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Autore: JeanGenie    08/04/2018    5 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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1.

 

I've lost my battle before it starts
My first breath wasn't done
My spirit's sunken deep
Into the ground
Why am I alone
I can hear my heartbeat
Silence's all around

(Blind Guardian, Mordred’s Song)

Le lune di Concord Dawn si stanno sollevando lentamente all’orizzonte quando Rey di Jakku colpisce con un fendente l’uomo vestito di nero.

“Sottomettiti, Jedi” ha detto. “Sottomettiti e avrai una morte rapida.”

Non le ha detto il suo nome, non le ha mostrato il suo volto, ma ora sanguina e si dilegua, una fortuna che non è toccata a coloro che l’hanno preceduto in quella giornata campale.

Finora i Cavalieri di Ren erano apparsi solo nei suoi incubi. Adesso vogliono la sua testa.

Intorno a lei l'aria è densa di fumo e odore di metallo surriscaldato. Si muove veloce prima che lo Stormtrooper colpisca Poe Dameron che tenta di uscire dalla carlinga del suo X-Wing abbattuto. Impugna il blaster e fa fuoco. L’uomo in armatura bianca cade. Rey ha smesso di contarli. Ha colpito, ha protetto il suo comandante, ha ucciso di nuovo.

Prima o poi ci farà l’abitudine e smetterà di pensare che, in altre circostanze, se lui non avesse tradito, se non fosse stato preso da un moto di coscienza, quel cadavere avrebbe potuto essere quello di Finn. Rey aiuta Poe a uscire dal velivolo, poi solleva gli occhi verso gli ultimi fuochi che lampeggiano sopra le loro teste. Per quanto tempo dovranno andare avanti? La giornata è a loro favore, ma ormai non ha alcun significato. Sono sempre di meno, da una parte e dall’altra. Chiunque sarà il vincitore di quella guerra, ne uscirà con le ossa rotte.

“Gli Star Destroyer si sono ritirati, ma torneranno. Non ci lasceranno andare via di qui” la informa Poe.

Eppure devono andarsene e devono farlo in fretta. Hanno quasi terminato rifornimenti e scorte. La decisione del Primo Ordine di prenderli per fame è una scelta crudele e vigliacca, ma i loro punti strategici sono ben occultati. Si tratta di un vero e proprio assedio con sortite quotidiane. In quei giorni si è chiesta spesso cosa stia accadendo alla loro spaventosa armata e perché esitino a distruggere quel che resta di Concord Dawn. I piloti stanno rientrando. Anche quella sera saranno costretti a contare le perdite. Sta per incamminarsi verso le retrovie, dopo essersi assicurata che sul campo siano rimasti solo feriti incapaci di seguirli e rivelare la loro posizione, quando sente Poe parlare al comunicatore.

Il suo sguardo stanco e amareggiato si posa su di lei. “Il generale Hux è stato catturato.”

Rey chiude gli occhi e si concede un sospiro di sollievo. “È finita…” sussurra.

“No. Non finché il loro capo sarà vivo.” La sentenza di Poe arriva spietata. “E sai che non mi riferisco a Hux.”

Rey annuisce e tace. Ormai le viene benissimo. Annuire e tacere. Da mesi sta mentendo ai suoi compagni. Nessuno di loro sa che Kylo Ren ha abbandonato il suo ruolo di Leader Supremo, che ha lasciato il Primo Ordine, che è semplicemente scomparso lasciandosi dietro solo gli spaventosi Cavalieri di Ren, che la stanno braccando come se la sua morte fosse l’ordine prioritario che hanno ricevuto.

Nessuno di loro sa che Kylo Ren probabilmente è impazzito. Solo lei. Perché gli parla. E perché sta vivendo sulla propria pelle qualcosa di simile. È una questione che non li riguarda e che deve risolvere da sola. Da qualche parte lui sta gridando. Da qualche parte lui continua a chiamarla. E non ha nulla a che fare con la guerra in corso.

Al riparo dietro le rocce, molti occhi curiosi li spiano. La gente di Garel non assiste a un tale spettacolo dai giorni dell’Impero.

Kylo Ren ne avverte l’inquietudine mentre la lama di luce rossa affonda nel metallo.

