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Autore: _ Arya _    06/04/2018    3 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Life at court in the 16th century



KILLIAN POV

Avevo visto coi miei occhi la mia città tornare indietro di 500 anni.
Avevo visto il castello di Blarney tornare in vita.
Avevo accettato di avere viaggiato indietro nel tempo.
Avevo accettato che una principessa mi avesse portato a palazzo, trascinandomi mentre ero incosciente.
Avevo perfino trovato il modo di spiegare di non avere bisogno di ancelle per fare un bagno.
Ed avevo appena fatto il bagno in una vasca di pietra che occupava quasi la superficie di un'intera stanza, con sali, saponi e aromi realizzati a mano, il tutto sotto la luce di decine di candele.
Ma mai nella vita avrei indossato la calzamaglia. Né la calzamaglia, né quella roba che somigliava ad una gonna-pantalone. Quando uno dei servitori mi aveva portato i vestiti li avevo semplicemente presi ringraziandolo, non avevo neanche pensato che potessero essere abiti da XVI secolo. La mia mente non riusciva ancora a concepirlo, pur avendolo accettato. Probabilmente ancor prima di abituarmi all'idea, sarei tornato a casa... o almeno era ciò che speravo.
Ma come diavolo facevo ad uscire senza indossare nulla? Mi avrebbero preso per un pervertito e allora sì che sarei diventato un prigioniero. Il re mi aveva semplicemente spiegato che i servitori si sarebbero presi cura di me almeno fino al momento della cena, dove avremmo discusso il da farsi. Ero invitato a mangiare assieme alla famiglia, che a quanto pare era un grande privilegio e non aveva nulla a che fare col pranzo informale a Rosscarbery. Mi chiedevo se ci sarebbero state tutte quelle portate che si vedevano nei film durante le cene a castello, e se davvero si tenevano argomenti politici o culturali. Quante persone ci sarebbero state?
Dio, più che un viaggiatore nel tempo mi sarei sentito un poveraccio. Non avevo la minima idea di qualche fosse la forchetta per l'insalata e quale per il tacchino! O quale fosse la quantità giusta di vino da bere per non sembrare né un bambino, né un ubriacone.
Avrei fatto una figura di merda.
Soprattutto se avessi indossato quella stramaledetta calzamaglia.
Potevo uscire avvolto in un asciugamano? Il re aveva detto che un servitore mi avrebbe aspettato alla porta per occuparsi delle mie esigenze. Potevo semplicemente uscire e chiedergli di portarmi i miei pantaloni? O qualunque cosa somigliasse ad un vero pantalone e non ad un leggins da donna? Alla camicia ed il busto avrei potuto adattarmi, erano quasi normali e soprattutto in bianco e nero, il che andava più che bene. Ma quella specie di gonnella e la calzamaglia... al diavolo.
Avevano proposto di mandarmi delle ancelle perché mi lavassero. Allora, chiunque ci fosse stato alla porta, non si sarebbe fatto problemi a limitarsi a portarmi dei vestiti diversi!
Mi avvolsi quanto meglio riuscii col grande asciugamano bianco che mi avevano lasciato e cercai di raggiungere la porta senza inciampare o fare danni. Spingerla fu più semplice di quanto avrei creduto, dato che aveva un aspetto davvero molto pesante.
Mi ritrovai davanti una ragazzina dall'aria sorpresa, la quale emise un piccolo strillo vedendomi uscire senza preavviso.
-Scusate, Sir.
-Non... non vi scusate. E non c'è bisogno di chiamarmi Sir, mi fa sentire vecchio. Killian va bene!
La ragazzina, che aveva un aspetto davvero molto giovane, rise.
Cosa avevo detto di così buffo? Eppure stavo facendo del mio meglio per cercare di adattarmi alla situazione e non sembrare un alieno.
-Scusate!- disse infine, con un sorriso ancora stampato in volto -Ma sono una serva qui, mai nessuno mi ha dato del voi!
Sorrisi anch'io. Poteva anche essere una serva ma aveva un aspetto molto fiero ed un bel sorriso, in qualche modo mi ricordava la mia Alice. Anche se i suoi capelli erano scuri, così come gli occhi.
-Allora diamoci del tu. Sono il nuovo stalliere!
-Lo so. Ma siete... sei. Sei anche ospite della famiglia reale.
-Lunga storia, ma rimango comunque uno stalliere. Come ti chiami?
-Violet. Piacere di conoscerti... Killian.
-Piacere mio!
Ventunesimo o Sedicesimo secolo, non avrei mai perso la galanteria, quindi le presi la mano e la baciai delicatamente. Quella arrossì, ma notai anche che fosse sul punto di scoppiare di nuovo a ridere.
-Sei galante per essere uno stalliere...
-E' solo una delle mie tante qualità! Ma dimmi Violet, se non sono indiscreto... la famiglia reale assume bambine a corte?
-Non sono una bambina, ho 14 anni!- esclamò fiera, quasi offesa dalle mie parole -Vengo pagata. E vengo anche istruita. È un grande onore poter lavorare qui, purtroppo mio nonno ha avuto un incidente e deve rimanere a casa per tre mesi... stai sostituendo lui, alle stalle. E intanto tocca a me dare una mano. Non sei di qui, vero? Se pensi che i reali siano dei tiranni...
-Ehi, frena, frena. Non ho detto questo. Ma hai ragione, non sono di qui. Mi ci vorrà tempo ad abituarmi a questo nuovo... stile di vita.
Quella annuì, abbassando le difese. Certo che aveva un bel caratterino, ed anche in quello era proprio uguale a mia figlia!
-Comunque. Avevi bisogno di qualcosa? Visto che sei uscito mezzo nudo.
-Sì, scusami. Non pensavo di trovare te e...
-Ho visto di peggio...- scosse le spalle, anche se avevo notato che non avesse abbassato lo sguardo neanche una volta. E meno male! Che razza di depravato si sarebbe mostrato in quelle condizioni davanti a una bambina! Dio, che figura.
-Beh, ecco. Mi chiedevo se c'è qualcosa di diverso da indossare. Vedi, non è che mi piaccia molto la calzamaglia... e neanche le braghe, a dire il vero.
Dalla sua espressione, fu chiaro che l'avessi messa in difficoltà. Ma come avevo detto a lei, non mi ero preparato a trovare fuori ad attendermi una quattordicenne. Se lo avessi saputo, probabilmente mi sarei adattato per il momento – almeno fino a raggiungere la mia stanza.
-Ehm... d'accordo. Io... vedo cosa posso fare. Entra, torno il primo possibile. Ma sei un tipo strano!
Questa volta fui io a scuotere le spalle e ridere, non potevo proprio biasimarla! Speravo solo di non averla traumatizzata... ma l'asciugamano era piuttosto pesante e coprente, quindi la reputazione di maniaco me la sarei risparmiata, almeno per il momento.
Ad ogni modo, speravo davvero potesse rimediarmi qualcosa di alternativo da mettere. Doveva esistere un qualche genere di pantalone anche in quest'epoca, visto che in passato erano certamente stati utilizzati. Non potevano avere semplicemente cessato di esistere come se niente fosse.


