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Autore: Fata_Morgana 78    01/04/2018    5 recensioni
Non per tutti la Pasqua è un momento di gioia, soprattutto per chi, a causa di impegni lavorativi, è costretto a trascorrere le giornate di festa lontano da chi ama.
Una storia piccina piccio’, per augurare a tutti voi una Pasqua serena.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Non ho mai amato la Pasqua, non ho mai compreso la frenesia della ricerca delle uova colorate. Mi infastidivano le risate dei bambini, e la competizione e il finto buonismo degli adulti mi lasciavano spesso indifferente e interdetto.
 
Quest’anno, però, mi era stato promesso che sarebbe stato diverso.
Diverso in che modo? Diverso in che senso?
Cosa, o chi, avrebbe potuto rendere diversa quella giornata?
L’unica persona che avrei voluto vicina oggi, è lontana miglia da me.
È ad un corso di specializzazione per Auror, un corso in America e tra fuso orario e tutto, non riusciremo a sentirci in tempo.

La Pasqua sarà finita, non ci saranno né uova colorate né sorprese per me. Esattamente come gli altri anni.
 
Infastidito dalle voci felici dei bambini che giocano per le vie di Spinner’s End, decido di uscire per fare due passi. Voglio allontanarmi da lì, da quell’allegria forzata, dagli auguri finti che devono essere ricambiati con le stesse frasi di circostanza di sempre: “anche a lei e famiglia “, ma nessuno è mai completamente sincero.
 
Perso nei miei pensieri, raggiungo una zona della città che non è mai stata molto frequentata. Voci dicono che sia “malfamata”, a me non importa. Ho con me la mia bacchetta e dopo essere stato al servizio dell’oscuro signore per tanti anni, credo di essere diventato immune alla paura stessa.
Trascorro il mio tempo in un bar, siedo ad un tavolo all’aperto, restando comunque in disparte. Non ho voglia di fare conversazione con nessuno, nemmeno con gli avventori del locale. Voglio essere lasciato in pace, perso in me stesso. Qui consumo il mio pasto, bevendo un the decente e passo il tempo leggendo uno dei miei libri in pace, senza che nessuno mi torturi o distragga con le sue continue chiacchiere.
Sfogliando il libro, trovo tra le pagine una striscia di cartoncino. Sono le foto che Harry mi ha obbligato a fare in quella strana macchinetta babbana dentro quell’assurdo Centro qualcosa dove mi aveva costretto ad andare per comprare regali di Natale originali alla tribù degli Weasley.
Era stato in occasione di quella cena che avevo saputo che Harry, Ron, Hermione e Ginny erano stati scelti per un corso di specializzazione molto in voga negli Stati Uniti d’America.
 
Osservando le foto, la mia faccia seria e la sua così giovane e felice, sento il cuore stringersi nella morsa della gelosia. Ero felice per lui, per il mio moccioso che aveva ricevuto una simile offerta: ogni anno venivano scelti solo 5 agenti inglesi per il corso e non tutti riuscivano a portarlo a termine. Ginny, per esempio, era stata rimandata a casa dopo un paio di mesi. Seguita a ruota da Ron che aveva saputo resistere solo qualche settimana in più rispetto alla sorella.
Harry ed Hermione, che avevano rinsaldato la vecchia alleanza scolastica, erano riusciti a proseguire nel piano di studi, ottenendo risultati superiori alla media degli altri agenti inglesi che li avevano preceduti.
Questo mi rendeva orgoglioso: il mio compagno era tra i migliori del corso. Ma era lontano un Oceano e diversi fusi orari da me. Sbuffando, sistemai con cura la striscia di foto nel libro, notando solo in quel momento ciò che Harry aveva scritto dietro: “ti amo Snape, soprattutto quando mi guardi come se fossi la cosa più preziosa del mondo”.
 
