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Autore: LunaMag    03/04/2018    0 recensioni
Tratto dal primo capitolo.
"Non sopportavo l’idea di trovarmi tantissime persone dinanzi. In realtà non sopportavo l’idea che mi guardassero o parlassero. Ero arrabbiata con il mondo per la morte di mio padre, ma con i ragazzi della mia età più di tutti perché mi avevano sempre messa in ridicolo per i miei gusti musicali e per il modo in cui mi sono sempre vestita. "Sei troppo punk", "Sei una sfigata metallara" mi dicevano. ".
Onice senz'altro non poteva nemmeno lontanamente immaginare quello che le sarebbe accaduto...
Adolescenza, amori, tradimenti, divertimento. Tutto racchiuso in una semplice fanfiction. Buona lettura! :3
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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Mi svegliai abbracciata e quasi completamente nuda, tra le braccia di Henk.
Scene della serata precedente mi invasero, trafiggendomi.
Mi scostai dal corpo di Henk, svegliandolo e coprendomi il seno nudo, come se non lo avesse già visto.
"Dovresti andare, tuo padre potrebbe pensare qualcosa di sbagliato.." Lui si alzò, lentamente, dirigendosi poi verso la sua stanza.
Seguii la mia routine mattutina, per poi percorrere la strada verso scuola accanto ad Henk.




















Eravamo quasi in ritardo, Henk mi accompagnò proprio davanti la classe.
Mi aspettavano due ore di matematica. Mi aspettava Brian. Non appena varcai la soglia di quella classe, gli occhi nocciola mi fulminarono. Lui mi guardò, intensamente. Io lo ignorai, cercando di sedermi il più lontano possibile da lui.
Jimmy mi vide camminare, seguendo ogni mio movimento con gli occhi. 
Avrei voluto guardare Brian, avrei voluto urlargli contro quanto mi facesse schifo, avrei voluto spaccargli quel maledetto naso stupendo che si ritrovava.
Dopo pochi minuti seduta in quella classe, mi resi conto di quanto non fossi pronta a rimanere seduta nella stessa stanza di quel traditore.
Mi alzai, e con uno scatto veloce, fuggii fuori dall'aula. Sentii gli occhi di tutti fissarmi.
Mi nascosi in cortile, lontana da tutto e tutti.
Mi sentivo fragile, mi sentivo morta dentro. Avrei voluto prendere una corda, ed impiccarmi sul palo del campo da basket.
Rimasi seduta lì per ore, finchè non arrivò il momento di tornare a casa.
Fuori da scuola, distinguevo il gruppo dei ragazzi, e purtroppo, io ed Henk fummo costretti a passarvi vicino.
Jimmy mi guardò, fugace. Ricambiai il suo sguardo, colma di rabbia. Mi si avvicinarono e mi salutarono tutti. 
Brian mi fissava,intensamente, non riuscendo a levare gli occhi di dosso ad Henk. 
Si avvicinò a me, pericolosamente, ed il mio cervello mi impose di proteggermi. 
"Sparisci". Lo spinsi, sotto gli occhi increduli di tutti. 
La rabbia che avevo dentro stava per scoppiare. "Non avvicinarti mai più a me." Lo guardai intensamente, passandogli tutto il nero che colmava il mio piccolo corpo.
Jimmy mi guardò, interrogativo.
Gli occhi mi si stavano per inondare di lacrime, Henk mi prese il braccio, per farmi andare via. 
"Henk. Vai." La rabbia mi riportò alla realtà, facendo prosciugare quasi subito i miei occhi.
"Henk, aspettami a casa." Un pò indeciso mi lasciò lì, mi voltai verso Brian.
"Cos'è, cacci anche lui adesso? Troia." La voce di Brian, bassa, sommessa, mi fece scattare.
Mi diressi veloce nella sua direzione, lasciandogli uno schiaffo talmente forte, che sentii subito la mano bruciare.
"Lurido verme schifoso. IO MI ERO FIDATA DI TE." Gli lascai un pugno sul labbro. Jimmy mi prese dalle spalle, fermandomi. Non volevo fermarmi, volevo fargli provare tutto il dolore che avevo provato nel vederlo baciare Cassidy.
Però Jimmy non voleva lasciarmi. Mi guardai lei nocche arrossate, una lasciava colare un piccolo rivolino di sangue.
Brian rise. La sua risata rieccheggiò nel mio cervello. Ripensai a quanto fossi stata stupida, nell'essermi fidata di una persona come lui, di avergli permesso di toccare il mio corpo, di avergli permesso di contaminarlo.
"Tu ti eri fidata di me? Cosa avrei fatto io di sbagliato, eh?"
Jimmy mi bloccò maggiormente, io cercavo di uscire tutta la mia forza per poter aggredire quello stupido ragazzo.


