Ok, che alla principessa non piacessi molto, era chiaro. E neanche si fidava completamente di me, cosa di cui non potevo biasimarla perché effettivamente non ero stato sincero. Anche se ovviamente avevo dato l'unica spiegazione plausibile che si avvicinasse alla verità.
Ma che arrivasse a vendicarsi, vietando a Violet di portarmi dei vestiti più normali, era da vera stronza! Solo che non potevo chiamare stronza una principessa, quindi non avevo potuto far altro che presentarmi a pranzo in quelle condizioni.
E ovviamente, nel momento stesso in cui mi presentai, la bionda scoppiò a ridere. Abbastanza forte da distrarmi dall'enorme sala da film in cui avrei cenato in compagnia della famiglia reale.
-Emma! Sei impazzita?!
-Scusami madre!- esclamò la giovane tra le risate -Proprio non ce la faccio! Ma il nostro ospite americano vestito così... non ce la faccio!
E continuò a ridere, mentre i due sovrani si guardavano sconvolti. La tentazione di chiedergli se loro figlia fosse sempre così, o faceva la cretina solo davanti a me, fu molto forte.
-Ed è esattamente il motivo per cui avevo domandato abiti diversi, principessa. Ma voi avete vietato alla ragazzina di cambiarmeli...
-Che cosa? È davvero andata così, Emma?
-Avanti, padre!- ancora non riusciva a smettere di ridere -Era uno scherzetto innocente! Alla fine sono abiti normali, non gli ho mica fatto indossare un costume da giocoliere!
Il re e la regina mi guardarono mortificati, ma ovviamente non feci altro che scuotere le spalle aspettando, insieme a loro, che la principessa stronza finisse di ridere.
Nel frattempo mi guardai intorno: la sala era davvero enorme, probabilmente tre volte più grande della mia casa. Le pareti di pietra erano tappezzate in ocra, e c'erano quadri su quadri. Inoltre, porte e finestre erano impreziosite con decorazioni dorate, così come le colonne sugli angoli.
Ero entrato due volte al castello di Blarney, ma altro non era che un'antica e suggestiva struttura in rovina. L'avevo amato e avevo fantasticato su come avrebbe potuto essere viverci secoli prima... ma neanche la mia più fervida immaginazione si era potuta spingere a tanto!
-Mi dispiace per l'accaduto Sir Jones, provvederemo a fornirvi abiti comodi. Capisco che non siate abituato alla moda locale e mi scuso da parte di mia figlia! Ora prego, accomodatevi.
-Non vi preoccupate, sire. Vi ringrazio.
Aspettai che fossero lui e la regina ad accomodarsi per primi alla grossa tavolata preparata per quattro. Ma in totale dovevano esserci almeno una quarantina di posti, era ovvio che la stessa stanza venisse usata per cene di gala ed altri eventi ufficiali.
Purtroppo fui costretto a prendere posto proprio accanto alla fastidiosa principessa, che ancora una volta non aveva imitato i suoi genitori in fatto di vestiario. Ma era decisamente più elegante del precedenti: giallo, con decorazioni argentate su una tonalità di tessuto più chiara che caratterizzava il centro del vestito e le maniche, che erano strette ai gomiti e sotto si aprivano a campana.
Dovetti ammettere che sapesse indossare quel colore dignitosamente. A poche persone donava il giallo, ma su di lei appariva completamente naturale. I lunghi capelli erano legati in una treccia che scivolava lungo la sua spalla destra.
-Spero non ve la siate presa, Jones.- disse infine, con un ampio sorriso.
Un sorriso incantevole a cui rimanere impassibile risultò piuttosto complicato.
-No, non me la prendo per i giochi da bambini...
-Oh avanti, non fatela così lunga! Era uno scherzetto innocente...
-Non ce l'ho con voi- roteai gli occhi -Ammetto di aver riso io stesso vedendomi così. Il fatto è che preferisco uno stile più... semplice.
Non potevo certo dire più “normale”, visto che il re era vestito come me, anche se con un completo molto più elegante ovviamente.
