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Autore: izzie_sadaharu    08/04/2018    2 recensioni
La Casa è un'associazione di viaggiatori nel tempo, il cui scopo è prevenire le Crepe e lasciare che la storia faccia il suo corso. Baekhyun ne è un membro da ben cinque anni, per cui non si sconvolge più di tanto quando gli viene assegnata una missione nella Germania degli anni Venti.
[CHANBAEK] [Side!Kaisoo] [Side!tante altre coppie che si vedono e non si vedono]
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come fosse possibile, Baekhyun non avrebbe mai smesso di chiederselo. Quando aveva alzato lo sguardo e si era trovato davanti, di nuovo, quegli occhioni dolci, si sarebbe volentieri alzato in piedi per andarsene definitivamente da quella stanza. Il ragazzo lo aveva guardato rapito, e aveva sorriso abbassando un po’ la testa – Baekhyun si era dimenticato quanto fosse alto. O lui basso.
Forse era presuntuoso da parte sua, ma quando quel gigante aveva cominciato a recitare le sue rime stilnoviste, non aveva potuto fare a meno di pensare che fossero rivolte a lui, un mediocre ragazzo coreano che a malapena arrivava al metro e settantatré.
Nell’aria afosa che solo un’estate fiorentina poteva garantire, Baekhyun si toccò le guance ardenti e sorrise fra sé e sé. S’i fossi foco arderei il mondo, gli sembrava di ricordare di aver letto. Beh, non c’era verso più adatto a lui, quando incrociava lo sguardo di quel gigante dal sorriso buono.
 



 
«Allora, Jongin. Facciamo il punto della situazione, che ne dici?»
Erano seduti sul letto malconcio di un’altrettanto malmessa stanza di albergo, in una delle vie con la peggiore reputazione di Berlino. Se non altro, potevano parlare tranquillamente e in tutta libertà, senza la costante paura di essere sentiti o ascoltati da orecchie indiscrete.
Il più giovane annuì concentrato, passandosi le mani sui pantaloni per asciugarsele dal sudore. Baekhyun gli sorrise per tranquillizzarlo, poi fissò lo sguardo sulle proprie mani, per favorire la concentrazione mentale. «Raccontami del tuo arrivo.»
«Dunque, come ti dicevo mi sono svegliato nel letto di un ragazzo, che a quanto pare è il compagno di un Jongin che già c’era, a Berlino.» Tentò di non arrossire, ma il ricordo dei baci scambiati con quell’uomo dal sorriso a cuore gli faceva ancora battere il cuore più forte del dovuto. Scacciò quei pensieri dalla testa meglio che poté, dando la colpa agli ormoni, e continuò. «Si comportava in modo strano con me, come se si aspettasse che fossi più… cattivo? Freddo, forse? Ad un certo punto è arrivata una donna, Frieda mi sembra si chiamasse, che mi ha insultato e in parole povere ha detto a Kyungsoo, che sarebbe il ragazzo, che dovrebbe starmi lontano. Cioè, dovrebbe stare lontano da Jongin. Che sarei io.» Si lasciò scappare un grugnito di frustrazione. «Diamine, è difficile!»
Baekhyun sorrise comprensivo. «È normale, con le Sostituzioni bisogna essere in grado di assumere completamente l’identità dell’altro, senza però perdere mai del tutto la propria. Stai tranquillo, vedrai che ti abituerai con il tempo.» Si schiarì la voce grattandosi delicatamente la tempia. «Hai incontrato altra gente?»
Jongin annuì. «Due donne: una si chiamava Dara e l’altra era più anziana, poteva essere la madre… ha citato un certo “Yeollie” e ha parlato di una “bravata al Blumenladen”, ma non ho idea di a cosa si stesse riferendo. Di sicuro non sembrava troppo felice di vedermi.»
Baekhyun impallidì, poi sospirò piano. «Penso di saperlo io… Come ti ho detto, sono stato ospitato per la notte da un ragazzo, Chanyeol. È il proprietario di un negozio di fiori, il Blumenladen, e a quanto pare il nostro Jongin originale – se così lo vogliamo chiamare – ha tentato di distruggerlo.»
Jongin corrugò la fronte, perplesso. «Perché avrebbe dovuto?»
Il più grande assunse un’espressione amareggiata. «Vedi, Jongin, Chanyeol ha i nonni ebrei.» All’occhiata inorridita dell’amico, Baekhyun si affrettò ad aggiungere: «Non basta. A quanto ho capito, questo Kyungsoo e Chanyeol sono migliori amici, e credo che un tempo andassero d’accordo anche il Jongin di Berlino e Chanyeol.»
Il più piccolo rimase in silenzio, mentre Baekhyun se ne stava immobile ad osservarsi le mani intrecciate in grembo. Poteva quasi sentire le proprie rotelle – e quelle di Jongin – girare vorticosamente nelle loro teste.
Fu il più giovane a spezzare il silenzio: «Quindi, Kyungsoo e Jongin – l’altro – stanno insieme. Kyungsoo è amico di Chanyeol, che un tempo era anche amico di Jongin, ma da quanto questi ha tentato di dare fuoco al negozio ovviamente i rapporti tra i due si sono raffreddati. Ironico.»  Baekhyun sbuffò, e Jongin continuò a ricapitolare le poche informazioni di cui disponevano. «Non si sa chi siano Dara o Frieda, ma sicuramente sappiamo che non apprezzano il cambiamento di Jongin.»
«Comprensibile.», sibilò Baekhyun. Trattenne il fiato per qualche istante, per poi rilasciarlo in un lungo sospiro. «Considerata la natura della nostra missione, dobbiamo evitare quelle due, comunque. O almeno, ci converrebbe farlo per evitare rogne e litigi inutili. Non dobbiamo dimenticare che la nostra identità qua è di proto-nazisti.»  Sputò fuori il termine con un’espressione di disgusto. Jongin lo guardò per qualche istante, poi osservò: «Di tante missioni che ci potevano essere affidate, questa è proprio ingrata.» Abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe. Ripensò agli occhioni scuri di Kyungsoo, e represse un sorriso. Gli sarebbe piaciuto mostrargli come poteva essere un Jongin dolce e premuroso. Quando rivolse nuovamente lo sguardo su Baekhyun, gli lesse in viso un’espressione carica di amarezza e tristezza, e trattenne il fiato. Il collega era un professionista, certo, abituato a missioni scomode e difficili, ma questa sembrava davvero pesargli tantissimo. O forse era sempre così durante le missioni, e tornava ad essere allegro e solare solo una volta tornato alla Casa.
“Qualche idea su chi possa essere questo misterioso ragazzo che dobbiamo trovare?»
Baekhyun sembrò riscuotersi e tornare in sé, e scosse la testa. «No, non ancora. Ma se c’è una cosa che ho imparato nelle varie missioni, è che le Crepe fanno di tutto per essere trovate. Penso che ci basterà girare un po’ per Berlino nei prossimi giorni per avere un qualche sentore o indizio di chi sia.»
Si mordicchiò il labbro inferiore, pensoso. Wow, credo sia una delle prime volte in cui vorrei fallire la missione.
 


