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Autore: Aiden94    07/04/2018    5 recensioni
Ho letto numerose storie, alcune mi hanno entusiasmato, altre sorpreso o colpito. fino a farmi venir voglia di scrivere le mie fantasie su carta. è la prima volta che pubblico qualcosa quindi consigli ben accetti e spero vivamente che vi piaccia.
Trama: febbraio, pioggerellina leggera, cielo lattiginoso e due persone ai poli opposti che si incontreranno in un piccolo caffè, ma nell'ombra qualcuno trama un'altra storia... o sarà tutta solo un'illusione?
è principalmente una Rin/Sesshomaru ma ci sarà un po di spazio anche per le altre.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi piacciono le tue labbra

 


Era tornato a Tokyo da ben ventisei ore, era atterrato lunedì sera e da allora non aveva ancora chiamato Rin. In quei giorni aveva avuto modo di pensare bene a tutto.
Dalla cena al ristorante all'incontro con quel verme alla caffetteria, dalla confessione di Rin al ballo, per finire poi al risveglio sul divano con lei che dormiva accanto a lui fino allo spiacevole incontro con quel ragazzino malefico.
In conclusione? Anche lui era rimasto a casa sua mentre lei aveva fatto la doccia quindi il fatto che la stesse facendo non voleva dire per forza che fossero andati a letto insieme e Rin gli sembrava una persona troppo corretta e onesta per non avergli detto che usciva già con qualcuno e preferiva di gran lunga dare il beneficio del dubbio a lei piuttosto che dare per scontato qualche allusione di un ragazzo che nemmeno conosceva.
ppure stava cercando infinite giustificazioni pur di avere ancora una speranza con lei. Il che era patetico dal suo punto di vista, e non era da lui; decisamente.

Altro male che andava ad aggiungersi, Kagura gli aveva fatto una “sorpresa” facendosi trovare nel suo appartamento per “fare due chiacchiere”, anche se il vestito succinto e il pizzo della guepière lasciava intendere ben altro.

– Sesshomaru – si avvicinò languida a lui e si sedette sul divano, il bordo della gonna si alzò leggermente mostrando il nastro del reggicalze - ti ho pensato tanto in questi giorni lo sai – non ne vedo il motivo – lei non si lasciò scoraggiare dal suo tono neutro – non sei stato molto carino sai... lasciarmi credere che tra te e quella insulsa ragazzina ci fosse qualcosa mentre in realtà era solo una “futura parente” non  credi di dovermi delle scuse Sesshomaru – io non ti ho lasciato intendere niente Kagura – lei iniziò a strusciarsi su di lui e passargli le mani sul petto sbottonandogli la camicia ma lui le afferrò i polsi e la spostò alzandosi dal divano – perchè mi respingi ancora Sesshomaru? Chi c'è ora, un'altra donna? È così facile rimpiazzarmi, rimpiazzare quello che c'è stato tra noi – iniziava ad alzare la voce in maniera stridula, vedersi rifiutata una seconda volta non doveva essere piacevole e purtroppo Sesshomaru capiva perfettamente i suoi sentimenti in quel momento ma finchè non avesse chiarito con Rin e non avesse messo in chiaro le sue intenzioni non si sarebbe fatto distrarre, a Kagura avrebbe pensato poi – non ti sei mai comportata come una bambina Kagura, non cominciare  – lei rimase allibita a quelle parole, si alzò anche lei dal divano e si sistemò la gonna – non capisco di cosa parli – io invece credo di si -  fece un leggero sospirò e parlò – non ho gradito il nomignolo che mi hai dato Kagura, non sono il tuo
cagnolino, se hai bisogno di affetto addotta un cucciolo-.

Lei a quelle parole rimase basita, non sapeva cosa rispondere – non so cosa ti abbia raccontato quella smorfiosetta ma – Sesshomaru la fulminò con lo sguardo e lei non osò aggiungere altro – vattene Kagura questa non è più casa tua – in cuor suo si sentì ferita da quelle parole, non intendeva rimettersi con Sesshomaru, anche se non le sarebbe affatto dispiaciuto un po' di sesso come si deve, però sperava di riuscire a riallacciare i rapporti con lui infondo si conoscevano bene, aveva decisamente sbagliato approccio.
Prese la giacca e la borsa e uscì salutandolo appena triste alla prospettiva di aver perso, forse, uno dei pochi amici su cui poteva  davvero contare.

Sesshomaru si sentiva particolarmente teso, decise di farsi una doccia e di infilarsi a letto senza vestiti, quella sera voleva solo sentire il raso delle lenzuola fresche e riposarsi un po'.

 

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Rin sbuffò per l'ennesima volta quel giorno. Sesshomaru non aveva risposto al suo messaggio e lei saltava come una cavalletta ogni volta che sentiva la suoneria.
Non sapeva quando sarebbe tornato, non glielo aveva chiesto ma sperava di scambiare ancora due convenevoli quando fosse passato a recuperare il pc, ma quello stupido di Kosuke non l'aveva nemmeno chiamata per dirgli che era alla porta uffa e come se non bastasse in quei tre giorni le era rimasto appiccicato come colla, ogni volta che rientrava o prima che uscisse per il lavoro se lo trovava davanti. Fortunatamente quella sera era stato lui a disdire la cena, forse si era accorto che la stava soffocando troppo.

Quei tre giorni erano stati una tortura sotto quel punto di vista, continuava a pensare se aveva fatto bene a mandargli quel messaggio, se doveva mandargliene un'altro, se era arrabbiato con lei per qualcosa, se lo aveva disturbato, se se se se accidenti una marea di se.... e come se non bastasse l'idea che la stesse evitando per quello che era accaduto alla caffetteria con Naraku o che la sua confessione la sera l'avesse “shokato?” a tal punto da allontanarlo da lei? La sola idea le faceva pizzicare il naso.
Non ne poteva più, avrebbe aspettanto ancora un giorno poi lo avrebbe chiamato, quella situazione non poteva andare avanti così o sarebbe impazzita.

 

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L'aveva sentita rientrare come sempre, passeggiare per il suo appartamento.
La tentazione di salire da lei e passare un po' di tempo insieme era forte ma non voleva sembrare troppo insistente rischiando di sorbire il risultato opposto.
Quei giorni insieme, vicini, soli, erano stati paradisiaci, Rin era davvero stupenda e presto sarebbe riuscito a farle capire che era fatta apposta per stare con lui.
Si era liberato di quell'unico ostacolo ed era certo che non ci fosse nessun altro nella sua vita, l'aveva seguita al lavoro, al supermercato, in giro.
Aveva noleggiato una moto di quelle a pagamento in giro per la città e non l'aveva mai persa di vista, in qualche occasione le aveva scattato anche delle foto, era troppo bella per non farlo, era la reincarnazione di una musa e lui il suo solo artista.

Prese la maglia che le aveva preso dalla camera a sua insaputa, voleva restituirgliela ma non sapeva come giustificare il fatto che l'avesse lui.

Si era ripromesso di non farlo e in quei mesi per quanto difficile c'era riuscito ma la tentazione era troppo forte e poi doveva rimettere la maglia al suo posto.
L'avvicinò al naso ed inspirò il suo profumo così dolce, come la più pregiata delle vaniglie ma una nota leggera più fresca e maschile gli fece annodare lo stomaco e ribollire il sangue.

Era il suo odore, l'odore di quel maledetto bastardo sulla maglia della SUA Rin, preso da un moto di rabbia la strinse tra i pugni fino a lacerarla. Resosi conto di ciò che aveva combinato lasciò cadere la maglia a terra e fece un respiro profondo, doveva calmarsi o rischiava davvero di impazzire, lui non era come quei pazzi che sentiva in tv, lui amava Rin e non le avrebbe mai fatto del male.
A tutti quelli che osavano avvicinarsi a lei si però, perchè doveva proteggerla ad ogni costo, non poteva permettere che le succedesse qualcosa di male o che la perdesse.
Non l'avrebbe sopportato, mai.


Erano passate diverse ore, aveva controllato il suo ultimo ingresso sui social, le luci di casa, i vari rumori. Era circa mezzanotte e non sentiva più nulla da circa due ore. Avrebbe atteso ancora un'ora e poi sarebbe salito da lei per rimettere a posto la maglia ormai lacera e controllare che stesse bene.

 

Niente di nuovo, aveva ricontrollato gli ultimi accessi e ascoltato possibili rumori, niente.
Uscì piano di casa e salì all'appartamento di Rin, mise la chiave nella toppa e girò piano tre volte,socchiuse la porta ed entrò silenzioso chiudendosi la porta alle spalle.

50... Si avviò piano verso la sua stanza, la porta non era stata chiusa a chiave per fortuna.

40... Si fermò un secondo assicurandosi che dormisse e fosse sola, poi si avvicinò piano al letto.

30... Dormiva serena, i capelli sparsi sul cuscino le labbra leggermente schiuse, una voglia matta di baciarla lo invase.

20... Si inginocchiò accanto al letto, le sfiorò piano i capelli, inspirò il suo profumo e si avvicino.

