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Autore: Shinalia    01/07/2009    4 recensioni
Personaggi: Isabella Swan , Edward Cullen
Genere: malinconico
Avvertimenti: "What if ...?"
Rating: verde.
Trama: E se Edward & Bella si fossero già incontrati prima?
Estratto capitolo 2:
I flebili raggi inondano la massa d’acqua
Creando un gioco di ombre e colori ed un suggestivo spettacolo
Ciò che con rammarico io osservo è la solitudine con la quale condivido un mondo di colori
Che a me si mostra con una semplice e sbiadita ombra!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Forse un giorno ...
Fandom: Twilight
Personaggi: Isabella Swan , Edward Cullen
Genere: malinconico
Avvertimenti: "What if ...?"
Rating: verde.
Info: E se Edward & Bella si fossero già incontrati prima?

Betato: Dighhi

Forse un giorno …

POV Bella

Forks, il paesino che mi ha ospitato in un breve lasso di tempo durante la mia infanzia.

Già dall’aereo posso ammirare gli immensi nuvoloni carichi di pioggia, costante in questo paese, anche nei mesi estivi. Da anni ormai non trascorrevo in questo luogo le estati in compagnia di mio padre Charlie. Mia madre era scappata da questa terra desolata portandomi con se e chiedendogli il divorzio, cosa che lo aveva distrutto. Durante gli anni dell’infanzia sono tornata quasi ogni estate per passare del tempo con lui, ma ormai erano anni che evitavo quella che da un po’ avevo iniziato a definire una tortura, eludendo abilmente queste occasioni e vedendo mio padre solo durante quelle rare visite che lui si concedeva.

Non che avessi problemi con lui, tutt’altro. Charlie poteva di certo considerarsi un buon padre ed il suo affetto per me è indiscutibile, ma non era la mamma e passare le mie estati all’insegna del mal tempo non era poi una gran cosa. Infondo ho tredici anni, dovrei essere egoista e fare ciò che la mia natura da adolescente mi impone. Eppure quest’estate sono qui a Forks.

Perché?

La mia mamma ha iniziato a vedersi con un uomo, che ormai da mesi gira spesso per casa, non che la cosa mi pesi, però in alcuni momenti fa sentire di troppo per non parlare degli strani rumori che di notte si diffondono nell’abitazione.  Credo sia da non più di sei mesi che intrattengono questa relazione, inizialmente ha evitato di rivelarmelo, credo un po’ per vergogna e un po’ per non ferirmi. Probabilmente pensava non avrei accettato l’idea che lei stesse con qualcuno all’infuori di papà, un ragionamento sciocco considerando la breve durata del loro matrimonio, per non parlare della sua fuga e del suo abbandono. Da bambina temevo fosse colpa mia e non nascondo di aver sperato a lungo in un cambiamento, di riottenere la mia famiglia, ma ormai con gli anni e crescendo avevo compreso quanto questo mio desiderio fosse sbagliato.

Stare insieme avrebbe significato per entrambi solo una tortura, e chi ero io per sperare in questo?!

Eppure avevo deciso prontamente di approfittare di quest’occasione per allontanarmi da casa, l’idea di Phil e mamma mi turbava ugualmente, pur sapendo razionalmente che era una cosa più che normale che un giorno avrebbe trovato un compagno, in fondo era sempre stata una donna bella e molto vivace. Il contrario di me oserei dire. Gli uomini non potevano non notarla e di certo non dovevo sperare rimanesse sola per sempre.

Non sarebbe stato giusto.

Ma … è stato ugualmente uno shock. Ho sentito la necessità di una piccola pausa e come una bambina sono fuggita dal problema. Non volevo turbare mia madre con la mia inquietudine, sapevo avrebbe sofferto scoprendo la mia “disapprovazione” a questa storia. Se così si poteva definirla … mi sentivo confusa! Molto confusa.