Prima che la ragazza mi rispondesse, la porta principale del salone si aprì e vi entrò una giovane donna con un carrello ricco di pietanze di ogni genere. Curioso, non riuscii a distogliere lo sguardo fino a che la tavola non fu imbandita di prelibatezze. C'erano fagiano con patate ed erbe, una zuppa che dall'aroma prometteva molto bene, verdure bollite e grigliate, pesce in salsa di limone con contorno di riso, pane, due brocche di acqua, nettare di frutta ed una bottiglia di vino rosso. Mangiavano davvero tutto i giorni così, allora? Quindi nei film non esageravano!
-Alle cene di famiglia non mangiamo così tanto- spiegò Re James, come se mi avesse letto nel pensiero -Ma non avevo idea di cosa avrebbe gradito, quindi ho chiesto di preparare pietanze diverse. Emma ha suggerito le patate... so che se ne mangiano, in America.
-Oh. Grazie, beh... non c'era bisogno, davvero, mi adeguo a tutto assolutamente. Ed Em... la principessa ha ragione- la guardai curioso, sorpreso di quel suo gesto in qualche modo premuroso -Le patate sono probabilmente la migliore scoperta.
-Lo credo anch'io- disse lei -Da due anni abbiamo una piantagione, anche di barbabietole, mais e cacao. Vi porterò a vederla se desiderate, per... farmi perdonare.
-Questa è una buona idea- acconsentì sua madre con un sorriso, e sorrisi anch'io. Capire quella ragazza si sarebbe rivelato più difficile del previsto! Prima mi prendeva in giro e rideva di me per mezz'ora, poi mi proponeva di accompagnarmi lei stessa a vedere le piantagioni.
Mi stuzzicava, dovevo ammetterlo. A meno che non fosse lunatica o non soffrisse di disturbi della personalità, doveva pur avere un “senso”. Scoprirlo non sarebbe stato poi così spiacevole.
Mi ero immaginato i reali della provincia di Munster, comprese le principesse, persone composte, chiuse e distanti. Invece si stavano dimostrando molto alla mano, soprattutto la giovane! Che a quanto pare non passava le sue giornate a cucire, ricamare, dipingere, scrivere poesie o sospirare in attesa dell'arrivo del suo principe azzurro. Invece portava un coltello nella giarrettiera e probabilmente sapeva anche combattere ed andare a cavallo: non me ne sarei di certo stupito a questo punto.
-Buon appetito, servitevi pure.
E così facemmo. Non sapendo da dove iniziare, nella ciotola mi versai la zuppa, che scoprii fosse di pomodoro, cipolle, verza, basilico ed altre erbe di cui non avrei saputo dire il nome. Nonostante il pesce avesse un aspetto delizioso scelsi la carne di fagiano con patate e le verdure alla griglia, insieme ad una fetta di pane di mais che sembrava appena sfornato. Il vino era un ottimo vino rosso del Chianti, ma riconobbi subito anche il sidro di Armagh! Il sapore era quasi identico a quello a cui ero abituato, ma in qualche modo più autentico. Doveva sicuramente essere una bottiglia di produzione artigianale.
-I miei complimenti- dissi dopo aver finito di gustarmi il sidro -Non mangiavo così bene da tanto tempo...
-Immagino che in viaggio abbiate mangiato più che altro pesce?
-Sì, esattamente... non essendo una nave da carico non potevamo permetterci di esportare molti prodotti.
Beh, neanche questa era una vera e propria bugia. Mangiavo bene soltanto quando ero a cena dai miei, mentre da solo non avevo mai voglia di cucinare. Quindi finivo per ordinare schifezze da fast food, oppure sushi e cinese. Al massimo pizza. Poi c'erano giorni in cui tornavo a casa così stanco, che era già tanto se riuscivo a mangiarmi un'insalata o noodles mezzi pronti. Con Alice, invece... avevo sempre amato cucinare. Per lei o insieme a lei. Piatti sempre nuovi, diversi.
-Qui il cibo non manca mai, credetemi, anche la servitù mangia bene. Ma sarete sempre il benvenuto alla nostra tavola, sarete nostro ospite fino a che lo desiderate.