10... La voglia che aveva di baciarla gli attanagliava le viscere, era bellissima ed erano soli, stava dormendo, non se ne sarebbe neanche accorta.

0 ... il cellulare di Rin prese a squillare, preso dallo spavento lasciò cadere la maglia, si alzò di scatto e si nascose sotto l'altro lato del letto mentre la sentiva agitarsi e svegliarsi.

 

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Venne svegliata dalla sua suoneria, aveva gli occhi impastati dal sonno e ancora intontita prese il cellulare. Chi poteva essere a quell'ora. Numero privato sconosciuto. Forse era Sesshomaru.
Lo sperava tanto, non le importava dell'ora – pronto?- quello che sentì dall'altro lato del telefono le fece ghiacciare il sangue nelle vene e annodare lo stomaco – questo è un messaggio registrato, la inforiamo che l'allarme numero 3-4-8-2-9-5-1- di Rin Higurashi è stato disattivato – si alzò dal letto, accese la luce per sicurezza, spaventata all'idea che potesse trovarsi davanti qualcuno – se desidera disattivare la chiamata digiti il codice di sicurezza sulla tastiera – trovò a terra la sua maglia, non ricordava di averla lasciata sul letto – altrimenti tra tre minuti una chiamata automatica partirà alla centrale di polizia più vicina – attraversò la stanza e senza pensarci aprì la porta d'ingresso. Era aperta. Ricordava bene di averla chiusa a chiave con ben tre mandate.

Guardò spaventata la tastiera dell'allarme che continuava il suo conto alla rovescia meno di due minuti e sarebbe partita la chiamata automatica, non sapeva cosa fare.
Si voltò verso il suo appartamento, la luce dell'abat-jour nella camera che illuminava fiocamente la stanza, si guardò in giro frenetica, la chiamata alla polizia sarebbe partita in automatico, andò in cucina prese una padella e chiamò Kagome.

Il telefono prese a squillare mentre si guardava in giro accendendo la luce, i battitti accellerati.

 

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- è stata proprio una bella serata – Kagome sorrise felice – sono d'accordo, la cena con i tuoi genitori è andata bene e credo che a tuo padre inizio a stare simpatico – lei guardò Inuyasha con gli occhi pieni d'amore, si sentiva al settimo cielo, i suoi erano felici, lei era felice e stava per sposarsi con un uomo che amava. Non poteva andare meglio.
La musica a palla alla radio non faceva che aumentare l'euforia dei due, Inuyasha prese a massaggiarle la gamba mentre sfrecciava sulla super diretti verso casa dei suoi – stanotte però sei solo mia – la guardò malizioso e  lei arrossì mordendosi le labbra.

La musica venne interrotta dall'arrivo di una chiamata – che strano – chi è? - è Rin, chissà perchè chiama a quest'ora – la chiamata venne interrotta ma riprese subito dopo – dai rispondiamo, due chiamate sono preoccupanti – disse scherzando Kagome – già immagino – la voce di Rin si espanse nell'abitacolo - Kagome – Rin tutto bene? – tutta la loro euforia fu smorzata non appena avvertirono la voce tesa della sorella – Kagome dove sei? - siamo sulla super, siamo stati a cena a casa di mamma e papà stasera, tutto bene? - tra quanto puoi essere da me – parlava in fretta e sembrava nervosa, guardò Inuyasha che scambiò il suo sguardo preoccupato, fu Inuyasha a rispondere – ci vorrano ancora venti minuti buoni – c'è qualcuno in casa mia – restarono interdetti per un paio di secondi – cosa? - credo che ci sia qualcuno in casa mia, è scattato l'allarme silenzioso e la porta era aperta, non so cosa fare – esci subito da lì e chiama la polizia – si udì un urlo e rumori di collutazione poi più niente – Rin Rin Riinn – che caduta la linea, chiama la polizia – Kagome agitata, con le mani che tremavano digito il numero d'emergenza – polizia di Tokyo come posso aiutarla – qualcuno si è introdotto a casa di mia sorella, è caduta la linea e non risponde – si calmi signorina qual'è l'indirizzo – Kagome gli diede l'indirizzo – c'è già una pattuglia diretta lì signora per un allarme disinserito, le risulta – s-si – bene saranno sul posto a breve – grazie – la chiamata venne interrotta.

L'ansia nell'abitacolo era palpabile, Inuyasha premette sull'acceleratore, fortunatamente a quell'ora il traffico era minore ma ci avrebbero comunque messo più di venti minuti ad arrivare – chiama Sesshomaru – Kagome non se lo fece ripetere due volte e chiamò Sessshomaru, il cellulare squillava a vuoto – avanti rispondi ti preg...Sesshomaru! Grazie al cielo – spero abbiate una buona motivazione per..- qualcuno si è introdotto a casa di Rin –  breve attimo di silenzio - Cosa?!?! - non riusciamo più a raggiungerla e c'è già  una pattuglia della polizia che sta arrivando ma noi siamo lontani, ci vorranno ancora venti minuti – vado subito – riattaccò la telefonata – non preoccuparti andrà  tutto bene – lei lo guardò preoccupata ma grata di averlo al suo fianco mentre sfrecciavano veloci verso Tokyo.


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Aveva dato le spalle alla camera mentre parlava con Kagome fissando la porta, Inuyasha le stava dicendo di uscire e quella poteva essere una buona idea, poteva chiudere a chiave la porta da fuori se lui era ancora dentro, la polizia l'avrebbe preso.
Non fece in tempo a terminare quel pensiero che un'ombra si allungò su di lei, qualcuno spense le luci della sale e lesto le passò dietro, Rin fece per lanciargli contro la padella urlando spaventata ma fu afferrata per le braccia e lanciata di peso oltre il divano.
La padella lo colpì alla testa e sentì un lamento ma il cellulare le sfuggì dalle mani e lei atterrò malamente oltre il bordo del divano picchiando la testa.

Rimase con gli occhi semi-aperti guardando la stanza deformarsi intorno a lei, udì vagamente il suono delle sirene e poco dopo degli uomini entrarono in casa sua accendendo le luci.

 

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Sesshomaru aveva il cuore a mille mentre sfrecciava come un pazzo per le vie di Tokyo cercando di raggiungere Rin il più in fretta possibile, Inuyasha gli aveva detto che una pattuglia stava già arrivando ma questo non lo tranquillizzava affatto. Parcheggiò velocemente la moto sotto casa di Rin dove due auto della polizia erano già parcheggiate, salì le scale a due a due, non avrebbe mai aspettato l'ascensore.

C'erano parecchi vicini che sbucavano fuori dai loro appartamenti.
Il ragazzino al terzo piano no. Probabilmente era già su.
Arrivò davanti alla sua porta, la trovò seduta sul bordo del divano con una coperta sulle spalle e lo sguardo fisso a terra mentre muoveva nervosamente una gamba su e giù, vederla così spaurita ma incolume lo calmò e lo infuriò al tempo stesso – Rin – disse il suo nome con una punta d'ansia nella voce, lei alzò lo sguardo e quando lo vide corse ad abbracciarlo, la sentì tremare e rilassarsi sotto il suo tocco.
La strinse a se con un braccio e con l'altro appoggiò il casco sul mobile -stai bene? - lei fece un segno d'assenso contro il suo petto e questo lo tranquillizzò almeno in parte – lei è il compagno – era stato uno degli agenti a parlare – no cognato, l'avete preso – purtroppo no, l'abbiamo mancato per poco ma abbiamo già diramato un'avviso di ricerca nei dintorni – annuì brevemente con il capo e fece tornare Rin a sedere sul divano continuando a stringerla con un braccio sulle spalle – signorina, se se la sente vorrei farle qualche domanda – era stata una poliziotta a parlare, si era seduta  sulla parte opposta del divano così da riuscire a guardarla, Sesshomaru si alzò e le prese un bicchiere d'acqua che lei bevve con un leggero tremito alla mano.

Fece un respiro profondo e guardò la poliziotta – non so dirle che aspetto avesse, era buio – mi dica quello che ricorda poi procederemo per gradi – dormivo e mi sono svegliata quando il mio cellulare ha preso a suonare – fece una piccola pausa deglutendo per cercare di rimettere in ordine le idee – quando ho sentito il messaggio registrato ho acceso la luce della lampada, ero spaventata all'idea di trovarmi qualcuno lì di fronte ma di certo stare al buio sarebbe stato peggio – respirò cercando di calmarsi – poi mi sono alzata e sono andata verso la porta, era chiusa ma non a chiave, ricordavo bene di aver chiuso con tre mandate. Il messaggio automatico si è interrotto e non sapevo cosa fare, la chiamata alla polizia sarebbe partita in automatico se non avessi inserito il codice così ho chiamato mia sorella, dovrebbe arrivare tra poco – specificò – nel frattempo avevo preso una padella dalla cucina – lo disse ridendo amaramente -  Inuyasha, il fidanzato di mia sorella, mi aveva detto di uscire subito di casa e chiamare la polizia stavo per farlo quando le luci della sala si sono spente, ho i pulsanti vicini alla porta di ingresso e a quella della camera – spiegava tutto in maniera precisa, non voleva dimenticare niente – ho visto un'ombra dietro di me, ho alzato la padella di scatto, per riflesso e credo di averlo colpito ma quell'uomo – fece un'altra pausa, al ricordo i battiti tornavano ad accellerare – mi ha afferrato per le braccia e mi ha sollevata da terra lanciandomi oltre il divano, sono atterrata malamente e ho perso il cellulare che si è fracassato contro il muro e ho picchiato la testa. Poi siete arrivati voi –

In quel momento entrarono Kagome seguita da Inuyasha – Rin, oh kami stai bene – corse ad abbracciarla e restarono così per un tempo infinito. Quando sciolsero l'abbraccio Rin tornò a sedersi sul divano, Sesshomaru si alzò in piedi per lasciare che Kagome si sedesse accanto a lei mettendosi di fianco a Inuyasha con le braccia incrociate – ricorda niente dell'uomo? Il viso, la voce, l'aveva mai visto prima? - Rin scosse la testa e guardò Kagome, poi Inuyasha e infine Sesshomaru.