Come terreno per un duello, quelle rocce non sono l’ideale. Ci vuole un attimo per perdere stabilità.

“Leggerezza” si ripete. “Che la Forza mi renda simile all’aria.”

L’animo del suo avversario è inquieto e rabbioso. Se una volta erano compagni, ora Kylo Ren è considerato un traditore. Lui non ha perso tempo cercando di giustificarsi. Si mormora che stia violando i dettami della Forza e del Lato Oscuro. Si mormora che lui e l’ultima Jedi stiano complottando per distruggere chiunque domini la Forza, per rimanerne i detentori assoluti.

A lui non interessa. Che vengano pure a sfidarlo, tutti loro. Anche stavolta la lama sfrigola mentre colpisce e affonda bruciando carne, stoffa e metallo.

Un altro Cavaliere di Ren è stato sconfitto e, anche se ha fatto attenzione a non colpire i suoi organi vitali, non è più in grado di combattere. Non ha idea di chi altro sia sulle sue tracce e su quelle di Rey. Ma lei è ancora viva, furiosa e triste. Sente il suo dolore vibrargli sotto la pelle come se lo provasse lui stesso.

“Mi servi. Mi appartieni. Resterai qui fino a quando non ti sarai rimesso. Resterai qui fino a quando ti chiamerò.”

Il cavaliere si sottomette, senza aggiungere una parola. Gli occhi indigeni che li osservano sono pozzi di vetro avvolti da stracci grigi. Timore, reverenza, qualcuno mormora il suo nome. Kylo Ren si chiede se abbiano apprezzato lo spettacolo. Lascerà a loro l’incombenza di curare le ferite del suo avversario.

Il fatto che su quel pianeta desolato lo conoscano non gli provoca nessun orgoglio. Ha smesso di cercare gloria e potere da quando ha lasciato il Primo Ordine. Sono trascorsi due mesi e ha smesso di chiedersi quale possa essere stato il vero motivo che lo ha spinto a voltare le spalle a tutto ciò che aveva conquistato.

Nulla di ciò che aveva intorno lo interessava davvero. Dominio, sottomissione, pianeta dopo pianeta di ogni mondo conosciuto. Sembrava tutto vuoto e impalpabile. Era qualcosa di totalmente diverso a chiamarlo con la forza di un magnete a cui è stato impossibile sottrarsi.

È stato allora che i Cavalieri di Ren si sono messi in moto. Ne ha affrontati due. Di un terzo se ne è occupata Rey. Quella pazza incosciente ha rischiato di farsi uccidere. L’ha scampata per un soffio e con tre costole incrinate. Se una mina non fosse esplosa troppo vicina al suo avversario, lasciandole il tempo per l’affondo decisivo e costringendo il suo potenziale assassino alla ritirata, ora quella piccola pazza sarebbe morta.

Non ha senso. Nulla ha senso, riflette tornando alla sua navetta. Si stanno comportando come sicari, ma non è quello che sono.

Sembra che anche loro stiano cercando una via smarrita. Lui non può aiutarli. Non in quel momento. Non mentre tutto ciò in cui ha creduto gli frana intorno. Ma ha bisogno ancora del loro potere per arrivare in fondo alla propria ricerca. Devono portare avanti compiti che gli ha assegnato prima di lasciare tutto

E l’unica cosa di cui è certo è che non lascerà che uccidano Rey. Quello è un piacere che ha riservato per se stesso.

Calmati, rilassati, respira profondamente. Calmati, rilassati, respira profondamente.

