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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    30/03/2018    1 recensioni
Helena Montgomery non ricorda nulla del suo passato.
Semplicemente, un giorno di mezza estate, si risvegliò, sola e abbandonata, in un campo di grano presso la città di Los Angeles.
A quel tempo, lei non sapeva, non poteva sapere.
Non ricordava nulla, né della sua identità, come l'amata figlia di Regina della Foresta Incantata, né di come fosse giunta in quel mondo, messa in salvo per sfuggire alle ire di Lui.
Costretta a vivere in un mondo che non le appartiene, capisce in fretta di essere, in qualche modo, "diversa".
Abbandonata la sua famiglia adottiva, inizia a viaggiare, alla ricerca di sé stessa.
E' solo quando, anni e anni dopo, Emma Swan giunge a Storybrooke che, finalmente, i suoi ricordi tornano.
Ora, non deve far altro che ricongiungersi alla madre.
Ma gli anni sono passati, riuscirà a ricondurre la donna sulla via della luce?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si, lo so.
Sono terribilmente in ritardo a mi scuso, ma ieri proprio non sono riuscita a collegarmi.
Per farmi perdonare, oggi vi inserirò ben tre capitoletti nuovi di zecca!
;)





 
Capitolo 20
Scandalo
 

“E io ti dico e ti ripeto che no … non è assolutamente possibile essere così persi, Mary Margareth Blanchard!”, sbottò nuovamente Helena, al telefono, mentre il piccolo Henry si godeva divertito la scena.
Fortunatamente, Regina era al lavoro, e non aveva quindi assistito alla terribile inversione a U fatta dalla figlia sul tragitto per la scuola, il tutto per tornare indietro, prendere la borsa dimenticata dall’amica a casa e precipitarsi come avesse il demonio alle calcagna verso la scuola.
Altrettanto fortunatamente, quel giorno Emma Swan, di pattuglia per le strade, aveva deciso di ignorare deliberatamente tutte le leggi stradali infrante dall’amica per arrivare in tempo alla scuola, depositare il fratellino e correre trafelata per i corridoi alla ricerca della maestra.
Helena, affannata, borbottò alcune parole sconnesse, chiedendosi come diamine fosse possibile che in quel dannatissimo edificio non ci fosse nemmeno una cartina per orientarsi. E si che, quando sua madre aveva fatto comparire la cittadina dal nulla, avrebbe anche potuto sprecarsi a inserire una cavolo di piantina per gli edifici importanti, come per esempio la scuola elementare.
Quando, finalmente, vide la maestra in lontananza poté finalmente rilassarsi … se non che, pochi istanti dopo, si rese conto che non era affatto sola.
Lo sguardo saettò preoccupato verso la sua interlocutrice, Kathrine.
Ossia la moglie di David.
O meglio, la moglie dello Stronzo 2 che aveva promesso alla sua amica di parlare alla bionda della sua relazione e del fatto che il suo cuore sarebbe appartenuto sempre e comunque a Mary Margareth.
Osservò preoccupata la donna, la cui espressione era, a dire il vero, tutt’altro che rassicurante.
Era ancora abbastanza lontana e con il via vai di studenti era pressoché impossibile capire cosa si stessero dicendo. Ma qualunque cosa fosse, una fatto era certo: non doveva trattarsi affatto di una discussione piacevole.
Mentre Kathrine infatti continuava a parlare senza sosta, gesticolando a raffica e incenerendo la donna con sguardo di fuoco, Mary Margareth era insolitamente silenziosa, e osservava il pavimento con aria decisamente imbarazzata e tesa.
Helena si avvicinò appena, mentre uno spiacevole dubbio le affiorava nella mente, fino quando non dovette bloccarsi, a pochi metri dalle due.
Kathrine aveva appena schiaffeggiato Mary Margareth, guadagnandosi in pochi istanti l’attenzione dei presenti, che si voltarono a osservare la coppia.
Incapace di trattenersi oltre, e senza chiedersi nemmeno troppo il perché di quel gesto, Helena si affrettò a raggiungere le due, frapponendosi tra loro prima di spingere senza troppe mezze misure la bionda contro il muro. Il volto era sconvolto dalla rabbia, mentre la afferrava per la collottola e la costringeva a guardarla negli occhi.
Non sapeva che diamine fosse successo, ma una cosa era certa: nessuno poteva toccare la sua sorellona. E poco importava che non si ricordasse di lei, le voleva bene e tanto bastava per mandarla fuori dai gangheri.
“Ehi … si può sapere che razza di problemi hai?”, sbottò, a pochi centimetri dal suo volto.
Quella, indignata, la respinse indietro, ribattendo: “Chiedilo alla tua amica!”, sbottò, in risposta, “E’ stata lei, LEI, a uscire con David. Con MIO MARITO. E non credere che non lo sappia … quindi non difenderla, perché decisamente non si merita un tale dispendio di energie!”
