Sento la pelle lacerare
Con questo coltello sulle vene,
La vita me lo ha fatto affondare
Ma ora mi sento libero dalle mie pene.
Questo caldo sangue scarlatto
Mi sgorga dalle dita,
In questa mia vita
Non mi sono mai sentito adatto.
Questo freddo mi ha coperto
Mentre penso a questa mia azione fidata,
Chiudo gli occhi come una casa barricata
Dove nessuna anima gli occhi appoggiar ha voluto.
Vedo la morte sogghignare
Mentre non vedo neanche da dove proviene,
Mi abbraccia e non mi sento più sbeffeggiare
Come suo pari ora mi sostiene.
ANGOLO AUTORE Buona sera miei cari lettori,
Eccomi con una nuova poesia, questa volta è diversa dalle altre... parla del suicidio (precisamente le vene tagliate con una forbice) e cosa pensa la persona nei pochi secondi che precedono la sua dipartita.
La poesia è divisa in 4 quartine, la prima e la quarta hanno una rima alternata (A-B-A-B) mentre le due centrali sono con la rima incrociata (C-D-D-C).
Con queso vi saluto, spero che la poesia vi sia piaciuta e ci vediamo alla prossima!!!