Non è servito a nulla farsi scorrere addosso l’acqua corrente. Certo, è un privilegio che si concede comunque spesso. Anche in quell’esistenza da fuggiaschi, il ricordo di quando, su Jakku, per concedersi un bagno di quindici minuti doveva digiunare tre giorni, la spinge a indugiare nell’acqua più di quanto facciano i suoi compagni fino a quando la sua pelle non assume un aspetto strano, bianchiccio e poco rassicurante. Ma quel giorno, dopo essersi asciugata e aver indossato vestiti puliti, Rey avverte immediatamente una patina di sudore freddo, nuovo di zecca, ricoprirla da capo a piedi. E poi arriva il tremito, naturalmente. Succede ogni volta che avverte quello che nella sua testa, definisce ‘il richiamo’. È una sorta di volontà aliena che le fa avvertire in modo violento il desiderio di andare via. Via. Senza darle alcun indizio circa la destinazione. E Rey è sicura che lui c’entri, in qualche modo perverso. Perché non riesce a fare in modo che lui sparisca davvero dalla sua mente. Perché continua a insinuarsi nei suoi pensieri ogni volta che il richiamo si presenta. Kylo Ren, quel giorno, su un pianeta pietroso e dall’aria che sa di ruggine, ha combattuto. E lei è stata lì, impossibilitata a sottrarsi a quella simbiosi indesiderata, e ha eseguito ogni affondo attraverso il suo braccio, ha avvertito la fatica attraverso i suoi muscoli, ha sentito la Forza scorrerle nelle vene con tutta l’intensità dolorosa del Lato Oscuro.

Ci sono domande per le quali non ha mai avuto una risposta. Ma vorrebbe avere la certezza che sia stato lui a mandare il sicario in nero con cui si è scontrata la sera prima. Renderebbe tutto più facile.

Le visioni che l’hanno ossessionata da quando ha trovato la spada degli Skywalker si stanno rivelando sempre più oscure. Ma non importa. Se vuole liberarsene, se non vuole rischiare di impazzire, deve eliminare Kylo Ren.

Non è giusto. Non è umano. La sua coscienza si ribella a quel pensiero. Ma non ha scelta. Non può tirarsi indietro solo perché Ben Solo ha gli occhi gentili. Perché gli ha confidato insicurezze e paure. Perché ha creduto in lei.

Stupidastupidastupida...

Non c’è nessun lieto fine ad aspettarli. Lui non ha voluto seguirla. E lei è stata una sciocca a credere che fosse così facile. I demoni che Ben Solo si porta dentro non possono essere ammansiti dall’affetto e dalla gentilezza.

Sta venendo a patti con l’idea che Luke avesse ragione. Ben è perduto per sempre.

“Ehi…”

Probabilmente Finn ha bussato ma lei era troppo assorta nei suoi pensieri. D’altra parte divide l’alloggio temporaneo con altre sei persone ed è solo un caso che ora sia sola. Finn si è permesso di entrare perché il concetto di privato in quei giorni folli è pericolosamente in bilico.

“Ciao.” Anche lui ha l’aria devastata dalla stanchezza. Devono lasciare quel pianeta in fretta. Anche se il loro rifugio, a dodici chilometri sotto il livello del suolo, in uno dei giganteschi bunker costruiti quando l’emisfero meridionale è stato disintegrato, non è rintracciabile dall’esterno. Anche quel giorno hanno avuto una dozzina di morti e un centinaio di feriti. Poe è certo che il Primo Ordine sia allo sbando. Lei è convinta che finirà male per entrambe le parti.

“Stiamo per interrogare Hux. Pensavo volessi assistere.”

Rey gli fa un cenno di assenso, poi lo segue fuori dall’alloggio. Non se lo perderebbe per nulla al mondo. Il generale Hux non ha mai mostrato traccia di pietà. Perché dovrebbero averne per lui?

Gli hanno tolto le armi e l’uniforme e l’hanno chiuso in un vecchio magazzino. I bunker non hanno bisogno di celle e hanno dovuto ingegnarsi in altro modo.

Il sorriso sulla faccia del generale è quello sfrontato di chi non si sente ancora sconfitto. Rey non ha ben chiaro cosa ne faranno di lui. Ma per ora conta solo averlo lì. Chiunque prenderà il suo posto, avrà bisogno di tempo per organizzarsi.

Poe gli sta parlando. Gli sta chiedendo la resa del Primo Ordine. Rey si chiede se sia davvero così ottimista da credere che Hux possa accettare. Ma non interviene neppure quando gli occhi del prigioniero si spostano su di lei e il suo ghigno si fa più ampio.

