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Autore: kibachan    31/03/2018    2 recensioni
Un excursus su vari momenti della vita di Loki, dalla sua nascita in poi, sui legami e le relazioni con la sua famiglia, in particolare con sua madre Frigga, che l'hanno condotto lentamente a diventare il dio degli inganni.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sif, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1 – 4 ANNI DOPO
 
Loki osservava con espressione incacchiata il piccolo putto roseo che sgambettava senza sosta nella culla accanto a sua madre.
Bhè, piccolo per modo di dire. A sei mesi quel concentrato di urla, saliva e deiezioni di ogni tipo sarebbe stato quasi alto quanto lui, se fosse riuscito a tenersi in piedi.
Il demonietto emise un acuto talmente forte che il piccolo Loki non riuscì ad impedirsi di coprire le orecchie.
 
-Thor!- ridacchiò allegramente Frigga premendogli un dito sulle labbra
–comportati bene!-
 
Loki guardò sua madre. Gli piaceva vederla sorridere e da quando era nato il demonietto biondo era sempre felice. Sembrava non notare quanto quel coso facesse prettamente cose disgustose.
Si accovacciò accanto alla culla di vimini (i cui bordi, a causa della dirompente energia del piccolo, avevano visto giorni migliori). Si domandava cosa ci vedessero i suoi genitori di così meraviglioso in quel cosetto sbavante. Thor si voltò su un fianco verso di lui, ridendo e tendendo le braccine grassocce per farsi prendere. Il labbro di Loki tremò per tentare di trattenere un sorriso.
Si ok… forse ogni tanto era adorabile… ma solo ogni tanto.
Poi il suo sguardo si fece di nuovo pensieroso. In quei pochi mesi quel bambino era riuscito a mettere in discussione molte delle sue certezze, soprattutto su suo padre!
Aveva sempre ritenuto normale che, a differenza di sua madre, Odino non gli avesse mai rivolto gesti d’affetto. Certo parlava con lui, gli insegnava molte cose e recentemente, dato che (parole sue!) sapeva essere molto bravo e silenzioso, gli aveva permesso di sedersi nella stanza del consiglio ad ascoltare quando si riuniva con i suoi generali. Gli diceva spesso che sarebbe diventato un ottimo stratega di guerra (anche se lui si era vergognato di dirgli che non sapeva cosa volesse dire).
Ma non c’erano abbracci, né risate insieme o momenti di gioco puro. Fino a quel momento tutto ciò gli era parso normale, che era così che un padre si comportava.
Ma da quando era arrivato Thor… aveva visto qualcosa di completamente diverso. Odino lo teneva spesso in braccio, gli baciava persino le guance. L’aveva visto ridere con lo stesso amore di sua madre negli occhi mentre il piccolo menava calci all’aria e una volta l’aveva persino sorpreso a fargli pernacchie sulla pancia!
Non l’aveva detto a nessuno però.
Aveva pensato che forse quando era in fasce anche lui aveva ricevuto quel trattamento e che non appena il demonietto fosse riuscito a mettersi in piedi sul padre avrebbe preso le distanze anche da lui. Ma non ne era molto convinto.
Osservò ancora il fratello. Aveva gli occhi azzurro brillante come suo padre e i capelli biondi come il grano maturo… come sua madre. Parve accorgersi in quell’istante che invece lui… era molto diverso dai suoi genitori. Era esile come un giunco, con il viso spigoloso. Guardò Frigga. Aveva gli occhi scuri ma non come i suoi, ricordavano il caramello bollente.
 
-Loki…- lo chiamò dolcemente lei –che cosa c’è?-
 
-mi domandavo madre- chiese continuando a guardare Thor –mio padre… aveva i capelli neri? Intendo prima che il tempo glieli tingesse di bianco-
 
Frigga parve sorpresa da quella improvvisa domanda, poi un lampo di comprensione attraversò il suo sguardo e gli sorrise dolcemente
 
-no mio tesoro, questo colore stupendo è solo tuo- risponde accarezzandogli i capelli. Loki arrossì per essere stato scoperto
 
-ma no! Che c’entra questo! Ero solo curioso!- si difese.
 
Frigga sentì il cuore dolore al pensiero di un bambino così piccolo in cerca di un legame che non avrebbe trovato.
 
-sai figlio, non tutte le somiglianze si vedono- gli disse. Vedendo il suo sguardo dubbioso allungò le braccia per invitarlo ad andarle in grembo. Il bambino aggirò la culla e andò a sistemarsi sulle gambe della madre che iniziò ad agitare lievemente le mani. Davanti agli occhi sbalorditi di Loki apparvero delle figurette di uccellini che andarono a cantare vorticando intorno alla testa del piccolo Thor che gridò di gioia. Un altro movimento e il viso di Thor si riempì di una barba lunga e folta. L’espressione del piccolo demonietto tutto sgambettante con una barba più lunga di quella di Odino fece scoppiare a ridere Loki.
 
-ma… ma come hai fatto!?- balbettò in presa a una vera crisi di risate
 
-prova a toccarla, la barba intendo- lo esortò Frigga sorridendo a sua volta.
 
Le risa di Loki si tramutarono in sorpresa quando la sua mano attraversò la barba senza toccarla davvero e le sue dita toccarono invece il mento liscio e soffice del neonato
 
-ma!- esclamò muovendo la mano senza riuscire a toccare davvero la barba. La sua immagine tremolò sotto il tocco.
 
-è un’illusione Loki- spiegò dolcemente Frigga
 
-una cosa?-
 
-un’illusione. Un inganno per gli occhi. Ti faccio vedere qualcosa che non c’è realmente-
 
L’espressione di puro stupore di Loki venne distratta dal piccolo Thor che iniziò a succhiare le dita che il fratello aveva dimenticato poggiate sul suo viso. Il bambino ritrasse la mano di scatto con un’esclamazione di disgusto.
 
-ti piacerebbe imparare?- lo richiamò Frigga
 
-posso!? Cioè… dici che sono capace?- esclamò il piccolo entusiasta
 
-certo! Tu somigli a me Loki, so che la magia è dentro di te- sorrise nel vedere l’orgoglio impadronirsi del viso di suo figlio. Voleva dargli a tutti i costi qualcosa che lo legasse concretamente a lei.
 
-bene ti insegnerò dunque- aggiunse –ma dovrai essere estremamente disciplinato, non sarà facile-
 
-lo sarò madre- promise il piccolo, e Frigga gli sorrise di nuovo. Lo sapeva. Lo sapeva bene quanta intelligenza e sensibilità si celasse in quel bambino. Dentro di sé pensava che sarebbe stato un buon sovrano un giorno… se solo Odino gliene avesse dato la possibilità.
 
 
 
 

 
  
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