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Autore: FairySweet    30/03/2018    1 recensioni
Domande, domande senza risposta, domande che massacravano il cuore costringendo il corpo a lunghe maratone infernali.
Aveva già lottato con quel male e ne era uscita vincitrice, cambiata nell'anima ma comunque viva ed ora, tra le sue braccia, pensava e ripensava a quelle fottute cinque righe ...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Briciole di Luce 






“Allora Dana, come ti senti?” “Bene” “Bene?” ribatté il medico divertito da quella risposta “Non dovrei?” “Al contrario e ti chiedo scusa per averti convocato così di corsa” “Non importa” “Avevo dato la priorità ai tuoi esami ma devono aver combinato qualche casino di sotto. Sono arrivati sulla mia scrivania con due settimane di ritardo” esclamò irritato inforcando gli occhiali “Qualcosa di nuovo nel tuo stato attuale?” “Nuovo?” “Cambiamenti d'umore, difficoltà nella lettura, nausee fastidiose” “No, no è qualche giorno che sto meglio, la febbre è scesa, fatico a mangiare ma credo sia colpa del ...” “Sei incinta” scoppiò a ridere divertita da quella risposta del tutto incoerente ma l'espressione sul volto dell'uomo scavava nella certezza piccoli solchi costringendola a sussultare “Sei incinta Dana” voltò la cartella clinica mostrandole gli esami del sangue “Sei un medico, dimmi, cosa vedi?” “Non è … non è possibile” “Se vuoi possiamo ripeterli, è la seconda volta che te li faccio rifare ma se vuoi una sicurezza in più” leggeva e rileggeva quelle righe confusa dall'esito positivo e da quel mare di emozioni che le vorticavano dentro “Non è vero” i fogli caddero al suolo mentre lo sguardo preoccupato del medico cercava di tradurne le espressioni del volto “Ti senti bene?” “Ho il cancro Michael” “Lo so, sto cercando un modo per combatterlo ricordi?” “Non posso essere incinta” “E perché? Sei forse madre natura per poter decidere una cosa del genere?” "Non posso avere figli" "Non credi nei miracoli?" “Non è il momento giusto” ribatté ironica inspirando, sentiva il cuore schizzare nel petto e tutta la calma conquistata in quegli ultimi giorni sciogliersi come neve al sole.
Un bambino, un piccolo miracolo che ormai aveva smesso di desiderare e che d'improvviso, era entrato nella sua vita con la forza di un temporale, uno di quei temporali estivi inaspettati e tremendamente violenti che distruggono la quiete e che, dopo tante urla e crepitii, lasciano un buon profumo di vita nell'aria.
Non era pronta a niente del genere, non era pronta a scegliere nomi, non era pronta ad affrontare la realtà, non era pronta a Mulder.
“La nausea, il calo di appetito e la stanchezza, tutti sintomi riconducibili alla gravidanza” “Il cancro provoca gli stessi effetti” l'uomo annuì pensieroso alzandosi “Hai avuto cali nella vista?” “No” “Problemi di comprensione di testi o immagini?” “No” “Niente perdite di equilibrio improvvise o tremiti incontrollati?” un altro no a riempire l'aria “Bene, questa cosa va bene Dana. Per ora ci atterremo al programma” “Michael ...” “Terremo sotto controllo la crescita del tumore e inizieremo il trattamento con farmaci chemio terapici” un debolissimo assenso uscì dalle labbra della giovane.
