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Autore: Audrey_Ntray    29/03/2018    3 recensioni
Tutti sanno che Sasuke ha un ragazzo, ma nessuno lo ha mai visto. Se lo immaginano aitante e muscoloso, alto, posato, di gran classe, il principe azzurro pronto a sollevare fra le sue possenti braccia la damigella in pericolo. Peccato che le fantasticherie non trovino riscontro nella realtà e Naruto Uzumaki sia tutto il contrario di ciò che si aspettavano.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Una storia stupida, assolutamente, che verrà aggiornata quando ho tempo perché non vale proprio la pena di starci troppo seri sopra.

Un sacco di OOC, perché IC non so scrivere, e un sacco di WUT? (che sta per “che dannazione combini?”).

Ah, e non credo sia una storia politicamente corretta.

 

CAPITOLO 1 - FAT ON THE BEACH

C’è in ogni gruppo d’amici quella persona misteriosa di cui tutti hanno sentito parlare, ma che solo pochi eletti conoscono. La sua leggenda si tramanda di bocca in bocca e di pensiero in pensiero, le storie si distorcono fin quando la realtà e le fantasticherie si mescolano per creare un quadro storto della situazione.

Nel loro gruppo, composto da troppi idioti perché Sakura possa tenerne il conto, la figura mistica, quella un po’ uomo un po’ animale, era il ragazzo di Sasuke, quello per cui suddetto Sasuke aveva respinto le avance di donne bellissime e uomini devoti, quello di cui parlava poco e con cui parlava ancor meno.

“Per me non esiste” era stato il commento acido di Ino in una sera di marzo, in cui il freddo non era così pungente ed erano usciti tutti insieme a guardare le stelle.

“Ovvio che non esiste, è una scusa!” le aveva dato man forte Kiba.

“Io invece l’ho intravisto” si era impettito orgoglioso Rock Lee.

“Dove?” aveva domandato scettica Ino.

“Un giorno è venuto a prenderlo all’università”.

“Ma se abita al lato opposto del Paese”. E giù di scappellotti sulla testa di Rock Lee, che ben poco aveva potuto fare per ripararsi dalla furia della donna.

La verità era che, per quanto potessero presumere e ipotizzare nei loro floridi film mentali, nessuno aveva mai visto neanche uno straccio di foto del presunto ragazzo. Nemmeno nel cellulare di Sasuke ce n’era traccia. Sakura lo sapeva con assoluta certezza perché, colta da una curiosità che lei e Ino non erano riuscite a sedare, una volta glielo avevano fregato, giusto per dare un’occhiatina alla galleria fotografica.

Così quando un giorno Sasuke se ne uscì con “È un problema se a Okinawa viene anche il mio ragazzo?” i “neanche c’è da chiederlo”, “ovvio che è il benvenuto”, “sarà un piacere conoscerlo” si erano sprecati e adesso, in quella mattina di metà luglio, sotto il sole rovente e l’ombrellone troppo piccolo per contenerli tutti, il gruppo non vedeva l’ora di dare un volto alla mistica creatura che Sasuke aveva prescelto come suo uomo.

Era circa mezzogiorno quando Sasuke sentenziò:

“Vado a prenderlo alla fermata dell’autobus”.

Le ore di trepidante attesa, trascorse per lo più ad arrostirsi sulla spiaggia, perché non fosse mai che la gioia del bagno gli facesse perdere qualche particolare importantissimo, finalmente stavano per giungere al termine. Sakura e Ino si scambiarono uno sguardo d’intesa e sorrisero complici.

“Ci siamo” disse Sakura.

“Ci siamo davvero” le diede man forte Ino, prima di prendere a ridacchiare.

“Io credo sarà così” sentenziò Sai all’improvviso, strappando un foglio dal suo blocco da disegno e mettendolo fra gli asciugamani. Kiba si allungò a osservarlo, Sakura e Ino con lui. Hinata si limitò ad arrossire, come se Sasuke fosse potuto sbucare da un momento all’altro e coglierli in fragrante, mentre elucubravano sulle fattezze del suo ragazzo.

