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Autore: MielChan    29/03/2018    1 recensioni
In questa città puoi esprimere un desiderio tramite un aeroplanino di carta, Thomas lanciò il suo all'età di 18 anni totalmente ubriaco, non ricorda nulla di ciò che ha espresso , ora ha 20 anni con un'incidente alle sue spalle che gli ha fatto dimenticare 2 anni della sua vita, il perché, sfortunatamente, è ancora ignoto.
[Newtmas AU]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Newt/Thomas, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Newt Pov.
Conobbi Thomas per puro caso, un giorno, per sbaglio, lanciai la mia palla sopra un albero, non mi arrampicai per prenderla, avevo il terrore dei posti alti, mia madre morì a causa di quelli… ma Thomas no, lui in un lampo si arrampicò e mi aiutò, era dannatamente pazzo!
‘’Vuoi entrare nel nostro gruppo?’’ Chiese subito dopo, era da tempo che l’osservavo da lontano, lui sembrava sempre così felice nonostante tutto, sempre così energico, e anche se più piccolo di me, lui era il modello che seguivo.
Alle superiori scegliemmo indirizzi diversi, ma questo non ci impediva di vederci, lui era sempre con me, con me in quella biblioteca che consideravo ormai nostra.
‘’Vengo qua per riposarmi.’’ Diceva come scusa, ma amavo quella scusa.
Non so quando iniziai di preciso a considerare Thomas più di quel che era, l’ho sempre avuto intorno a me, non mi sarei mai aspettato di provare per lui emozioni così forti.
Quando Thomas mi disse di non essere etero la prima cosa che mi balenò nella mente fu un: ‘’ posso diventare il suo possibile fidanzato’’, a quei tempi ignorai subito l’opzione e mi pentii più volte di averlo solamente pensato.
Mi credevo etero, da piccolo mi era capitato di considerare alcune ragazze fisicamente belle, ma Thomas mi attraeva diversamente, le altre ragazze potevano anche essere belle e stupende caratterialmente, ma nessuna di loro mi ha mai attirato come Thomas, o meglio, nessuna di loro era Thomas!
Etero o meno, mi piaceva Tommy.
Una parte di me pensava che  anche lui provasse le stesse emozioni nei miei confronti, che presunzione da parte mia…
Le mie idee crollarono tutte in una volta il giorno in cui andai da lui per una sera, Thomas quel giorno finì in punizione e Minho concepì una delle sue idee insensate, ovviamente ne io ne Tommy gli demmo retta.
Stavamo giocando alla xbox quando accadde, io mi offrii per andare a prendere da mangiare e quando ritornai, senza volere, sentii la conversazione tra lui e Minho.
‘’Io e Newt siamo soltanto amici, lui non mi piace.’’ Mi si fermò il mondo, restai imbambolato davanti alla sua porta per non so quanto tempo,  sul momento quindi scelsi di fingere, fingere di non aver sentito nulla…
E fingere che i miei sentimenti non esistettero.
Quella sera ne io ne lui dicemmo nient’altro, probabilmente Thomas non era a conoscenza dei miei sentimenti, tanto meglio così,  il nostro rapporto non sarebbe mai peggiorato.
Il ‘’fingere’’ andando avanti divenne sempre più difficile, un giorno a scuola una ragazza notò il mio pessimo umore, lei si chiamava Harriet, siamo sempre stati in classe insieme fin dalle elementari, era una delle poche ragazze che consideravo ‘’belle’’, aveva degli occhi scuri molti intensi, la pelle scura e dei capelli tenuti quasi a rasta, da piccolo mi colpì il suo carattere, alcuni ragazzi della classe accanto presero di mira un certo Aris e lei fu l’unica ragazza pronta a sostenerlo, era simile a Thomas in questi aspetti, sempre pronta ad aiutare gli altri, era simile a lui… ma non era lui....
‘’Tutto bene?’’ Chiese vedendomi giù di tono, le risposi un semplice ‘’amore non corrisposto’’ e mi guardò come se mi capisse.