Helena si bloccò, perplessa, mentre una nuova ondata di rabbia la travolgeva e la mano tiepida di Mary Margareth le prendeva la spalla, tirandola verso di sé e guidandola in silenzio verso un’aula vuota.
Una volta dentro, abbassò lo sguardo, mentre Helena la osservava in silenzio, prima di esordire: “Pensavo che avesse deciso di dirglielo.”, si limitò a constatare, osservando in silenzio, attraverso il vetro della porta, la bionda allontanarsi e un nugolo di presenti iniziare a bisbigliare tra di loro. Fece una smorfia, accennando per un istante all’amica di aspettarla prima di aprire la porta di scatto e sbottare, contro quelli: “Spettacolo finito, gente! Ora toglietevi dai piedi e tornatevene ai vostri affari, chiaro?!?”, osservò, richiudendosi quindi la porta alla spalle e incontrando lo sguardo affranto della sorellina.
L’altra annuì, sospirando appena: “Era quello che pensavo anch’io, purtroppo. Tuttavia, pare che non sia stato lui e dirglielo.”
Helena digrignò i denti, furiosa, prima di mormorare: “Regina.”
Mary Margareth annuì, voltando il capo di lato, mentre le lacrime iniziavano a premere per uscire.
Helena la osservò, interdetta, avvicinandosi quindi a lei e avvolgendole gentilmente le spalle in un abbraccio.
Senza farsi pregare troppo l’altra, il cui cuore era in quel momento avvolto dal dolore e dall’umiliazione, non esitò un secondo ad affondare il capo tra i boccoli scuri dell’amica, singhiozzando disperatamente e cercando di aggrapparsi al corpo di lei. Helena le batté silenziosamente una mano sulla spalla, sospirando appena e chiedendo: “Vuoi che ti accompagni a casa? Non sei tenuta a restare qui se non te la senti.”, osservò.
L’altra scosse il capo, testarda.
“No … io …”, sospirò, ritraendosi appena prima di dire, decisa, “Non posso andarmene come nulla fosse. Ho già offerto uno spettacolo abbastanza pietoso, se me ne fuggissi con la coda tra le gambe chissà cosa penserebbero di me.”, sorrise amaramente, dicendo, “Sono una persona orribile, vero?”
Helena rimase abbastanza interdetta, ritraendosi appena prima di oscurarsi.
A dire il vero, per quanto amasse la sorella sia lei che Emma avevano dichiarato sin dall’inizio le loro perplessità sulla decisione della donna di continuare a vedere David, anche dopo la scoperta sul suo passato.
Le volevano immensamente bene, ovviamente, e sapevano che ciò che la mora provava nei suoi confronti era un sentimento sincero e genuino, ben difficile da contenere. Il loro, come Henry stesso le aveva fatto notare, era un Vero Amore ...  e quindi era pressoché impossibile ignorarlo o cercare di girarci attorno.
Tuttavia, vedere in segreto un uomo già sposato con un’altra donna era e rimaneva comunque un modo assicurato per andare incontro a problemi, e tutte e due le avevano detto più e più volte che di qual passo era solo questione di tempo prima che rimanesse ferita. Come alla fin fine era accaduto.
Nonostante ciò, Helena era ben lungi dal giudicare la sorella.
Sapeva fin troppo bene quanto il matrimonio tra David e Kathrine non fosse che l’ennesimo modo della madre di separare i due, e quindi non se la sentiva affatto di considerarla una persona così orribile.
Il loro amore era in grado di viaggiare nello spazio e nel tempo, non era cosa da sottovalutare e lo sapeva bene.
Sospirò appena, avvicinandosi alla donna e posandole le mani sulle spalle: “Ehi.”, fece, mentre lei alzava lo sguardo, “Ascolta … lo so come ti senti.  O almeno posso capirlo. E … tu non avevi idea che lui fosse sposato, non avresti mai potuto immaginarlo e non è certo colpa tua se te ne sei innamorata. È vero … forse l’idea di vedervi in segreto è stata un errore, ma entrambi volevate rimediare ed è solo colpa sua se non ha agito per tempo e ora Kathrine è furiosa con entrambi.”
Mary Margareth sospirò, abbassando lo sguardo: “Avrai anche ragione, ma sai bene che la gente non penserà lo stesso. Hai visto come mi osservavano? Come se fossi un mostro, e non posso nemmeno dare loro torto.”, concluse.
Helena scosse il capo, posandole un braccio attorno alla spalla: “Sta tranquilla … parlerò col bastardo. Anzi … ce ne occuperemo io ed Emma, Ok? Tu vedi di rilassarti.”
La donna sorrise appena, osservandola ammonitrice: “No. È compito mio. E poi se ve ne occupaste voi probabilmente finirebbe nuovamente in coma.”, disse, cercando di sorridere.
La mora sbuffò, voltando il capo di lato, prima di ribattere: “Come se poi non se lo meritasse!”
 