Non sapeva come dirlo, aveva paura della reazione esagerata della sua famiglia ma non poteva rischiare la sua incolumità per paura – Rin – Kagome posò una mano sulla spalla di Rin, lei fece l'ennesimo respiro e si alzò – era più o meno alto così, spalle larghe così – si era messa nella stessa posizione per cercare di ricordare meglio, la poliziotta si era alzata e l'aveva affiancata – molto bene  - è stato un attimo al buio ma aveva una felpa grigio scuro da corsa e scarpe con le fascette catarifrangenti sottili, come bordini di una cucitura, ho visto il riflesso mentre lo colpivo con la padella, ho abbassato lo sguardo, però alle mani aveva guanti come quelle che indossano i corridori – cercava di ricordare ma non le veniva in mente altro – comunque dovrei aggiungere una cosa – cercò di farsi coraggio, non guardava nessuno ed era già pronta alle proteste di Kagome – mi sono trasferita qui circa due anni fa, dopo circa otto mesi ho come avuto la sensazione che qualcuno si introducesse in casa mia – Kagome fece un respiro strozzato - Rin... perchè non ce lo hai detto? – aspetta …. ho avuto la conferma qualche settimana dopo, lasciavo sempre tutto in ordine e alcune cose in posti specifici che sarebbero cadute o spostaste se fosse entrato qualcuno che non ero io, mi sentivo stupida e paranoica, credevo di essere diventata schizzofrenica in stile “a beautiful mind” ma poi una sera sono tornata a casa e l'anta del mio armadio era chiusa male, ha un difetto di fabbrica e bisogna spingerla in un determinato modo per chiuderla bene.
Mi ha preso il panico se fare una denuncia, non avevo niente se non un'anta chiusa male quindi Kosuke mi consigliò di cambiare al più presto serratura, l'ho fatto e da allora non ho più lasciato le chiavi nascoste, lasciai l'unico doppione ai miei genitori.
Poi verso marzo o aprile ho iniziato di nuovo con quella strana sensazione e un giorno sul mio letto ho trovato un'impronta, come se qualcuno si fosse sdraiato, sono andata fuori di testa e ho cercato un allarme che facesse al caso mio, volevo delle prove per essere sicura di non essere impazzita, così verso maggio arrivò l'allarme e lo installai, non era successo niente in tutti questi mesi e così mi ero data della stupida per essermi fatta condizionare così da particolari stupidi ma poi stasera è scattato e... - non riusciva a finire la frase, Kagome andò ad abbracciarla.


Sesshomaru ascoltava ogni parola, non voleva perdersi un dettaglio o una sillaba di quello che diceva, l'idea che avesse affrontato tutto quello stress e quelle incertezze da sola comportandosi come se nulla fosse lo stava facendo impazzire, gli provocava un ritmo forsennato nel petto.
Doveva trovare una soluzione e al più presto e dovevano trovare quel bastardo, anche se un'idea gli si stava insinuando nella mente.

- e tu ti sei difesa con una padella? Avresti dovuto prendere un coltello altro che padella – era stato Inuyasha a parlare, lei sorrise amara cercando di darsi un contegno – ho pensato che se mi avesse sopraffatta sarebbe stato più difficile intimidirmi con una padella che con un coltello e avrebbe fatto più rumore – cercava di buttarla sul ridere ma la sola idea gli diede i tremori.

I poliziotti finirono il sopraluogo e ricevettero alcune segnalazioni – qui vicino c'è un parco, dubito che l'uomo in questione possa essere ancora nei paraggi ma abbiamo trovato non lontano due uomini che potrebbero corrispondere alla descrizione, dovrebbe venire in centrale per una deposizione ed un confronto – certo vengo subito, però dovrei cambiarmi – faccia pure la aspettiamo giù – un altro poliziotto intervenne – signorina abbiamo finito con il sopraluogo e a quanto sembra l'uomo doveva trovarsi nella sua stanza quando lei si è svegliata – vide Rin irrigidirsi e perdere colore e con occhi spalancati guardare la sua stanza e poi di nuovo il poliziotto – chiudevo la porta a chiave quando dormivo ma poi ho installato l'allarme e non mi sono più preoccupata di chiudermi dentro – non si preoccupi, la capisco ma se potesse controllare anche in questi giorni se le manca qualcosa sarebbe davvero utile – certo – non sapeva come dirlo, sembrava sciocco –  mi scusi per caso potrei ecco... sentirei davvero il bisogno di dare una pulita alla casa in questo momento e volevo sapere se era possibile – certo, purtroppo non abbiamo trovato niente di utile, se fosse stato un corridore avremmo potuto trovare erba, terriccio o qualche traccia ma non c'era niente e il fatto che non ci sia segno di effrazione significa che non ha forzato la serratura – quindi aveva la chiave? - si, è quello che pensiamo, ci servirebbero i nomi delle persone che hanno avuto accesso a casa sua negli ultimi tempi e anche del fabbro che le ha cambiato la serratura – certo.

Ora ne era sempre più certo, era meglio aspettare prima di parlarne con Rin ma il dubbio che lo attanagliava era sempre più forte.

 

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:- appartamento di Kosuke


Restava in ascolto. Si era lavato e aveva buttato i vestiti in lavatrice insieme ad altra roba e aspettava in silenzio.
Erano ore che i poliziotti erano a casa di Rin e quando finalmente la vide di sfuggita salire su un'auto rossa con sua sorella tirò un sospiro di solievo.

Un allarme. Un fottutissimo maledetto allarme. Perchè non gliene aveva parlato. Che non si fidasse di lui? No conoscendola non voleva dargli fastidio, in fondo era stato lui a calmarla la prima volta e l'infinità di volte che si era scusata per il diturbo avrebbe dovuto metterlo in guardia.
Eppure era stato attento, cosa aveva sbagliato questa volta per metterla in allarme a quel modo.
Continuava a pensare ma prima di tutto doveva trovare un alibi di ferro, doveva giustificare il fatto che non fosse andato da lei e la testa gli faceva un male cane, quella maledetta padella era resistente accidenti, fortuna che non lo aveva colpito in un punto visibile, bastava abbassare la frangetta sulla tempia ma per un po' sarebbe dovuto sparire.
La cosa non gli piaceva ma doveva farlo se voleva che le cose non prendessero una brutta piega.

Una brutta piega? Accidenti le cose avevano già preso una piega e quel che era peggio aveva terrorizzato Rin a morte. Avrebbe fatto meglio a lasciarla stare e tornare dal suo psicologo e continuare con le medicine.
Si ma poi non l'avrebbe più rivista e il solo pensarci gli diede le palpitazioni e lo fece sudare freddo, si sarebbe controllato da solo, sarebbe riuscito a comportarsi bene e ad allontanarsi per un po'.
Avrebbe nascosto le foto e tutto quello che aveva su Rin, si e poi una volta recuperata la lucidità sarebbe tornato e avrebbero ricominciato da capo, dopo questo “incidente” lei di certo non avrebbe cercato qualcun'altro e l'avrebbe aspettato.
Con una calma che non possedeva iniziò a mettere a punto un piano e a fare le valigie.
Sarebbe andato tutto secondo i piani.