Io e Harriet dopo quella banale conversazione diventammo molto amici, i nostri corsi erano gli stessi, quindi mi capitava più volte di averla come compagna di classe e come compagna di banco, era simpatica pensai, fisicamente bella ed era un ottima persona, nulla di ridire su questo.
‘’Newt mi piaci.’’ Mi disse un giorno mentre ritornavamo a casa da scuola, non me lo aspettavo, andavamo d’accordo sì, ma non pensavo mi guardasse in quel modo.  
‘’Mi dispiace, non credo funzionerebbe.’’
‘’E’ ancora per quell’amore non corrisposto, giusto?’’ Annuii senza dir nulla. ‘’Che ne dici di provarci comunque?’’ Chiese, probabilmente con tutto il suo coraggio. ‘’Possiamo vedere come va, e se proprio non funziona ritorniamo ad essere amici come adesso, nessun rancore.’’ Concluse guardando in basso per timidezza.
Pensai a lungo alla sua proposta, con Harriet stavo bene, probabilmente ciò che provavo per Thomas era dovuto al fatto che lo conoscessi da tempo, quindi pensai che con Harriet forse col tempo avrei provato le stesse cose, perché non provarci?
Accettai qualche giorno più tardi, non doveva essere una relazione vera e propria, era più un conoscersi meglio.
Presentai Thomas e Minho a Harriet settimane più tardi, avevo parlato spesso di loro con lei, quindi era molto curiosa di conoscerli, Minho sembrò andar d’accordo con lei, invece da Thomas non me la sarei mai aspettata  tutta quella freddezza, lui mi considerava un amico, non poteva essere geloso, non avrebbe avuto senso!
Le cose poi peggiorarono drasticamente, le conversazioni tra me e Tommy lentamente si facevano sempre più rare, delle uscite anche peggio, quando mi presentai al suo compleanno, ricevetti solamente un ‘ciao’ frettoloso e scomparve immediatamente a parlare con gli altri ragazzi, non capivo il perché di quel suo atteggiamento.
‘’Hey, andiamo a ballare?’’ Domandò Harriet ad un certo punto della serata, senza pensarci accettai, ma non mi resi conto che anziché una musica movimentata ci fosse un lento, durante il ballo notai Tommy guardandomi ferito dall’altra parte della pista, ero pronto a staccarmi da Harriet ma lei improvvisamente mi baciò, rimasi paralizzato e scioccato per qualche istante dopodiché la staccai rapidamente.
‘’Scusami non posso.’’ Le dissi con gentilezza, lei parve capire e mi ammiccò un sorriso abbassando lo sguardo come segno di scusa per poi allontanarsi verso delle sue conoscenti.
Troppo tardi però, Tommy era sparito, lo cercai in giro, salii nella sua stanza ma di lui nessuna traccia, alla fine mi arresi e uscii da tutto quel caos, stavo salendo in macchina quando mi resi conto di un aeroplanino in mezzo ai cespugli, lo sollevai, c’era scritto ‘Thomas’, sentii un tuffo al cuore, mi girai per cercarlo ma non vidi nessuno, non so perché, ma decisi di prender quell’aeroplanino con me.
Come previsto, ne lui ne Harriet si presentarono a scuola i giorni dopo, cercai più volte di mettermi in contatto con loro ma non funzionò.
Harriet si presentò di nuovo a scuola una settimana più tardi, il suo volto era distrutto, come se non avesse mai dormito in questi giorni, mi scusai meglio e le spiegai tutta la situazione, credevo che col tempo mi sarebbe piaciuta nello stesso modo in cui io piacevo a lei,  ma i miei sentimenti per Thomas ormai erano difficili da ignorare.
‘’Non ti preoccupare. È colpa mia, non avrei dovuto forzarti in quel modo.’’ Fu l’ultima cosa che disse  Harriet prima di ritornare dei semplici amici, era davvero una brava ragazza, si meritava qualcuno che la potesse amare sul serio.
Riuscii a parlare con Tommy solamente una settima più tardi, fu un’impresa bloccarlo, in tutti quei giorni non faceva altro che correre per ritornare a casa e durante l’intervallo si barricava in aule in cui mi era impossibile entrare.