I giorni seguenti furono, per le tre amiche, ma specialmente per Mary Margareth, tra i più difficili dal loro arrivo a Storybrooke.
Ovunque andassero la gente sussurrava, e mormorava, e parlava. Ormai, praticamente, non c’era adulto o bambino che non sapesse della cosiddetta “tresca” tra la dolce e apparentemente gentile maestrina Mary Margareth Blanchard e David Nolan, sposato con Kathrine. Così come tutti sapevano della discussione tra le due nella scuola, o dell’improvviso intervento di Helena che, a detta di molti, era arrivata molto vicina a colpire la donna.
Voci e pettegolezzi, spesso gonfiati all’inverosimile fino a sfiorare il ridicolo. C’era chi diceva che, dietro la maschera di tenera e dolce maestrina, Mary Margareth nascondesse un’indole tutt’altro che gentile e che David Nolan non fosse il primo uomo sposato a finire tra le sue grinfie. Dopotutto, era decisamente una bella donna e che fosse ancora single aveva un che di ridicolo. Per non parlare poi della nuova arrivata, Helena, che aveva preso subito le parti dell’amica e la cui rissa d’esordio nella cittadina era ancora ben nota a tutti. Un individuo decisamente difficile, forse anche con precedenti penali, che per poco non aveva persino colpito la perfettamente giustificata Kathrine e che indubbiamente andava tenuto sott’occhio.
E in mezzo a tutto questo, ovviamente, c’era Regina.
La donna gongolava, di fronte ai pettegolezzi che dilagavano nella città, senza sprecarsi troppo nel chiedere al suo amato Sidney di gonfiare tutte quelle voci col suo Specchio e scrupolandosi lei stessa di assicurarsi che tali voci non accennassero a smorzarsi. Dopotutto, era stata lei stessa a mostrare alla donna le prove del tradimento del marito, accertandosi che non fosse lui a parlarle per primo e godendosi divertita il dolore della sua acerrima rivale.
Mary Margareth, ovviamente, era a dir poco distrutta dall’accaduto.
Emma ed Helena la accompagnavano ovunque, così da cercare di distrarla e distogliere l’attenzione dai continui sussurri che il suo passaggio anche solo per strada scatenava tra i presenti. Cercavano, per quanto fosse in loro potere, di tenerla impegnata e alleggerire anche solo di poco le sue preoccupazioni, magari organizzando qualche cena tra donne o una serata a tre.
Purtroppo, però, l’amica non accennava a tirarsi su.
Anche perché il discorso con David non era andato affatto bene, per quanto quello cercasse di giustificarsi e di chiederle scusa per il suo comportamento a dir poco inopportuno e codardo.
E ora la donna si rifiutava (a parere di Helena comprensibilmente) di vederlo.
 