 

^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ casa di Rin ore 7:32

 

-Bene la camera è pulita e ho cambiato le lenzuola, l'aspirapolvere è passata e anche lo straccio – Inuyasha si guardò in giro soddisfatto, quello che era successo quella sera era davvero inquietante.
Kagome aveva accompagnato Rin in centrale ma purtroppo nessuno degli uomini trovati nei pressi del parco o dintorni era risultato essere l'uomo che cercavano; sarebbe stato troppo bello.
- possibile che tu non stia facendo niente, ho dovuto fare tutto io accidenti – Sesshomaru si voltò verso il fratello, Inuyasha lo guardò – cosa c'è, avanti parla hai la tua aria da calcolatore sputa il rospo – penso di sapere chi sia – chi? Il molestatore? - si – Inuyasha si fece attento e si sedette sul divano in ascolto – quando sono arrivato tutti i vicini era usciti dai loro appartamenti tranne uno, quel ragazzo Kosuke – e credi sia stato lui – i poliziotti hanno detto che non hanno trovato nessuna traccia, se fosse passato da fuori ce ne sarebbero state, invece non c'era niente e poi si avvicina a Rin in maniera molto gelosa e possessiva ed è ovvio che la cosa la metta a disagio anche se li ho visti insieme solo un paio di volte e l'ultima volta che sono stato qui non sono riuscito a vederla perchè lui ha detto che era impegnata – quindi tu pensi che l'uomo che la sta molestando sia il suo vicino di casa – Sesshomaru fece un segno d'assenso – accidenti se questo fosse vero spiegherebbe perchè non c'è stato segno d'effrazzione, per lui sarebbe stato facile procurarsi un doppione delle chiavi – Inuyasha si fece pensieroso tamburellando le gambe incrociate nervosamente – credo sia meglio non dire niente per ora – già ci manca solo che le venga una crisi isterica, ma cosa conti di fare ora Sesshomaru – lui si voltò verso la finestra del salotto pensioroso – non lo so ma intendo prendere provvedimenti e fare qualche ricerca, non possiamo permetterci di lasciare Rin da sola -


In quel momento entrarono anche Rin e Kagome – ho chiamato il fabbro, sarà qui per le otto e ho ordinato un nuovo cellulare visto che il tuo si è rotto – lei lo guardò presa alla sprovvista ma grata – ti ringrazio Sesshomaru, ho proprio la testa altrove al momento – ehi e io niente, ho pulito mentre voi non c'eravate – lei gli sorrise e lo abbracciò stampandogli un bacio sulla guancia – non dovevi Inuyasha davvero, ma ti ringrazio -

Caddè il silenzio, non sapeva cosa  dire – Rin e io andiamo dai miei genitori stasera ma questa testona vuole a tutti i costi andare al lavoro- non voglio pesare su Sango o altri e penso che per qualche giorno prenderò una stanza d'albergo giusto per stare più tranquilla ma voglio tornare qui dopo – raddrizzò la schiena e fece un sorriso convinto – non permetto a nessuno di spaventarmi e farmi rintanare da qualche parte, l'allarme so che funziona, la denuncia è fatta e finchè non so chi mi molesta starò più attenta e cercherò di non andare in giro da sola ma non intendo rinchiudermi in casa o trasferirmi per nessuna ragione Kagome. So che non capisci però davvero non voglio darla vinta a nessuno – non sarebbe darla vinta a qualcuno si tratta solo di essere prudenti e poi che albergo, puoi stare da mamma e papà per un po' – mamma è papà sono a più di quaranta minuti di qui e con il traffico un'ora, sarebbe terribile per il lavoro e terribilmente stancante non me la sento –

Inuyasha cercò di andare in soccorso di Kagome – potresti venire con noi dai miei genitori, abbiamo stanze a sufficienza e la strada e meno trafficata – lui guardò di sfuggita Sesshomaru, Rin si sentiva soffocare, tutto quello che voleva era un po' di pace e tranquillità per rimettere in ordine le idee ma nessuno sembrava disposto a concedergli nemmeno un pezzetto – io avrei un'idea – tre paia di occhi si voltarono incuriositi verso Sesshomaru – ho una stanza libera adibita a studio, nel palazzo ci sono telecamere di sicurezza e un custode 24 ore su 24, se qualcuno ti seguisse saresti più al sicuro e potremmo anche identificarlo – Inuyasha anche se un po' shoccato da quella proposta andò in aiuto del fratello - un albergo non è affatto sicuro, c'è un continuo via vai e non saresti protetta così almeno saresti tranquilla ma avresti comunque un po' di libertà – non so, non vorrei disturbarti – nessun disturbo – già e poi non potrà fargli di certo male un po' di compagnia a quello scorbutico di mio fratello, sempre ammesso che non ti faccia scappare prima – Sesshomaru per tutta risposta lo fulminò con lo sguardo non gradendo la battuta – ok allora va bene, se non ti è di troppo disturbo – lui annuì con la testa e si voltò, mentre Rin andava in camera a preparare il borsone.

Quando furono soli Inuyasha cerco di investigare un po' - Kagome, Rin per caso ti ha mai parlato del suo vicino, quello che l'ha aiutata la prima volta – Sesshomaru si fingeva estraneo alla loro conversazione ma non perdeva una parola – chi? Kosuke intendi? - si – mi ha solo detto che è un ragazzo tranquillo e molto disponibile ma un po' appiccicoso, si è offerto di stare qui con lei la prima volta che sospettava che qualcuno fosse entrato in casa ma poi la seconda volta non voleva disturbarlo così non gli aveva detto niente, ha detto che ha una cotta per lei ma a lei non è mai interessato, tra l'altro ha chiamato Rin mentre venivamo qui – i due si fecero subito più attenti – ah si? E che ha detto? - niente voleva solo avvisarla che per un po' sarebbe stato via per dei servizi fotografici ma che sperava di tornare presto, poi sono stati per un po' al telefono mentre Rin gli spiegava cosa era successo – nient'altro? - no perchè me lo chiedi – Inuyasha e Sesshomaru si guardarono preoccupati – te lo spiegherò quando saremo soli – Kagome fece una faccia perplessa ma non commentò.
 


_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ Due giorni dopo, casa di Sesshomaru.

 


-Ti ringrazio per avermi ospitato Sesshomaru – puoi restare qui finchè vuoi – grazie -
La prima sera aveva dormito a casa dei suoi genitori, così da non farli preoccupare, o per lo meno non farli preoccupare ulteriormente.
La polizia le aveva spiegato che quella non era una semplice effrazione ma una vera e propria molestia e persecuzione nei suoi confronti e l'avevano esortata a denunciare qualunque cosa le potesse sembrare insolita o sospetta.

Quella notte invece aveva dormito a casa di Sesshomaru, aveva fatto sistemare un letto dove prima c'era la scrivania per lo studio il che era molto premuroso da parte sua. Rin non sapeva spiegarsi il motivo e onestamente non voleva pensarci troppo però si sentiva sollevata e enormemente felice di stare così a contatto con lui, magari così si sarebbero potuti conoscere meglio.

- stasera ci sarà la prima del Chushingura, mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto vederlo- Rin alzò lo sguardo dal suo piatto, per tentare di sdebitarsi aveva preparato la cena – è stasera? - lui alzò lo sguardo e lo puntò su di lei – caspita non ci avevo pensato e tu vorresti andarci – segno d'assenso – con me? - altro segno d'assenso – non mi sembra ci sia nessun'altro qui – lei arrossì leggermente – si scusa, ho la testa un po' altrove – tornò a guardare il suo piatto pensierosa – mi farebbe piacere – disse dopo un pò- bene lo spettacolo inizia alle nove – lei gli sorrise radiosa – fantastico allora ho il tempo di farmi una doccia – la tensione sembrò sciogliersi e Rin riprese almeno in parte a chiacchierare come sempre su cose apparentemente senza senso ma che riuscivano a riempire di allegria ciò che la circondava.


Sesshomaru aiutò Rin a mettere i piatti in lavastoviglie poi andò a sedersi sul divano guardando i fogli di vari permessi e test per nuovi prototipi e pezzi da ordinare.
Aveva proposto a Rin di andare allo spettacolo per tentare di distrarla un po', vederla girare per casa come un fantasma con la mente sempre assorta lo destabilizzava, l'unica cosa che voleva era rivedere la vecchia Rin, quella che aveva conosciuto mesi fa sempre sorridente e allegra con la chiacchiera pronta; il suo invito sembrava essere stato apprezzato visto che finalmente dopo quasi tre giorni gli aveva regalato un vero sorriso.
Forse quella sera avrebbe giovato a entrambi.


La casa di Sesshomaru era bella, la prima volta che ci era stata aveva visto solo la cucina e il salotto, questa volta invece Sesshomaru le aveva fatto fare il giro della casa.
Per quanto fosse bella e ultra moderna con una splendida vista e molta luce naturale Rin doveva ammettere che quella casa non sembrava studiata per avere ospiti.
Tanto per cominciare aveva un unico bagno con doccia e vasca in tutta la casa e bisognava passare per la camera di Sesshomaru per entrarci, il che non era molto pratico e in centocinquanta metri quadri circa, il che era davvero notevole a Tokyo, aveva solo un altro “bagnetto/lavanderia”.

Tolto questo era davvero bellissimo, essenziale, funzionale, pulito, davvero una casa da rivista.
Uscì dalla doccia, si asciugò i capelli, mise un po' di crema idratante, si lavò i denti, un filo di trucco leggero, maglioncini crema e minigonna a balze sopra il ginocchio, calze scure e stivali con tacchetto non troppo alto ma che arrivavano fino quasi alla coscia, lasciando intravedere solo una parte delle calze tra la gonna e lo stivale e per finire un fermaglio laterale per lasciare il viso libero.
L'effetto era sobrio ma invitante, quella sera voleva sentirsi bene e bella, senza doversi preoccupare troppo e per dimostrare a quello stronzo ovunque fosse e chiunque fosse che lei non si sarebbe mai fatta abbattere da nessuno.
Si guardò allo specchio, fece un respiro profondo e sorrise, caricata da una nuova grinta.

