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Autore: LeaDarco    31/03/2018    4 recensioni
CAPITOLO 10: La Fortezza Oscura - Parte 3 (compagni: Xigbar, Saïx & Axel)
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Missing Moments su come è nata la ribellione di Marluxia e della sua vita all'interno dell'Organizzazione XIII: ogni capitolo racconterà le missioni del numero XI insieme a un compagno, analizzando il suo rapporto con gli altri membri dell'Organizzazione (in particolare con Larxene)
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Larxene, Marluxia, Organizzazione XIII
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Kingdom Hearts, KH Chain of Memories
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La Fortezza Oscura pt.2

(Compagni: Xigbar, Saïx & Axel)


... e mi troverai, amico mio. Nessun oceano ci costringerà all'addio.
Nessun ostacolo ti potrà fermare mai. Se coloro che ami proteggerai.

La cerimonia di passaggio tra Terra e Riku.

 

«Malefica sta chiamando i rinforzi».

All’orizzonte, Marluxia aveva notato un gigantesco stormo di Wyvern volare verso la Fortezza Oscura. «Dobbiamo andare ad aiutare Axel e Saïx».

«Devi rilassarti» rispose Xigbar con un mezzo sorriso. «Non è mica un caso se abbiamo scelto di agire a quest’ora».

Marluxia si voltò verso il tramonto e capì: «Saïx… ».

Tra poco il sole avrebbe lasciato il posto alla luna; a quel punto, ogni loro nemico sarebbe stato in pericolo.

«Non lascia niente al caso, eh?» commentò Xigbar combinando le pistole in un unico fucile. «Non vorrei essere lì quando perderà la testa» poi puntò l’arma verso le torri del castello e avvicinò l’occhio al mirino.

BOOM!

Una terza esplosione scoppiò in uno dei cortili della Fortezza (seguita dal ruggito mostruoso del drago), ma il numero II non sembrò accorgersi di niente. «Su… vieni fuori» continuava a ripetere come una cantilena. «Vieni fuori… ».

Poi Marluxia notò alcuni Shadow materializzarsi sui merli del castello; l’aria cominciava a impregnarsi di zolfo e l’effetto ipnotico dei suoi fiori stava svanendo, ma non si preoccupò: le antenne degli Heartless erano concentrate sulla battaglia di Axel e Saïx.

«Ti ho trovato!» esclamò Xigbar e fece cenno al compagno di dare un’occhiata.

Marluxia si avvicinò al mirino e dalla lente vide un giovane sulla quindicina, un ragazzo dai capelli argentati che guardava lo scontro dal cammino di ronda più alto. «Lo vedo».

«Bene» tagliò corto Xigbar. «Andiamo a prenderlo».

Studiò la ragnatela di tubature che si arrampicava sulla fiancata del castello: corse verso la balaustra e saltò sopra a una gru arrugginita. «Stammi dietro» urlò. «Conosco una scorciatoia più veloce».

Marluxia annuì, prese la rincorsa e saltò senza badare al vuoto sotto di lui; atterrò con eleganza accanto a Xigbar, che gli concesse un’espressione di sincero stupore.

Poi cominciarono la loro scalata e Marluxia si scoprì sorpreso di come il compagno riuscisse a intravedere ogni sporgenza sul muro della Fortezza: si domandò se Xigbar andasse a memoria, se avesse già utilizzato quella strada in passato (e perché tanti anni fa avesse avuto bisogno di una scorciatoia nascosta, così pericolosa, per muoversi in casa sua).

«Ci sei, raggio di sole?». Xigbar gli lanciò un’occhiata divertita da un merlo più in alto.

Marluxia annuì, in bilico su una bertesca, poi spiccò un salto e il compagno gli afferrò la mano aiutandolo ad arrampicarsi.

«Che ne dici? Ti piace la vista da quassù?»

Improvvisamente un fortissimo vento bollente lo appiattì contro il muro; si voltò in direzione dello scontro ma una densa coltre di fumo gli impedì la vista.

«Malefica!».

«Malefica?» ripeté Xigbar con una risata. «Questi sono i ragazzi che si difendono».

Respirò la tempesta di fuoco che si sollevava sul castello e percepì l’impatto travolgente del Claymore di Saïx: no, non riusciva a credere che l’attacco concatenato dei due avesse un così ampio raggio di azione.

«Non distrarti, Marluxia» lo riprese Xigbar. «Concentrati sulla nostra missione».

 

Arrivarono sul cammino di ronda, ma non c’era più traccia del ragazzo. Marluxia si guardò intorno (non poteva essere andato lontano) quando notò un grosso poliedro luminoso accanto alla balaustra; lo sfiorò con la mano e un ingresso segreto si aprì nel muro.

«Questa mi è nuova» commentò Xigbar.

Imboccarono così uno stretto corridoio illuminato da alcune vetrate spalancate. I drappeggi di velluto verde, tremavano nell’alito di vento caldo che entrava dalle finestre aperte; c’era una porta sulla sinistra, un uscio di quercia massiccia e rinforzi d’ottone che non sembrava chiusa del tutto.

«Non perdiamo tempo» lo esortò Xigbar, ma qualcosa non li convinceva.

Marluxia invocò la sua Dalia, aprì la porta ed entrò in una piccola stanza adibita a camera da letto: dentro non c’era nessuno. Eppure era sicuro di sentire qualcosa…

Avanzò di un paio di passi, quando si accorse del ragazzo riflesso sull’acciaio della falce: era nascosto dietro la porta, pronto ad attaccarli con la spada che brandiva tra le mani (e non con un Keyblade).

Marluxia lo lasciò fare e quando il ragazzo si lanciò all’assalto, la lama affondò in una cascata di fiori; Xigbar allora ne approfittò per bloccargli il braccio. «Dove credi di andare, Riku?» esclamò con un sorriso.

