
Un telefono inizia a squillare, lei tira il suo fuori dalla tasca e leggendo il nome fa una strana espressione infastidita per poi fissarmi interrogativa.
- Prego, faccia pure - Le dico cordialmente uscendo un attimo fuori dall'edificio per fumarmi una sigaretta.
Poco prima di accenderla sento leggermente la sua conversazione - Cosa vuoi Dimitry? Guarda che... -.
Quel nome, mi volto verso di lei osservandola sorridere mentre parla.
Sembra non sia cambiato davvero nulla...
Aspiro lentamente per poi rilasciare il fumo all'esterno.
- Anche lei fuma? - Spunta fuori di nuovo la mora.
- Purtroppo mi sono fatto tentare da giovane quando ero in un pessimo periodo e mi porto da allora questa stupida dipendenza - Le rispondo con aria sconsolata.
- Capisco... Io mi avvio in aula Magna* a breve inizierà la riunione del consiglio e volevo parlare prima con la preside di una faccenda, è stato un piacere parlarle, se ha voglia durante qualche pausa potrà trovarmi sempre nell'aula 43, precisando che non c'è alcun motivo particolare sotto - Mi saluta con un sorriso scandendo l'ultima frase.
Rimango ancora fuori per finire la sigaretta quando sento il mio telefono squillare immaginando già chi potesse essere.
- Ci tieni così tanto ad essere insultato di prima mattina? - domando sentendo come risposta una risata.
- Perché non mi hai detto che lavorava qui e soprattutto che eravate ancora in contatto, ho avuto quasi un infarto! - sussurro irritato.
- E perdermi la reazione di entrambi? No, grazie. Comunque sembra che non ti abbia davvero riconosciuto anche se mi ha raccontato della bellissima figura di merda che ha fatto, sei stato cattivo - dice ironizzando.
- Il suo atteggiamento mi ha spiazzato, chissà forse è la tua vicinanza ad averle corrotto il cuoricino e resa così - Lo sento continuare a ridacchiare.
- Beh pensandoci però... A proposito di cuoricini... Il tuo come sta? Dopo tutti questi anni un improvviso incontro dettato dal destino... l'amore... la vecchia fiamma... Quel profondo sentimento dimenticato si è riacceso? -.
- Ti ammazzo - Taglio corto infastidito dalla capacità di dire troppe stronzate consecutivamente della persona all'altro capo del telefono.
- Va bene, va bene non ti stuzzico più. A parte gli scherzi... Hai intenzione di dirglielo? - chiede con improvvisa serietà.
Devo dirglielo... Appena ci sarà la giusta occasione lo farò, non preoccuparti. Ora comunque devo andare, non è il caso di arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro, ci si sente Dim - Lo saluto per poi agganciare.

Vecchia fiamma eh...?
Con quella reazione fin troppo esagerata, quel suo sorriso sincero e quella sua nuova sicurezza... Forse potrei davvero innamorarmi di nuovo.


*Aula Magna: è un'aula molto grande in cui solitamente si tengono presentazioni (come all'open day) oppure si fa teatro.

   
 
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