Uscì dal bagno per permettere a Sesshomaru di cambiarsi, lo trovò appoggiato al davanzale con un libro sulle gambe intento a leggere, portava un sottile paio di occhiali con montatura in metallo, con il panorama illuminato dalle luci fioche del traffico era davvero bellissimo, le veniva una voglia matta di baciarlo.
In quel momento lui si voltò e la guardò, rimase per un po' fermo ad osservarla e lei sentì i battiti accelerare, preda di uno strano magnetismo che durò un'infinità.
Lui si alzò e senza dire una parola adagiò il libro sul largo davanzale e andò in camera sua a cambiarsi.
Quando fu sicura che fosse uscito dalla stanza andò in cucina per bere un bicchiere d'acqua, troppe emozioni strane in quei pochi giorni, davvero troppe, continuava così e sarebbe impazzita.

 

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Stava impazzendo. Stava leggendo l'arte della guerra per l'ennesima volta seduto sulla finestra con la città ai suoi piedi quando aveva sentito Rin avvicinarsi. Il suo profumo aveva invaso la stanza e quando l'aveva guardata la tentazione di passare le dita sulla coscia appena mostrata e su quelle labbra così perfette da sembrare disegnate lo aveva immobilizzato.
Rin ne aveva già passate troppe in quel periodo e comportarsi in maniera avventata non era consigliato; però era davvero incantevole.
Non era certo di riuscire a resisterle a lungo ma non l'avrebbe mai forzata.


Si avviarono a teatro e la serata passò tranquilla e priva di preoccupazioni, lo spettacolo era stato eccezionale, anche Sesshomaru dovette ammettere che non era stato affatto una perdita di tempo anzi stare accanto a Rin, guardarla assorta e rapita, ascoltarla mentre parlava dello spettacolo durante il ritorno a casa e vederla di nuovo spensierata gli diede un'immensa soddisfazione – ti va un panino? - lui inarcò un sopraciglio – a quest'ora? - si faccio io non preoccuparti – era così allegra che non se la sentiva di smorzare la sua allegria proprio sul più bello – va bene -


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Rin si sentiva proprio bene, quei tre giorni le erano sembrati grigi e infiniti, ora invece era tornata di nuovo se stessa e si era mancata. Lo spettacolo era stato coinvolgente e appassionante e Sesshomaru per quanto fosse di poche parole era davvero una piacevole compagnia, più di una volta si era sorpresa a pensare a come sarebbe stato baciare le sue labbra.

I panini erano quasi pronti, doveva solo finire di rosolarli in padella con un po' di burro e il gioco era fatto. Aspettò in ansia il verdetto di Sesshomaru -allora? Come sono? – non male – lei si accigliò – come non male, non ti piace il prosciutto per caso o è la senape perchè se vuoi l'altro l'ho fatto con la maionese altrimenti te ne preparo un … - l'ombra di un sorriso divertito si dipinse sul volto di Sesshomaru e in quel momento si rese conto che la stava prendendo in giro – ma mi stai prendendo in giro – lei fece un finto broncio che tuttavia non durò molto. Erano seduti al bancone della cucina, il tutto sembrava molto intimo con un delizioso profumo che si espandeva nell'aria – manca una cosa – Rin tornò a guardarlo, lui per tutta risposta si alzò e aprì il frigorifero tirando fuori la bottiglia di vino bianco fermo che avevano aperto a cena, lei sorrise soddisfatta – mi sembra un ottimo accostamento- lui versò il vino in due bicchieri – sai dovremmo farlo più spesso – lui la guardò interrogativo – questo, io cucino e tu scegli il vino, io non ci capisco quasi niente di vini però potresti insegnarmi, non sarebbe male cosa ne dici? -lo guardò con uno sguardo fiducioso da bambina che lo intenerì, era davvero piena di sorprese quel piccolo raggio di sole – si può fare -  e per la seconda volta quel giorno lei gli regalò quel suo fantastico sorriso in grado di illuminare la notte.

Finito lo spuntino Rin fece per alzarsi ma rischiò di perdere l'equilibrio, Sesshomaru la sorresse delicatamente – credo che per stasera il vino possa bastare – mm-mm spero di non avere postumi tra cinque ore – lui la guardò perplesso – perchè cinque ore? - domani è sabato ed è halloween faccio io apertura alle sei questa settimana, sarà meglio che beva un po' d'acqua prima di andare a letto se non voglio postumi – avresti dovuto dirmelo, è tardi – le passò un bicchiere d'acqua – non importa non dormo bene in queste ultime sere, ora però sono più tranquilla grazie a te – lo guardò sorridendo – dai ti portò a letto – non sono ubriaca Sesshomaru, so ancora camminare – meglio non rischiare –

Arrivati in camera Rin rischiò di inciampare nel tappeto ma lui la afferrò prontamente -fortuna che sapevi camminare – Rin non potè trattenere una risata cristallina appoggiando la fronte al suo petto, lui la sorreggeva con un braccio dai fianchi e mentre alzava l'altro braccio le sfiorò innavvertitamente la coscia, Rin ebbe un sussulto e lo guardò, sentendo i battiti accelerare e il fiato mancarle, lui alzò un braccio a scostarle la frangia dal viso e la guardò, fermo e rigido, il respiro caldo e profondo che le solleticava una guancia.
Lei alzò a sua volta una mano sulla sua guancia e sfiorò i suoi capelli candidi e soffici come neve appena caduta e inspirò il suo profumo così fresco e pulito.
- grazie – lui non rispose ma il suo sguardo si posò sulle labbra di lei e lei come se stesse eseguendo un comando le dischiuse leggermente. Pochi centimetri li separavano e le farfalle le attanagliavano lo stomaco, sperava che un telefono squillasse o che qualcuno suonasse il campanello ma niente di tutto questo successe, allora avvicinò piano le sue labbra a quelle di lui e lo baciò a lato della bocca, sfiorandolo leggermente.
Lo sentì inspirare profondamente e stringere appena le mani sul viso ed il fianco, si scostastorono entrambi appena, lui la baciò sulla guancia castamente indugiando forse un po' più del dovuto – Buonanotte Rin – Buonanotte Sesshomaru – rispose lei imbambolata, lui la lasciò andare ed uscì dalla stanza. Lei si sedette sul bordo e rimase ferma in quella posizione completamente inebetita con quell'insistente sfarfallio allo stomaco, era decisamente troppo stanca per pensare lucidamente così senza pensare oltre si mise il pigiama e andò a letto, pregando che almeno quelle quattro ore scarse riuscissero a darle un aspetto meno mostruoso la mattina seguente, non fece sogni quella notte e per lo meno questo le permise di svegliarsi di buon umore e di uscire presto per andare al lavoro.

 

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Non riusciva a vederla bene in viso ma sapeva che era lei, la riconosceva, dai capelli neri e dal suo profumo di biscotti e zucchero, dalla sua pelle così liscia e morbida davvero invitante.
Lo stava accarezzando lentamente su tutto il corpo fino a scendere sempre più in basso, languida.
I suoi baci gli davano brividi di piacere e lo rilassavano, i suoi capelli gli soletticavano l'addome e le gambe, mentre la lingua giocava sul suo corpo.
Riusciva ad eccitarlo già così, le sue mani toccarono l'asta dura e la sua lingua prese a giocare sulla punta, ebbe un fremito e quando le sue labbra lo avvolsero ne ebbe un'altro, bastò questo a farlo sentire in estasi.
Mise una mano fra i suoi capelli setosi e morbidi volendo impartirle un ritmo più serrato, già pregustava il momento anche se voleva godersi ogni attimo ma proprio mentre iniziava a trovare la velocità giusta ed era sul punto di venire spalancò gli occhi e si ritrovò in un bagno di sudore.

Ma che diavolo...
si guardò intorno spaesato, era nel suo attico, nel suo letto, solo e dolorosamente eccitato, ma da quando in qua si ritrovava così eccitato da un sogno, non era mica un adolescente arrapato.
Andò sotto la doccia per svegliarsi ed affrontare una giornata che si preannunciava nera ma appena l'acqua gli scivolò sul corpo si sentì nuovamente eccitato a ripensare alle mani di lei, perchè sapeva perfettamente chi aveva sognato.

Iniziò a massaggiarsi ripensando al sogno e a quanto gli era sembrata vera e perfetta. Ci mise poco a raggiungere l'orgasmo ma lo lasciò comunque vuoto e insoddisfatto, prima chiariva quella situazione prima sarebbe tornato quello di sempre.