Una risposta quasi trasparente come del resto appariva lei davanti ai suoi occhi “Dana?” lo sguardo si sollevò lentamente incontrando il suo, sembrava una bambina spaurita incapace di rispondere o di parlare “Tu vuoi questo bambino?” “Io non … non lo so” “Sei di cinque settimane, ovviamente se aggiungiamo il ritardo di quegli esami ma non temere, non inizieremo i trattamenti fino a quando non sarai entrata nel secondo trimestre. Per allora il sistema cardiovascolare del bambino sarà sviluppato e forte e i farmaci non saranno un pericolo per lui” “Come lo sai?” domandò trattenendo a stento le lacrime “Sono molti i bambini nati da madri malate di cancro che durante la gravidanza hanno seguito chemio e radio terapia. Sono nati sani Dana, perché per te dovrebbe essere diverso?” “Non sono abituata alla normalità, non c'è niente di normale nella mia vita” “Non è mia abitudine abbandonare la guerra senza lottare ...” prese la mano della giovane stringendola dolcemente “ … ti prescriverò integratori e cure palliative, allevieranno i sintomi e ti aiuteranno con i piccoli fastidi. Conosco uno stimato collega che più di una volta si è occupato di casi simili al tuo” “Il mio cancro?” “No, una gravidanza con il cancro. Ci affideremo a lui per avere qualche buon consiglio, è inutile che ti dica che dovrai lasciare il lavoro” “Cosa?” “Niente stress, niente rischi inutili, sono stato chiaro?” “Non posso lasciare il lavoro così, sono un'agente federale Michael!” “E io sono il tuo medico e sto tentando di tenere in vita te e questo bambino” la vide tremare sotto i colpi di emozioni che fino ad ora aveva evitato di considerare “Immagino che il padre sia ...” un debolissimo sorriso le sfiorò le labbra mentre ritraeva dolcemente la mano stringendosi nelle spalle “Lo prenderò per un sì, conosco un modo carino per comunicare una cosa del genere” “Non credo di averne bisogno” “Non vuoi ...” “Si” esclamò alzandosi “Meno male” rispose Michael massaggiandosi il collo “Non sarei stato pronto ad una risposta negativa” “Quindi ora come … cosa ...” “Ora vai a casa e lo chiami, cenate assieme e gli fai il più bel regalo del mondo, al resto penseremo dopo” ma per quanto si sforzasse di pensare a quel dopo, l'unica cosa che le brillava sul volto era un sorriso tanto tenero nato senza alcun preavviso.


“Dove sei sparita?” “Scusami, avevo un impegno” “Un impegno?” ribatté confuso “Mia madre ha insistito così tanto e alla fine ho ceduto, pranzo assieme” bugiarda, sentiva il cuore urlare a squarciagola ma non riusciva a parlare, non riusciva nemmeno ad articolare un pensiero sensato.
Cosa sarebbe accaduto se quella nuova piccola vita fosse stato un peso troppo grande per lui? Come avrebbe reagito? Sarebbe scappato via da lei o l'avrebbe stretta tra le braccia amandola ancora e ancora? Chiuse gli occhi qualche secondo ricacciando via quel vortice di pensieri “Ehi, va tutto bene?” sentì la mano dell'uomo sfiorarle il volto mentre le porte dell'ascensore si chiudevano dietro di lui “Sei pallida” “Sto bene, smettila di comportarti da medico” “Uno dei due deve pur farlo” ribatté ironico percorrendo con le dita la linea delicata del suo collo “E visto che ti ostini a prendermi in giro, mi tocca diventare razionale e giudizioso” la vide ridere nascondendo le labbra dietro alla mano “Oh, e così è divertente?” “Non immagini nemmeno quanto” “E quanto ancora durerà questa cosa? No perché vedi, odio da morire essere te” ma le labbra della giovane si posarono sulle sue cancellando in un secondo le parole.
Lasciò scivolare le mani sulle sue spalle, sulle braccia fino alla vita sottile perdendosi in quel bacio senza respiro “È pericoloso” sussurrò Mulder “Dio, prima o poi mi ucciderai così lo sai?” sapeva di buono, sapeva d'amore e baciarla, stringerla, amarla era diventata l'unica ragione della sua folle vita “Forse dovremo smetterla” “Stai scherzando?” “Siamo in un'ascensore, un'ascensore negli uffici federali” ma lo sguardo confuso sul volto dell'uomo la costrinse a ridere “Ti prego dimmi che stai scherzando” “Cosa vedranno i nostri colleghi quando le porte si apriranno, ci hai pensato?” “Ehi, sei stata tu a voler giocare con i soldatini, ora che il generale è ...” un altro bacio, più leggero, pieno di tenerezza “Ti sto odiando” “Non è vero” sussurrò divertita sfiorandogli il volto “Ora me le togli le mani dal sedere?” ma lui sbuffò abbandonando la testa sulla sua spalla.
Il calore delle sue mani sulla pelle era terribilmente invitante ma se quelle porte si fossero aperte, tutto il dipartimento avrebbe riso di gusto trovandola con la camicia slacciata, la gonna sollevata e il respiro unito a quello di Mulder.
Non che a lui questa cosa importasse, passava meno tempo possibile a preoccuparsi dei pensieri altrui ma era già abbastanza difficile sopportare le frecciatine e gli sguardi, concedere loro anche l'immagine perfetta era davvero un regalo idiota.