-Vi ringrazio davvero.
La regina, Snow Margaret, aveva l'aspetto di una donna molto dolce. L'avevo percepito fin da subito, mi aveva trattato gentilmente dal primo momento – al contrario della sua figliola.
-Non c'è di che, davvero. Vi trovate bene nella vostra stanza?
-Oh, sì, assolutamente. Credo sia più grande della casa in cui abitavo in America, e sicuramente molto più moderna. Vi ringrazio ancora, non era necessario tutto questo.
-Sciocchezze! Un uomo che è alla ricerca di un modo per salvare la propria figlia, merita tutte le comodità possibili per riuscire nell'impresa. E come vedete lo spazio non ci manca... spero vi troverete a vostro agio.
-Non posso promettervelo, sire. Semplicemente perché non sono abituato a queste comodità!
-Credetemi, non sarà poi tanto “comodo” lavorare nelle stalle!- mi punzecchiò Emma, strappandomi una risata. A questo non potevo proprio replicare, ed ero stato io a scegliermi quel lavoro! Speravo ardentemente di non avere centinaia di cavalli da gestire, o qualcosa del genere.
-Me la caverò- dissi infine -Sono abituato a lavori di ogni genere! Ho aiutato popolazioni di indigeni a costruire case, quindi...
-Si vede che siete un lavoratore, Sir Jones... ma se non doveste sentirvi a proprio agio, sentitevi libero di farmelo sapere in qualunque momento. Emma vi porterà più tardi a vedere le stalle... quando vi sarete cambiato.
Sarebbe stato difficile raccontare quella scena, una volta tornato a casa. Anche Alice mi avrebbe riso in faccia se le avessi detto di essermi ritrovato a tavola, a ridere insieme ai regnanti di Munster. Per quanto mi impegnassi, io stesso mi sentivo come trascinato in un sogno molto strano. Eppure, non ricordavo quando fosse l'ultima volta che mi ero sentito così... libero dalla prigione che io stesso mi ero creato. Così amava definirla il Dottor Hopper, che avevo iniziato a vedere una volta a settimana ormai 8 mesi fa. Senza alcun risultato concreto – ma non per colpa sua, pover'uomo. Non sapevo neanch'io perché avessi deciso di andare in terapia, forse semplicemente per poter parlare con qualcuno che non mi avrebbe guardato con quell'espressione triste e colma di pena, come facevano i miei genitori. Era normale che si preoccupassero e tutto il resto, ma mi sentivo molto a disagio: avevo sempre odiato essere compatito.
-Comunque, prima che ci portino il dolce! Come vi ho detto, potrete rimanere quanto volete. Avete libero accesso a tutto il castello, anche la biblioteca... lì avrete Lady Lacey ad aiutarvi, la conosce meglio delle sue tasche. E vi metterò in contatto coi migliori guaritori di Munster. A Rosscarbery abbiamo Stein, mentre qui a Cork posso consigliarvi Sir Jack Hill, è un fisico sperimentale nel campo della medicina.
Se i megaliti mi avevano portato qui per esprimere il mio desiderio, allora chi ero io per snobbare i guaritori sperimentali? Magari la risposta sarebbe arrivata proprio da uno di loro, provare non mi sarebbe costato nulla in fondo. E loro erano stati così gentili ed ospitali che gli sarei stato grato per sempre! Non osavo davvero immaginare cosa sarebbe successo se mi avesse trovato qualcuno molto meno comprensivo, e vista l'epoca non sarebbe certo stato difficile.
-Io non so più cosa dire, davvero. Vi ringrazio ancora una volta.
-Non vi preoccupate, è un piacere, vero James? Dico davvero!
E dopo i miei ennesimi ringraziamenti, venne portato a tavola il dessert. Torta di mele, macedonia, pudding con riso e cocco e perfino dei pancake da condire con sciroppo d'acero. Insieme a della cioccolata calda con cannella, la bevanda preferita della principessa.
Anche quel dettaglio mi fece sorridere: per quanto buona fosse la cioccolata, non era di certo un nettare reale!
 