 


_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ Caffetteria ore 13:40

 


- Dai Rin sarà divertente e poi ti farà bene uscire un po' – Rin era un po' incerta – non so Kagome, è Halloween sarà pieno di gente e bimbetti ubriachi – Kagome voleva andare a ballare quella sera e l'idea non le sarebbe affatto dispiaciuta però convincere Sesshomaru sarebbe stata dura, avrebbe tanto voluto andare con lui ma non era certa che l'idea gli piacesse – va bene, vedrò di convincere anche Sesshomaru – tsk buona fortuna allora – Inuyasha – Kagome lo riprese rifilandogli un'occhiataccia – sai non è necessario che venga ci sarà anche un nostro amico, è molto carino te lo ricorderai di sicuro veniva a scuola con noi – Rin la guardò male – non mi sembra il caso – dai non ti farebbe male conoscere qualcuno – Rin si voltò e appoggiò le mani sul bancone guardando la sorella dritta negli occhi – visto i casini che sono successi negli ultimi giorni ci tengo a precisare che non sono minimamente interessata ad uscire o avere storie di alcun genere con-nes-su-nooo. È chiaro? - Kagome sospirò sconfitta – ok come vuoi ma se continui così ti ritroverai triste e sola cara la mia sorellina – meglio soli che mal accompagnati – rispose lei sorridendo furba – ora sarà meglio che inizi a pulire o non torniamo più a casa giusto Sango? - giusto e io non vedo l'ora di passare una bella serata a ballare fino a farmi sanguinare i piedi – disse stringendo Rin con un braccio e agitando in aria l'altro combattiva – fantastico allora passo a prendervi stasera alle undici e Rin mi raccomando la maschera – va bene farò del mio meglio -
Rin e Sango tornarono al lavoro e verso le due riuscirono finalmente a chiudere la porta del locale ed andarsene.

Restava solo una cosa da fare, due veramente, trovare una maschera decente e convincere Sesshomaru ad andare con loro in discoteca, che incubo.


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Sesshomaru era appena tornato dal suo ufficio, voleva proporre a Rin di preparare la cena insieme quella sera come le aveva proposto lei ieri notte sperando così di riuscire a chiarirsi con lei sulle sue intenzioni, o non intenzioni, riguardo a quello che era successo quella notte, però quando entrò la trovò addormentata nel letto con addosso il pigiama, erano circa le sei, aveva dormito poco la sera prima così decise di lasciarla dormire.

Si avvicinò piano e la coprì con le coperte, a quel punto lei fece un sospirò e si accoccolò tra le lenzuola, sembrava proprio una bambina quando dormiva così serena.
Fece per alzarsi ed andarsene quando lei si svegliò e lo richiamò a sé – Sesshomaru – lui si voltò ma non osò avvicinarsi – dovresti dormire, sei stanca – lo disse in tono neutro ma questo a Rin non importava perchè si sentì comunque rincuorata dalle sue premure – dovrei parlarti un attimo se hai tempo – fece un lungo sbadiglio coperto dalla mano e lui si avvicinò piano al letto – Inuyasha Kagome Sango e Miroku stasera vanno a ballare e mi hanno praticamente obbligato ad andarci, mi farebbe piacere ma in mezzo a tutte quelle coppiette non mi va di fare il dispari di turno – il sesto senso di Sesshomaru non gli presagiva nulla di buono – verresti con me stasera per favore – lo guardò con due occhioni assonnati e supplichevoli.

Lui rimase per un tempo infinito fermo a guardarla; lui? andare a ballare? con suo fratello e la sua combriccola, solo per fare un favore a Rin. Se non fosse stato per lei avrebbe detto di no all'istante però non si fidava a lasciarla sola in mezzo a tutta quella gente.
Non sapendo bene cosa rispondere optò per una risposta a metà – ci penserò – lei sospirò e fece un altro sbadiglio – ti ringrazio – lui stava per rispondergli che non era un sì quando lei proseguì - altrimenti Kagome mi appiopperà addosso qualche suo amico sfigato del liceo e proprio non mi va di socializzare con gente nuova al momento – aveva borbottato il tutto con gli occhi chiusi nel dormiveglia ma lui aveva capito tutto, accidenti che pasticcio e tutto per quell'impicciona di sua sorella e del suo inetto fratello.
Doveva farsi venire in mente qualcosa accidenti o sarebbe finita che si sarebbe ritrovato ad andare in quel bordello pieno di gente ubriaca e sudaticcia – Sesshomaru – cosa – mi faresti un po' di compagnia finchè non mi addormento, fatico ad addormentarmi in questi giorni – un po' contrariato e indispettito dalla piega degli eventi per quella sera si stese accanto a lei e lei gli si strinse addosso mettendo un braccio intorno alla sua vita come quella volta quando si erano addormentati sul divano.
Senza rendersene conto, continuando a pensare ad una soluzione per quella sera, si addormentò profondamente accanto a Rin nel tepore delle coperte profumate di fresco.

 

;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_ Discoteca ore 00:13

 

Rin e gli altri erano fuori dalla discoteca in attesa che aprise di lì a poco, aveva dormito un eternità e quando si era svegliata aveva trovato Sesshomaru accanto a sé con una mano tra i suoi capelli, si era sentita avampare di colpo.
Si era sciolta dall'abbraccio, aveva preso il ricambio ed era corsa il più silenziosamente possibile a prepararsi.
Alla fine aveva deciso per un vestito semplice e scuro che le lasciava la schiena scoperta e che si apriva leggermente sul davanti con spalline sottili, tacchi e mini borsa per l'essenziale scusa e il gioco era fatto, avrebbe lasciato i capelli sciolti e avrebbe messo un guanto sul braccio destro di quelli che a contatto con le luci blu facevano risaltare il bianco fosforescente, con il disegno di un osso, era strano e a lei le cose strane piacevano.
Il vero tocco di per sé era la maschera, era nera decorata d'argento e copriva parte del viso e gli occhi mentre lasciava l'altra parte scoperta, faceva un po' fantasma dell'opera e ne aveva presa una argento con decorazioni nere molto simile per Sesshomaru. Sperava solo che avesse cambiato idea. 

 

:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^: Casa di Sesshomaru ore 22:48


Un rumore di voci nel corridoio lo destò dal suo sonno, si sentiva intontito, uno sguardo all'orologio gli rivelò che erano quasi le undici di sera. Aveva dormito per più di quattro ore e probabilmente quel baccano era opera di Inuyasha e i suoi amici, dovevano essere passati a prendere Rin.

Si avviò verso il salotto e la scena che gli si presentò di fronte era peggio di quanto pensasse.
La coppia di amici erano vestiti da pirati, entrambi, con uncino, benda e tutto il repertorio, Inuyasha e Kagome erano vestiti da principe e principessa, patetici.

Osservò la stanza ma non c'era traccia di Rin, come evocata dai suoi pensieri apparve vittoriosa con un pennarello – trovato – si fermò a guardarlo e sorrise felice – Sesshomaru ti sei svegliato, allora vieni con noi? - lui la guardò stralunato, decisamente stava prendendo l'insana abitudine di tempestarlo di domande appena sveglio e se era in quelle condizioni a quell'ora della sera era solo colpa sua – no – l'espressione da gioiosa passò ad abbattuta e per qualche strano motivo Sesshomaru si dispiaque subito di aver smorzato la sua allegria – visto, ti avevo detto che non sarebbe venuto – lei sembrò farsi più triste ma finse di riprendersi cambiando discorso – comunque ho trovato la matita per gli occhi, stasera guido io – Kagome e Sango la fermarono subito – non se ne parla – questa serata era per divertirsi e tu non guiderai – giusto, guideremo noi – tanto non berrei comunque sapete che l'alcol delle discoteche mi fa schifo, poi visto come è andata la settimana direi che è meglio non rischiare – non importa stasera non sarai tu a guidare – ma tu e Miroku è un pezzo che non uscite non mi sembra carino limitarvi per questo – a quel punto intervenne Kagome - per questo stasera guiderò io – Inuyasha fece una faccia spaventata – ehhh ma se sono anni che non guidi più con la guida a destra* e per di più sei una pessima guidatrice – Kagome si voltò fulminandolo con lo sguardo e lo tirò per un'orecchio – come scusa? Chi è che non saprebbe guidare? - dai ragazzi non litigate proprio ora- Rin iniziava a ritenere una pessima idea uscire quella sera, tutto il suo entusiasmo si era smorzato di colpo, temeva che Sesshomaru si fosse arrabbiato con lei per qualcosa – bene, visto che io ho una pessima guida sarà Inuyasha a guidare stasera – cosa? Ma perchè? - le sue proteste furono subito fermate da un'altra occhiataccia di Kagome – dai vieni qui così ti scrivo sul braccio – Inuyasha e Miroku la guardarono stupiti – cosa intendi Rin? - era stato Miroku a parlare – qualche anno fa dei nostri compagni di scuola fecero un brutto incidente in auto a causa “dell'alcol da sabato sera” così decidemmo insieme ad altri ragazzi di promuovere una guida sicura con “l'amico sobrio” avete presente no si decide chi resta sobrio per guidare al rientro a casa dopo una serata – poi fu Kagome a proseguire – era il boom degli ashtag così decidemmo di promuovere l'ashtag di #staseraguidoio e postare foto della serata e alla persona incaricata gli veniva segnato con la matita sul braccio l'ashtag, lo facciamo da allora – fu Inuyasha a parlare – beh se ci tieni tanto va bene – gli diede il braccio e Rin scrisse l'ashtag, poi fecero una foto.