“Ascolta me, non guardare lei” lo richiama all’ordine Poe schioccando le dita. “Facciamo così, generalissimo. Tu ci aiuti a prendere il tuo capo. Hai presente? Quello alto, sempre arrabbiato, con il cappotto nero di sua nonna. Noi ti riconsegniamo ai tuoi uomini sano e salvo e voi in cambio ve ne andate oltre l’Orlo Esterno, vi trovate un pianeta tranquillo e vi date alla pesca e all’agricoltura. E fingeremo di non esserci mai conosciuti. Che ne pensi?”

“Penso quello che ho sempre pensato di te, Dameron. Che sei un imbecille.”

Poe non reagisce. Rey lo ammira per il suo autocontrollo. Ma la proposta fatta a Hux era più ingenua di…

Di quando ho chiesto a Ben di venire con me? No, mi spiace, Poe. Quanto a stupidità, sono ancora imbattuta.

“Non sappiamo dov’è Ren. Da mesi non abbiamo sue notizie.” La soddisfazione che prova è evidente sul viso di Hux. “Potete provare a stanarlo, ma anche se ci riusciste, non lo prenderete mai. Voi non avete idea…” Il prigioniero si concede un attimo per riflettere sulla scelta di parole. “È impazzito. E non potete catturare un pazzo con i suoi poteri. E comunque, le nostre armi sono ancora spiegate e pronte a fare fuoco contro di voi. Come puoi pensare di trovarti in posizione di vantaggio, generale Dameron? La nostra potenza non è stata intaccata. E Kylo Ren non è che un inutile residuato del mito estinto della Forza.”

“Tu non sai neppure cosa sia la Forza! Tu non…” Rey si fa avanti. Lui non sembra più così temibile, con i capelli rossi che gli ricadono in disordine davanti agli occhi e il viso sporco di fuliggine.

“Hai ragione. Ma tu sei un relitto, esattamente come il nostro giovane Leader Supremo. Come la vostra ridicola dottrina. Sarà per questo che vi comprendete perfettamente. A volte, una telecamera ben piazzata in un ascensore può essere rivelatrice. Tu e Kylo Ren siete solo…”

Non deve nominarlo. Non deve parlarne. Non sa come sia successo ma si ritrova addosso a Hux e le mani che gli stringono la gola non hanno neppure bisogno di fare forza. Non sfiorano neppure il suo collo. Eppure una morsa gli mozza il respiro. Il suo viso si fa cianotico e le pupille si dilatano mentre venuzze rosse emergono prepotenti intorno alle iridi chiare.

È Finn a trascinarla via e solo un barlume di autocontrollo le impedisce di reagire, di fargli del male e solo quando si ritrovano soli il respiro di Rey torna regolare e quell’assurdo moto di rabbia svanisce così com’è arrivato.

“Ma che ti prende, si può sapere?” Non ha mai visto Finn arrabbiato. Né l’ha mai visto guardarla in quel modo. “Quella non sei tu. Quella…”

“È solo un assassino.” Una buona scusa, ma in realtà non riesce a capire cosa le sia preso. Ha semplicemente perso il controllo.

Luke riderebbe di me. Volevo essere un Jedi e invece perdo la testa alla minima provocazione.

C’è dell’altro, ma preferisce non pensarci. Finn ha ragione. Non era lei. Ha trascorso troppo tempo in simbiosi con i pensieri furenti di Kylo Ren. E le si sono attaccati addosso.

“Proprio per questo noi siamo diversi, Rey. Noi siamo migliori di loro. Noi non colpiamo un uomo disarmato. Anche se si tratta di Armitage Hux.”

“Davvero?” Rey gli sorride amareggiata. Ingenuo, dolce Finn. Stanno combattendo una guerra. Non esistono innocenti. Ma forse ha ragione. Loro sono migliori. Loro combattono per un universo di armonia e pace.

Eppure…

“Qualcosa non va, Finn. Sento che ogni passo che facciamo da entrambe le parti, ci trascina verso il caos. Il Lato Oscuro ci sta guidando anche se non ce ne rendiamo conto.”

Devo fermare tutto questo, prima che mi divori viva.

Finn non può comprendere del tutto. Nessuno di loro può. Con l’eccezione di Ben. Se qualcosa di Ben sopravvive ancora.

“Devo andare da lui” dichiara mentre un sapore amaro le invade la bocca. “Devo andare da lui e spegnere il suo potere. O non ci sarà mai pace.”