Il disegno di Sai era piuttosto realistico e concentrava in un unico maestoso corpo, intimamente ben dotato, le caratteristiche che erano negli anni riusciti a strappare a Sasuke. Era un ragazzo dai capelli chiari, con gli zigomi alti e le spalle larghe. Il corpo tonico e muscoloso testimoniava le ore trascorse in palestra, la pelle abbronzata quelle passate in un solarium. Era l’uomo che tutte avrebbero voluto, dai lineamenti importanti e definiti, dallo sguardo tagliente, dal portamento fiero: perfetto al fianco di uno come Sasuke.

“Non può essere altrimenti” approvò sicuro Kiba e Shikamaru al suo fianco sbuffò. “E tu che vuoi?”

“Dovreste preoccuparvi più degli affari vostri”.

Kiba gli diede un pestone sul ventre e Shikamaru gemette di dolore. “Quando si parla di coppie male assortite!” grugnì verso il suo ragazzo “Nel nostro gruppo una basta e avanza, Sasuke non ci deluderà”.

Sakura annuì decisa.

Sasuke-kun non delude mai”.

Tutti quei discorsi non fecero che aumentare l’impazienza. A turno, neanche a farlo apposta, uno di loro stirava il collo nella speranza di vedere Sasuke apparire dalle scalette che portavano in spiaggia, ma, fra gli sbuffi generali, all’orizzonte c’era solo un ragazzotto panciuto e barcollante che, in evidente difficoltà, si trascinava dietro un materassino gonfio, una borsa termica e uno zaino da trekking, il tutto vestito solo di un ridicolo costume arancione, oltre il quale strabordava la pancia tonda e molliccia. Il ragazzo in questione continuò a ondeggiare precario, fino a raggiungere il loro ombrellone e, quando li salutò sventolando allegro una mano e sorridendo smagliante, Hinata fu l’unica che ebbe il coraggio di ricambiare il gesto. Gli altri, chi più e chi meno, se ne restarono piuttosto intontiti a guardarsi attorno, alla ricerca di qualcun altro, oltre a loro, a cui il tizio si stesse rivolgendo.

“Ehi, ciao” quando li salutò, un po’ gracchiante un po’ scemo, otto paia di occhi gli furono addosso, pieni di tutta la perplessità di cui erano capaci.

“Sì…?” tentò Sakura, trascinando la vocale. Il sorriso sul volto del ragazzo si fece più ampio e le guance paffute si gonfiarono a dismisura. Sakura storse il naso, vagamente inorridita dalla visione ballonzolante di fronte a lei, che ancora cercava di barcamenarsi con tutte le cose che si portava appresso.

“Piacere, Naruto” disse il ragazzo, accennando un inchino verso di loro e, dopo qualche istante di immobilità generale, Shikamaru sbuffò e ricambiò con un piccolo gesto del capo.

Shikamaru Nara”.

Hinata Hyuuga” si intromise con uno squittio Hinata, stringendosi le mani al petto. Sakura non capiva proprio da dove venisse tutta quella vergogna. Che Hinata avesse degli strani gusti in fatto di ragazzi, Sakura e Ino lo avevano sempre sospettato, ma non avrebbero mai immaginato che la sua predilezione ricadesse su lardelloso e invadente.

“Scusa, possiamo aiutarti?” si intromise Sai con il suo solito sorriso di circostanza, a occhi socchiusi e labbra tirate.

Naruto si guardò un attimo attorno, poi aggrottò le sopracciglia e storse la bocca.

“Sapete dov’è finito Sas’ke?”

“Possiamo sapere perché ti interessa? E soprattutto come fai a conoscerlo?” domandò Kiba e Shikamaru, al suo fianco, si lasciò cadere steso sull’asciugamano, borbottando un “oh santo cielo” che il suo ragazzo si premurò di ignorare.