**


 
Le labbra morbide  sulle sue, il calore delle sue mani che gli sfiorano l’ addome in un tocco leggero, la voce profonda che gli sussurra all’orecchio frasi dal sapore erotico e affettuoso al tempo stesso. Tiene gli occhi chiusi per godersi meglio tutte quelle attenzioni, schiudendo la bocca per permettergli di baciarlo con più passione. Si staccano dopo poco, ansimanti.
Apre gli occhi, e si trova davanti un viso magro su cui campeggiano due occhi enormi, velati di una dolcezza che gli scalda il cuore. Sorride, ma il ragazzo sopra di lui non ricambia il sorriso. Gli lascia un bacio veloce a fior di labbra, poi sposta il peso del corpo sulle gambe e si allontana dal suo volto.
Solo allora Baekhyun si rende conto che sono stesi, e che il più alto è sopra di lui. Ma si sta allontanando, si sta spostando, e il calore corporeo dell’altro sta svanendo sempre più in fretta.
Si alza di scatto, tentando di rincorrerlo, e si accorge con orrore che non riesce a muoversi. No, non è questo a causargli l’urlo strozzato di angoscia: è Chanyeol, il suo corpo, magro come se non mangiasse da giorni, no, da mesi, no, non è il suo corpo, non gli appartiene, appartiene alle foto che tanto ossessionano i libri di testo, di tutte le persone morte nei campi di concentramento, e il sorriso che gli sta rivolgendo da lontano è carico di rammarico e pentimenti, e Baekhyun ha paura, tanta paura, ma sa che Chanyeol ne ha di più. Chanyeol. Chanyeol. Chanyeol.
Baekhyun vorrebbe urlare, ma gli manca il fiato, gli è restato bloccato in gola, e gli esce solo un rantolo che gli graffia la bocca.
Si porta le mani al viso, per scollarsi i capelli madidi di sudore dalla fronte, ma vede con orrore che le dita affusolate sono macchiate di sangue.
Solo allora riesce a urlare, e grida, e si sgola, la voce gli diventa roca da quanto urla, ma Chanyeol continua ad allontanarsi, le guance scavate, gli occhi privi di quell’espressione dolce che li caratterizzano, e la stanza intorno a lui sfuma, svanisce, e Baekhyun continua a urlare.
Baekhyun.
Baekhyun.
Chanyeol.
Baekhyun.
Chanyeol.
Chanyeol.
Chanyeol.
Baekhyun.
 
«Baekhyun!»
Una mano gli scosse violentemente la spalla, e Baekhyun si svegliò con un rantolo.
Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco il viso di fronte a lui, l’immagine di Chanyeol ancora impressa a fuoco nella sua mente. Quando riconobbe il volto preoccupato di Jongin, si lasciò scappare un gemito di sollievo.  I ricordi affiorarono alla mente di Baekhyun: avevano passato la notte in quella stanza d’albergo dall’aria malsana, e quel giorno avrebbero dovuto girare per Berlino alla ricerca di indizi. Inspirò ed espirò più volte, tentando di calmarsi e di scacciare l’incubo dalla sua mente. Ma era difficile, diamine: poteva ancora sentire il sapore di Chanyeol sulla sua lingua, e ancora percepiva la consistenza viscosa del sangue che gli imbrattava le dita.
«Non so se lo voglio fare, Jongin.»
Il più giovane lo guardò confuso, ma gli strinse comunque la mano in segno di conforto. «Nemmeno io, Baek. Ma dobbiamo.»
Baekhyun inspirò a fondo per l’ennesima volta. «Già. Dobbiamo.»
 

 








 
   
 
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