“TI ucciderà” sentenzia Finn mentre la sua voce trema leggermente.

Rey non risponde. Probabilmente ha ragione. Ma ha smesso di avere paura di lui da un pezzo. Quello che prova al pensiero di ritrovarselo davanti è più spaventoso dell’idea di ucciderlo o di essere uccisa da lui.

….

 

Le ferite sono superficiali. Può prendersi il suo tempo prima di farsi rimettere in sesto dal droide medico. Ha bisogno di silenzio. Da tempo non sentiva l’essenza stessa della Forza pulsare di una tale ferocia.

Da quando hai sterminato i tuoi compagni che si sono rifiutati di seguirti…

Kylo Ren maledice i propri pensieri. Non sarebbero così feroci se non risuonassero nella sua testa con la voce di Luke Skywalker.

Tutte le apparecchiature, tranne i sistemi vitali, a bordo della Finalizer sono spente. La nave è un punto fermo che galleggia nel nulla, in attesa.

Lui sa di avere delle decisioni da prendere e da quelle dipenderà la sua stessa sopravvivenza.

Ma, per il momento, deve solo stanare un clandestino.

Non è uno dei Cavalieri di Ren. Il suo spirito emana una scintilla di Forza grezza ed è goffo nel nascondersi.

Kylo Ren ha avvertito la sua presenza a bordo della navetta che lo ha riportato sulla Finalizer e non ha mai abbassato la guardia. Ha giocato con lui, ha atteso che colpisse ma sono passate ore e l’intruso non si è fatto vivo.

Chiude gli occhi per localizzarlo e l’estrema facilità con cui lo individua gli strappa un sorriso.

È nascosto nell’hangar 3 ed è convinto di essere passato inosservato.

Con la massima calma Kylo Ren attende che l’ascensore scenda di dodici livelli, poi percorre i due corridoi che lo portano a destinazione.

Scopre di non provare rabbia, ma solo una sorta di indifferenza divertita. L’intruso è leggero come una piuma mentre lo solleva in aria tirandolo fuori da dietro un convertitore di potenza e lasciandolo a sgambettare nel vuoto. Probabilmente è la prima volta che sperimenta la Forza su di sé. Lo capisce dal modo in cui si divincola tentando di liberarsi dalla morsa invisibile che lo immobilizza in aria. È un ragazzino sui dodici anni, ricoperto di stracci e polvere e la cosa è inaspettata e sorprendente.

“Ben strano sicario” riflette ad alta voce.

Lo lascia andare e il ragazzo cade a terra con un tonfo secco.

“Chi ti manda?” gli chiede mentre il clandestino si rialza a fatica.

“Non sono un sicario. Io… Voglio imparare da te.”

Imparare da me. Che idea stupida. Suicida, direi.

Kylo Ren accende la spada laser. Un colpo secco e poi getterà il suo cadavere tra i rifiuti. Ha perso fin troppo tempo.

“Aspetta. Aspetta.” Il ragazzo cade di nuovo a terra e solleva le mani come se avesse la minima possibilità di difendersi dalla letale lama di luce scarlatta. Poi si guarda intorno e chiude gli occhi. Se non fosse costantemente vigile Kylo Ren non noterebbe neppure la piccola vite che rotola verso il suo ospite indesiderato. Ma è allenato a considerare ogni dettaglio. Quindi il movimento del piccolo oggetto metallico non passa inosservato.

Sa usare la Forza. In modo grezzo e approssimativo, ma evidente. Un ragazzo sfortunato. Farà la fine degli altri.

“Voglio diventare un Sith. Ti prego. Prendimi come tuo discepolo.”

Il ragazzino parla in modo arrogante e imprevisto e ogni traccia di timore sembra svanita.

Un Sith…

“Io non sono un Sith.”

La situazione si sta facendo ridicola. Ma trova interessante il fatto che quel moccioso abbia chiesto di diventare un Sith e non un Jedi.

Anche se questa è solo una prova della tua profonda ignoranza. E della goffaggine di chi ti ha mandato qui. Non sai neppure cosa siano, i Sith. Sei solo un ragazzino esaltato.