“Sono Naruto” ripeté ancora il biondo panciuto, come se questo potesse essere di alcun aiuto. “Naruto Uzumaki” precisò, quando gli sguardi perplessi dei presenti non accennarono a mutare espressione.

Sasuke-kun non ci ha mai parlato di nessun Naruto Uzumaki” starnazzò saccente Ino, con l’aria di chi era riuscita a vedere oltre la coltre di menzogne perché era assai sospetto che Lardello fosse magicamente apparso proprio mentre Sasuke se ne era andato a recuperare il suo uomo.

Hinata sventolò le mani in aria agitata, come a cercare di placare una tempesta ormai imminente.

“Ragazze…” cominciò, ma la sua voce venne spezzata da un urlo.

“Idiota!” gridò Sasuke dalle scale bianche, mentre scendeva verso la spiaggia.

Sas’ke!” esclamò Lardello, sentendosi evidentemente chiamato in causa.

“Si può sapere perché dannazione sei qui? Non ti avevo detto di aspettarmi alla fermata?”

“Ti ho aspettato, giuro, ma tu non arrivavi”.

“Mi avrai aspettato sì e no mezzo minuto, come potevo arrivare in mezzo minuto dalla spiaggia?”

“Neh, Sas’ke, quanto sei noioso. Alla fine ti ho trovato, visto! Cioè, tecnicamente ho trovato i tuoi amici, ma io te lo avevo detto che non c’era bisogno che venivi a recuperarmi”.

“Si può almeno sapere da dove sei passato?”

“Dalle scale, quelle da cui sei sceso tu”.

“E come diavolo è possibile che non ci siamo incrociati?”

“Ma che ne so, io! Se tu sei un ninja, che posso farci?”

Sakura, Ino e Kiba stavano trattenendo il respiro da quando quell’insolito scambio di battute era cominciato. Non sapevano se essere stupiti per lo strepitare di Sasuke, che faceva così poco Sasuke, o per Naruto Uzumaki, che stracciava ogni idilliaca immagine di perfezione.

Sakura, che finché non avrebbe sentito le fatidiche parole lasciare le labbra di Sasuke non ci avrebbe creduto fino in fondo, sollevò l’indice della mano sinistra per chiedere la parola, ma i due ragazzi erano così presi a battibeccare su delle futilità – “cosa me ne faccio della crema solare, teme?”, “te ne fai che non ti bruci, idiota!” – che neanche si accorsero di lei. Così si schiarì la voce.

“Scusa, Sasuke-kun, potremmo sapere chi è questo ragazzo?”

“Neanche gli avevi detto che sarei venuto?” stridette Naruto, vorticando in aria le braccia.

“Ovvio che glielo avevo detto. Tu, piuttosto, non ti sei presentato”.

“Ovvio che mi sono presentato!”

“Sei un idiota!” Sasuke sospirò e poi, per la prima volta da quando il ragazzo era arrivato, spostò l’attenzione sui suoi amici che lo osservavano tutti come pulcini spelacchiati in attesa di cibo. “Ragazzi, questo è Naruto, il mio ragazzo. Naruto, loro sono le persone con cui vado all’università”.

Sasuke non fece in tempo a finire la presentazione che gli arrivò uno scappellotto dritto dietro la testa, abbastanza forte da fargli perdere appena l’equilibrio e strappargli un gemito di stupore. Sakura e Ino singhiozzarono dalla sorpresa.

“Che presentazione orribile! Dovresti imparare a trattarli meglio, i tuoi amici!” e mentre i due riprendevano a bisticciare, Sakura sentì la testa vorticarle. Quel panzerotto non poteva in alcun modo essere il ragazzo di Sasuke. Non era possibile che Sasuke avesse rifiutato decine di pretendenti solo per quella palla di lardo. Quando si voltò verso Ino, gli occhi lucidi di lei sembravano pieni della stessa incredulità e Sakura ringraziò di poter condividere con qualcuno i suoi sentimenti.

 

   
 
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