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Autore: Il_Genio_del_Male    01/04/2018    7 recensioni
Jongin voleva solo fare benzina.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Questa ficcy nasce come seguito di Tra le righe (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3720643&i=1), ma penso possa leggersi anche da sola.

 

 

 

 

 

È una sera buia e tempestosa (in verità relativamente serena, ma senza un po’ di pathos che storia sarebbe?) di marzo. Jongin, terminato il turno pomeridiano in biblioteca, nota che il benzinaio sulla via del ritorno è aperto. Insolito, dato che sono già le sette e mezza e che in genere, passandoci davanti a quell’ora, lo trova sempre tristemente chiuso. La novità si rivela però provvidenziale, giacché il serbatoio dell’auto di Jongin è in riserva da almeno due giorni e lui rischia di ritrovarsi appiedato da un momento all’altro.

Sicché l’impavido bibliotecario mette la freccia ed entra nella stazione di servizio, parcheggiando in prossimità del distributore di GPL. Il cartello recita “Servito”, ed infatti pochi secondi dopo Jongin vede (strizzando gli occhi astigmatici e sprovvisti di lenti a contatto) avvicinarsi il benzinaio. Quando questi apre lo sportellino dell’auto, svita il tappo del serbatoio e getta un’occhiata nell’abitacolo per ascoltare la richiesta del cliente, Jongin scopre di conoscerlo e prova il folle e subitaneo impulso di richiudere il finestrino e darsela a gambe.

“Jongin?!” esclama l’inserviente, sbigottito quanto lui.

“Uhm. Ah ah. Che coincidenza. Non sapevo lavorassi qui” farfuglia pietosamente. “Magari puoi chiamare un collega, così non-”

“Ci sono solo io di turno. Dovrai accontentarti” sbuffa l’altro. “Oppure sei libero di andare altrove. Non mi stupirebbe, vigliacco come sei”.

Jongin si acciglia. “Non è per vigliaccheria che non ti ho concesso un secondo appuntamento, Sehun”.

“Oh, ma davvero” segue una risatina malevola. “Sei scappato via come se ne andasse della tua stessa vita. Non mi hai nemmeno lasciato il tempo di chiederti il numero di telefono. Si può sapere che ho fatto per spaventarti a quel modo?”

“Ti sei appolipato a me non appena siamo saliti sul taxi. Non so te, ma di norma aspetto di conoscere un po’ meglio la persona con cui esco prima di saltarle addosso” lo rimbrotta severamente.

“Mamma mia che esagerazione” alza gli occhi al cielo. “Non ti sono saltato addosso, stavo cercando di pomiciare” si difende.

“Sehun. Avevi una mano intenta a strizzarmi l’uccello e l’altra mezza infilata nelle mutande in cerca del mio lato B, nonché la lingua completamente dentro la mia gola. Questo io non lo chiamo pomiciare: sono preliminari. L’autista voleva denunciarci per atti osceni, e avrebbe avuto ragione!”

“Non l’ha fatto, no? Quindi è tutto ok”.

“Solo perché mi sono inventato una parentela farlocca con il Sottosegretario alla Cultura, razza di microcefalo in calore che non sei altro”.

“Ti ho già chiesto scusa, ma se ci tieni te lo ripeto: scusa. Non pensavo che fossi così timidino. Se non ricordo male il tuo amichetto là giù si stava divertendo alquanto, prima che il tuo pudore da educanda venisse allo scoperto” gli rivolge un occhiolino particolarmente lascivo.

“Pensa quel che vuoi. Per come la vedo io, l’appuntamento è andato male e noi due non siamo compatibili. Fine della storia” raddrizza le spalle con un certo sussiego. “Adesso gradirei ricevere la prestazione per cui intendo pagare”.

Sehun tenta un’ultima battuta volgare. “Ah-ah! Lo sapevo che sotto sotto sei un maiale della peggior specie, ma non hai bisogno di pagarmi. Il mio ben di Dio è gratis per te, beibe”.