“Insegnami, ti prego. Nessuno conosce il Lato Oscuro come te. Tu sei Kylo Ren. Sei il mio eroe da sempre. Ho sempre desiderato incontrarti.”

No, non sarebbe educato scoppiargli a ridere in faccia. Eroe. Lo ha chiamato “eroe”. Ha un’idea abbastanza distorta del concetto.

“Parti da presupposti sbagliati, ragazzino. Sei un entusiasta. E ti sopravvaluti. Ma non sai nulla del Lato Oscuro.”

Si chiede perché stia lì a perdere tempo, invece di scaricarlo immediatamente nello spazio dal portellone di lancio. Forse si tratta unicamente di vincere la noia per qualche minuto.

“Hai idea del guaio in cui ti sei messo?” gli chiede sollevandolo di nuovo da terra e schiacciandolo contro una parete. Ma stavolta il ragazzino non si divincola. Ha paura ma sta tentando di nasconderlo.

Illuso.

“Spostare oggetti…” Un diversivo davvero spassoso. Non gli capitava di sorridere da…

Da quando Luke ci ha sorpresi a rubare uova di kaadu e, anziché punirci, si è messo a cucinarle per noi. È stato una settimana prima che tutto andasse in pezzi...

“E blateri cose senza senso sul Lato Oscuro. Falliresti prima ancora di iniziare.”

“Mettimi alla prova. Non ti deluderò, signore.”

Tenace e testardo. Mi ricordi lei… Anche per lo strato di sporcizia che ti ricopre.

“Non mi interessa che tu mi deluda o meno, ragazzino.”

“Non sono un ragazzino. Sono Han.”

Colpito. Sorpreso con la guardia abbassata. È bastato quel nome. Un vile trucco emotivo. Ora più che mai è certo che quel mucchietto di stracci e capelli sporchi stia mentendo.

Han.

Kylo Ren lo lascia cadere poi lo trascina senza troppa gentilezza nel ripostiglio più vicino. È il posto più adatto a lui. Lo chiude dentro badando che non riesca forzare la serratura neppure con la scintilla di Forza che lo accompagna.

È una spia. E ha mentito perfino sul suo nome.

Han.

Deve solo decidere se mandare la sua testa a Hux o a Rey. Chiunque l’abbia istruito, chiunque gli abbia sussurrato nelle orecchie il nome di Han ordinandogli di spacciarlo per proprio, la pagherà nel modo peggiore. Hux o Rey. Lo saprà solo quando gli avrà fatto confessare chi lo manda. E non ci vorrà molto tempo.

 

….

Nei suoi sogni, Rey di Jakku vede uomini con mantelli neri. Emergono dalla luce e il loro passo è sicuro. Nei suoi sogni Rey di Jakku vede forme grigie con le mani colme di luce ergersi contro di loro. Prima che il tempo venisse definito, prima che i Jedi fossero Jedi, Rey di Jakku vede braccia che non sono braccia spalancarsi per accoglierla. Ma non sono braccia, anche se hanno lo stesso calore, mentre avvolgono il suo spirito.

Voglio restare qui. È così bello qui.

Sith. Jedi. Una piccola storia che risale solo a ieri. Non vuole ascoltarla. Non è importante. Non conta davvero nulla. Eppure le rimbomba nelle orecchie come uno scroscio d’acqua.

Acqua. Stasi. Nascita.

E quello è…

Ben…

... Kylo Ren e la sua spada che le attraversa il petto. Ma non fa male. Dov’è il dolore? Rey non riesce a muoversi. Il suo braccio è bloccato. Perché la sua spada affonda nel petto di Kylo Ren. E neppure lui sente dolore.

Tutto è immobile e sospeso. Tutto, tranne i pianeti che si sgretolano. Tranne l’universo che collassa su se stesso.

Rey…

“Esci dalla mia testa!” sibila Rey, consapevole di essere sveglia. Hanno condiviso lo stesso sogno. È una certezza che la fa sentire violata. C’era una pace assoluta e apparteneva solo a lei. Solo e soltanto a lei. Avrebbe voluto continuare a crederlo.

I suoi occhi sono definitivamente aperti mentre si abituano al buio del suo alloggio.