Fu quindi in quell’atmosfera a dir poco tesa che, alcuni giorni dopo, August parcheggiò la propria moto di fronte al Granny’s, guadagnandosi immediatamente l’attenzione di Helena e Henry, che si osservarono perplessi.
La donna alzò un sopracciglio, sorseggiando in silenzio la propria birra, prima di dire: “Pensavo non venissero stranieri qui a Storybrooke.”, constatò, osservando in silenzio l’uomo che, assorto, si affrettava a scaricare la moto da quella che sembrava una grossa valigetta in legno.
Henry annuì, inclinando il capo: “Infatti. Dovremmo chiedergli come si chiama, e perché è venuto qui.”
L’altra sorrise, guardando complice il bambino, prima di sussurrare: “Io lo intrattengo e tu vedi cosa nasconde la valigetta?”
Quello annuì, schizzando subito in piedi per avvicinarsi quindi a passo deciso verso l’uomo, che alzò lo sguardo per osservarli in silenzio.
“Buongiorno.”, fece, sorridendo appena mentre i due si avvicinavano.
Subito, l’attenzione di Helena venne immancabilmente attratta dalla moto, che osservò affascinata, sfiorandone appena la fiancata prima di dire, sorpresa: “Wow … bella moto, non è affatto male.”
August alzò un sopracciglio, prima di osservare meglio l’abbigliamento di lei.
Come sempre, i vestiti della donna rispecchiavano perfettamente la sua indole tutt’altro che pacata e remissiva, e quel giorno erano composti essenzialmente da una canottiera nera col logo degli Imagine Dragons, decisamente sbarazzina, con sopra un cappotto da motociclista dello stesso colore. I pantaloni erano in cuoio, perfettamente aderenti e sorretti da una cintura ricca di borchie, mentre ai piedi portava i suoi soliti anfibi da motociclista.
Sorrise, divertito, mentre alla mente ritornava l’immagine vista solo pochi giorni prima al molo. Inclinò appena il capo, dicendo: “Si, non è male. Te ne intendi di moto?”
L’altra rise, mentre lo sguardo saettava rapido alle spalle dell’uomo, dove nel frattempo il bambino si era lentamente avvicinato fino alla valigetta, cauto.
“Avessi visto la mia Bimota non lo chiederesti nemmeno … comunque, io sono Helena. Piacere.”, tese la mano, sorridendo solare mentre quello la stringeva, ricambiando il sorriso e annuendo appena.
“August e … potresti dire al tuo amichetto che quella è una normalissima valigia?”, osservò, mentre i due si bloccavano, imbarazzati.
Senza quindi attendere oltre, Henry si piazzò di fronte all’uomo, osservandolo con insistenza, sotto lo sguardo lievemente imbarazzato di Helena, che sorrise tesa: “Ehm … si, Henry è un bambino molto curioso e …”
“Per quale motivo sei venuto a Storybrooke?”, la interruppe il piccolo, fissando deciso l’altro mentre quella, esasperata, lo prendeva per le spalle, cercando di allontanarsi un poco per poi sussurrare, sconvolta: “Che ti passa per la testa? Non puoi mica chiederglielo in quel modo!”
Il piccolo, intestardito, rispose: “Non capisci? Nessun estraneo può arrivare qui, quindi se lui ci è riuscito deve per forza avere qualcosa di particolare. E se vogliamo spezzare il Sortilegio ci serve sapere cosa, subito.”
“Si ma … non possiamo certo dirgli tutto così. Intanto, cerchiamo di capire cosa vuole e poi vedremo, non puoi dargli addosso in quel modo … potrebbe trattarsi di un malinteso, o qualcos’altro. Non è detto che sia coinvolto nella storia della Foresta Incantata!”
L’altro, nel frattempo, assisteva alla discussione in silenzio, le sopracciglia che si corrugavano mano a mano che il discorso tra i due proseguiva, fino a quando non decise di intervenire.
Si avvicinò, esordendo: “A dire il vero, so perfettamente cosa sta succedendo a Storybrooke. E sono qui per questo.”
I due si voltarono interdetti, mentre il bambino sorrideva trionfante, dicendo: “Visto? Te l’avevo detto.”
Helena, che dal canto suo era comunque ben lungi dal fidarsi dello sconosciuto, si limitò a osservarlo diffidente, prima di chiedere, cinica: “Bene. E sentiamo, chi saresti esattamente?”
L’altro sorrise, rispondendo: “Immagino che mi conosciate con un altro nome: Pinocchio.”





Note dell'Autrice:
Salve a tutti!
Ebbene, eccomi nuovamente con un altro capitolo.
Lo so, ieri non ho pubblicato e per questo, oltre che per festeggiare le 600 visualizzazioni del primo capitolo, ho deciso di farmi perdonare pubblicando tre capitoli invece dei soliti due. Comunque sia, visto che mi sono resa conto che con questo ritmo finirei con terminare la storia ben prima del previsto ho deciso che dalla settimana prossima pubblicherò un solo capitolo a giovedì ... spero non vi dispiaccia, ma sarà anche più comodo per me e mi permetterà di proseguire con maggiore calma.
Per il resto, in questo capitolo abbiamo finalmente visto l'entrata in scena di August, ennesimo e preziosissimo alleato del nostro gruppo di protagonisti che spero potrete apprezzare al meglio. Sempre in questo capitolo, abbiamo anche visto che la situazione a Storybrooke inizia progressivamente a complicarsi ... chissà cosa succederà prossimamente?
Un grazie ai miei recensori EragonForever, k_Gio_ e Ghillyam oltre che a tutti i miei lettori.
Passo al prossimo!

Teoth

 
   
 
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