Sesshomaru nel frattempo si era avviato verso la sua stanza, non aveva voglia di partecipare a tutta quella ilarità ma Rin lo seguì poco dopo – Sesshomaru, noi stiamo andando, ti aspettiamo se vuoi venire – restava ferma sulla porta e sembrava a disagio, non sapeva cosa risponderle così si limitò a guardarla – capisco, comunque ho preso questa per te se cambi idea – adagiò quella mascera argentea sul cassettone e prima di uscire disse – spero di non averti fatto arrabbiare, se è così scusami – tu non c'entri Rin – lei non parve cambiare espressione - ok allora a dopo o domani, dipende... ciao Sesshomaru – la guardò uscire dalla stanza e li sentì andare via.
Si avvicinò alla maschera e la prese tra le dita, ricordava quella del fantasma dell'opera, sarebbe bastato un completo qualsiasi e la maschera per farlo sembrare un costume adatto senza risultare un perfetto idiota, una scelta davvero azzeccata e l'aveva pensata apposta per lui, e poi, era simile alla sua.

Ripensò al fratello con la fidanzata e la coppia di amici, avevano tutti il costume abbinato, forse ci teneva più di quanto non dimostrasse ad averlo con lui quella sera. Gli vennero in mente le parole che gli aveva detto quel pomeriggio, Kagome gli avrebbe affibbiato un suo amico probabilmente e questo lui non poteva permetterlo.
Prese la maschera e andò nella cabina armadio pronto a prepararsi e a scoprire quali fossero le reali intenzioni di Rin verso di lui.

 

_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ Discoteca Préstige ore 00:48

 

La musica era assordante, tutti ballavano e si scatenavano e le maschere variavano dalle più classiche alle più elaborate, probabilmente qualcuno dello staff per intrattenere e fare scena.

Era una bella serata se non fosse stato per il fatto che Rin si sentiva una stupida, non riusciva a divertirsi davvero, ballava, sorrideva, saltava in pista con le amiche anche se continuavano a fare avanti e indietro dal dehors per prendere aria, c'era davvero un sacco di gente.
Il motivo della sua apatia era chiaro, c'era rimasta male quando aveva capito che Sesshomaru non sarebbe venuto, sperava di vederlo sbucare da un momento all'altro ma era chiaro che non sarebbe mai andato in un posto come quello e come se non bastasse il vecchio amico di Kagome, sudato e ubriaco continuava a straparlare su discorsi contorti e senza senso, non era nemmeno sicura di aver capito il nome con tutto quel casino e di certo non si sarebbe avvicinata troppo per chiederglielo.

Stava per rientrare per il freddo, e per depistare l'appiccicosiccio amico di Kagome, quando un braccio l'agguantò da dietro e la spostò in un angolo.
Era già pronta a mollare un ceffone o rovesciargli addosso il drink quando una voce familiare vicino al suo orecchio la lasciò di sasso – avevo capito che non ti piacesse l'alcol delle discoteche – il suo cuore accellerò i battiti e le farfalle presero a danzarle nello stomaco ad un ritmo inumano, si voltò e quello che vide la paralizzò per la seconda volta in pochi secondi.

Sesshomaru era di una bellezza misteriosa ed affascinante e quella maschera si sposava divinamente con i suoi capelli raccolti in una coda alta e stretta e con la camicia e i pantaloni completamente neri, il lato scoperto del suo volto sembrava maggiormente definito e le sue labbra erano assolutamente invitanti in quel momento, aveva l'aquolina in bocca dalla voglia di assaggiarle.
- non lo bevo infatti, serve solo ad impedire che qualche idiota me ne offra uno e così Sango e Kagome non tentano di farmi ubriacare – le scappò una risata, la prima realmente spontanea da quando era arriva senza di lui.

Purtroppo quel dolce tét à tét fu interrotto dall'arrivo dell'appiccicoso amico di Kagome- ehi amiko perschè non tolli le mani diddosso dalla mia ragasza – sbiascicava terribilmente, in quel momento Rin si voltò verso Sesshomaru e lo baciò.
Lui rimase visibilmente sorpreso ma prima ancora che potesse realizzare cosa avesse appena fatto quella ragazzina sconsiderata lei si staccò e si girò verso il ragazzo – scusami, è il mio fidanzato ma Kagome non lo sa, potresti mantenere il segreto per favore, sai come è fatta – parlava a voce alta perchè anche se erano praticamente fuori la musica era assordante il ragazzo rimase con la stessa espressione da ebete – certo dolsezza non ti prekkupare il tuo ssegrreto è al siucuro con me – sbiascicava da far paura e con un po' di fortuna avrebbe dimenticato tutto.

Afferrò Sesshomaru per una mano e lui si lasciò trasportare al centro della pista, partirono con un remix veloce ma seducente e iniziarono a ballare vicini, molto vicini.

(ho immaginato il brano or nah in versione nightcore deeper version)

Sesshomaru non capiva più niente, l'unica cosa che sapeva era che rivoleva quelle labbra sulle sue, subito. Solo una cosa lo frenava, il dubbio di aver frainteso e che lei lo avesse fatto solo per mandare via quel tipo ubriaco fradicio.
Iniziò a ballare anche lui stringendola più a sé, anche perchè erano talmente stretti su quella pista che era impossibile fare altrimenti, lei gli circondò il collo con le braccia e lui la prese per i fianchi, inziarono a ballare insieme, come una sola persona, si strusciavano, si muovevano, ondeggiavano sinuosi.
Sesshomaru avvertiva con chiarezza i suoi fianchi muoversi a ritmo di musica con una gamba tra le sue così tonica ma sottile e riuscire ad inspirare il suo profumo leggero anche in mezzo a quel marasma di odori era una vera benedizione, un raggio di paradiso tra gli inferi.

Si stava eccitando sempre di più e iniziava a sentire i pantaloni farsi più stretti in prossimità del cavallo, neanche se ne fosse accorta Rin fece scorrere una mano sul suo petto e prese a strusciarsi con sensualità, e lei credeva di non essere brava a ballare, lo stava portando al limite solo con il suo muoversi sinuosa come una pantera  e gli occhi chiusi. Avvicinò le sue labbra alla sua guancia e parlò – scusami – anche se gli aveva gridato vicino all'orecchio non capiva il motivo delle sue scuse – per il bacio, non so cosa mi abbia preso – decisamente non era quello che voleva, tanto valeva rischiare e tentare di ribaltare la situazione a suo favore – a me non dispiace affatto Rin – il modo in cui lo disse le fece venire i brividi anche in quell'ambiente caldo e lui li avvertì sotto le dita mentre le percorreva sulla schiena nuda di lei – cosa vorresti dire? - lui la guardò famelico, lo aveva provocato e ora era lui il predatore e lei la sua preda, avvicinò le labbra al suo orecchio, c'erano molte cose da dire ma nessuna sembrava adatta e lei riprese – lo sai, mi piacciono le tue labbra – si separarono leggermente si guardarono negli occhi e poi guardarono le labbra l'uno dell'altro, la voglia cresceva e la musica ritmata e seducente non faceva che amplificare il tutto.

Si baciarono.
Da prima piano, poi si sfregarono leggeri, si allontanarono e poi tornarono a baciarsi lenti, iniziarono a passare piano la lingua e quando entrarono in contatto presero a baciarsi con più foga e passione avvinghiandosi in mezzo alla pista, lui la strinse a se con una mano tra i suoi capelli setosi lei si aggrappò alla camicia come se temesse di cadere e il tutto mentre si muovevano ondeggianti a ritmo delle casse che oscuravano i battiti dei loro cuori accellerati.

Alcuni ragazzi li spintonarono, si separarono bruscamente e affannati, Sesshomaru la sorresse proteggendola con un braccio, si guardarono per un solo istante e poi uscirono.
Uscirono dalla pista, dall'ingresso ed infine dal parcheggio, lui la prese in braccio per non farla scivolare sul terreno sterrato e reso scivoloso dal maltempo, salirono sull'auto di Sesshomaru, emtrambi sul lato del guidatore, Rin era abbastanza leggera da non disturbarlo alla guida, benedetto cambio automatico.

Parcheggiarono non distante da lì, una pioggerellina fitta stava cadendo sull'abitacolo, non pensavano più a niente, ripresero a baciarsi, da prima piano come a volersi accertare che l'altro fosse sicuro poi sempre con più foga fino a che il contatto con i vestiti non risultasse fastidioso e la voglia vorace di sentire quella pelle liscia e resa più fresca dalle gocce di pioggia non gli fece perdere la sensibilità ai polpastrelli.