Le parole di Harry mi scaldarono il cuore e, con le guance inaspettatamente rosa per l’emozione, pagai il conto decidendo che ero stato fuori abbastanza e che potevo tornare nel silenzio e nella penombra della mia casa. Troppo vuota e silenziosa con Harry lontano.
Non appena misi piede nel vialetto della mia proprietà, un fattorino magico comparve davanti ai miei occhi nella sua sgargiante uniforme oro e nera.
- Lei è il signor Snape?
- Sì. - biascicai annoiato, l’uomo aveva alle spalle un pacco che definire enorme era un eufemismo.
- Una firma. Questo è per lei.
- Io non ho ordinato niente. - obiettai, poi lessi che era da parte di Harry e firmai senza che dovesse aggiungere altro.
Non appena finii di scrivere il mio nome sul modulo di consegna, il fattorino sparì borbottando qualcosa sulla Pasqua. Automaticamente, risposi un “anche a lei”, poi estrassi la bacchetta e la puntai sul pacco.
 
Anni di lavoro come spia, mi avevano reso molto sospettoso, così controllai che il pacco fosse autentico e che non rappresentasse una minaccia. Dentro quella scatola enorme, c’era un gigantesco uovo di cioccolato fondente. Storcendo la bocca in una smorfia, feci levitare il regalo di Harry fin dentro il salotto maledicendo mentalmente quel ragazzino e il suo inutile e inopportuno regalo. Odiavo tutto ciò che apparteneva alla categoria dei dolci. Cosa avrei dovuto farmene di un uovo così smisurato?
 
Sospirando, lanciai un incantesimo sul pacco, ordinando alla carta di iniziare ad aprirsi. Non successe niente. Fu allora che notai che c’era un biglietto con delle istituzioni: avrei dovuto scartare io il pacco, era legato ad un incantesimo di riconoscimento, messo in modo tale che solo il legittimo proprietario del regalo avrebbe potuto aprirlo.
Trattenendo a stento una serie di imprecazioni, iniziai a rompere la carta spessa che chiudeva il mio inutile e inopportuno regalo di Pasqua.
Non appena finii di togliere l’ultimo pezzo di carta e nastro, l’uovo si trasfigurò in una scatola da cui saltò fuori un emozionato e completamente nudo Harry Potter che, non appena mi vide, urlò:
- Buona Pasqua amore mio! - e senza darmi il tempo di rispondere, uscì fuori dalla scatola, saltandomi con le braccia al collo.
Lo baciai. Lo baciai sulle labbra senza rendermi conto di aver iniziato a piangere con lui per l’emozione di averlo tra le braccia.
 
Lo baciai, lo accarezzai e, dopo averlo preso in braccio e portato in camera, lo amai più e più volte lasciando su di lui, dentro di lui, i segni del mio passaggio.
Quando, esausti, crollammo sul letto lo strinsi a me finalmente felice di poter avere il mio compagno nuovamente vicino. Ridacchiai ripensando alla sorpresa che mi aveva fatto e decisi che, per ogni Pasqua che avremmo passato insieme, lo avrei costretto ad uscire da un enorme uovo incantato gridando “sorpresa”.
- Piaciuta la mia sorpresa, Severus? - mugolò stringendosi a me.
- Sì, Harry. Ho apprezzato il tuo modo di farmi gli auguri di Pasqua. - gli baciai i capelli.
- Il corso è finito. - mi disse - Sono qui per restare. Volevo rendere unica la tua giornata. Te lo avevo promesso. – ci baciammo – Credo di esserci riuscito. – sorrise.
 Lo strinsi a me, limitandomi ad annuire, troppo emozionato per rispondere nel mio solito, sarcastico, modo. Sorrisi quando sentii il suo respiro farsi lento e regolare, si era addormentato ed io, osservando i giochi di luce sul soffitto, pensai che avrei dovuto ringraziare il “Coniglietto di Pasqua” per lo splendido ed inaspettato regalo che mi aveva fatto.


 
Angolino dell’Autrice:
Un piccolo sclero causato dall’abuso di zuccheri e carboidrati fatto in questa giornata.
 
Faccio a tutti voi i miei più sinceri auguri di buona Pasqua. Spero sia stata per tutti serena e piena di amore.
 
Vorrei fare una dedica speciale a chi segue le mie storie, a chi le ha inserite in una delle categorie e a chi, puntuale come un sorriso, trova sempre il tempo di dedicarmi un pensiero lasciandomi una recensione.
 
Un abbraccio grandissimo a Dreamsneverend, Benix, Chantal_123, Az91 e Gremilde. Spero che la vostra sia stata una Pasqua Sfavillante...

  
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