***
 

EMMA POV

Non avevo mai incontrato un tipo più strano di Killian Jones, ma in qualche assurda maniera non mi dispiaceva. Dal suo modo di parlare era chiaro che venisse da una realtà completamente differente, una realtà che ero così curiosa di conoscere! Se non potevo recarmi in America, almeno avrei potuto ascoltare le storie di un vero esploratore. Probabilmente anche scrittore, dato che il suo taccuino lo avevo notato.
E sì, mi ero divertita a prenderlo in giro... ma non potevo negare che un abbigliamento più semplice gli si addicesse di più. Gli avevo fatto procurare i pantaloni che utilizzavano i contadini, ma neri, e lui li indossava con tutto rispetto. Nessuno lo avrebbe comunque scambiato per un contadino, aveva un aspetto molto curato, così come le sue mani – che avevo potuto intravedere a cena. Ed il busto di cui invece non si era lamentato ed aveva indossato sopra la camicia, fasciava alla perfezione un corpo decisamente ben allenato.
Dio, Emma, come fai a pensare a queste cose!
Bastò che il vento mi colpisse in faccia per farmi vergognare di me stessa. Ma cosa andavo a pensare! Non era da me, soprattutto su uomini sconosciuti!
Eppure, l'azzurro dei suoi occhi mi colpì non appena mi voltai verso di lui.
Maledizione. Dovevo darmi un contegno.
-Avete freddo, principessa? Notavo che vestite molto leggero e le temperature sono basse...
-Non ve ne preoccupate, Jones. Comunque potete chiamarmi Emma. Almeno adesso che so che non siete un assassino, un fuorilegge, o una spia...
-Quindi mi credete ora?
-No- sorrisi -Penso ancora che ci sia qualcosa in più. Ma credo che non siate un criminale, almeno.
-Mi fa piacere. E ribadisco che non sono qui per farvi del male.
-Lo so. Ma se anche fosse, so difendermi!
-Ho notato! Una principessa guerriera?
-Non so se mi definirei così. Ma preferisco l'avventura, l'arco e la spada ai vestiti sontuosi, il ricamo... e stupidaggini simili.
-Avete preso da vostro padre.
-Da entrambi, in realtà! Mio padre è un ottimo spadaccino, mia madre è la migliore arciera del Paese...
-Sul serio?! Senza offesa, ma non lo avrei detto!- sembrò sinceramente colpito, e non potei biasimarlo. Chi non conosceva mia madre, la vedeva come una donna mite e gentile. Invece aveva il fuoco dentro, forse anche più di mio padre! Solo, al contrario di me, non aveva problemi ad assumersi la responsabilità di regnante. Non lo avevo mai detto a nessuno, ma speravo davvero che i miei concepissero un altro figlio... avrei lasciato a lui il treno.
-Già... comunque vi farei vedere meglio anche il giardino, solo che di sera e con questo brutto tempo non renderebbe giustizia. Dopo che avrete visto le stalle sarà meglio rientrare...
-Concordo...- rifletté, alzando lo sguardo al cielo -Si prospetta un bel temporale, o almeno tanta pioggia. L'aria è umida...
-Siete anche meteorologo, adesso?
-No... ma ho lavorato in mare per un periodo ed ho imparato a riconoscere i segni dell'aria e del cielo. È molto utile!
-Sempre in America?
-Sì, io... per un po' di tempo ho governato piccole navi da trasporto tra le isole del centro America e la terraferma.
-Trasporto... schiavi?- rabbrividii. Purtroppo conoscevo bene la situazione attuale, anche se non nel dettaglio. Buona parte delle popolazioni locali veniva ridotta in schiavitù per servire e coltivare terreni per il Regno di Spagna ed il Regno Unito. Io e la mia famiglia eravamo contrari, ma chi eravamo noi per decidere? Purtroppo non c'era nulla da fare, se Re Enrico desiderava così.
Io ero sempre stata contraria alla schiavitù ed ero stata sconvolta nello scoprire che, prima che i miei genitori salissero al trono, la servitù non venisse pagata. Erano stati loro ad introdurre i salari.
-No. No, va contro i miei principi... non lo farei mai.
Annuii. Facevo davvero fatica a capirlo e non avevo la benché minima idea di cosa stesse nascondendo... ma ogni secondo passato con lui, rafforzava la mia convinzione che non potesse essere una cattiva persona. Strano, sì. Ma non cattivo.
-Bene. È un grande punto a vostro favore...