Presero a spogliarsi, lei fu presto nuda, con le spalline abbassate prese a baciarle e leccarle l'incavo del collo e la schiena mentre si toglieva le scarpe col tacco e le calze, le mani di lui attraverso quella stoffa impalpabile era erotica da morire, poi fu il suo turno.
Si mise cavalcioni sopra di lui e gli sbottonò la camicia, dovendo metterla tutti i giorni al lavoro era diventata piuttosto abile a sfilarli uno per uno velocemente e quando finalmente vide il suo petto nudo e vi passò le mani la voglia di assaggiarlo era troppa, alzò lo sguardo verso di lui, aveva il respiro corto quanto il suo, la mascella serrata e la guardava famelico e deciso. Un brivido d'eccitazione la colpì al basso ventre, non sapeva come sarebbe andata il giorno dopo quindi le sembrava giusto approfittarne finchè poteva.

Fece scorrere le mani sul suo petto e scese fino alla cintura, assicurandosi di farlo lentamente godendo di ogni centimetro, ma ovviamente lui non sarebbe mai rimasto fermo così prese a passare le mani sulle sue cosce fino alla schiena e poi ancora giù fino al sedere. Inarcando la schiena gli slacciò la cintura e aprì i pantaloni, prima che potesse fermarla si spostò sul sedile del passeggero, prese in mano il cazzo e lo guardò soddisfatta quando lo vide gettare la testa indietro ed emettere un sibilo, era davvero bellissimo, l'immagine più erotica che avesse mai visto.

Prima che riprendesse il controllo lei si abbassò e lo prese in bocca, il suono strozzato che non riuscì a trattenere la riempì d'orgoglio ed eccitazione, continuò a muovere la bocca massaggiandolo con la mano, per quanto le sue “misure” stessero diventando notevoli lui non era di certo tipo da restarsene fermo e buono con le mani in mano.
Le sollevò la testa dai capelli, attento a non farle troppo male nonostante la voglia gli stesse offuscando i sensi, si sporse a baciarla e la spinse contro la portiera, lei rischiando di perdere l'equilibrio si ritrovò con le gambe spalancate e lui ne approfittò per abbassare il capo e leccarla, si fermò solo un secondo, passò un dito su un piccolo quadratino rosa appiccicato sul suo basso ventre -cerotto transdermico, è un anticoncezionale – spiegò lei concisa ormai a corto di fiato e lui riprese ad assaggiarla famelico.

A quell'invasione tanto piacevole quanto inaspettata non riuscì a reprimere un verso di sorpresa e piacere, quando sentì la sua lingua giocare sul clitoride le sfuggì un secondo gemito e lo sguardò di sfida che lui le lanciò non si addiceva a qualcuno che ti guarda dal basso.
Continuò così per un po' tenendola ferma e giocando con lei come un gatto con il topo, stanco di aspettare si sollevò e  lei lesta passò la lingua sul suo membro per tutta la lunghezza, non riuscì a fare altro perchè la sollevo di peso e la posizionò sopra di sé.

Il tempo sembrava essersi fermato, si guardarono per interminabili secondi, i respiri intrecciati, i vetri appannati e un caldo soffocante. Iniziò ad accarezzarle la schiena, lei tornò a rilassarsi e piano prese a scendere sempre di più sul suo membro, nonostante l'avesse “scaldata” si sentiva leggermente tirare mentre scendeva e lo lasciava entrare dentro di se, lo sentì espirare, lei lo guardò preoccupata, lui sembrò capire la sua muta domanda – sei stretta – lei arrossì leggermente – ti faccio male – lui per un attimo parve sorpreso, lei così piccola e fragile si preoccupava di far del male a lui – ho paura di farne io a te – le spiegò candidamente, visto a che punto si trovavano non aveva senso rispondere altrimenti, lei per tutta risposta rilassò le spalle e si abbassò di qualche centimetro.

Quando lo sentì completamente dentro di sé si rilassò e lui la strinse a sé, c'era odore di fumo tra i suoi capelli ma fortunatamente una leggera nota del suo shampo continuava a persistere su di lei, inspirò a pieni polmoni e la sentì stringersi leggermente, quello spasmò lo mandò in estasi e facendo attenzione iniziò a muoversi, da prima piano poi in modo sempre più sostenuto, la sorreggeva con le braccia mentre lei appoggiava i suoi avambracci sul petto di lui e si teneva alla testata del sedile per non pesargli troppo.
Il ritmo si fece più incalzante, presero a muoversi forsennati, le braccia iniziavano a formicolare, le gambe e le ginocchia a bruciare di acido lattico per lo sforzo, l'aria nell'abitacolo si faceva ancora più umida e calda, alla fine si guardarono negli occhi, intenti a studiarsi e a memorizzare ogni particolare di quel momento, lei fu colta da uno spasmo e lui lo sentì,in quel momento vennero entrambi, Rin riuscì a sentirlo fremere dentro di lei e si accasciò esausta su di lui.

Avvertivano chiaramente i loro respiri e i battiti dei loro cuori nelle casse toraciche così vicine.
Tentarono di riprendere fiato, la pioggia si era fatta più fine, Sesshomaru abbassò di poco il finestrino sul lato opposto cercarono di riprendere fiato senza comunque separarsi, si guardarono. Sesshomaru senza sapere perchè la baciò delicatamente sfregando le labbra sulle sue – sarà  meglio che mi sposti, stai iniziando a bruciare – lui la sollevò delicatamente e l'aiutò a spostarsi sull'altro sedile mentre si ripuliva con un fazzoletto, rimasero in silenzio ancora per un po', i battiti ridotti quasi alla normalità, rimaserò così per un tempo che parve infinito poi furono ridestati dal suono di un cellulare, Rin si mise a cercarlo frenetica mentre Sesshomaru godeva ancora un po' della vista del suo corpo nudo, aveva dei leggeri segni rossi sui fianchi, una parte di lui si sentiva vagamente in colpa per paura di essere stato troppo brusco l'altra invece si sentiva soddisfatto di aver lasciato una piccola impronta su di lei – noo è Kagome, ma che ore sono, oh Kami cazz... - si voltò verso di lui – scusami, pronto Kagome ciao scusami mi sono dimenticata di scriverti Sesshomaru ci ha raggiunti alla fine – silenzio, sentiva vagamente le parole che pronunciava all'altro capo del telefono – si siamo rimasti insieme per un po' ma avevo una fame da lupi perchè non avevo cenato e così siamo andati a mangiarci un panino – altro silenzio – ci vediamo domani o in settimana allora, comunque grazie di tutto e ringrazia tanto anche gli altri – si torturava le unghie e lo guardava di sfuggita divertita, lui si ritrovò a ricambiare il suo sguardo – ok grazie notte, ok, va bene, ok, siii va bene, ciao -  a quel punto riattaccò e si lasciò andare sospirando contro il sedile.

Solo in quel momento si resero conto che effetivamente nessuno dei due aveva realmente cenato quella sera – ti va un panino? - lui la guardò divertito – è un po' tardi – non lontano da qui c'è una panetteria che nei weekend è aperta tutta la notte, hai voglia? – lui la guardò per qualche altro secondo – sarà meglio rivestirci prima non credi – lui la guardò divertito con un mezzo sorriso a fior di labbra e lei sembrò rendersi conto in quel momento che erano ancora nudi entrambi.

Imbarazzata iniziarono a rivestirsi entrambi passandosi all'occorrenza qualche vestito, lui le calze, lei la camicia, erano un vero disastro.
Uscirono da quel parcheggio fortunatamente ancora deserto e si avviarono verso la panetteria.
Di punto in binaco lei disse – senti di sesso – lui la guardò inarcando un sopraciglio ma non disse niente, scesi dall'auto andarono verso il negozio dove c'erano molti ragazzi usciti probabilmente dalle discoteche, le si avvicinò protettivo e le mise una mano sul fianco, ordinarono e tornarono a mangiare vicino all'auto.
Finito di mangiare Sesshomaru le si avvicinò, la sovrastò con la sua altezza e le sussurò all'orecchio – anche tu profumi di sesso stasera -  si guardarono negli occhi, nessuno dei due voleva distogliere lo sguardo, ora più freschi e con lo stomaco pieno si resero conto che avevano davvero un grosso problema ed era chiaro come il sole che nessuno dei due voleva disfarsene tanto presto.


 

 


* Inghilterra, Giappone e Australia sono forse gli unici tre stati in cui ancora si guida a destra (cosa scoperta tra l'altro grazie al mio fidanzato appassionato d'auto)


Tanto per chiarire, questo capitolo mi è uscito lunghissimo haha xp no dai scherzi a parte spero di non avervi annoiato troppo con questo capitolo e spero di ricevere presto vostre notizie o consigli.
È la prima ff che scrivo ed è assolutamente la primissima volta che scrivo qualcosa di erotico quindi se qualcosa non andasse siete liberissimi di farmelo sapere, detto questo volevo sapere se dovrei cambiare il rating da arancione a rosso perchè dopo averlo riletto non saprei che fare quindi consigli, consigli, consigli.

Ringrazio ancora tutti per commenti, messaggi e per avermi salvata in qualche cartella quindi davvero grazie di cuore a tutti e dopo quasi 19 pagine di word vedrò di non dilungarmi oltre e buona giornata/notte a tutti.
A presto. Baci

   
 
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