‘’Perché caspio stai scappando?’’ Gli urlai contro quando riuscii finalmente a bloccarlo al muro.
‘’N-non sto scappando, ho solamente un sacco da studiare.’’
‘’Mi reputi davvero così idiota?’’
‘’I-io… va bene.’’ Sospirò rassegnato. ‘’Avevo paura che Harriet potesse rovinare… la nostra amicizia.’’ Quell’ultima parola mi riportò alla dura verità dei fatti, ‘amicizia’ tra me e Thomas non ci sarebbe stato nient’altro che un’amicizia… mandai giù a fatica quell’ennesimo rifiuto indiretto e gli rivolsi un sorriso.
‘’L’ho lasciata, nemmeno io voglio rovinare la nostra… amicizia, Tommy.’’ Gli dissi continuando a mantenere quell’orribile sorriso di facciata, lo vidi sgranare gli occhi e guardarmi con fare confuso.
‘’Caspio… io, scusa non volevo che arrivassi così a tanto, mi dispiace… io v-volevo-‘’
‘’TOMMY! L’ho deciso io, non eravamo abbastanza compatibili, non sentirti in colpa.’’ Lo interruppi velocemente e riuscì quasi a scorgere del sollievo da parte sua.
Dopo quella discussione ritornammo ad essere amici esattamente come prima, non cambiò nulla tra di noi, io decisi di tenermi per me questi sentimenti con la speranza che prima o poi sarebbero scomparsi.
Tutta questa normalità durò per quasi un anno, finché un giorno non conoscemmo Brenda e la sua migliore amica Teresa.
 
Teresa… lei appena conobbe Thomas non ci si staccò più, ero dannatamente geloso di lei, lei poteva abbracciarlo senza ricevere occhiatacce, poteva baciarlo sulla guancia senza creare scalpore, poteva fare assolutamente quello che voleva, a causa sua tutti i miei sforzi andarono in fumo, tutti quei mesi fingendo di non provare nulla distrutti.
Inutile dirlo, ma non ressi più, cercai quindi di ignorare Tommy quando potevo, cercai scuse per non uscire, cercai metodi e metodi per smettere di amarlo… ma non ci riuscii, Thomas poi cominciò a notare il mio cambiamento, divenne più sospetto verso le mie scuse, più titubante verso le mie frasi e infine non resse nemmeno lui.
Si presentò una sera a casa mia totalmente ubriaco.
Lui iniziò a farneticare cose incomprensibili, iniziò a lamentarsi di un amore non corrisposto, cercai più volte di calmarlo ma da lui ricevetti solo urla di frustrazione.
‘’Non hai mai capito nulla Newt!’’ Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
‘’Ah, sarei io quello che non capisce Tommy!? Davvero non ti sei mai reso conto di niente!? Sei addirittura qui ubriaco… nella tana del nemico.’’ Stavo letteralmente impazzendo, oltretutto con un pive ubriaco che probabilmente il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla!
‘’Che vorresti dire!?’’
‘’STO DICENDO CHE VORREI SALTARTI ADDOSSO.’’ Urlai tutto ad un fiato, meno male che i miei nonni erano sempre via a trovare parenti sparsi per il mondo!
‘’ALLORA FALLO.’’ A quel punto iniziai a dubitare seriamente sulla sua sanità mentale.
‘’Ma ti senti Tommy? Andiamo, ti riporto a casa.’’ Dissi cercando di mantenere un briciolo di autocontrollo, presi le chiavi della mia auto e cercai di aiutarlo a uscire dalla mia stanza, ma non me lo permise, con velocità prese le chiavi dalle mie mani e le lanciò da qualche parte,  con l’altro braccio mi bloccò il polso e avvicinò la sua fronte alla mia.
‘’Fallo Newt.’’ Concluse prima di unire le nostre labbra, un bacio atteso da anni, un bacio desiderato da non so quanto tempo, mandai al diavolo il mio autocontrollo e approfondii quel dannato bacio, avvolsi le mie mani in mezzo a suoi capelli mentre le sue scorrevano tutto il mio petto, amavo l’intrecciarsi delle nostre lingue, amavo i morsi impacciati o lo scontrarsi dei denti, ero letteralmente in estasi.