-Me ne serviranno molti, vero? Mi sono reso conto di non piacervi, per qualche motivo.
-Beh, ammetto che il nostro primo incontro non è stato un granché! Ma non è che non mi piacete, è che...
-Avete cambiato idea, visto il mio innegabile fascino?
-Ah, già. Ora me lo ricordo perché non mi piacete!- esclamai, alzando gli occhi al cielo. Avevo cercato di sorvolare, ma quel tipo era davvero troppo pieno di sé! Speravo che la cacca di cavallo gli avrebbe fatto abbassare un po' la cresta.
Ed in effetti, quando l'odore di stalla mi si insinuò nelle narici, anche lui smise di parlare. Non potei fare altro che gioire tra me e me, sarebbe stato divertente guardarlo all'opera! Dovevo essergli grata per essere arrivato, dopotutto... una ventata di freschezza nella noiosa quotidianità non mi dispiaceva affatto. Anche se un po' me ne vergognavo e non avrei espresso il pensiero ad alta voce... dopotutto non era tornato in Irlanda per piacere, ma per aiutare sua figlia. Ero un mostro?
-Beh, che dire... c'è un po' di puzza qui, ma mi aspettavo di peggio. Tipo delle stalle molto più grandi e qualche centinaio di cavalli da accudire!
-Credetemi, vi ci manderei più che volentieri! Ma abbiamo già degli stallieri per i cavalli dell'esercito. Quindi voi baderete alle stalle di famiglia. Abbiamo cinque cavalli... venite.
L'uomo si guardava intorno curioso, e mentre le prime gocce di pioggia iniziarono a scendere, ci rintanammo all'interno della stalla. In fin dei conti Jones capitava al momento perfetto, visto che Sir Morgan aveva avuto un incidente e non lavorava da ormai oltre un mese. Non potevo continuare a chiedere ad August di occuparsene, aveva già parecchio lavoro con suo padre visto che la loro piccola attività procedeva a gonfie vele. Mi ribadiva più volte di farlo con piacere, ma era mio amico ed era ovviamente desiderava dare una mano.
A nitrire per prima fu ovviamente la mia bellissima Star, che andai subito a salutare. Lei si affacciò immediatamente e strofinò il morbido muso contro la mia faccia, ed io mi concessi un po' di tempo ad accarezzarla e coccolarla.
-Guarda chi ti ho portato piccola. Questo tipo strano si occuperà di te, ma se non è bravo hai il mio permesso di prenderlo a calci... d'accordo?
-Cavolo, ed io che stavo per dire “guarda te, anche la principessa ha un lato tenero!”
-Fate pure l'idiota, ma Star mi dà sempre retta... se ve lo meritate, vi prenderà davvero a calci!
Adesso la mia dolce Star aveva sette anni, ma ricordavo perfettamente il giorno in cui al mercato di paese avevo incontrato la piccola e gracile puledra, spaventata a morte e denutrita. Era una scricciola nera di nemmeno due anni, ma la stella bianca che ora impreziosiva il suo tenero e fiero muso era già ben visibile. Fortunatamente ero stata accompagnata da August, quel giorno, perché era stato subito chiaro che ad esporla fosse un commerciante irregolare e violento. Aveva cercato di vendermi la puledra, ma al momento in cui avevo preteso che me la lasciasse e se ne andasse immediatamente, aveva iniziato a minacciarmi. Grazie al pronto intervento di August non aveva potuto farmi nulla, ma per sua sfortuna aveva scoperto che fossi la principessa... e non solo avevo potuto prendere il cavallo, ma lui era finito in cella.
Quel giorno stesso avevo chiamato Star la piccola, e nonostante – giustamente – fosse stato difficile farle riacquistare fiducia nel genere umano, entro pochi mesi eravamo diventate inseparabili. Dopo neanche un anno mi aveva permesso di montarla ed era stato bellissimo attraversare boschi e radure insieme. Anche addestrarla era stato semplice, perché eravamo praticamente cresciute insieme!
-Mi prenderò ottima cura di lei, Emma, ve lo prometto. È davvero splendida...
E per la prima volta, Star porse il suo muso ad un perfetto sconosciuto, lasciandomi senza parole. Ormai era amichevole, ma proprio come me aveva bisogno di un po' di tempo per fidarsi di qualcuno. Eppure si lasciò accarezzare, gli leccò perfino la mano.
Cosa aveva visto in lui?