“Ti odio, davvero Dana” sussurrò lasciando scivolare le mani sulle gambe bollenti della giovane “Ma per questa volta lo farò in silenzio” si staccò da lei perdendosi qualche attimo nella profondità del suo sguardo “Devo incontrare i ragazzi per un piccolo consulto, vieni con me?” “Ti dispiace andare da solo?” rispose sistemando di nuovo la camicetta “Devo fare alcune cose e ...” “Che tipo di cose?” “Niente di preoccupante, ci vediamo stasera?” lo vide annuire leggermente, c'era qualcosa nel suo sguardo, un alone, un fantasma che conosceva bene e che rifiutava.
Prima o poi avrebbe dovuto spiegargli il motivo di quelle continue bugie ed aveva il terrore folle di vederlo scomparire dietro a teorie e ricerche infinite di verità impossibili.
Fece un bel respiro cercando di far apparire quel sorriso naturale “Vieni a cena da me” le porte dell'ascensore si aprirono, lasciò un bacio leggero sul volto dell'uomo scappando via dalle sue mani, dalle sue domande, dalle sue paure.




“Dove l'hai trovato?” domandò incuriosita studiando la copertina lucente del libro, la luce delle lampade illuminava le scritte dorate scavando leggerissimi intrecci d'ombra, piccoli giochi di luce che abbracciavano la rilegatura antica “Bello vero? L'energia e il suo utilizzo” “L'hai rubato ad una strega?” “Già, aveva la scopa rotta e non è riuscita a corrermi dietro” ribatté allegro sedendo sul divano al suo fianco “No davvero Mulder, dove l'hai ...” “Un'amica” “Un'amica” ripeté confusa “Che amica?” “Non importa, quello che conta è che ora, possiamo trovare la parte mancante del signor Morris” “Che amica?” ma lui socchiuse gli occhi assumendo quell'aria tronfia che la infastidiva da morire “Sei gelosa?” “Vorrei solo sapere dove venire a recuperarti la prossima volta che incontrerai quest'amica. Non ho voglia di scorrazzare per il mondo senza nemmeno un indizio” "Bugiarda" "La smetti?" posò il libro sul tavolino tornando a concentrarsi sul volto dell'uomo.
Era nervoso, lo mascherava egregiamente dietro ai sorrisi ma quegli occhi li conosceva bene, aveva letto in quel verde profondo ogni tipo di sentimento negli ultimi mesi, in quel mare vibrante si era immersa anima e corpo permettendo a sé stessa e a Mulder di intrecciare mani e anime creando la luce.
“Allora, non vuoi confidarmi il tuo piccolo segreto?” “Non è niente di così … lo so che ...” “Forse, dovresti semplicemente dire ciò che ti sforzi tanto di nascondermi” e in quel momento, ogni sua paura diventò improvvisamente reale.
La guardava con quell'espressione innocente, con quel sorriso a metà tra la dolcezza e il terrore, vani tentativi di nasconderle la verità perché la conosceva, conosceva la sua verità ed era certa che prima o poi l'avrebbe presa a schiaffi per costringerla a confessare.
Fece una fatica tremenda a ricacciare indietro la voglia di scappare da lui ma che senso aveva continuare a mentire? Era sfinita, massacrata da quel cancro e distrutta dal muro di bugie dietro alla quale si era rifugiata “Questa mattina sono stata dal medico” “Dal medico? “Ultimamente non sono stata molto bene e volevo essere sicura che non fosse un virus strano o qualche avvisaglia di febbre o ...” “Il cancro” una fitta violenta le colpì in pieno petto arrestando di colpo ogni parola.