Con un passo lo feci indietreggiare fino a farlo sdraiare sul letto, mi posizionai a cavalcioni su di lui continuando a baciarlo, i nostri vestiti improvvisamente iniziarono a farsi stretti, iniziarono ad essere invadenti, Tommy si tolse velocemente la sua maglia e fece lo stesso con la mia, caspio se era ben proporzionato! Iniziai a baciarlo sulla fronte, sulla bocca, sul collo, sul petto, continuando lentamente a scendere sempre più in basso, finché improvvisamente non mi vomitò letteralmente addosso e crollò a dormire.
Quello che avvenne dopo fu tutto uno sbaglio, in qualche modo riuscii a pulirlo e a metterlo sdraiato composto, rimasi interminabili minuti sotto l’acqua bollente a pensare al mio gesto, stavo per avere un preliminare con Tommy! lui probabilmente il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla, senza contare il fatto che da ubriaco forse avrebbe baciato anche Minho! E lì avvenne il mio gesto avventato, scappai da lui, scappai dalle mie azioni, scappai semplicemente da tutto quel casino che creai, e con i sensi di colpa che letteralmente mi distruggevano dentro mi feci ospitare da mia zia che abitava fuori città.
Non so cosa accadde a Thomas in seguito, ricevetti non so quante chiamate, non so quanti messaggi, sia da parte sua che da Minho, ma ero troppo spaventato, spaventato dalla reazione di Thomas per ciò che gli avevo fatto…
Ciò che mi fece smuovere da quei mesi di vuoto e di silenzio fu un messaggio da parte di Minho.
‘’Hey testa di caspio, non so quanto te ne possa fregare, ma Thomas ha subito un incidente, e scivolato dalle scale e ora sta all’ospedale, non so cosa è successo tra voi pive, ma appena ti rivedo sappi che ti mollo un pugno in faccia che ricorderai per il resto della tua vita.’’         
E non scherzava affatto! Quando mollai tutte le mie paure e corsi verso l’ospedale appena arrivato Minho mi scagliò per davvero un pugno in faccia, e me lo meritavo! Eccome se me lo meritavo.
Vedere Thomas sopra quel letto dell’ospedale mi fece malissimo, stavo per perdere l’unica persona che io avessi mai amato veramente per cosa? Paura!? Non ricordo per quanto tempo restò in ospedale, a me però sembrarono anni, lo andavo a trovare ogni singolo giorno, ed ogni singolo giorno rimanevo sulla sedia davanti al suo letto stringendo la sua mano chiedendo scusa tra le lacrime sperando ad un suo risveglio.
  ‘’Hey Newt.’’ Il dolce suono che ricolorò il mio mondo.
‘’TOMMY.’’ Urlai abbracciandolo cercando di non fargli male. ‘’Mi dispiace Tommy, mi dispiace, non dovevo andarmene.’’
‘’Quanto caspio ho bevuto ieri per ritrovarmi qui?’’ Chiese ancora stordito.
‘’Tommy, ma cosa stai dicendo?’’
‘’Ieri al mio compleanno, credo di aver esagerato con gli alcolici.’’
‘’Tommy tu… aspetta.’’ Mi alzai per cercare un infermiera ma ovviamente quelle spariscono quando c’è ne il bisogno, appena riuscii finalmente a trovarne una lei chiamò immediatamente altri colleghi e di corsa si diressero verso la stanza di Thomas.
Ovviamente non mi fecero entrare, poco dopo arrivarono anche sua zia, Minho e tutti gli altri preoccupati, i dottori uscirono poche ore più tardi dopo avergli fatto non so quanti controlli, ci informarono delle sue condizioni, ci dissero della sua perdita di memoria che stranamente andava dai suoi 18 anni in su, infine ci avvertirono di evitare di informarlo subito su argomenti spiacevoli o traumatici e che la sua memoria sarebbe dovuta comunque ritornare col tempo, ma ciò sembrò non arrivare mai.   
   
 
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