Il ragazzo fece perno sul numero II per tirarlo a sé e piazzargli un calcio dritto sullo stomaco; poi con la mano aprì un varco oscuro e ci si tuffò dentro.

«Vallo a prendere!» ordinò a Marluxia, che riuscì a entrare prima che le spire chiudessero il passaggio.

Si trovò così’ di fronte all’imponente santuario del Castello. Davanti a lui, Riku stava scappando verso un secondo corridoio oscuro; Marluxia non esitò, lanciò la sua Dalia contro le gambe del ragazzo che terminò quella noiosa fuga contro il marmo del pavimento.

«Sei o non sei il Custode del Keyblade?» domandò avanzando verso di lui.

Riku provò a strisciare via ma il numero XI gli fu subito sopra; lo afferrò per i capelli costringendolo a incrociare i suoi occhi.«Sei o non sei il Custode del Keyblade?».

«No» digrignò tra i denti.

Il cuore del ragazzo batteva dalla rabbia, torturato dal divario di potenza tra i due. Eppure, nascosta in quella furia oscura, Marluxia percepì una scintilla, una luce calda e orgogliosa (come un bagliore, simile a quello che raramente riuscivi a scorgere negli occhi del Superiore).

Per un attimo gli sembrò che qualcosa di antico e profondo unisse Xemnas e il ragazzo.

Riku approfittò di quel momento per liberarsi dalla presa di Marluxia: si voltò verso l’unica via d’uscita ma intuì presto che era troppo lontana. Allora guardò il numero XI e invocò la sua Animofago.

Il Leggiadro Sicario raccolse la sua Dalia con un sorriso.

«Chi sei?» domandò Riku sollevando la spada . «Che cosa vuoi da me?».

Un fendente della sua falce fu la risposta: il ragazzo riuscì a evitarlo e provò un affondo con la spada che annegò invano in una raffica di fiori. Marluxia apparve alle sue spalle, circondato da un’accecante aura rosa: aprì le braccia e una colonna d’aria travolse in pieno Riku trascinandolo contro il soffitto e lasciandolo cadere a peso morto.

Subito un’ondata di Shadow si materializzò per difendere il ragazzo stremato a terra.

«Saïx ha ragione» commentò Marluxia; gli Heartless si lanciarono su di lui ma li distrusse tutti con un colpo della sua Dalia. «Il tuo controllo sulle forze oscure è notevole».

Riku gli saltò addosso, sguainando la spada con rabbia e frustrazione; Marluxia schivò con eleganza la sua collera e lo colpì al ginocchio con l’impugnatura della sua Dalia.

Il ragazzo quasi inciampò ma si appoggiò sulla mano e con una capriola tornò subito alla carica.

Caricò un fendente, poi un secondo.

Ma la spada ferì solo il cappotto.

«Sei troppo lento» la Dalia roteò nella mano di Marluxia che colpì Riku con tutta la sua forza scaraventandolo contro l’altare in fondo alla sala.

Una seconda ondata di Shadow, questa volta molto più numerosa, si materializzò in ogni punto della stanza: adesso Marluxia era circondato.

Riku si alzò da terra stremato. «È finita» concluse soddisfatto.

Ma subito la soddisfazione si trasformò in orrore quando il corpo del Leggiadro Sicario cadde a terra come un pupazzo senza vita… era soltanto una copia.

«Io dico di no» mormorò Marluxia dietro di lui.

La lama della Dalia si posò sulla gola del ragazzo: gli sfiorò la pelle più delicata appena sopra il pomo d’Adamo.

«E adesso smettila di farmi perdere tempo».

 

«Non sono io quello che vuoi» tagliò corto Riku.

Cercava solo di prendere tempo; Marluxia lo capì da come impugnava nervosamente la spada.

«Non sono io il Custode del Keyblade» sollevò il braccio senza voltarsi (la lama della Dalia, bloccava ogni suo movimento) mostrando la sua spada oscura a forma di ala demoniaca.

«Questo è tutto ciò che ho» disse con finto autocontrollo. «Tutto ciò che mi rimane».

Era chiaro che aspettasse solo che Marluxia abbassasse di nuovo la guardia.

Ma la falce gli accarezzò la pelle e una sottile linea rossa si disegnò sul collo del ragazzo.

«Dove trovo il Custode del Keyblade?» domandò Marluxia.

Silenzio.

Il respiro di Riku riuscì a restare indifferente ma il suo cuore lo tradì cominciando a battere più forte.

«Dunque lo sai… ».

Silenzio.

«Dimmelo!».

Silenzio.

«DIMMI».

Il cuore gli batteva all’impazzata.

«DOVE».

Sapeva dov’era.

«SI».

Sapeva chi era.

«TROVA!».

Marluxia! lo chiamò improvvisamente una voce.

E una piccola sagoma si trascinò dal buio, una creatura esile e storpia, come uno spettro rintanato dentro una lunga tunica marrone.

Lascia andare Riku…

«E tu?» lanciò un’occhiata furibonda al nuovo arrivato. «Chi diavolo sei?».

La creatura non riuscì a formulare una risposta che qualcuno spalancò le porte del Santuario.

«Fa quello che ti dice, numero XI!» lo intimò Xigbar avanzando verso di lui. «Lascia andare subito il ragazzo».

Il tono non era mai stato così severo; Marluxia si sforzò di obbedire, si sforzò con tutto se stesso, ma nella sua mente riecheggiò solo quanto assurdo e totalmente illogico fosse l’ordine del suo compagno… l’ordine di un suo superiore.

Poi le dita gelide del Leggiadro Sicario si posarono sul collo del ragazzo. «Scordatevelo... ».

   
 
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