La mano di Mulder si strinse con forza attorno al polso sottile togliendole il respiro, lo vedeva lottare contro sé stesso, con qualcosa che a lei veniva precluso e che non l'aveva mai abbandonato “Era … era questo che cercavi di nascondermi?” “Mulder” “Guardami negli occhi e giurami che stai bene, che non è quell'incubo, che non mi stai nascondendo ...” “Ehi” strinse dolcemente il suo volto sorridendo “Devi dirlo Dana, ho bisogno di sentirlo dalle tue labbra, dimmi che non devo ...” “Non devi fare niente” sussurrò chiudendo gli occhi “Non voglio che tu faccia niente” il pianto spaccò a metà il respiro dell'uomo “Non devi fare niente” “Non posso” “Non è vero” le scostò dal volto i capelli asciugando quelle lacrime maledette con i baci, un debolissimo sorriso increspò le sue labbra “Troverò un modo per salvarti, troverò una cura, te lo prometto” “Mulder, no” “Sì” esclamò con forza “Troverò una cura e starai bene, tu non morirai!” si alzò lasciando un vuoto immenso davanti a lei “Dove vai?” domandò terrorizzata mentre pregava il cielo che la pistola stretta nella sua mano finisse sul tavolino e non ancorata alla schiena “Mulder ...” “Da quanto lo sai?” sbottò gelido asciugandosi il volto “Importa davvero?” “Da quanto lo sai!” “Due settimane” una risata riempì il silenzio tramutando la paura in rabbia.
Lo seguì fino alla porta cercando un modo per bloccarlo, per impedirgli di correre dietro alle tenebre “Dove stai andando?” strinse il polso dell'uomo tirandolo indietro “No” “Lasciami andare” “No! Non ti lascio, non puoi Mulder” “Perché non me l'hai detto” urlò sfilando la mano dalla sua “Lo sai, mi sono ripetuto per giorni che forse stavo esagerando, che quei giramenti di testa fossero solo debolezza! Ti ho chiesto …” “Lo so” “E allora perché diavolo non me l'hai detto!” “Perché non voglio vederti rinunciare alla vita per inseguire un uomo” “Tu non hai il diritto di nascondermi queste cose!” la botta di quell'esplosione arrivò puntuale soffocandola. Cercava di parlare, cercava di mettere in fila i pensieri ma non riusciva a calmarlo, non riusciva a fermarlo e se gli avesse permesso di uscire da quella porta, non sarebbe più tornato da lei, mai più.
“Lo sai come mi sento? Quello che sto …tu sei l'unica cosa al mondo che da un qualche fottuto valore alla mia vita Dana! Quando eri in ospedale ho giurato a me stesso che nessuno, nessuno ti avrebbe mai più fatto del male. Ti ho promesso che saresti stata al sicuro, che quell'uomo non avrebbe più giocato con le nostre vite e ora sei qui, davanti a me e mi stai … Perché non me l'hai detto!” chiuse gli occhi incapace di nascondere oltre le lacrime “Non so cosa fare Dana, non riesco nemmeno a respirare” “Io devo … c'è una cosa che devo dirti” sussurrò tremante stringendosi dolcemente nelle spalle.
Sembrava così piccola, così indifesa, aveva un bisogno folle di abbracciarla, di renderla in qualche modo reale perché le immagini che prendevano vita davanti ai suoi occhi, erano stralci di un passato che aveva chiuso a chiave nel cassetto del “Mai più”.
Si avvicinò di un passo a lei sollevandole il volto “Di cosa ...” “Sono incinta” il cuore mancò un colpo mentre quelle due parole rimbombavano nel cervello come un eco lontano.
Ci mise qualche attimo a tradurne il senso, socchiuse gli occhi cercando di formulare qualcosa di simile ad una risposta ma dalle labbra non uscì niente di più del silenzio “Aspetto un bambino” sentì la mano della giovane scivolare sul suo braccio, le dita unite assieme mentre la trascinava lentamente sul ventre “Qui” sussurrò sfiorandogli il volto “Questo è quello che puoi fare Mulder, puoi stare qui con noi” “Io non …” “Ti prego” e pregava, pregava con tutta sé stessa affinché quelle due sciocche parole lo costringessero a restare, che lo tenessero ancorato a lei, al loro bambino impedendogli qualsiasi pazzia “Resta qui con me” “Sei incinta” annuì appena sorridendo “Dana, tu non ...” “Io sto bene, starò bene per te, per lui ma devi farmi una promessa … ” sollevò il volto intenerita da quello sguardo colmo di lacrime che studiavano ogni centimetro del suo viso “ ...giurami che resterai qui, che sarai al mio fianco e che dimenticherai ogni altra cosa Mulder” un debolissimo si uscì dalle labbra dell'uomo, un sussurro, una bugia, sfiorò la fronte della giovane con le labbra prima di scappare via da lei.
Un debolissimo sorriso colorò le lacrime della giovane mentre sfiorava il ventre nel silenzio "Tornerà" sussurrò tremante "Non devi avere paura, il tuo papà tornerà da noi".




 
  
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