 

2018

Ultime notizie. Siamo purtroppo costretti a confermare che del noto avventuriere e scrittore di viaggi Killian Jones, non c'è traccia da cinque giorni. Dichiariamo quindi la sua scomparsa e preghiamo chiunque abbia informazioni di chiamare direttamente la polizia. La famiglia lo cerca disperatamente ed è pronta a fornire una generosa ricompensa a chiunque possa aiutarci a ritrovare il figlio. Viste le prove, al momento l'ipotesi più plausibile è che si sia allontanato per sua spontanea volontà, tuttavia non è escluso un rapimento. Ripeto, chiunque dovesse avere qualunque genere di notizie, è pregato di contattare direttamente la polizia.
A presto con l'edizione notturna delle 23.30, con un'intervista ai signori Jones.”





 

Angolo dell'autrice;
Ciao! So di essere in ritardo, ma solo di un paio di giorni dai xD Il capitolo era pronto ma non avevo modo di metterlo a punto... ma stasera ci sono riuscita!
Spero possiate trovarlo un passaggio divertente, tra Killian che rimane traumatizzato dalla calzamaglia ed Emma che gli fa i dispetti e poi ride di lui lol Alla fine comunque è riuscito a superare la cena senza fare figure di merda, come invece temeva. (ha compensato con l'uscire dal bagno con solo l'asciugamano addosso, traumatizzando quasi una povera ragazzina però ahahaha).
E alla fine... Emma si ritrova a fare pensieri su di lui di cui non riesce a capacitarsi. Ovviamente li scaccia subito, almeno per ora, ma alla fine sono riusciti a fare una chiacchierata tranquilla senza ammazzarsi a vicenda. E Killian è riuscito anche a conquistare un punto, anche se continuando a fare lo sbruffone potrebbe perderlo xD Intanto, però, anche al cavallo della principessa è piaciuto subito... cosa che lei non ha potuto ignorare.
Comunque ci si addentrerà nella storia abbastanza velocemente, ma credo (spero), risulterà credibile e autentica l'evoluzione tra i due...
Intanto ci sentiamo sabato con l'altra, e poi dovrei tornare a postare questa regolarmente di martedì o mercoledì! :)
A presto, grazie a tutti come sempre! :*
 
   
 
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