Lui non c’è. Un nodo di amarezza le stringe lo stomaco. Se si mostrasse, potrebbero farla finita. Potrebbe gridargli in faccia quanto l’abbia ferita. Ma lui non si mostra. D’altra parte non è mai stata una questione di volontà. Succedeva e basta.

Ed era bello. Quando ha iniziato ad essere bello?

Il riverbero nel buio non la sorprende più. La prima volta si è spaventata a morte, ora comincia a trovare quella presenza confortante. Luke Skywalker è seduto ai piedi della sua branda. La Forza lo avvolge facendolo risplendere come un cristallo kyber che si risveglia alla Luce.

“Sto impazzendo…” mormora Rey. Avrebbe un disperato bisogno di piangere. I suoi compagni continuano a dormire. Nessuno si è accorto del visitatore spettrale.

“Probabile.” Non c’è traccia di scherno nella voce di Luke. È assolutamente calmo. Rassegnato, forse.

No, non è così. Sta aspettando che io scelga.

Rey si tira su e si siede al suo fianco. Sa che i Fantasmi della Forza possono rendersi tangibili ma non si illude. Lui non le stringerà le mani per confortarla. “Dimmi cosa devo fare. Ucciderlo?”

“Probabile.”

Rey si morde le labbra. Avrebbe dato qualunque cosa per un’altra risposta.

“Non sei di aiuto.” Si alza e si allontana da lui.

Se deve andare così, allora sarà stato tutto inutile. Anche la tua morte. Se lo uccido, lui avrà vinto. Mi avrà dimostrato che aveva ragione.

Acqua. Ha sognato l’acqua. Rey cerca la propria borraccia vuota per metà, la apre e se la versa sul viso.

Svegliati. Stai ancora sognando. Svegliati.

“Abbiamo il loro capo. Il Primo Ordine è morto.” Lo ripete più a se stessa che a lui, come se potesse convincersene. Hux si è preso gioco di lei. Come potrebbe dargli torto? A cosa l’ha condotta il suo percorso da Jedi? A cosa ha condotto Ben?

“Come se avesse importanza, ora…” Una leggera risata. Ma ancora nessuna traccia di derisione, nella voce di Luke.

“Andrò a cercarlo.” Lui la sta aspettando. Non riuscirà a sfuggirgli ancora a lungo. Devono incontrarsi e confrontarsi.

“Io non potrò aiutarti, lo sai.”

Sì, lo sa benissimo. I Fantasmi della Forza danno saggi consigli, ma non possono interferire.

Rey fissa il volto luminescente del suo mentore. L’espressione burbera non è cambiata ma una serenità a lei sconosciuta gli vela gli occhi. “Mi ha scatenato contro i Cavalieri di Ren. Lo faccio per la mia sopravvivenza.”

Continua a chiederselo. Perché Ben si sta dimostrando tanto vigliacco? Perché non si sporca le mani da solo? Ha mandato i suoi sicari. I suoi discepoli.

Se davvero mi vuoi morta, perché non vieni e mi affronti?

Rey ne ha liquidato uno, ferendolo e costringendolo a ritirarsi. Ma avverte la loro presenza inquietante a ogni passo.

Luke non le risponde. Se sa qualcosa su quelle tenebrose creature non ha intenzione di rivelargliela. Non è una sorpresa vederlo scomparire senza neppure una parola di incoraggiamento.

“Sempre utilissimo, maestro Skywalker…”

Addosso ha solo qualche graffio. Il duello è stato meno impegnativo di quanto si aspettasse. Kylo Ren lascia che il droide in infermeria si occupi di lui. Potrebbe farne a meno ma ha bisogno di chiudere gli occhi e non pensare a nulla mentre i lembi di pelle vengono ricuciti. Niente anestetico. Il bruciore gli schiarisce i pensieri.

La voce che arriva dall’interfono è femminile ma metallica. Suonerebbe perfino sensuale se l’idea di accoppiarsi con un pezzo di ferro rientrasse fra le sue fantasie. L’interlocutrice sintetica lo informa che la Resistenza ha ottenuto un’altra vittoria.