*Jimmy's P.O.V.*


Quella piccoletta non la smetteva, continuava a voler raggiungere Brian con le sue mani. 
Decisi di prenderla su una spalla, dunque la sollevai di peso.
"James Sullivan fammi scendere subito!" Sentivo i suoi piedi sbattere sul mio inguine, i suoi pugni sulla mia schiena. 
Continuai a camminare, posandole poi una mano sulla bocca per farla stare in silenzio.
Non appena fummo abbastanza lontani, e lei si fu calmata, la feci scendere. Crollò subito a terra, singhiozzando.
"Onice, che ti sta succedendo?" Lei scoppiò in un pianto ancora più disperato.
La raccolsi tra le mie braccia, portandola nel garage di casa mia, luogo in cui io e i miei amici ci divertivamo a suonare.
La posai lentamente sul divano, sedendomi accanto a lei.
Era così piccola, fragile, ed indifesa.
Stava tremando. Il suo corpo era dannatamente caldo.
"J-j.." Non riusciva nemmeno a parlare.Tremava fortemente e si ranicchiò, mordendosi il braccio. 
Raggiunsi l'altezza del gomito, per notare che i suoi buchi erano "freschi", se così si sarebbe potuto dire.
Capii in fretta.
Le avvicinai un secchio, sapendo che avrebbe potuto vomitare.
Onice iniziò a martoriarsi il corpo. Vederla in quelle condizioni mi fece assopire.
Mi avvicinai a lei, cercando di accarezzarla e di darle coraggio.
"D-devo farmi."
Stringeva le braccia con forza, iniziò a sudare, ma notavo i brividi percorrerle il corpo.
Sentivo un fuoco iniziare a bruciarmi dentro. Lei continuava a torturarsi la pelle. Iniziò a voler sfogare quel martirio gridando.
Prontamente le tappai la bocca con le mani, per non creare caos in casa.
Come se fossi stato stregato, premetti il mio corpo sul suo, sentendo lo stomaco uccidermi. Tolsi la mano dalla sua bocca, poggiando poi le mie labbra sulle sue. 
La baciai violentemente, come a farle capire che si sarebbe potuta sfogare su di me. 
Lei mi prese un braccio, con forza. Mi strinse a sè e mi morse una spalla. Affondò i denti nella carne. Il dolore non riuscivo a sentirlo, avevo occhi e pensieri solo per lei. 
Improvvisamente reclinò la testa indietro, le vene del collo le si gonfiarono.
Mi spinse bruscamente ed iniziò a vomitare nel cestino.
Le tenni i capelli, massaggiandole la nuca.
Presi il telefono, e chiamai subito Henk.
"James, dov'è Onice?" mi disse prontamente, senza nemmeno farmi riuscire a parlare.
"Vieni nel mio garage, e porta qualche cazzo di cosa che le faccia calmare questa crisi di astinenza. Sta soffrendo un sacco."
"Controllale le pupille, sono dilatate?"
Le spinsi la testa indietro, con molta delicatezza, e le aprii uno degli occhi, che lei teneva semichiuso.
"Sono dilatatissime"
Era la prima volta che assistevo dal vivo ad una cosa del genere.
Mi sentivo così impotente.
"Prendi dell'acqua, io arrivo subito."
Henk chiuse subito il telefono, io mi limitai ad accarezzare Onice.
Mi alzai per andare a prendere dell'acqua fresca e dei panni. Riempii una bacinella, in più portai una bottiglia d'acqua.
Bagnai i panni nella bacinella gelida, per poi posarli sulla fronte di Onice. Lei ebbe un sussulto.
Intanto, sentii bussare sulla porta del garage, aprii, ed Henk si presentò subito accanto a lei. Dandole una pillola di non so cosa e facendogliela ingoiare il prima possibile.
Onice continuò a soffrire per una mezz'oretta circa, poi, il metadone, la aiutò facendola addormentare.
"James, non ho altro metadone, dobbiamo trovare un modo per averne tanto. Dobbiamo farla disintossicare."
Lo guardai smarrito, tutta questa situazione era spuntata dal nulla.
"Dobbiamo portarla a casa, Henk"
Henk annuì.
"Dobbiamo sbrigarci, mio padre tornerà a casa a breve."
"E che c'entra tuo padre con lei?"
Lui sospirò. 
"Voi ancora non sapete nulla..Vieni a casa con me, James, ti spiegherà tutto lei quando si sveglierà." 
Fissai Onice, il viso pallido creava un contrasto pazzesco con i suoi capelli corvini.
La presi subito tra le braccia, cercando di non svegliarla e mi diressi a casa di Henk, per provare a capire che cosa diamine stesse succedendo.













 


*Angolo autrice*
Cari ragazzi, mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensiate. Francamente avevo pensato più volte di lasciar perdere questa storia, perchè ho avuto l'ispirazione per qualcosa di più fantasy e passionale. 
Anche perchè, ho notato che non stia prendendo molta gente, questa storia qui.
Vorrei tanto avere dei pareri. Vi ringrazio in anticipo e vi lascio una bella pizza.
Al prossimo capitolo!

  
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