L’aereo è appena atterrato e, dopo aver recuperato il bagaglio, esco con calma fuori dall’aeroporto dove noto l’immancabile auto della polizia a cui mio padre è appoggiato. Lo saluto con un cenno e mi guarda stralunato, ho la netta sensazione non mi abbia riconosciuta.

Possibile? Mi avvicino cauta ed anche un po’ imbarazzata ed esordisco con un semplice “Ciao papà!” abbozzando un sorriso che sono convinta sia più simile ad una smorfia. Pazienza, Charlie non è un acuto osservatore fortunatamente per me.

È una persona molto buona e disponibile, ma nei rapporti umani non è particolarmente abile.

Sarà un tratto genetico

 Ci somigliamo molto e talvolta credo non sia un bene, avrei preferito avere un carattere solare e gioioso come mia madre.

Ma quale adolescente ama la sua vita e la sua personalità?

In macchina regna un silenzio imbarazzato, nessuno dei due sa bene cosa dire o se sia il caso di dire qualcosa. Ci limitiamo di tanto in tanto a qualche osservazione o semplici convenevoli.

Ho deciso di non dirgli della relazione della mamma, credo non ne sarebbe felice e non ho intenzione di turbare anche lui, in fondo non è di certo sicuro che si sposeranno. Potrebbe essere una situazione passeggera.

Ma se così non fosse? Quasi mi fa pena pensare a Charlie solo, mentre la mamma procede con la sua vita, so benissimo quanto non abbia realmente accettato la sua fuga. L’amava e l’ama tutt’ora, più di quanto lei stessa meriterebbe, e lo dimostra anche lo stato della casa per nulla mutata.

Il tocco di mamma è ancora evidente nella scelta dei colori e del mobilio, mi domando per quale motivo mio padre si torturi in questo modo, vivendo soffocato dai ricordi di quella donna che ormai da anni lo ha abbandonato da tempo.

Mi dirigo nella mia stanza per posare i pochi oggetti che ho portato con me, lo stretto necessario per una “vacanza” di una settimana, nella quale sarò costretta a trascorrere gran parte del tempo in compagnia di mio padre e il suo amico Billy.

Charlie si è premurato di comunicarmi che Jacob, il figlio del suo amico – nonché mio compagno di giochi nell’infanzia – non sarà presente perché in vacanza da sua sorella. Non poteva darmi notizia migliore, mi ero concessa quella settimana per riflettere su ciò che stava accadendo e non volevo certo dovermi trovare un ragazzino tra i piedi.

In compenso avrei trascorso gran parte del mio tempo sulla spiaggia, di certo sarebbe stata quasi disabitata considerando le condizioni climatiche. Il mare aveva avuto per me una grande attrattiva sin da bambina, avevo sempre adorato poter ammirare le onde infrangersi sulla battigia, riuscivano a diffondermi un enorme senso di armonia e pace.

Quella sera a causa dell’ora tarda in cui l’aereo era atterrato, decidemmo di restare a casa, ma il mattino seguente ci saremmo recati a La Push dove mio padre avrebbe pescato con Billy. La loro era una vera e propria mania che non riuscivo a condividere, ma mi avrebbe permesso di ottenere la totale libertà ed autonomia.

E così fu, il giorno seguente andai in spiaggia che come previsto non era gremita di gente, tutt’altro. Solo qualche misero ombrellone – inutile oserei dire considerando le nuvole che oscuravano totalmente il sole. Mi avviai in un punto più isolato, verso il limitare della foresta rivolgendo il mio sguardo al mare. Era piuttosto calmo e potevo vedere qualche timido raggio di sole, all’orizzonte, illuminare la massa d’acqua creando un magnifico gioco di colori. Persa nei miei pensieri le lacrime iniziarono a venir giù copiose, dando sfogo a quel malessere che ormai covavo da mesi ma che cercavo di reprimere. Quelle lacrime salate erano liberatorie e ad ognuna di esse sentivo il peso che gravava sul mio stomaco dissolversi.

Forse non era stata così sbagliata l’idea di tornare a Forks.

 

   
 
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