Incapace di un Hux …

“Attualmente la situazione è di perfetto stallo. Ma le probabilità che il Primo Ordine riprenda il vantaggio perso sono del 97%. Le probabilità che la Resistenza tenti una sortita è attualmente dell’87%. Le probabilità che riesca sono del…”

“Taci.”

“Chiedo scusa, signore. C’è un messaggio per te. Posso inoltrarlo o devo continuare a tacere?”

Suo padre asseriva sempre che gli scatti di rabbia non portano mai a nulla di buono. Che spaccare a pugni un motore darà come unico risultato quello di causare ulteriori danni. Suo padre era un ipocrita e prendeva regolarmente a pugni il Millennium Falcon. Kylo Ren, in quel momento, vorrebbe distruggere l’interfono.

“Inoltra” ordina.

Nulla che non si aspettasse. Una figura in nero e la mappatura di un pianeta. Un invito, una sfida. Finora ha assecondato quelli che una volta erano i suoi compagni. Ma comincia a non comprenderne più la necessità. L’immagine olografica si fa più nitida, mostrandogli rocce calcaree, rivoli di lava e alberi carbonizzati. Decisamente un luogo piacevole per un duello.

“Non ho tempo per questo” mormora tra sé, poi chiude la comunicazione.

Ed è mentre si sta rivestendo che accade di nuovo.

Rey …

La sua agitazione, la sua paura si fanno tangibili. Lo invadono, si impossessano di lui. Sta sognando. Attraverso i suoi occhi chiusi Kylo Ren vede figure ammantate di bianco che emergono dall’ombra. Il vento gelido si muove insieme a loro. Lo chiamano. Gli offrono le loro braccia, gli chiedono di lasciarsi avvolgere. Sono trascorse ere e lui le vede passare, attimo dopo attimo, mentre la Forza genera, vivifica, distrugge. La Forza ha gli occhi di Rey mentre gli lacera il petto con la sua spada. E lui si rende conto di fare lo stesso e si augura che la sua sia una morte rapida, che non debba soffrire.

“Esci dalla mia testa!” grida lei e all’improvviso c’è solo la Finalizer intorno a lui.

Non può andare avanti così.

In qualche modo dovrà finire. Loro due non possono coesistere. Gli è piaciuto credere che così potesse essere. Sperare che potessero trovarsi fianco a fianco, insieme. Ma è stata solo un’illusione, lo scarto di una speranza che non può permettersi di coltivare.

Deve ucciderla, prima che lo faccia qualcun altro. È compito suo. Deve prenderle la spada degli Skywalker e mettere fine a quella storia per sempre.

Nell’unico modo possibile…

Non prova nulla mentre respira a fondo e immagina di attivare la lama puntandola verso se stesso e lasciandosi attraversare il cuore dalla sua letale energia

L’unico modo possibile.

Lui è l’Ultimo. Immolarsi è un passo obbligato per mettere fine alla storia della sua famiglia.

Una voce mai sentita prima risuona nella sua testa. È giovane e vibrante e Kylo Ren la sente come se il suo proprietario fosse nella stessa stanza.

Lui è un servo del Lato Oscuro. I Fantasmi della Forza non possono manifestarsi a chi ha abbandonato la Luce. Eppure sta accadendo.

“Lasciala viva. Lei non ha legami con noi. Lasciala viva. Tornerà quella che era prima di tutto questo.”

Noi…

“Chi sei?” vorrebbe chiedere, ma conosce già la risposta.

Noi.

“Rey è una Jedi. Deve scomparire, come tutti gli altri. Non posso avere pietà.”

Lui dovrebbe capire. Lui che ha servito l’Imperatore, che ha sterminato i suoi compagni, che si è ribellato al Codice. Ha sognato per anni di potergli parlare. Parlare con Anakin, non con Vader. Ed ora Anakin è finalmente giunto da lui. Per chiedergli di risparmiare Rey.

Deve morire, continua a ripetersi.

Rey, che sussurra il suo nome. Che gli offre la sua fiducia. Ingenua, Rey. Rey che gli volta le spalle. Perché non capisce. Perché non può capire.

Presto sarà finita. Perché non c’è altro modo. E vorrebbe che ci fosse. Perché, finché lei respira, lui non riesce a desiderare davvero la morte.

 

   
 
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