“Il pieno, grazie” lo fredda all’istante Jongin.

“È un vero peccato che tu sia tanto bacchettone, con il corpo che ti ritrovi” borbotta offeso il benzinaio, apprestandosi ad eseguire l’ordine. “Anzi, mi sorprende che tu abbia scelto proprio la mia stazione di servizio”.

“Non immaginavo minimamente che fosse tua”.

“Ne ho altre due. Sto provando ad ingrandirmi, voglio fare concorrenza alle grandi compagnie petrolifere”.

“Una nobile ambizione” commenta educatamente Jongin.

“Quindi approvi il mio spirito imprenditoriale? Nonostante il nome?” Sehun sembra sorpreso ma al tempo stesso lusingato.

“Che c’entra il nome, scusa?”

“Ma come, non hai fatto caso all’insegna?” lo fissa piuttosto basito.

“Oggi ho dimenticato gli occhiali a casa, non ci vedo granché bene. Perché?”

Fatti una pompa”.

“Scusa?”

“È il nome del marchio. Fatti una pompa” spiega Sehun, totalmente esilarato e fiero di sé. “Suona bene, non ti pare?”

“Eh sì, pura poesia” mormora Jongin. “Adesso capirai perché non ho ritenuto necessario dare un seguito alla nostra frequentazione, spero. Quanto ti devo?” si volta a frugare nella valigetta che tiene sul sedile del passeggero.

“Aspetta a tirare fuori i verdoni, il contatore non si è ancora fermato”.

“Vabbè, dimmi una cifra sommaria. Eventualmente se non ho abbastanza contanti posso pagare con il bancom-” la sua frase si interrompe di netto, spegnendosi fievole e seguita da una pausa colma di raccapriccio.

“Jongin, tutto ok? Ti senti male? Devo farti la respirazione bocca a bocca?”

Un paio di fanali scuri dall’espressione atterrita si gira a guardarlo. Nonostante tutto, Sehun non riesce ad accantonare i propri pensieri malandrini, a fingere che gli occhioni dolci di Jongin gli siano indifferenti. “Sul serio, c’è qualche problema? Posso aiutarti?” chiede preoccupato.

“Non ho il portafoglio con me” bisbiglia. “Devo averlo lasciato a casa insieme agli occhiali, perché in biblioteca non ho mai aperto la borsa, me ne ricorderei se fosse così. Oddio, se mi beccano i vigili mi fanno un culo quadro. Non si può guidare senza documenti!” va nel panico.

Sehun decide di assumere il controllo della situazione. “Senti, tra dieci minuti stacco. Posso darti uno strappo fino a casa con la mia auto, onde evitare conseguenze spiacevoli -tra le quali un incidente perché sei pure senza occhiali. Domani mattina ti vengo a prendere e torniamo qui, così vai a lavoro con la tua macchina e in tutta sicurezza. I soldi del pieno puoi rimborsarmeli quando ti pare. Che ne dici?”

Jongin gli indirizza uno sguardo di pura commozione, scuotendo la testa in segno di diniego. “Davvero, non voglio arrecarti un tale disturbo. Sei molto gentile ma non posso approfittare della tua disponibilità. Non saprei come ripagarti e detesto sentirmi in debito con qualcuno”.

“Un modo ci sarebbe, bel bocconcino” Sehun si china per guardare Jongin dritto in faccia, separato solo parzialmente dal vetro del finestrino mezzo abbassato. “Abbraccia lo spirito dell’azienda… e fatti fare una pompa dal sottoscritto”.

 

 

(Spoiler: il sordido benzinaio otterrà il numero di telefono di Jongin.)

 

 

 

 

Dalle mie parti esiste una catena di stazioni di servizio che si chiama Fatti la benza. Capite bene che non potevo sottrarmi. Ho un senso dell’umorismo molto elementare.

Una cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.

 

   
 
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